Vita fraterna - anno II - n. 19-22 - 15 nov.-15 dic. 1918

VITA l"IL\TERN.A fines.tra. degli italiani r,ql.ett1.titoss:e teso, attraverso la seta.dia, un capo di corda ineffabilmente ironico, a cui MSiourare la grande s-fiéfla:E dàlle mani e.ti fanciulla dli Le:, che i genitori a.veVa110 'educé!.ta "q'u.asi, e ·solo, per qll!e'L giorno, la. norte fu.ro110uniti, da. piecali punt_i nervosi, i color_i di seta.": restèran1tò ! e con essi tutto il puTo sentimento di Paitria ché li creava., . , . .Con la carta v,eHna assicurata a; mezz.q dii ~illi l>:ai1chi, OKnì fines.tra iepbe la sua. gloria. Ed ancota i Triestini lamentav.ano, coi nuovi· giunti, qÙasi a scusair'si· diel'la grande ta.duna. che esisteva tra ,la 101"0· ·espressione è.steriote ,e il loro ·animo; ciò, non pe;rc'hè · quell'a fqrma fosse\ meno che invidfabilre,. ma perchè queli'animo, è oltre ogni ·forma. Nel,Je v•etrine de[ negozi oompa,rvero, cot quanto stupore per' i pochi pol'iziotti. _rimasti; quadri •e busti d-i g:mnd'i it!l.. liani; ,e fra tutti; Garirba.ldi ebbe tributo di riconosoenza. Una ve.- trina in via S. Nicolò -spiccava in modo s.pec,ialissimo; tnaJ non solo· restemo; L'interno aveva tutta· l"appa.renza di un gran quartier generale. Chi non co.nosce, a, T,riestiei, !:a casa ove s: ::trova ta Mamma dei prigionieri ital,iani? In quel negozio eh-e dimenticava in 9:uei giomi ogni commeroio oer etssere - e solo - un centro visibile d'i iniziativa, di g:-oia, di. c01t1cordia, era un affollamento· di coccarde, di fiori prepara;t1 per gli· ltailiani, dli partafrici d'entusiasmo. Le- ·strette Ji mano•, gli abbracci, i singhiozzi che potrebbero ·narrarè qtteUéi paret:; sorw, da soli,· un poema. Ricordlo dii· una signora che con -àttd spontaneo, ingenuo, pose il nast~ino sul 'ombrellino. Tuttd doveva essere tricot-o,r.e ! E la Mamma del prigionieri- :taliarù,_· con le gote accese da una felicità senza nome, e,'a pei- tnitti; cosf come utti la vo·· levano in una affermazione puoblica del loro animo. Dopo' tanto eroismo ·silenzioso è.ra la.: rivincita. Trecento p6gioni,eri italiani evasi dai campi di concentramento, vestiti con abiti oorghesi, in · tanta estrema penuria di tessuti,· alimentati coi sacr!fici pe,rsonali e pecuniari 'di eroiche fedii, erai10 da me i in T,rìeste e nei d:ntorni, t:-beri, nell'affetto di famiglie protettrici chei beçeva,no gli· itatiani, così salvati, co.me t:n pegno sacro 'per i.l doman:. E le fila1di un'opera così auda'Ce, posta tra la· delazione e la forca, facevano ca,po là dove finalmente erompeva, con sl)Ontaneità cominoven.tè, la lunga volontà: durata. ; Qu_;i.ndola polizia chiamò la Marinna dlei prig:onieri a scolparsi di una: .ctienuncia che la· accusa.vai, ELla non ne.gò, ammi•se. E allo stupore,· aHe minacce, alle domande· -ì-nqu.isi,tirici,'At gel'ca Castro rì poo:e: < hò fatto u voto: perd1è·· i~· buc,n Dio co ceda die< a.i BibliotecaGino Bianco

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