Vita fraterna - anno II - n. 4 - 28 febbraio 1918

54 VITA FRATERNA la po:sta ,ded .paJoohi .i:nldilv.tdualie ,magar.i uno s-olio, ·p,er l11li soldato: tutJti gli altri s_oldaii ,rimanevamo male. Poveri rrugazzi, che aisip.ettavan·o H pacco,· f.o-rneda tanto .temip,o - ci sono dei p31r.enitipiù miserabili degli altri! - e vedevano quello li fortunato, quello lì che 'i pwreTIJt·isi ricoooavano di lui, quello solo ... Veniva ,addosso il malumore a quella ge.rute! Che penà!... - ~ mag,ari, dopo un'ora, erano• chiam.ati, pe·r anJd,are aU'a'Slsalto. - Se inv,eiooarrivando· aniche un ,piloc.olodono-, lo si può estra:rire a sorite., tutti quegùri ,uomini, ,8/Illch~se sono m,o1ti, sono contentj, pel'lchè ved·ono la giustizia. Qu8Jllido il tenente parJava di tanti gio1viani che hanno dei parenti p1ù miseil'abili degli a1t.ri., 1~ veocih1a Teresa aveva cominic.ia;to -a s·ospirar.e, e a dire \SOttovooe: « P,oiv,erini!p-overini! ». Quando il tenente 8/veva detto del momento in cui H clltamaivano per ;preparar-si all'~ss.ailto, delle lagrime fit/te c-onti'Illcia:rio-nao ven!ir giù da,g.li occhi d-e1la voochia Teresa ,e piovei,e sul pacc,c> che essa te.nèva colle 1du,e mani, sulle _gini0ochiaJ.E qu1a.nJd,o il terumte, poi, di,ss,e ,che iSarebbe quasi una ,f,ontuna, oer:te volte, che piuttosto non ,arrivasse ne1S1Sunpa,cc-oindividua:le, pie•rnon da:re la malinconia agli altri soldati, oppure, se c'è un Tegallo solo, estriarJo a :s,o:rte,pe,r!C'hèaHor~ vedono che è la g;iustiz<ia-,sd.vilde la ve.oohia diisf~re ipiano p-iano oolle -dita, croUando 1a te1Sta, e conltinuando a dire «poverini», si viide :la v,eiochl.adi,sfare coJ.le diita la cuci,tura deJl'indirJzzo·. La madre del tenenrte, poi hl par dr,e, po.i i due bambini si v,o.ltaroinoa guarda 1 r le'i stu,pefatti... · Ma il te.nelI1te.fermò la m8Jllo deJl-a ve.cchia, e }e-chi,e~,econ vooe s·ottile: « CO!Safate., T.e-re1Sa? » Tere,sa rtsp-o,se: « S1.gno.r tenente, H mio Michele è un ragazzo tutto ItaHa, lui s·arà più contento di estr,arre a -sor1t.equesta roba, per i. s,uoi comipaig.ni.. E. poi... io e.redo ,che lo1ro avranno- .e,orrnpa.sLSio.nvee, tdrà, S'ignor tenente, di questo ra.gazz·o che è il più giovane... M.a non. i·mp-orta. -Biso,gna cambia.re, indirizzo -e manldairlo al suo ,tenente. » T_utti si misero .a p-iange.re.; aniche· da servente che era venThta sull'uscio, e--aveva un frate!llo alla fr-onrte. Il .tenente:, anohe lui, aveva gl't oochi umidi. E di,ss,e,: « Ebbene, Teresa, fion imrporta: lasciate ohe il -pruc:eoarrivi a v-0rs.trion'iJporte;s.crfve•remo una loeittera a lui e spi,e1g.heremola OOlSae, lui che è tutto, Itali.a, hl vos't:,roMiicheJ,e come voi... lo c-o-nse,gnerà al suo te~nen 1 te ben v,ole.ntieri, per fair estrarre a s·o:r.te1,a roha. La vec,chi-a f.eoe di sì, e di sì rolla te.sta, sorrid,enrlo:, e qualllldo il gra.rr piiangeire le p-emniJSedi -parlar,e, disse1: « Grazie, signor tenente, i.aiocia lei. » BibliotecaGino Bianco

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