Via Consolare - anno I - n. 5-6 - aprile-maggio 1940

quale dovrà saper descrivere per im· magini immediate la vita. Solo allora potremo affermare che la radio ha trovaito compiutamente la sua reale espressione, espressione che del resto si identifica con la sua funzione. WALTER RONCHI Deliziedi Radio-sociale Radio sociale, quando ci si mette non lesina proprio le inflessioni di voce e le pa,:ole. Noi non siamo di quelli che per partito preso troviamo da ridire su tutto quello che la Radio italiana fa e in ispecie su, programmi dedicati al popolo, su!Je stornellate, sulle lettere rifatte in redazione .. ma cei:te cose proprie non si possono lasciar passa.re. Tempo fa, con le migliori intenzioni del mondo certamente, Radio sociale ha presentato una specie di scenetta casalinga in cui contrapponeva ad un figliolo inzoUato nei fumi della letteratura e delle fantasie poetiche un padre lavoratore e alla disutilaggine di quello nel far f,:onte ai piccoli guai d'ogni giorno causati da tutti gli ammennicoli tecnici che sono nelle nostre case, la sicura competenza di questo, industrioso e modesto. Si voleva evidentemente andare a finire in un elogio della istruzione tecnica. e del lavoro manuale, come pure si volevano ammonire le categorie popolari e saper scegliere ben,e la via del!' avvenire per I propri figli. Ma che un fine così lodevole richiedesse parole grosse contro le Jet,. tere o contro la cultura umanistica. questo Poi ? ! E' così faci!e lasciarsi prendere la mano in· questi temi sfruttatissimi da una vecchia propaganda politica demagogica e plebea. Voi di Radio sociale cer·to non avevate l'intenzione di seguire quelle pèste... Però moltt dei vostri ·ascoltatori hanno capito !n tal senso. Attenzione, quindi, a non screditare quelle attività dello spirito che son•~ il centro vero della Nazione. BATTIPANNI 22 Fondazione Ruffilli- Forlì Nutritissima è stata quest'anno l'attiività degtli < speilimeinta,)i • del Guf. Roma, Mila,no, Padova, Messina, BMìi. ed ailtri centri han'no studiato, Ie-tto, dJscU5SO, inscenato ilavori di noività a,rdita e di deciso progresso sul teat,ro cor,rente. E non possiamo che essere certi di ciò che il prossimo anno teatraile ci porterà. Autori, attori e registi vLv,enti ormai in una a-,cetica lonta,nanza dal teatro di cassetta pre,prorano cldma e sensibilità per il teatro nuovissimo, ·U teatro essenziale, confluenza di anime, nucleo di sentimenti, specchio non delli'esterna ma della no,stra intima giornata. Riteniamo c'he, neil segno dell'attività teatraùe, (di quel teatro che deve dirventare ne:ua clrussica ed umana e.i-viltà nostra, centro di tutte le arti) le Uni'Versità posisa,no trovaire quelU'aanptlia,mento d'i prospettirva, quell 1S1ensodel tutto tondo che la nuova e c.a,r-ta• si a- &petta. Peir questo noi vogliamo considerare i Teatri sperimentali del Guf fuori del,la specie ricreativa o filodra,mmatica e giudicare del:ila loro rispondenza alle finalità ohe si propongano co,n aS'5oluta obbiettività critica. Siccome l'ora del teatro nuo,vo è den1nJti-vamente suonata, tanto è l'interesse che oramai il ,pubblico v,i pone, .sarebbe retorico accontentarsi deill'e,pisodico pezzo nuovo che possiamo trovare nella pro(kµzione e nel!la rea,1izzazione. Ci proponiamo quindi di strodiaire a fondo, durante i mesi estivi, su queste pagine, g.Ji a,pportl dei vari teatri sperimentaJli, le idee conclu- <Sdrve iniziare, se sa,rà possi birre, dal!e nostre colonne una feconda discussione coi camerati che dOV'Ullquesi interessano di questo centrale problema. TESPI IDIEIIO IFl~A\~011 Camerati del «Campano», perdono. Lo sappiamo e amaramente ce ne rimproveriamo ogni giorno di essere inguaribilmente fuori fase, gente scamiciata, senza ii gusto delle raffinatezze criticCHIBtetiche che - la Dio mercè - il nostro tempo ci elargisce. Compatiteci. Siamo più o meno dei provinciali e che ne sappiamo noi de~ gli att~iamenti all'ermetica e dei nuovi astri che, siderei e silenti, salgono nel firmamento delle attualità letterarie ? ! Noi, purtroppo, siamo ancora a Papini e, per sventura della Patria., siamo ancora molti in Italia in queste posizioni di retroguardia ostinata. Non sapevamo, fra le altre cose che non fosse raffinato fare ancora delle interviste. Ma vedete, se siamo caduti in errore di galateo letterario è perché teniamo in grandissimo pregio le personalità dal forte rilievo e ci teniamo, non a riverirle scodinzolando loro davanti e di dietro come usa nelle scuolette, a comprenderle nel loro diversi aspetti. In quanto a Papini, questo accademico della stroncatum e della scazzottatura, vi diremo che ci va maledettamen&e a genio; noi amiamo la sua prosa fluente, oratoria che è della miglicr tradizione italiana e che ci ricorda quella immaginosa e rievocatrice di O,:iani; noi credia,mo a1la sincerità del suo dramma e alla sua gioia per la con,- quista della verità; noi pensiamo che nell'· immondezzaio delle lettere e delle arti - e voi ccn noi sarete certamente disposti a sottoscrivere che non mancano le basse passioni. e i maneggi meschini che possano giustificare la grossa parola - occorre chi sappia adoperare la scopa. Non basta turare il naso e pass3re avanti con aria di sufficienza, camerati del « Campano ». Se contmuerete m questo mestiere vi convmcerete, tanto sono vaste le zone mefitiche, che col naso chiuso c'è da scoppiare. QUELLO DI GUARDIA VIA CONSOLARE

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