di bisogni ,più ò meno espressi da ,un periodo di persisten.tA tol,gorazioni. L' Ar>te,se 1Per ,iii,romanzo si appo,ggi,a tLn gra,n pal'te 1>ullla .fan taisi,a e suill' elemento azione, quando ha ,bisogno di man,ifestairsi (IlOn si preoccupa di cercaire nel tempo e ne!l'e azioni del tempo, nel quaJle ha vita, ma solo nehl' iintimo de,l poeta costruttore, neJ suo vasto mondo di sentimenti, nella 'Sua sen- ·sibillità, cioè nella mente si, ma anche new!',a,nima e nella coscienza dello spi,rtto. Di questa ·considerazione, - che è pure 111naverd,tà non anventata og,gl -, jQ iromanzo del Manzoni è una conferma -p•ar1a,nte, semip'I'e in di,v,enke, per chi 1 vu<ile ,e può comprende,re. * * * Rem20 e Lucia non sono ae flgur,e 1 che !la. seconda ,ed l\.lltima tira.gedia de-l Manzonù, l'« Adeilchi >, pote,va ,promettere, eppure, questi dl\le ooratte'l"i di primo ,piano (per modo di •di11e) 111el romanzo, nonostante sembrino d1merui, or.ea.ture d'ombra, s' incO!lttl!'anocon ressenza che iha determ.bnato i oara,tterli di Adelchi e di Ermenga,rda. Non menwigi:1 11Q' CCOstiam.ento di due creaituire comuni con altre due -tca'Sfigurate e irese SUIJ)er-l\Im'<lld!1aepotenza 1drica. Renzo •e Lucia provengono di!rettaanenite dal ;pathos poe,tico e dw.la ge1IJ1tilezzain cui sono state ,poste Ue due figure Longoba.rde. Può :pa11ere il contrario, - :pe,r quanto tigu'!llrda ia fo=.a -, ma invece <la poesia deU' rumhle, del modesto, deUe piccolle cose, era g-ià ne!<le oreaitu~e a-ega/1,di el!!'Adelchi. iI sentimenti di umanità, di bontà e di mahl111coni,aCSOl!1O sta.ti ,trasport.ati in teg,ra.lmente, prima nelll' idea dei due cMatVIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì ter~ ,del romanzo e poi neUa irealizza2Ji0111repoetica, speciflc·a degtl! umili. n Ma.nzoni .non è rolo ,poeta g,rande perchè U' !ha preconizza- ,to il Molllti quando era ancora giovane, nè per g11-i,elogi <1e1 Goethe ahla .sua arte, nè pe, ; suoi inni e d.esue 11'.riche, ma .sop!ra1/tiuttoperohè ha reso la sua poesi,a in forma ,e contenuto stupendii ,ed altissimi, nel romanzo. La ma,turazione, vorremmo d!Lre1a sofferenza, ,attrav.erso ll!aquale l' opera IS" è compil\l'ta è stata di ;per se 1>tes.sasostanza di poe.sia, atJto di religioso ir.rupimento •dentro• :hl nascosto .ed. dli ~ccolo e ta1livo:1ta anche il sublime, deb\o spirito e de1le. anime di tutti d « .carat- ,teri • che '!1/llÌmainodi 1 tanta viilla•liasua opera, che è oper,a di aJl.ta ,e semplice umandtà, fOTse d'l primo ed anche i.Il plù grande inno cOlffipoS!toa d1fesa ed esalta.zio.ne di queUa rea,ltà che Sif-ugge sempre, volutamente o no, a,:1.a ma,ggloc pairte deg1li individui che ,non possono isen- ,ti,rJa « ,pe,rchè • non la vi,vono. Ci sono stati degli -uomini che duiran,te J.e ore te!rribili del- [,a grande Guerra tenevano nello zaino soèltanto due lliibr1: m « Vang,e>Jo > ,ed i • Promessi SpolSi >, quasi ad unirne il contenuto dn un'unica pas~one; di questi uomini qualcuno non è tornaJto, ma ne,Jij'eroica tlil!IIlol.azione ha anche vo\,uto dice quel!Lioche .noi omettiamo, lasc,iaindo a chi sa ;pensare :hl piaoere della ri-vellazione. Coonrwnque, « Angejlo Gatti>, proprio sori,vendo del cenitenairio di quest' opera, tira l' ·ail'tro cosi ha detto: « Sul1la stessa (Perfetta pa.gina dtld!isperato:si p1'a1cae s' tnftam- • ma il credente, il 'S'Ulpe,rboduwta di 'Sè e l!'iumHe s.i riru;,ai:'da; al Sl\10 popolo, o a mdltiss1ma pa,rte, egli ,a,ppari.sce [' incita- ,tor,e o il consolatoire, !hl/ gi!udice o i'l consig1ldere 1[ p!rinropio o Ia fine di ibumuJ,ti intimi o ,pailesi; dn.somma, ognuno l!'!isente tn lw ,una eco ctei:aaip~a intelUgen:za e delllla propria coscienza. Ohi disserute daiJIJasua morale, ,ammi!ra la ,sua iarte; è il Manzoni, per ,gtl1 Italiaini, Uiila di que!l[e enormi :lienne, sacre querce, iche su,!Ua via:stissima pianura o su'1 colle solita.r.io da twtite le parti si .scorgono •. Ed Alnge>:o Gaitti non ,è f ul!- t!mo airriv.aJto,ma U' auto11e di « Ima ed A~berto • . Ad ogni modo, di questo i giovailli non devono dimeIJJti.ca.r.si,e cioè, di riconoscere ,sempre e coscientemente queHi che ,sono i valori veri ·de!UA' l'te e deitla Vita. Giovane amico che scrivi, ci pensi qu-alche volta a chi ti leggerà? Pensa che le tue parole ·qualcuno le compiterà incerto o le ingoierà rapido come una broda., Un volto - l'uomo che ti atterriva, bambino -, un altro - il sereno volto di lei, incorniciato dal giro biondo delle trecce -. È questa l'umanità che ti attende. Qualcuno giudicherà. Ma i più, no. I più non leggono che per credere e gioire. In confidenza; vogliono trovare, anche se non lo dicono, chi gli faccia da maestro, chi gli insegni a vivere, ad amare, a sperare. Ci hai mai pensato, giovane amico mio, che ora con fare di superiorità sorridi e ti picchi d'ermetico? E io che ci ho pensato e non riesco ad essere oggi meno somaro di ieri? Bada, amico mio, che per chi non giudica, ,!!iudica, severamente, lddio. 17
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