Vita fraterna - anno II - n. 16-17-18 - 15 set.-15 ott. 1918

VITA RATERNA donna perchè essa s.ola può con opera costante dare una nuova: cosci~nz~ alle gen_erazioni che sorgono, e oppo_rsi an~ora al.le _generaz1on1 che oggi seguendo un impuls·o falso, 111 a.Itri tempi ricevuto, battono una fialsa strada, perchè l'animo, suo non è avveilienato dalla sete del guadagno e del_l'ambhione, perchè nei suoi anni giovanili non ha trascinato il suo cuore nel fango della suburra fino a ridurlo a un ,povero ciencio privo di vita; alla donna perchè sa ancora amare, :sa ancora vivere per gli altri, sa ancora sac-rificare la sua vita per una idea. Uomini ne avevamo•, ma sono partiti per la guerra, e i « lbuon•i », i piu sie 11011 tutt,j, hanno co!m.- piuto Ì>1 sac.rificio, hanno reso perfetto l'olocausto sull'al'tll.re della patria; e dei rimasti a casa, i vecchi 11011 sono più in tempo, i gie>- vani che potrebbero, non sono adatti, son◊1 quelli che sono riusciti a rimanere « malgrado tutto, e 'tiuttj ». Questo compito, che si affida alla donna 11011 è poi in fondo che un aspetto, non meno reale ip:erchè misconosciuto, della funzione della donna nella siocietà. E non sarà difficile il dimostrarlo - è cosa ormai vecchia quanto l'umanità e che per tornare ·all'onore della luce non avrebbe dovuto al~tendere la guerra. Seguiamo un poco insieme il corso della vita di una donna delle classi c·he &i avvicinano più alle classi popolari, della cos~ detta piccola borghesia, eh e forma la grande maggioranza, insieme alle più ben dotate delle classi del popolo; quale era p.rima della1 guerra. Non sarà un divertimento, signorina, ma allo scopo nostro sarà istruttiva. Alla nascita è acciolta male, la do1ma è un peso, nelle famiglie; da bambina le cinque, e qualche vol/:ta le tre elementari; a calza, la cucina e basta. Poi le si infarcisce la testa di' una quantità di- pettegolezzi_ di superstizioni, di stu~.idità in modo da ridurle fin che è possibile il cervello ottuso e inetto a funzionare; qualche dose di frusta, o qualche paterno pugno,. compiono la educazione. Dai quif!.dici in su l'eterna canzone: e pensa a trovare m1 buon partito sai, chè ·non ti potremo sempre avere sulle brac• eia noi. _ E il partito, con frase volgar-e si usa chiamare, a maggiore edificazione del caratker,e della futura sposa, il merlotto. arriva e la figlia se ne va. · Sposa essa ha questo ufficio: far da massaia al marito, preparargli il JP1ranzo. le camicie e pedalini; tener in ordine la casa; liar figli. allevarli ed educarli fino ai sei anni, in cui passano dalla sua giurisdizioi1e alle sc.uole pubbliche. cioè alla strada. Da queste poche notizie, p:oichè possiamo abbandonare a questo punto la nostra piccola borghese, possiamo trarre dei tesori di dati utilis imi. Lasciamo da parte le funzioni di serva che riveste la donna verso ilm.arito, e consideriamo le funzioni sue nobilissime di madre. · Essa dà alla luce la sua creatura e la nutre di sè, e la segue. di minuto in minuto. e raggiunge le più sublimi vétte del sentimento e dell'eròismo nel stio amor di madre, e con esso trasfonde tutto l'animo suo nel nuovo nato, il quale coÌne per IPJ!"imaparola chiama la mamma• per primo affetto sente dall'oscura nebbia dell'isrlinto sorgere l'amore per la madr:e; e da· lei asso,rbe le prime idee; e da lei impara la preghiera del mattino, e da lei impara BibliotecaGino Bianco

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