Vita fraterna - anno II - n. 4 - 28 febbraio 1918

50 VITA FRATERNA tore un propagandista di quanto è nostra e sua urgente convinzione, ecco che non sarebbe vano il « predicare a convertiti ». E in tale desiderio e proposito, ecco.ci qui nuovamente martellando: Che non posi l'opera nostra. Non posa quella degli altri, di fuori e di dentro; per nostra miseria. La genìa tedesca, senza scrupoli e senza pudore, rotto l'armistizio di cui si è sempre risa adoprandolo solo per il coJ?Odo proprio, - marcia sulla Russia disarmata, - (disarmata più dalla propri~ sgovernata debolezza e pigra ignoranza che dal nemico) ; e cerca facile bottino ed armi da rivolgere nel più grande sforzo contro di noi; e in casa nostra può un deputato, impunemente, pubblicamente difendere chi della Russia fu il traditore màssimo; - in casa nostra un socialista sostiene l'intervento dell'opposto alleato p.otere al futuro (oh, quanto futuro!) congresso della pace; la lega è fatta, gli estremi dominatori di questo mondo si son data la mano, per la nostra perdizione. E noi, se un momento posassimo, anzi se non raddoppiassimo l'azione nostra, ci rassegneremmo alla perdizione. La perdizione dello spirito nuovo, lo spirito potente ardente purissimo che si dibatte per liberare le ali dalla materiP sozza, e che il vecchio signore del mondo tien giù, cerca di soffocare. da ogni parte, dì far cedere, inferiore di forze, un'altra volta, ritrattenendolo così prigioniero per altri - quanti - secoli? Per altri quanti ·secoli starebbe prigionier.o lo spirito di verità se la Germania e i suoi l_oschi amici vincessero oggi? In quale abisso ripiomberebbe l'umanità se questa guerra risultass~ di dominazione invece che di liberazione? Di quale colpa senza precedenti, noi, noi, noi caricherem-mo le spalle delle Umanità, se permetessimo di volgere a male questa crisi senza prezzo per il bene? dopo aver lasciato crocefiggere il Verbo, lasceremmo soffocare lo Spirito?... . Chiunque ha una convinzione ha per essa mede.sima un tale immensurabile obbligo di viverla, che a mani giunte dovrebbe pregare di esserne pr:ivato piuttosto che, avendola in sè, tradirla col non attuarla. - Poichè, lo ripétiamo ancora e ancora, - di gi.orno in giorno diviene più insopportabile la distanza tra pensiero ed atto, l'antitesi, - direi, la loro .scomposizione. E' il perderci da noi stessi. Che dall'altra parte, invece, non v'è distacco fra i loro bassi pensieri e gli atti; quel ch'è, non dirò convinzione, ma opinio- • Biblioteca Gino Bianco •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==