Vita fraterna - anno I - n. 7 - 10 luglio 1917
214 vrt A FRATERNA LA VITA Il dolore della ferita non lo tormentava più. Era una sofferenza sorda, senza spasimi, e pareva fondersi in un senso di spossatezza generale, invadente, che lo prostrava fisicamente, lasciandogli intatta la lucidità dello spirito. ·La prima impressione di quella lucidità che, per un momento, il dolore acutissimo aveva attutita, fu lo sgomento della solitudine. Dov' era? - Riandò nella mente tutto ciò che era accaduto. Ricordò gli ultimi momenti prima di essere ferito. Era in– ginocchiato accanto ad un morente. Uno deì suoi soldati migliori: fe– dele, rispettoso, sottomesso. Già padre di famiglia. Lo rivedeva, adesso, col viso contratto e gli occhi spalancati, e riudiva il debole suono che gli usciva dalle labbra: « Marietta, Marietta .... » La moglie. - « Non crucciarti, figliuolo, provvederò io. Pensa, adesso, che Dio è il nostro Padre, di tutti; che vai a Dio. » Un lieve cenno di assenso alle pa– role del suo Cappellano, un debole sorriso. Poichè l'anima semplice aveva sempre creduto in Dio e aveva impa"rato nei lunghi duri mesi _ di guerra, a credere ciecamente alle parole di quel suo ministro, che egli amava. Poi un fischio rabbioso, un rumore spaventevole. Lo scoppio d'una granata. Il Cappellano era caduto addosso al morente: e·d era rinve– nuto solo più tardi, per il dolore della medicazione. Il medico - un capitano non più giovane, volontario - austero e sensibile - gli comprimeva affrettatamente, tra il cotone e le bende, gli orli dell'orribile squarcio. Il suo viso era rabbuiato. « Credo che sia finita » aveva detto debolmente il paziente, e gli aveva fissati gli occhi in viso. « Se potessi portarti giù, all'ambulanza I » la voce del medico era stranamente velata; e i suoi occhi erano lucidi. « Ma quei cani fanno un fuoco d'inferno ». Anche il medico amava quel Cappellano giovane, coraggioso, in– stancabile. Egli non era credente. Ma più di una volta si era com– mosso, quando era accaduto che, insieme, assistessero un morente. Un giorno gli aveva detto: « Se tutti i preti fossero come lei, il mon– do non sarebbe così I » E da quel giorno erano diventati amici, più ancora, fratelli. « Per ora non si può proprio muoverti di qui » e il medico si era chinato su di lui, mentre gli teneva stretto il polso. « E io devo an– darmene subito ». Biblioteca Gino Bianco
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