Vita fraterna - anno II - n. 10-11 - 15 giugno 1918

VITA FRATERNA monda delle strade· - e anche al pensiero di altri « grandi bambini>>- che fanno appello i~ questi .ar1:nial,la nostra ~e~erezza illuminat~: i 1;0stri solcl!ati che nelle or,e dlt hberta dal serv1z10, o nelle ore d1 uscita eia gli ospedali in cui !,e ~erite .9, la mal~ttia ]i l:a rinchjq~i per_ ~anto- . tempo, passeggi<1;no un po stup~t1, un po . c~nos1 1 un P'? , 1i:i,tontltl p 1 er Je vie _ e si riducono troppo sp1eisso,noiat1, all os,p1tahta mfìda de,le osterie. • · P,erchè chi possi,ed'e questi bei giardini - oasi preziose in mezzo alla- città - non. li godei per sè nè li fa godere ad altri? P-erchè non li apre qualche volta, spesso anche, a,d accogliere gruppetti di bimbi ciel po,polo, o di soldati (cinque, dieci, venti per volta - più o meno secondo la capacità del giardino?). Sarebbe< per loro un. te oro di salute e -di gioia! e sarebbe tanto bene anche per i proprietari fortunati. Vi sono - non bisogna negarlo - iniziative geniali e simpatiche per. accogliere e festeggiar,e i nostri soldati, - e vi sono tante buone opere che si occupano d,ell'infanzia del popolo, s,pecie di quella sofferente e gracile. - Ma, per quanto vaste, queste iniziative nolll sono , mai sufficienti all'entità del bisogno, e poi - sono seunpre cose « uffit.i.ali », carissime nello spirito, ma un poco irrigidite nella forma. Accanto all'opem de,i comitati, a il'lte<>Ta,rla-anzi, quanto bene starebbe _,'opera spontanea, individuale, libèra, benchè ordinata e coordinata della famiglia. La famiglia che raccoglie, ra dividere i. trastulli e la gioia dei suoi ))imbi sereni, i bimbi meno fortunati dell,a ,portinaia, o quelli della poV•!ra donna che non può vigilarli perchè il lavoro la trattiene fuori cli casa. o che non può aiccompagnarli ai giardini ,pubblici perchè è costretta in caisa dalle cure domestiche o forse d'alia malattia; la famiglia che invita in semplicità alla ·ua mensa il soldato con.- valescente uscito dall'os,peiclale, o il soldato in b·reve licenza d'al fronte, e lo trattiene nel cerchio della sua conversazionie, e lo ascolta, e gli parla· amichevolmente , - otbileJnemolto più - benchè farnia materialmente molto meno -- dei «comitati» nel senso di quell'avvicinamento fraterno fre le' classi così neces ario oggi a dissipare tristissimi malintesi, e minacciose ostilità del passato, .- a ,p,rev,enirne dli non meno gravi e minacciose per l'a.vvenire. Purtroppo invece, l'inospitalità familiare nostra fa sì che troppo, spesso la oasa di chi p,ure ha il cuore e la borsa aperti alla p,iù larga beneficenza e più attivamente si presta di p-ersoùa, - la casa è chùtsa a tutta questa vita. Oggi - questa i1wspitalità della famiglia si deplora sopratutto in 1.1ns,e111sonazionale: - verso i no tri soldati, il nostro popolo - e v•~rso gli alleati che sono ospiti _delle nostre città. Sento dire infatti che gli aUea,ti osservano questo fatto, e ne soffrono. ~ · · , Si sono fatti festeggia.menti ufficiali per gli ia,lleati, si sono a,perti !·oro co'n peciali facilitazionn teatri e ritrovi pubblici e circoli di coltura; ma le case, le famiglie sono rimaste chiuse, impen,etrabili per loro. , Ora bisogna pensare; bisogllla accorgerci, che di questo fatto non soffrono ,s,oltanto i nostri alleati in cui la nostalgia delle loro case -lonta11,esi farà più acuta e sconfortata; mJa ne soffre anche, nel loro concetto, la nostra nazione. Bisogna i;enderci conto di quanto conta BibliotecaGino Bianco.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==