Vita fraterna - anno II - n. 16-17-18 - 15 set.-15 ott. 1918

VIT-A FRATERNA .Henri HaLtvette (r) invocando l'alleanza intellett,qaLe con l'Ita'ltia sc.riveva: « L'opinione francese è molto male iniformata. sull'Italia comemporanea, esis-aè dbm:inata da, un numero cons.i~,et1e1voledi. pregiudizi da cui deve ,cominciar.e a Hberarsi. Sono prima di tutto dlei rancori politici .... Sono pregiudizi più anttichi, più tenaci che risalgono aJ11 tempo in otri i viaggiatori franoes.i più entusmisti dell'Ital/ia non sapevano separare la loro ammirazione per qt1esto meraviglioso paese da un •sentimento dli pietà, e più sp:esso dli •sdiegnloper lo stato di av-v<i.Ji:mento nel quale lo vedevano ». E se veniamo ai mode1>11Ji- dice Hauvette - v•edr·emo gli scrittori francesi preoccuparsi in Italia rarame11,te d'altro che di opere d'arte o di paesaggio, « credono aver reso ogni giustizia all'Italia qu1 and'o hanno esaltato ili genio di1 Michelangiollo o la ma- - gnfrficenza di Pompei. Dimernticano tropp.o volontieri che in Italia vi son pure degli Italià•ni ». Dura in fondo o stesso malinteso che provocò nel 1826 il clamoroso due1lo di Laima,rtine col Pepe, ora « bisogll!a che una buona volta si aibbandoni e per \,emp-re, quest'a.tteggiamento. Esso non è soltanto ingiusto ed odioso: ma' ci rende profondamente ridicoli: perchè non avrem,mo che ad aprir gli occhi per avve!derci che: tla situazione morale d~ll'Italia• non è assolutamente più quell;, che immaginano anco,ra tropp.i Frànx:esi e non dovr>emlmo ignorare che nonostante il nostro p.11etesoamone del p·rogresso, gli è da noi, lel non in Italia1, che si vedbn le più funeste routines .... PrendiaJmo s·o.lola pe,na d'oss,ervare non dall'alto, p1e1rS'd~gnar,e, ma da vi- • • • • • • I cmo, con s1mp!aha, 1>er1strt1JrCJ». Hall\·ette richiama la Francia allo studio delJIItaJlia con queste nobili parol,e: « Non v'è n11.1Iladi più ist,mttivo che il p,rogr'esso COIITJipiutoclia un gran popolo arrivato all',esistenza na·ziona!le da un tempo rela.tivamente breve. per raggiungere le forti nazioni vii;ine nello svolgimento delle sue istituzioni e delle sue en,ergie ». Jtùien de Narfon, nel Figaro del 13 luglio 1917 risale pure a.1l'e:;,p<riessione d'i· Lamartine che sonò come un'ingiuria per l'Italia.. Quest'espressione - dice - meno offensiva nell' in.tenzionre del poeta che non lo fosse per l'Italia. « e pet le sue aspirazioni ben legJl;t.ime come ora conl):nciamò ad• accor,gercene, è -rimasta: nell'animo degli Italiani». « Gqi1,fossiamolo: noi conosciamo male l'It,alia ». L'esempfo ,diel miigLior indizio che l,a Germania ha fatto -cJlel1 1Italia, clie'.ll'intell-igenz-acon aui, invece cli trascuçarl-a-, la Germania s'è sforzata cli oonoscer1a e' ha saputo poi farvi un p,ro- ,(r) La Reuaiss, z6 maggio r9r7: L'allianre intellectuelle a,vec l'ltalie. BibliotecaGino Bianco

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