Vita fraterna - anno I - n. 11 - 15 novembre 1917

.. ,VITA FRATERNA 353 volontariamente sull' insegna di bombardiere, sormontata dalla strisciolina argentea.... • Ma che cosa era quel senso nuovo che la prendeva irresistibilmente, quella chiaroveggenza spietata che la faceva guardare nella sua vita e in sè con un improvviso sgomento, un insormontabile disgusto? , Il viaggio fini per Laura, come in sogno. Si era accorta, Maria, del suo stato d'animo? Ella le parlava semplicemente, a cuore aperto, guardandola coi suoi miti occhi oscuri, in cui parevano raccolte tutte le gioie e tutta la tristezza della vita. Del suo matrimonio, che sarebbe stato semplicissimo, più ancora, oscuro; della sua vita avvenire; finchè suo marito fosse stato in guerra, ella avrebbe fatto l'infermiera in un ospedale militare, accanto a casa sua - poichè rimaneva con suo padre. Poi parlò delle ansie passate, dei giorni terribili delle çtvanzate: o Mario è così esposto! » disse ella. - « Dio m~ l'ha sempre salvato, fin qui » concluse serenamente. « Io ho fiducia anche nelravvenire ! » E il tenente parlò un poco dei suoi soldati, di quei meravigliosi ragazzi, capaci di tutti i sacrificii, di tutte le virtù. Era così toccante l'accento paterno con cui egli ne illustrava le qualità; e molti dovevano essere uomini, ben più vecchi di lui. ... Quando il treno arrivò a Milano, e i tre si salutarono, ogni traccia di convenzionalità era sparita dal contegno della signorina Varedo. La sua voce era leggermente tremula, mentre essa rinnovava i suoi auguri, infiniti auguri di bene. Maria l'abbracciò spontaneamente - « Anche per te, per quando sarà il tuo momento! » susurrò ella. Laura arrossì e il grazie le morì sulle labbra. La signora Varedo le chiese, a casa, come fosse andato il suo viaggio. Ella non parlò del!' incontro. Sapeva che cosa sua madre avrebbe detto. E sentì che non l'avrebbe tollerato. La posta delta sera le portò la solita lettera dal Trentino. L'aperse. La lesse trattenendo a stento le lagrime. Erano tutti luoghi comuni. Ma che cosa era essa, se non una povera creatura meno che comune, plasmata e ritoccata secondo il modello convenzionale? E che cosa era il loro avvenire? Il signor Varedo era uscito sul balcone a fumare. La signora leggeva attentamente, sotto la lampada del suo tavolino. Laura scivolò via inavvertita. Entrò nella sua camera. Andò dritta alla finestra, la spalancò, affissò gli occhi nelle miriadi di stelle scintillanti. E pianse, senza ritegno, come una bambina. 12 ottobre 1917. SoFJA y AGGI REBuscnrx1. FEDE. - Mentre mi ~i unge la notizia della morte di un cuginn carissimo e d~ un amico che mi era fratello, il dubitare che vi possa ancora essere chi non ha fede net destini della Patria, Ìlella vittoria finale, mi parrebbe un insulto alla memoria dei morti. Pe,chè essi possano posare itz pace occorre fare della loro memoria la lampada sempre accesa a cui si chiede la luce quando la nostra fiaccola vacilla I? si oscura. Oggi, più che mai, ricordiamocene. Se saremo degni dei caduti vinceremo. Dall'Ospedale - 13 noyembre. Ten. Ft·LcIERJ PAt·1xcc-1 m· CALROLI. BibliotecaGino Bianco

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