Via Consolare - anno I - n. 2 - gennaio 1940

I I Nucleo_ di Propaganda Gianni Guizzardi su « Critica Fascista•, traendo lo spunto del Nu. eleo di Propaganda recentemente riordinato in seno ai Guf, fa · delle osservazioni molto giuste circa la psicologia dell'operaio e sul come esso vada avvicinato, giungendo a conclusioni assolutamente negative nei riguardi delta attività di propaganda come è attualmente con-- dotta dagli stessi universitari. Poi, dopo avere demolito, cerca di fissare delle direttive per riprendere il lavoro. Ora, è necessario per poter ragionare col vago sospetto di intendere alin.eno il significato del frasario che usiamo, mettere in chiaro che cosa il Fascismo intenda colla parola « propaganda» e che cosa i Guf si propongano colla loro iniziati-va di far scendere i giovani dal loro piedistallo sociale-culturale onde fare ad essi scoprire il popolo. Ci pare che il Guizzardi intenda nel senso troppo letterale la parola « propaganda », nel senso - scusateci - un pò tribunizio, di altri tempi e forse di altre esigenze. Andando ad accostarci agli operai di un dopolavoro non si deve pensare che sia nello spirito dello stato corporativo polarizzarli sul terreno sociale. Non si deve pensare che sia educativo accendere il loro entusiasmo per il fascismo, difensore del popolo, coll'insistere troppo su certe tendenze sempre presenti, anche se latenti, nell'imprenditore, di mirare esclusivamenle al proprio tornaconto. Anche il Guizzardi pare escludere questo sistema perchè parla di elevazione delta massa, legamento del lavoratore alla vita politica della Nazione. Ma perchè richiedere allora quel quasi professionolisrno della propaganda che sul finire dell'articolo descrive; Rerchè quel voler riservare la VIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì propaganda ad elementi studenteschi provenienti dal popolo, ed esclusivamente a quelli, quel volerli fare rimanere per anni nell'officina a vestire la tuta ? Renderli in una parola uguali agli operai ? Ma, ciò facendo, questi giovani verrebbero un poco alta volta a perdere la possibilità di avere larghi orizzonti, cominceremmo ad avere innanzi a sè il lavoratore e solo il lavoratore; la loro propagando diventerebbe fatalmente unilaterale come quella di cui sopra si parlava. La «propaganda> che il fascismo trionfatore della vita politica italiana, identità colla vita politica italiana, si propone è niente altro che una « scuola > del popolo. Si tratta di colmare le lacune spirituali, intellettuali, professionali dei nostri lavoratori. Così il Partito « corporazione della educazione del popolo • ri-Spetta i propri impegni di fronte alla Nazione. In modo speciale preme al Partito di fare ri-Saltare · con intenti polemici contro il ricordo del vecchio mondo, che il popolo italiano è una unità assoluta di sentimenti e di idee, senza diaframmi classistici. I Guf, seguendo questa tendenza del Partito, inviano i loro giovani a titolo prima di tutto simbolico. Il fi· glio del grande industriale, in una sala di un dopolavoro, è una lezione di per sè, anche se non parla. Con-- tribui-Scea trasformare l'atavica concezione delta società che può essere nella mente dell'operaio. Non più classi, ma una Nazione. _ In secondo luogo i giovani dei Guf vanno per conversare, cioè per fare la • scuola• ; niente senso piatto, niente cattedratismo, ma senso dell'insegnamento, sì. Senso d'insegna- .mento che è principalmente senso di responsabilità. Non si può dire che la grande massa di questi propagandisti non si faccia onore anche in questo. Potrà qualche volta non conoscere il nome delle macchine, ma non c'è una volta che, messo di fronte ad un uditorio popolare, il propq,gandista non senta il grande dòvere di partecipare a quella folla delle idee nuove, di collaborare alla perfetta fusione fra le categorie sociali. Ciò che può fare perchè, venendo ad esempio dalle categorie medie, ha per la prima volta davanti, e l'incontro lo commuove, il popolo vero, che costruisce in umiltà la grandezza della Nazione; quel popolo che ha necessità di giustizia per il suo pane, ma ne ha più bisogno per il suo spirito. Quel continuo stare in contatto delle due sponde sociali permette al propagandi-Sta di misurare meglio che cosa occorra al popolo per essere elevato. Per andare incontro al popolo, non si deve discendere se "non dalle gradinate delle stolte albagie, ma non dalla aristocrazia dei modi e dalla superiorità del pensiero. Il Fascismo è popolo ma è anche gerarchia. Perchè il Guizzardi si lamenta dei reparti studenteschi dei battaglioni premilitari? Se questi reparti sono ben guidati e con uno stimolo di sana emulazione, non condurranno mai a conseguenze di contrapposizione coi reparti di operai che manovrano sullo stesso piazzale, ma permetteranno allo studente di rendere di più, secondo che la sua diversa maturità gli consente. Questo studente che scende fra il popolo e non è egli stesso popolo nel senso democratico, ma è un vero studente, cioè esponente del mondo della cultura e del comando, diventa un sensibile intermediario fra le categorie. Dovremo però col Guizzardi ammet9

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