POLITICATOTALITARIA Non è un aggettivo di quelli che si spieghino facilmente. · Parrebbe, ma non lo è. C'è ancora un forte nucleo di persone per le quali « totalitario » non ha che un senso strettamente negativo; è un senso di antidemocrazia, di antilibertarismo e spesso guarda come il tempo e l'uso possono agire su un vocabolo innocente - di costrizione. Ora, sarà forse bene chiarire che il suo vero senso non è affatto negativo, ma positivo, positivissimo : cosmico; che abbraccia nel suo significato non già il campo ristretto della politica empiricamente intesa, ma il campo universafo della politica fascista. Quello politica che, per• esser tale, diventa socialità e lascia lo piccola sfera della materia per abbracciare l'altra, immensa, dello spirito che la materia crea e plasma. Così si può cominciare a comprendere come la politica totalitaria sia politica di spiriti prima di essere, putacaso, politica economica. Ed è, questa totalitarietà non g,a una ·sostanza, un quid razionalmente individuabile - meno che mai per noi che non crediamo affatto nella razionalità dello spirito - ma piuttosto una forma, un modo di pensare e quindi, poichè tale è l'essenza del Fascismo, un modo di vita. T aie modo di pensare e di agire trae origine ·da/tla più antirazionale tra le posizioni che lo spirito può assumere : dalla fede; la fede 10 Fo~dazione Ruffilli - Forlì continua, instancabile, ardente fino al punto di diventare mistica. Di questa fede ognuno partecipa e se ne alimenta, traducendola in azione; e poichè universale è la fede, .universale sarà l'azione : sarà l'azione · che abbraccia tutti i campi, dalla cultura al passo romano, cioè a dire l'azione « totalitaria ». Ognuno poi agisce totalitariamente nell' am1 bito delle proprie funzioni. Universale è l'azione della Rivoluzione •nella quale ciascuno esplica una sua parte, sì da sentirsi 'cellula, atomo di questa gran- ·de costruzione; ma non già atomo insensibile, asservito ad ,un mostruoso organismo superiore ,divoratore delle singole personalità bensì atomo creatore, che fa rivivere in sè, per partecip.arvi, tutti i momenti di questa Rivoluzione : l'individualità non ne esce diistrutta, ma rafforzata come baise di tutta la costruzione ed essa stessa agisce universalment.e. In conseguenza ognu- ·no di noi diventa sostanzialmente partecipe della vita n·azionale e ne è motore, così da attuare la più vera e reale delle democrazie. In concrdo, politica totalitaria è collaborazione consapevole di cittadini al lavoro dei Capi. Per noi, nella nostra vita di gregari, è costruzion.e di piccole cose da inserirsi nel complesso delle grandi cose; ed anche le grandi cose non sono che i ,nomenti della Rivoluzione, i momenti della storia nella quale tutti viviamo e che tutti ,crei·amo. Si comprende quale importanza assuma sotto questo punto di vista la funzion.e della propaganda : intesa come tale la creazione della coscienza politica in ogni individuo. E qui ci sarebbe molto da ridire. Perchè ques&z funzione della coscienza politica, o/.trechè rispondere alle proposizioni di cui sopra, anzi, proprio in forza di esse, è anche un /atto profondamente umano. Qualcuno ha creduto di poter vedere nel/' Italia la riesumazione delle Stato-caserma : è una stupida castroneria; per poi non ,basta portare un el- · metto : occorre farlo con lo spirito di una profonda partecipazione agli eventi, il che, io credo è appunto umanissi: mo. Mi pare che al fronte abbia più valore un soldato che combatta sapendo di combattere per una Causa di chi h faccia senza cognizione, obbligato. Ma poichè non sono uno stratega, ritorno sui mrez passi, per osservare eh.e questa coscienza politica è comun- 'qu.e della massima utilità, anche se intesa empiricamente e al di fuori dell'importariza che assume nello Stato Fascista. Dei tanti errori commessi nella politica d'anteguerra moltissimi furono causati dalla generale impoliticità. delta popolazione italiana, specie . borghese. Impoliticità di quelli che assunsero un gesto di disdegno per la « politica sporVIA CONSOLARI:'
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