Vita fraterna - anno II - n. 16-17-18 - 15 set.-15 ott. 1918

VITA FRATERNA 263 ·«uomini» nel senso spirituale della parola, non dei « s~rrogati -d'uomo ». Perchè le chiacchiere, gli entusiasmi, gli evvwa, gli sbandieran~enti, le cerimonie, sa, per quei poveri morti puz~ano un pqco d1 sarcasmo: i morti ci vedono tro.12po a fondo per 1llui- ·dersi, ci vuol altro-! E allora occorre invece giungere a questo, - che ogni u,omo, e sopratutto Oigni donna d!Ita.lia pensi seriame1-1te dentro di sè « occorre che io lavori per la mia patria, occorre che « per lei sacrifichi me stessa, la mia vita, i miei comodi di tutti i « giorni; occorre che lavori con coscienza e seriamente, perchè « il- mio lavoro ben fatto concorra a. rendere grande sopra if:utti « e sopra tutto la. mia Italia, la mia patria» e bisogna che ogni indigeno del bel suolo d'I tal-ia,- chiamiamoli così per ora, arrivi a dir questo quando prenide il suo caffè amaro la mattina, senza latte e senz~ pane; quando non prende i,! suo pane e burro, quando si leva. da tavola con una idea di .appetito ancora.. e così via via, ora e po,i, ora e semip,re - allora si sarà fatto qualche cosa. E chi deve cercare di otten1ere che. ciò si avveri? Gli uomini? quali? quelli che sono al fronte? troppo lontani! Quelli che sono a casa? Dio ce ne scampi, sono troppo occupati ai .... rifornimenti. - Dunque chi resta? Le donne, - queHe povere, umili donne, che prima della guerra erano tenute come besdie da s.oma e da piacere, ripagate con olimpico disprezzo del lavo,ro e della devozione che avevano per gli « eEseri superior1i » cui la legge le aveva date in p.ossesso; quelle povere donne a cui era negata l'istruzione e la evofozione -della psiche perchè non potessero accorgersi (come se l'acutezza del loro spirito non. fosse· bastata a ciò) da quali elette form,e · umane erano dominate. Quelle p.overe inutili farfalline, a cui ora è accolla.fo tutto il vero e sano lavoro in paese, mentre gli uom-i111isi occupano dei loro mercati. e che in cambio del lavoro che. fanno negli ospedali. negli uffici. nelle officine, vengono trat1late con ogni vituperio da coloro .a c-ui gli stes i lavo•ri 110,n possono essere affidati perchè non hanno nè la capacità, nè il cuore, nè la coscienza che per essi occorrono. Esagero? no, sa, è la verità, è l'effetto che fa la. verità senza veli. è un tp.o' for~e di primo acchito ma poi ci si abitua. E' difficile che una donna dimcn ti chi un malato, o un ferito grave, e lo abbandoni a sè per essersi ubriacata mentre era di guardia, - è così facile ad un uomo! E' difficile che una donna· operaia nel tornire un pezzo qualsiasi si lasci sfuggire proprio quell'errore che produrrà a suo 1.-iempouna « sorp:resa >l, un oper~io maschto, di tutta la sociologia piena la testa, può be.n distrarsi! è difficile che una don·na storni dei milìo,n,i necess,ari alla difesa della. patria, sia pure per mero caso, un uomo.... potrebbe anche ~~ . V,edc come ·è la verità - ma non. ci badi sa rp,erchè nella vita ne dovrà vedere e imparare ben altre. Alla donna dunque si può affidare il fuoco sacro dell'altare della Patflia; il compi'fo sfiblime. di redimerla dalle miserie e· dal dolore che la marti·rizzano; di sollevarla dal fa.ngo, <perchè la donna è i-I solo essere che possa unire, nell'opera. sua, tanto· cuore alla in1ielli~enza da non scambiare -il «bene» col « vantaggio >l, i valori sociali coi valori commerciali, il «·comodo» co1 dovere. Alla Biblioteca Gino Biam~o

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