La mèridiana letteraria CORRISPONDENZE DALL' ESTERO &niamino !Pe rllitifJ: Strano paese dell'eterna Apocalisse Tra i più seri e acuti studiosi dei problemi americani conta indubbiamente Beniamino De Ritis. Una sua prima esperienza, negli anni d'oro prima deHa crisi e poi subito dopo lo scoppi o della crisi e il crollo tragicamente improvviso e irrefrenabile di tanta parte delle costruzioni innalzate sulla sabbia, anche se esteriormente saldissime, è raccolta in un piccolo libretto edito dal Vallecchi il cui titolo Mente puritana in corpo pagano, anzichè essere una esercitazione calligrafica, è forse una deJle più indovinate definizioni dell'enigmatico mondo americano. Ora il De Ritis è nuovamente in America e le sue corrispondenze alla Gazzetta del Popolo sono quanto di meglio uno può domandare per fare il punto e documentarsi non solo sulla civiltà ame~ ricana in genere ma, dato il momento, sulle reazioni di quella civiltà al grande conflitto europeo. Veramente illuminante a questo riguardo è un breve articolo comparso sulla Nuova Antologia del 16 dicembre 1939, N. 411-414: La politica del presidente Roosevelt e una neutralità « sui generis •· Ma qui ci piace riportare, per la vivace e accesa simbolistica con cui il De Ritis ama ammantare le sue più sot• tili intuizioni, questo tra i suoi ultimi arti• coli (Gazzetta del Popolo, 16 gennaio 1940). V. P. (Nuova York, gennaio) Quando vedo gli americani farsi un ktto di spine con la stessa Provvidenza che li ha provvisti di un ktto di rose, mi confermo semprepiù nella opinione che nulla è più ingiusto di tacciarli, come è vecchio luogo comune, di realisti, e anzi materialisti estremi. R ,wto che visitare Schopenhauer significava trovare l'alkgria in casa déi pessimisti. Forse ,wn è altrettanto ,wto che visitare gli americani significa trovare la metafisica in casa degli affaristi. Tutti viviamo oggi un'esistenza fan,- tomatica, in tre dimensioni, una esistenza che spazia nell'atmosfera di VIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì prodigi e che la guerra converte in orrori. Ma solo un popolo immen,- samente vario e molteplice e stranamente anatomico, è capace di fare di questa esistenza una.vera seconda infanzia, di vioknle e oscillanti emozioni fra l'estasi della Befana e l'in,- cubo del lupo mannaro. Si potrebbe dormire qui fra due cuscini di piuma. No : si fa un cusci,w .di tutto ferro e un Letto a sacco d'oro: ricchi, ma scomodi. Si potrebbe dormire tran,- quilli fra due angeli custodi pianetari: nienteme,w che due oceani. Macchè! Si sta con gli occhi aperti verso la finestra per cedere la Be/ana che passa ( « cash and carry > J e con w orecchio teso alla porta per senlire il lupo mannaro che minaccia (cioè l' «aggressore•). Infatti si kca un volo di gabbiani e l'eco rimbomba di motori di aeroplani. Fila una stella cadente e scoppia un ultimatum dal pianeta Marte. Perchè? Si potrebbe fare fra questi due oceani un silenzio metallico di parentesi fra due grandi rumori. E invece quella radio, quella radio, l' implacabik in,- cubatrice aerea di mostri e di fan,- tasmi, sta continuamente a trombare il « solvet saeculum in favilla• . L'atmosfera si carica di catastrofi latenti. Ogni alba è del Mille. Ogni gior,w è « Die Tag>. Ogni ootte è di Apocalisse. No. I veri materialisti han,w la menle a perpendicolo sulla terra e non a· spiombo sulle nuvole, e si rif an,w, o si sforza,w di rifare, il ktto pia,w, a livello, magari, in mancanza d'altro, con La paglia. Un popolo così impegnato nell'amministrazione di simulacri metafisici e di fantasmi mentali, può essere un grande contabik, ma ,wn un intran,- sigen{-erealista, a me,w che ,wn si voglia chiamarlo così come e lucus a ,wn lucendo •. A vedere gli americani mangiare e bere, come si può . dubitare che sia,w il popolo meno materialista, e quindi anche me,w voluttuario del mondo ? La grazia di Dio scende copiosa su questa terra autarchica : fresca ancora del matti,w nel mondo. Non so,w da temere razioni o mezze porzioni di guerra, anche con la famosa carestia artificiale. Ma a o,wrare veramente tanta grazia so,w irredenti, ,wn neofiti dell'americanismo ortodosso ; sono vecchi officianti < inassimilabili> di catacombe cucinarie, che liba,w a lunghi sorsi, sotto la protezione dell'incognito, il netìare della vita : sono palati storici che si rifan,w nuovi con la sublimazione esoterica di gastro,wmie milknarie in « partibus infi.delium >. Che ziti al pomodoro, che abbacchi arrosto, che broccoli all'agro, che stoccafissi in brodetto! Che piatti coraggiosi e spregiudicati di suprema « bonanza • e quak rituak di «prima digestio in ore• ! In quella vece i templi dorati attendo,w inva,w officianti in triclinio. Al momento della funzione tutti si assenta,w con un micu:liale e cocktail•. Si spengono i lampadari e si accendono l,e candek. Sbuca,w sotto tendaggi e catafalchi di crisantemo folktti, g,wmi, elfi che reca,w arnesi liturgici misteriosi e trofei d'argento pkonastici. Le orchestresuona,w in sordina, sospirano e singhiozza,w. Fra una portata e l'altra si balla a passi di fantasma, si fumano sigarette oppiate. La funzione è un rito . di convitati insieme assenti e 13
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