Vita fraterna - anno II - n. 10-11 - 15 giugno 1918

VITA FRATP:RNA nel formarsi déll'op,inione straniera sulla nostra nazione anche ·il piccolo fatto quotidiano it piccol'O gesto ind'irviduale privato che lo straniero vede,oss-erva, e' a cui dà facilmenté un significato ~enera}e .. Riconosceremo allora che una. gentil zza fatta da una fa,m1glta Italiana ;,. un alleato può signi licare niente meno che un progresso d'el concetto -di quell'alleato riguardo all'Italia tutt~. C'è un moti1vo in questa nostra inospitalità familiare i·taliana • che 'bisogna sco_prir,eie aggr·edir,e: è w1 difetto di semplicità. Si pensa che per aprire la propria casa ad altri che i familiari si debba fare una parata, uno sforzo superiore alle proprie forze o alle circostanze: un ricevimento, una, festa. Non si ammettei di poter accogliere nell'ambi.ente corusueto della nostra vita quotidiana chi non è della nostra parentela. Errore. Una casa in ol'dine, che accolga e rispecchi la npstra vita -quotidiana, sarà p,r,esentabiVe a chiunqu,e cerca di noi. Abbiamo timo,re di mostrarci come siamo? Cer-chiamo di esser noi meglio che sappiamo: il resto verrà da sè. . Emerson ha una pagina preziosa a questo proposito. Dice: « ti pre- « g·o. mogli,e mia; non ti tormentare -e non tormentarmi per imbandi·re ·« a quest'uomo e a questa donna che s,ono scesi or ora davanti alla no- « stra porta, un pranzo complicato e ricco. Se questo volessero, per « vochi d'enari lo potrebbero avere in qualunque trattoria di villaggio . .« Fa piuttostò che lo straniero possa, se vuole, scorgere nel tuo sgua 1r4: do, nel tuo accento, nel tuo atteggiamento quanto sei buona e sa,ggia,' « ,e i tuoi pensieri, e la tua volo tà: a nessun pre,:zo e in nessuna ,i città egli potrebbe comprare queste cose - che per conterrnpliarle ~ occorre viaggiare per miglia e miglia, e nutrirsi parcamente e clor- < mire sul duro». Se le famiglie riuscis-s,ero a liberarsi cli guesti timori, ·cli questi ostacoli; a capire che il valore cldl'ospitalità sta sop·ratutto nelle persone cr.e aivvicina, e neLla possibiltà che offre loro di trovarsi, •e giungesi;ero a praticarla largamente con semplicità e cordialità, - ne v,errebbe un granclle prog,resso morale. Se oggi l'inospitalità familiare ha particolarmente una deplorevole -portata nazionale - sempre essa è un fatto p,rofondamente e dolorosa.mente immorale. l mmm·ale f Sì, immorale; e grandemente r,e1 sponsabile, in. particolar mocl'o, dell'immoral~tà giovanile maschile'. · Si è m'ai. riflettuto, si è abbastanza riflettuto, da chi riposa nella -pura beatitudine della famiglia raccolta e chiusa - dai .pa,dlri e dalle ma.dfi sopratutto - alla condizione dei giovani nelle città? i giovani lontani dalla famiglia per lo studio o il1 lavoro - ·o a,nche con la famiglia qui, ma, essa medesima chiusa e paga nel suo cerchio compiuto, 1,enza intelligenza d'ai maggiori dell'impulso espansivo dei giovani - tutto il giorno al loro lavoro, e poi, la sera, o J;a f.esta, liberi, assetati -di riJJ1osoe di gioia. • Dove possono andare? dove vanno? Il riposo, la gioia, l'uomo - l'uomo giO!Vane sopratutto - li cerca presso la donna. . -E se le famiglie buone. in cui crescono e vivono giovani donne BibliotecaGino Bianco

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