Vita fraterna - anno I - n. 12 - 15 dicembre 1917

VITA FRAT-ERNA · dover aspettare fino a Giugno, quando sua sorella e suo cognato verrebbero in Inghilterra come facevano sempre. E scrivere non poteva nel frattempo : le lettere sarebbero state troppo difficiii ed inadeguate. Non vi era dunque nulla da fare per le prossime sei settimane che andare avanti come bra: lavorare così intensamente da tenere a bada il pensiero durante il giorno e ottenere almeno un po' di sonno, per puro esaurimento, durante la notte. E, come un mese aveva già prodotto qualche differenza, forse. in un altro mese quel1'orribile mondo interiore potrebbe assestarsi ancora maggiormente; come le «voci» si erano allontanate forse in un'-altro mese avrebbero taciuto del tutto e le permetterebbero di pensare. Maimie, giunta a questo punto, si alzò dalla seggi9la, si aggiustò il cappello allo specchio, raccolse una cartella di carte e lasciò la stanza. Doveva trovarsi fra mezz'ora ad una riunione suffragista. Scese lentam~nte le scale e attra_versò il peristilio d' entrata conscia di prpvare un'estrema stanchezza. Mentre apriva la porta per uscire, un' uomo che passava alzò lo sguardo involontariamente, e i suoi occhi s'incontrarono in quelli di Hugh Pelham. Tenendosi più fortemente alla maniglia della porta, Maimie lo sal~tò gravemente - le sembrava quasi che fosse un'altra persona a farlo per lei, pur rendendosi conto che l'atto era compiuto in piena regola. . _ Hugh fece un mezzo movimento, come se volesse salire i gradini, poi si corresse e rendendole solo il saluto con grave cortesia passò oltre. L'incidente non prese che un minuto; ma il breve incontro era· bastato per mostrare l'uno ali' altro e. se Maimie aveva notato con uno stringimento di cuore il cambiamento fisico che quel mese aveva prodotto in Hu.gh, egli fu tratto a disperazione dalla diafana fragilità e dalla tragica dignità della figurina che gli era così improvvisamente apparsa nel vano della porta. " « Questo è ciò che Mrs. Ayrton chiamerebbe le forze della vita che agiscono su di noi » diss' egli a denti stretti nel continuare la sua strada. (trad. da PALMIRA ZACCARIA) (Continua). - Noi siamo quaggiù, per trasformare, non per contemplare il creato. Il mondo non è uno spettacolo: è un'arena di batta<?lia,nella quale, quanti hanno a cuore il gtusto, il santo, Il bello devono compiere, soldati e c1.1piv, incenti e martiri, la loro parte. , MAZZINI Biblioteca Gino Bianco

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