Vita fraterna - anno I - n. 11 - 15 novembre 1917

3-t-6 V1TA FRATERNA i!:coscienza ! gridiamo a questi: e agli altri, folli altrettanto, che invece di agire si buttano a terra e imprecano: - mi _vergogno di esser.e italiano! - 4' Vergognamoci di non essere italiani abbastan- 'za ! » ·gridiamo noi; e vergognamoci davvero, con tutta l'anima con . , tutti noi stessi, - di quel vergognarsi che sferza a rialzarsi con forze centuplicate. Se. ancora non l'abbiamo inteso in tre anni e mezzo di lotte, da parte nostra più verbali che fattive, se non l'abbiamo inteso or _ora nel· risultato , comprendiamolo una buona volta prima che sia troppo tardi : non si deve cercare una concordia impossibile, una concordia fra l'ombra e la luce, fra la verità e il falso, fra il buono e il cattivo; ogni compromesso è stupido e pernicioso, - e non ci toglierà mai fuori dalla mediocrità; la· concordia ha da essere, sia pure fra persone di diversa opinione in materie che non contano essenzialmente, ma fra persone fondamentalmente une, - non può essere fra persone che sono la negazione una dell'altra ; la concordia può essere fra persone di partiti diversi, purchè tutte abbiano una coscienza retta; e che importa se siano rossi o gialli o turchini, quando insieme ne risulta il pianco? - come avviene altresì che persone di partiti diversissimi si accordino perfettamente per la loro mancanza di coscienza; - ma non può essere accordo fra una persona di coscienza retta e una persona di coscienza traviata, a meno che I' illusione veli lo sguardo a entrambe. Ora è importante che questo velo sia tolto dagli occhi nostri, perchè l'agire nostro sia più libero e deciso. Tolta questa illusione, se ancora l'abbiamo, importa di persuaderci che anche nell'espressione non è possibile l'accordo; che la politica 'dei compromessi non è una politica da forti che l'inchinarsi a un potent~, anche se non lo si stima, è non soltanto un riconoscersi più deboli, ma contentarsene, ma riconoscere anche più debole il bene che è in noi del male che è in esso, e contentarcene. Ora, vivaddio, questo non può stare! Bisogna riconoscere quello che è, ma bisogna anche non volerlo, se è male. Riconoscere quello che è, prima di tutto, e presto, perchè il male è urgente di toglierlo. Bisogna fare l'esame di coscienza. Ecco: - Mentre quegli altri, pei loro fini materiali, egoistici, falsi, e sia pur amando solo materialmente i loro fratelli, - si occupavano BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==