Vita fraterna - anno I - n. 7 - 10 luglio 1917

VITA FRATERNA 215 Egli non aveva avuto la forza di rispondere. Aveva pensato ai suoi soldati, i suoi figliuoli. Quanti ne erano già caduti, dal principio di quella disperata avanzata! Chi sa quanti cadevano, adesso. Mor– morò soltanto: « Va, va dagli altri ». Il medico aveva fatto cenno di sì, abbandonando il suo polso con un gesto scorato. Poi l'aveva ab– bracciato stretto, « Tornerò, sai. Appena posso. Mi sembra che tu sia al sicuro, qui ». Sì, egli doveva essere al sicuro. Il rombo del cannone, il frastuono indistinto della battaglia gli parevano ora così lontani. ... O erano i suoi sensi che· si andavano affievolendo? - Si guardò intorno. Vide le mura rozze della capanna - un rustico rifugio alpestre, semi di– roccato. Toccò con le mani la paglia su cui era disteso. Si provò a muovere la gamba destra, - poteva ancora. Ma era così pesante! - E non aveva la forza di rizzarsi a sedere. Che cosa era accaduto alla gamba sinistra ? Non se ne rendeva più conto. - Gli pareva di non sentire, al suo posto, che un gran peso morto. Certo la fine era vicina. Dio aveva voluto così. Cercò di raccogliersi nel pensiero di Dio, dell'Eternità imminente. Ogni pensiero gli si smarrì in un senso pacato di abbandono. Tremò per un istante che la mente gli si offuscasse. Ma no. Egli era bene in possesso di tutte le sue facoltà. Soltanto, ogni senso di ansietà o di terrore - il brivido indicibile che sempre l'aveva preso, accanto al-. l'agonia dei fratelli, si erano dileguati. Egli non vedeva più: sentiva Id– dio. Per un istante, lo prese la paura di abbandonarsi a un sentimen– to di cui, nella sua semplice spontanea umiltà, non si sentiva degno. Il ricordo di altri che erano morti cosi, serenamente, tra le sue brac– cia lo rassicurò. Ma i! ricordo degli altri, lo richiamò alla intensa vita di poche ore innanzi. Le caratteristiche esteriori, la personalità dei suoi figliuoli gli si ripresentarono alla mente. Forse, molti erano ca– duti, nel frattempo. Si raccolse in un senso di trepido amore, offrì per essi, al Signore· la pi:opria vita, la propria agonia. - « Tu che leggi nei cuori, tu che sai quanto hanno sofferto, quanto sono buo– ni.... ,, Gli pareva che Dio dovesse accoglierli tutti: pensò che tra poco anch'egli li avrebbe ritrovati, al di là del mistero. Ma un viso gli rimase davanti, ed egli vi affisse l'anima, con an– sietà. Era il soldato che l'aveva sempre preoccupato di più. Gilardi, un operaio milanese intelligente, onestissimo, arrivato allo stadio acuto dell'anarchia. Pure, aveva sempre fatto il suo dovere con una coscien– ziosità meravigliosa. Ma i suoi discorsi facevano allibire - « Se tor– nerò a casa, me la pagheranno! ~ concludeva sempre. - E si sentiva che, in realtà, qualcuno avrebbe pagato. BibliotecaGino Bianco

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