Vita fraterna - anno II - n. 16-17-18 - 15 set.-15 ott. 1918

VITA FRATERNA 229 ·dli umore, ebbe mome.ntii ,di scoraggiamento e im,pulsi i.mprovvis•i cf'orgoglia. Lo t~lamò sOlp'l"atuttio dalJlia Fr.anci-a in 1101111e dleH:apro.- va -che ,le aveva da,to il popoùio d'ItaBa, e con~ riparazione all'i- ·g1~mnz:ai fredld!a e iJ11dfffer,e.nte dellfa V'igi'Via. 1'iù ancora deg.li av,neninrenti mJill,itairiche panielno da prin- -cipio non valutati ana l'oro giust'a misura, gli a,Vl\1lenimentipolitici, 'il sintomo solo. il tim:01,e d"tin mutamento' nella politica interna ed estera dell'Italia ebbero. potere di risl\r•egl.iar,e l'attenzione delta Fraucia. I ·primi s·egni di d'ebolezza del miinistero Salandra. la crisi seguìta nel giugno de.l 1916 con un'ombra dt'inquietudline, diffusero un in,teres.se nuovo sulle cose d'Italia. Mentre i giornali fomivan le notizie spicciole con -più.med'itato studio dei fatti in qualche periodico s<iandavana in qualche modo segnand•o e coorcllin.an.do le 1inee della politica italiana. . Il grand!e fatto russo, che rompeva brus.cam'ente la storia d'un pa,ese, dopo esser sembrato per qualche tempo la rapida con vulsionie di una meravigliosa evoluzione, fu un, avvertimento politico gravis- ·simo e fu ino•ieme, anche intellettual1mente, una forte s-co,ssa. Se il .pensiero si ritrasse spatventato cfal caos russo iimpoten:te anch!e a -un'analisi, ne rimase in httti çome un incitamento a g~tan:la·re, a ,cònÒscere i ,compag(i d'anne. La rivoluzione della Rusisia fu un l'tchila'mo·energico alla realtà e lo fu pure itl!amo modo l'i·ntenrento americano. ~l moto travolgente della storia dovette essere per la Franr.:ia un ammonimento a <lliffidare di qu•ei quadri• limpidi. ma ·troppo fi-ssi. in cui il pensiero francese s'indugiava -per la complicità ,del suo genio fortunato, e di 1.111asua indolenza conservatrice. Dll'rante il 1917. gli articoli intorno alle cosie d'Italia, hamine il .cariattere di studi sempre più spog.li di rettori·ca e che vogliono esser vivi come la ma&ria chd trattano: la discussione e la cdtica. più o meqo favof1evoli a noi. rivelano in! chi s'cri:v'e un •pe111siero aperto a caipire, a ya,gliare. a r-ender,e il molteplice, il d-iVet'so i.I m1ovo; a guar,dare i fattji, senza quel.l'a diffidenza che fa .s:corgere solo !•e c:ont-rad'izioni e le denuncia anzi-chè spiegarJ.e. Così. quiando •sop,ravvenn:e la .sciagura d!i Caporetto, avvol'to com'è stato d'ombra i-1 ri,piegamento fuh1Tineo del fronte italiano, il pensiero strainiero non -osò affrettarsi a formula're un giudizio,, ma sembrò protendersi verso l'Italia• in un'indagi·ne a.ppassfonata -e somigliò all'atteggiamento -stesso- di tanti •i-tal~ru1'iv,e,rso il Jio.ro paese. Si direbbe anzi che la Francia non s'accorse mai tanto che 1\Italia Yivev'a come quancl'o le .i serrò alla gola il laccio del!'Austda. QpeJlo che le aspris ime vittorie itaJ.iarne non, avevan fatto, quelle che non a\'eva eletto alla T-'rancia l'a lintea salda dal Monte ,,,, Biblioteca Gino Bianco

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