Vita fraterna - anno II - n. 10-11 - 15 giugno 1918

VITA FRATERNA LA SCOMMESSA DI DIOGENE L'·altra s-e:ra fantasticavo ad occhi ohiusi nel il)ÌOcolo rico,vero di" trincea, imm.emoJ1e1della guerra. Il ,sonno discreto non osava interrompene l'irrequi-e~a :ittivjtà deUa ~elùte. Tutt'into·rno 5,1lenz10. Solo gmngeva tratto tratto da una va.Il-e lontaina -l'eco ,di qualche cannonata. . Noni un razzo. Sembrava •che da l'una e daU''aJltra parte si volesse· c!lare a l'avvef1sario l'impr-e:ssione di non esiste.re. Improvvisamente u:d~\ uin'}f1:11Pr~cazione.acc~nto a me. Poi un'altra. Poi tutto un coro d1 voci md1gnate e mqu1ete. Sembrava che una pairola di ordi"ne cor,ne_sse tumu-l>tuosa_per_la tr_incea. Mi sporsi meccanicamente dal mio rmfug10. - Che cosa acca.de? · Ma prima che alcuno mi rispondesse mi resi conto d<ell'a!V'venimento. Un- !urne,· un picc;olo lume fioco, p,rooeideva ostin'aitamente all-a mia volta, come se q!l1el coro di proteste non lo riguardasse. Spegni quel lume. - Capisci l'italiano, imbecill'e? - Vuoi farci am1mazza•re tutti? -"---Ma chi sei? Dietro il piocolo faro, su lo sfondo buio, ,si deline,ò a poco a poco tma stran"<llfigura. Un soldato si era alzato frattanto movendole inçontro nunaccioso. Ma si ritrasse appena le fu v-icino, qua:si ·gli fosse appa1·so qualche cosa dii sop,rannatur-ale. · Ogn1i voce tacq,ue e tutti allibirono come ip,er l'intuizione di un avvenimento fatale. Immobile, con il cuore precipitoso, io fa,savo l'ombra, che mi si accostava, proceduta da la p,iccola luce. Era un uomo di media statura vestito a la, foggia dei popolii -antichi. Una tuni<ca turchina chiara fino al. giruocchio, sud~cia per la vecchiaia e pe,r incuria. San:dali rozzi. Ma sopraitutto singolare appariva il suo ~olto. I capelli bianchi toccavano le spallle. Due pahrn di barba arruffata. Occhi piccoli, a,cuti. Na:so grosso e ,s,chiaic-ciato. Procedeva curvo, appogiiandosi ad un bas:tone nodoso; Uo sgua,rdo irreQuieto. Era in Lui qual-ohe cosa di misterio.so e dli grave. Sembrava che sul suo dorso• curvato pesasse l'esJ)er.ienza dei secoli. A l'e15-tremità della triocea u,na voce imnica gridò nel più marcato fiorentino: « Occhè tiu cerchi J,e lumache? ». Quell'esclamaziorue parve roimper:e d1un tratto l'incànto suscitato· da la misteriosa comparsa. Una risata generale •scrosciò nel cu,po s1- •lenzio. · - E' scappato -dal m'.at11i-com,io ! - sibi!ò 1llI1I fante poco lontano. - Da·gl'i, dlagl,i al pazzo! - urlò ancora il fiorentino. - Vinge per farsi ,riformia,re - disse grav,emente un a-!tro. - Oh dì, ti tien caldo quella camn•cia? lmperturba,bile egli procedeva scrutando. - Silenzio! - intimai impulsivamente. QueUe inv-ettive offendevano un mio strano preserutimemto. BibliotecaGino Bianco

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