Vita fraterna - anno I - n. 6 - 10 giugno 1917

VITA FRATERNA LETTERE DI GUERRA ~ IL CUORE E LA SERENITA' DI UN EROE. 201 Una lettera dl ANNIBALE CA.LINI. Pubblichiamo un singolare documento, trovato fra le carte del compianto eroico amico, Conte Dr Annibale Calini. Singolare, perchè crediamo sia una delle pagine più belle e più nobili scritte durante questa guerra e sopratutto, per il luogo e per il mo~o come fu scritta: come è noto, il sottotenente Calini, guidando i suoi soldati all'assalto nella regione del Pasubio, cadde colpito a morte da una palla che gli attraversò il petto, e, come morto, fu poi lasciato sul campo. Ma poi– ché non era che svenuto, _quando rinvenne e si ritrovò solo, sentendo mancargli le forze e credendo di morire da un momento all'altro, estrasse da una tasca un po' di carta, e, con una matita copiativa scrisse steso bocconi sul nudo terreno, presso i reticolati nemici. Quale forza d'animo in quell'eroe ferito! Immobilizzato il corpo dalla paralisi conseguente al colpo che gli aveva attraversato il midollo spinale, non avendo i movimenti che alle braccia e alle mani, egli seppe trovare tanta stoica serenità, ed in qualche momento perfino una certa gaiezza, quasi pre~ccupato di far rifiorire sulle labbra dei suoi cari un sorriso, com'era solito fare col suo spirito arguto nell'in– timità della famiglia. Ed ecco il mirabile documento, che - ne siamo certi - nessuno potrà leggere senza essere preso dallà più intensa commozione, pen– sando ch'esso è stato scritto da un Eroe morente, conscio della sua sorte, e lieto di incontrarla, per amore di Patria. Carissfmi genitori, Ego dormio, et cor meum vigilat. Sono andato a trovare i Nonni ed i fratellini. (Si ridestava infatti da uno svenimento). E' un viaggio lunghetto, ma a me piace viaggiare; spero poi che Filippo ed Orazio (i due fratellini s_penti in tenera età) verranno ad incontrarmi a mezza strada, per indicarmi il cammino. E' un viaggio lungo, e non so quando potremo rivederci. Non vi rattristi il mio bellissimo pellegrinaggio. Mi conforto pensando che un giorno potrò farvi da guida. Che festa quel giorno! Sono contento di partire. Troppa fortuna mi aveva prima as– sistito; sento che ormai non avrebbe più potuto essere egualmente. Biblioteca Gino Bianco

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