Vita fraterna - anno II - n. 10-11 - 15 giugno 1918

VIT-A FRATERNA Ma il più comico di tutti è un Ca,rneade, che pretenide di essere 11 precursore de11<aguer·ra europea. Tu certo sai di chi si tratta. Scom- ~tto chie tu l'ha;i cercato su l'enciclo,pedia quando hai letto i ~ Pro- ~ssi Sposi ». Dioe che Lui ha insegnato che di tutte l'e cose si può dlimostrare il CO·I):trario.Pro!)rio come hanno fatto i tedeschi per trovare la scusa di fare la guerra. S'interruppe un ista,nte. Poi pro.seguì : - Scommetto che tu bruci dal desi:derio .di sa.per-e qualche cosa. c!ei filo•soifi,tedeschi. Ti capisco· benis,simo. Io ne conosco parecchi. ,In fondo. sono brava gente. Non meritaiv.ano. UI1/a ,posterità siffatta. Ka,n,t è indlignato con il suo popoMo e con quelli che ,insinuano che lui è di un'altra, razza. Scozzese, per es·empio. Dice che i:;i pu0 essere· tedieschii di sangue senza fare iL malvivente dli pro,fessione. E speta che quan!do i suoi connazionali l'a,vranno rapito, la guerra finirà. Intanto d vuole ,pazienza. Fichte è di•sipe:rato.·Con tutto it suo « -d~ve~ire > Lui è divenuto un a,bita111tequalunque dlel Gimbo e il suo popo.lo un branco di• assassinii. Nietzsche è ,più pazzo di' quando l'haruno rinchiuso nel manicomio· dov.e è morto. Giura che non l'hanno capata. Ma non ti ho detto ancora di quel ta~e ohe ha impegnato con me la scomrruessa. E' un, tedesco anche lui. Gua1'1d!ala fatalità! Indovini?: No? Schopenhauer. Povei:,etto. E' ,p,iù che mai melancoruico ,a,l Limbo. Lui sognaV!a ili· Nirvana. Dunque un bel giorno aibbiamo saputo anche noi che quaggiù scoppiva una grande guerra. L'abbiamo saputo da un bambino che veniva cf,aJ Belgio co111le m.ain~mozzate. Ci ha fatto una ceTta imlpressione. Però a me è sembrato· che una guerra, combattuta in questo modo, riòucendo gli uomini a la sempJi,cità primitiva, abituandoli' al digiuno e a !'intemperie, avrebbe •potuto anche produrre buone conseguenze_ Tu sai come la pensaivo io. Una sera es,primevo queSlt:oparet1el a Protagora e a Seneca, quai:ido intervenne Schop•enhauer brontolandlo ch'ero ,pazzo. Ed ebbe il corag . g!io di -dlire che co111fermava la: sua opinione •su fa miseria del genere· umano, sco·nfessanld!o ,però tutito ciò. che arveTa scritto su la .possibilità d'una redenzione. e Ero un illuso - grirdasva- quando pensavo che una vìa di redenr-· ziooe ci fosse tra-.,nerso il dolore. Ma che d!o!.or•!e Ma che· dolore! Si nla.sce miserabili e •si .muore miserabili! E almeno si morisse.!' Ma no. Guair-da a ohe co,sa .siamo ridotti >. · La cosa non a/V'r-ebbeavuto seguito se al contradlditorio non avesse aggi-µnto l'ironfa. Ma inoominciò a,d) urtare come un ossesso: e Perchè noru pr.endi uniaJ la:nterna e non Tai a cercarlo un'aJ.tra, Tolta l'uomo? Va, va, buffone!>>. Saii, io quando ,ero a questo mondo ero a,bituato a questo gen~re di trattamlento, ma là, cosai vu'oi, · in quer consesso di gente per bene non ho potuto frena,re il diSiJ)etto. - Ma sicuro che ci vado! Ma siCll'ro che ci va-00 ! - gli vociai in faocia. E su:bito anche. Ma prima facciamo una scommessa. Per niente non s,i fa. niente. · Figurati! Non avessi ma.i .pronu.ncrart:o una massrma simile. Vede;> - 1::iuattro o cinque . scalmanati, ipreci,pitarsi 1$U me. - La,diro! ladro! - urla.vano. - Tu pl!a,gi la nostra dottrina. Non hai pensa,to mai tma cosa dj questo genere? Biblioteca Gino Bianco

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