Vita fraterna - anno II - n. 10-11 - 15 giugno 1918

YITA FRATERNA 135 Forse mi hai gii ca,pito. Erano- i filosofi inglesi,_ Bentha,m e la bella compagnia utilitarista. Per rappacificarli ho ido.vuto promettere a Benthaan la mediazione della scommessa. Div;enne subito queto come una pecora e mi disse con una faccia tosta <la britannico: - Si' capisce ·ch'e ha.a studiato la mia filosofia. Figura.ti ch'io sono mort◊ venti secoli prima che lui naiscesse. S'è discus,so molto •senza combinare niente. Benthaan come compenso -di mediazione pretendeva.... Indovini? L'intertVento della Grecia in favore dell'Inghilterra.. - fo mJe ne sono lavate I emani. Non voglio sentime più parlaire di qud -pa:ese. Qua111dbc'ero io non c'erai Costantino ed era tutta un'altra cosa. )fon ci siamo messi d'accordo. Allora, niente mediazione. Abbiamo sbrigata fa faiccendla tra noi. E in• un modo curioso. Eccolo. Se io ,trovo l'uomo, Schopehha:uer, per coLmo d'ironia, vien giù a tenere un cor:So -di conferenze femministe. Se IliOn lo trovo allora, foccio io un giro di propaganda epicurea. Che te ne pare? Fece una ,pausa. Poi ·si rivoLse a me con impazienza. - Ma tu credi che lo trOIVerò? - Sì. Io lo credo - gti ris,posi con fermezza. Riflettè ?n istante, poi s.i drizzò acoeinn!a,ndo ,dli rimettersi m cammino. - Va bene .. Allora continuo la mia indagine. Addio. - No, aspetta un momento, Diogene. Ti posso offrire un sorso di caiffè? Non ho di meglio. Entra. Questo è i~ mio ricoTero. Abbozzò un sorri,S!o canzonator,io. - Il caffè? ·Ma tu dimentichi.... Non sono ritornato quassù per sco1111fessanni. - Oh! scusa. E' Tero. Ma è l'abitU!d~ne. Ho pure d!ell'acqua. For~e a-vrai sete. ::_ Sì. Accetto vol'ontieri. Entrò n,el ricOMero e de;pose in - un angolo la lanterna. Poi manifestò in un « 01h! ~ s,po,nta.neo tutta la sua piacevole meraviglia. Gli porsi un bicchiere cotmo- d'acqua. Guardò con lo !Stesso sorriso canzonatorio di poco p,J:Ìma il piccolo rec~piente di cristallo. Poi con una d:isinvoltura tu.Ha cinica versò l'acqua nel palmo della mallJO e scagliò lontano i.I bicchiere. . _ - Non ave-rtene a male - soggiunse quindi tranquil•lamente. La coerenza innanzi tntto. Del resto puoi -imparare anche tu, come io ho imparato d'a Lico, il piccolo ,pàstore. · Ciò ·detto si versò con molta destrezza l'acqua in gola. Io lo guarcfu,vo pieno <li meraviglia, ma con un certo dispetto in fondo al cuore. Quel mo.do di trattare !,a roba altrui urtava un: pochioo la mia educazione çli uomo modemo. Diogene roteò _gli occhietti a_cuti compr-e111dendoin quello sguardo circolare l'angu.sto _ricovero. - Btne ! Bene! esclamò con sod!di 1 sfàzione. Questo sistema è ~ncom più ·sempJ.ice. Ho avuto il torto di r11onadottarlo ai miei tempi .. E tacque un istante, mentre nei suoi occhi passava l'ombra d-i llI1 rilmpianto. · Poi corrugò la fronte spaziosa. - Dammi - chiese con una lieTe ansia nella voce - quando la guerra sarà finita tu ritornerai a la tua casa? ·_ Eh -sì ! - affermai COI.J un vago turbamento suscitato d~ quel1',enigmatica ·donmni&a. Biblioteca Gino Bianco

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