Vita fraterna - anno II - n. 7 - 15 aprile 1918

112 VITA FRATERNA Invitiamo le amiche nostre Insegnanti di ogni parte d' ltaiia (così dei grandi centri come dei minimi villaggi) a cercar di iniziare subito nella loro scuola qualche cosa di simile · - e saremo felici se potremo aiutarle in questo, con opuscoli o altro, e con la nostra piccola esperienza. Si è tròvato poi una fonna nuova che confidiamo sarà assai bene accolta dal nostro pubblico popolare, e ce lo richiarrH..n~ ·1, e ce lo farà amico. _ Noi andre'mo d{ volta in volta presentando le varie for1ne dell'assistenza governativa e civile per la guerra, illustrandone la portata, e spiegando i modi oome approfittarne. (L'argomento sarà annunziato, con un breve dettatino da far leggere a casa, dalle 1naestre della scuola alle scolaresche uno o due giorni prima •della domenica in cui lo si tratta, con invito a venire e condurre amiche). Aiuteremo. così le nostre donne a cavarsela in n1ezzo all'intrico dei regolamenti e delle pratiche per .ottenere· quello di cui hanno bisogno, e diritto, quello che può alleviare le lpro miserie... e diÌninuire le loro lamentele C:)ntro la guerra, e.antro la Patria ... Verremo a conoscerle una per una, a farci amiche: dopo l'esposizione nostra, sorgerà natuTale (e la incoraggeremo) la conversazione: questa, quella, ci esporrà il suo caso, le sue difficoltà: e si studierà il modo di venirne a capo. Sempre, nell'espo-sizione generale, e_0 nella conversazione occasionale, noi porteremo - s'intende - la nostra fede patria, e la fa remo peneti;are pianamente, quasi all'insaputa del nostro uditorio (che non si metta sulle difese ... ) nel. nostro dire, comunicandola vivamente. P. es. Parleremo della nuova lega fra le famiglie dei prigionieri; e a proposito di questo, verrà naturale, necessario parlare della condiztone orribile dei prigionieri in Austria e in Germania, di come sia una disgrazia terribile il cader prigioniero, e che inco3ciente infamia verso i loro figli no: 1 meno che verso il paese abbian commesso le madri (ce ne sono ancora!!!) che consigliano" ai loro combattenti di darsi a~ nen1ico. - Parleremo delle provvidenze governative per i combattenti, per le loro famiglie, per le famiglie dei caduti, per gli orfani di guerra; ecco·: il governo non è solo quello che prende i figli ·e impone ·sacrifici : riconosce anche il suo debito di gratitudine, e ·studia i 1nodi di din1ostrarlo, ecc. ecc. Questo coincide e si riallaccia con quanto è stato detto, e desiderato più volte in queste paginette, ed è stato spontaneamente iniziato, come x ha narrato pr.oprio qui (N. 4, pag. 61-64). Lia.typia-Tipoir, A. Gorlini e C. - Mazzini, 7 L. MA.IOOOHI Gerente re,p. BibliotecaGino Bianco

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