L'Unità - anno VIII - n.13 - 29 marzo 1919

L'UNITA ·Pel convegno degli I uosfri lettori uou si ,1,erarigli110 <li lrov<U'C, cl,,r011t.c questa discussione, ripe– tute talvolta in m1 articolo idee. che e,·ano slnte esp,·esse 9i/1, da un ollro mdore. o di fr'>l'nre. da ,m urUcolo alr olf,-o. idee con– fradittoric. b1 ,c.no . disc1rnsiouc comcq_,wst;,_. la. direzione del giornale si sente in dovere di rinwiziare al suo •111elo(I() tradizionale cli imporre a tuffi i collaborr,fori 11n'l1 1·iyida discipli11a. JA discussioue s11lfazio11e fu– tura dcgU 01uici del 9ionwlc dei-e ,,·ima– ncre del tutto lil>eJ'C,, finci,è nou sfr, beue chiarito, la via cla scaufrc: eh, siffatta li– berttt lasciata a Ittiti gli an,ici. le contrad– dizioni rom.piouo ,ma j'unziaue necessaria pel chinrimcufo delle idee. e le ripetizioni hmui.o il 1:alorc di documeuli. i11 quanto ·rivela11.o che certi stot,; d'aninto 11011 sono indioid,wli tnc, collettivi. I{ come clocu.– tneuti. tnlti {lii nrticofi. chr pubbficldcmll, in <11eesfo 11umero 1nerila110 affeula cons1·– clerozio11c. L'cu-ticolo del .Der9amo e quello dello Za9m·i 1·ipt·otlucouo le due fesi s110/le 11ei nmue;;. precedenti dal collabon,tol't! Il. (Unit:'t del 15 n1-<w20) e da « fino dei fanti)> (Unità del 22 tn<u-e()). Sono, del ·resto,. le due tesi, che si prcsentltrouo. (,,1 dal prinio 1nomento, nelle d-iscus.'lio11i del 4( G-,·uppo d'azio,,e,. cli l!°'ii·e11zc. Gli ou1ici dèll'Unitii, clte ·non si cot1lentano più di leygere fili ,tu.di pu.bblicoli 11el9ionwle e $-i sentono unili da una eomtine ,·olonlù d'azione po– liliea nella stes.sa direzione. dcbbo110 for– mare .e nt1 twouo JJcn·tilo ,.._ oppu.,·e una. « lega di individui. che possono . esse,·e estranei a tu.tti i pcu·titi o couH,mare a -ttiilitcu·e ili alc,mi dei 1·ecchi pa..tili Y • Ecco il 1>roblema. che il prossimo co,n:e– gn.o gm,ernle degli amici dell' Unit:'1 <leve olfrot1ta1·e e risol1 1 c1·e. Anc/ie l'orticolo cl'Al-i9hfrro Ciatfini e il « >t1,anifesfo dei clit1mnisti )I, di Rinliwi hatm-0 itfl, uramic interc.BBC rii •<locnmenlo. I d1«.escritti ci so110 giunti colla slessn po,ta, proprio poco dopo che ar:evcmo li- I. Per un programma di lavoro. Ho rede che dall'«. [/nilà • sorgerà la gente, che rinnoverà la nostra misera vita politica. I partiti esistenti, cessata la guerra, hanno ri– preso" le loro vecchie abitudini e dànno spu– dorata prova quotidiana che la mentalità gretta dell'anteguerra è in loro piU vi\ a che mai.. Il sociali,mo ufficiJ.le rifiuta di co;lierc i frutti della sua pro;,aganda e del suo atteg• giamento, ed i suoi dirigenti non sanno pit1 quale santo invocare sotto l'incalzare degli avvenimenti. I clericali c,m veste nuo\':i cd anime "ec– chie, scn1,a Idee nè programmi certi. hanno ricucito un b,rndieronc qualsiasi. preoccupati delle prossime elezioni e non di :1ltro. I repubblicani, ai quali. bene o male ap– partengo, giornv per giornò cedendo alla "ecchia mentalità e alle \'el:t:hie liti. dopo 3\'Cr offerto la low migliore gioventù alla guerra, si preparano a chiudere la glorio-.a pa1 entesi, d:mdo la sanatoria a uomini e com– binazioni, dei quali e delle quali è carità non parlare. I radicali, suddi"i~i in tanti gruppi quante sono le necc~itj elettorali delle differenti lo– calità e le pullulanti ambizioni degli onore– \'Oli, non saranno certo i rinnovatori attesi. .•h·anti. adunquc, coloro che sono giusta– mente rimasti ;1s,:;entifinora dal putridume po– liti.:o che le bandiere dei partiti piamente coprono; avanti cohwo. che pure militando in un partito s no insodisfatti o peggio indignati per quanto ,edouo e odono j e avanti special– mente i giovani, cui la uerra aspramente combattuta ha donato, non la !)Ci.enz.1. infusa. ma serietà. di intendimenti e quella preoccu– pazione che è doverosa e necessaria per entrare nella vita politica. .\i combattenti :,petterà anche il compito di critica sulle res1>0nsabilit~\ nella condotta della guerra : critica cui certo non rinuH.ce– ra.n•o. Si r.idunioo adunque gli « u,rilari». Ed ceuziafo 11e1· le sfawpe l'articolo cli « U110 de; tenti.i• Per una. dichiarazione di 1)T'i,n– tipi. F, fa11lo i « <liuamisli » cli Rintini. quanto il Cialfhli, sentono. come « Uno dei fanli ». la. necessità di un. r,nippo cli .i.affcnnaziowi di ,nw~sinui », che sieno assai pii', concrete che •11,1w « {ur,nnla *, e assai meno concl'cl<' che 1w catalor,o di ·h'{o1·me immediate. Se nou e· i11ya·1111fro110 1 q11esl<i coiucide11za rfrefa, che « U,io dei tanti )'o hci messo qttel che si dfrebbe il ca,.ro s·ul bina·,-io. /j,' noi 11orre,umo pl'e{Jare yli cnn·ici, di preude,·e h1 accun1lo es'owe .;t progetto cli clichiaroziouc proposto da « U110 dei «temi.i». cercaiulo cli reuclerlo. se è possi~ bile. 1,iù chiaro. più completo. più mlatta a diffenuziarc la co,.,.,mlc delle 11osfre idee cla qu~le di 11,lfi gli ull1·i 9ruppi politici.. Dobbimno dichiarare, pc,· debito dilea.ltà, ai « dina misti"" di R;.mi11i elle siamo stati iu dubbio se cesli11m·c il lo1·0 scritto. Per– chè quel nome di « dhrnmisli » contiene qualcoset di l>ombcu,Uco e tN ,..ooco se,.;o. che 11011 pro111clte beue: pal'ecchie delle affcr111azio11i co11tcmde 11el m.c1,11ifesfp s0110 t)cccl,i<- come "!lfet,i,salcm.m.e: special- 111c11fe tJlf.ellr. che SO'JIO wrssc n .-iUet·o i11 p1·i11cipio. 1\1c1, .;f mciwife...'\lo contiene pci– refchic 1,al'li clcfJtte di attc11zione: ed è, acl oy11i u10do. documeulo 11ou t·olgm·c delle as1,cllc1.zioui i,ulefinilr e dello inqniel<i co– /o11tù cfozione. iu c11i si macera O!J!Jifante, 71w·le dello, ·mi!}liore fJioi,eulh ·itafimw, e da cui 1mù ,uu1cr,·c "" !J'''"" beue o mt f11·m1 ,uale 1,el nosh-o w,ese. Sm·emo sicm·i che il 9ruppo clei « dhuimisli,. cli l?iln.ini votrù coutribufre cm.che esso <i ,ma ma9- gio1·e seriefù rii 11ifo ,,el 11nsfro paese, non uppcua, <1bbfo 1·i1,,mziat-O al titolo e or11i <1tlc99ic ,uum.li ... dim,111-isti, 1·icou.osce,1,– do di csse,·e fo,·malo di 110111inicome lutti gli alf,·i~ e rrnclenclosi conio chif a ,·isol– t·erc t.uttci la imm.e11sc1, varie di problemi cn,imcrofi ·uct mcmifesto, ,,,011, basta cli·rsi rli,wmist.i, 1110. occorre studiare con serietà evolercco11 '""!Ili, cosfm,fe, osli11<1tn volontà, auguriamoci che dal loro convegno esca non lo statuto di ~ partito {di arrivisti ve ne ha di troppi}, ma il programma r:er un la\'oro serio, ordinato: la guida per affrontare e di– scutere i problemi sui quali il giornalismo - interc..-....-...,to e ,·enduto - sorvola, perchè preoc– cupato cli fabare la realt:'t sotto le apparen1.c del patriottbmo, ad intere~.:,e esclusivo o delle industrie o delle ctit"che politiche. Se a questo arri"erà I' Om~lt. noi combattenti applaudiremo di cuore. sentendoci confortati per la modesta opera c<'mpiuta e spronati alle nuove lotte. Capi~umo BERGA~10. Il. Nè partito, nè cattedra. Vedo (he non è ancora ben chiaro lo scopo del pro'8imo corwcgno <nmitar!o ». Ossia non è <.:hiarose il movimento. di cui si parl.t. de,·e eso:cre di ~tudio o cli propaganda, culturale o politico. Costftuirc un nuov() partito - che poi a.:,– 'iumercbbe i diretti dei \'Cechi partiti - è idea da -:c:1rtarsi. E poi <'Ome :,arebbe risolta la posizione di molti cli noi, eh~ già appartenia– mo ad altri partiti? D'altra parte bi,oR'r•a riconoscere che per fare 01>era di proseliti')mo è per ,,volgere una vera e propria :1zione 1>0\itica- in ~eno ai partiti cd ai pote i costituiti - non bastano gli studi eccellenti di una Rivista. L'Italia, si sa, è un pae,e la cui incultura politica arriva al mas!!.imo grado non solo nelle ma-;se 1 ma sibbene nella più parte degli stessi cosiddetti uomini politie;i. Occorre dunque far si che il nostro « con– crep!!.mO >> non uccida o non riduca note,·ol– mente l'efficat. ia della no11tra :lzione politica. (lo gi:'1altra volt.1. nel 1q13, avvertii tale pe– ricolo sulle colonne del!' 0111tò}. Intanto. quali :,ono i problemi che recla– mano il nostro intere;:,amento? Problema momle (scuola, cultura ecc.). Problema «01101J11(0-Ji11am:,i'o,io (tributi. de– bito di guerra, burocrazia, ccc.) " unitari ,, Problema politùo (rifùrma dei poteri rap– presentati,•i). So che la Direzioqe Geli' Omìù non ton– sente in questa amplificazione e moltiplicazione di problemi, sembrandole piit opportuno e più pratico risolverli uno per uno. E qui ricadiamo in quel « concretismo », eh' io non esito a definire sterile, date le con– dititmi ddl'Ital/a politica allualr. A forza di ripetere e di ~entirsi ripetere che la guerra è stata una « rivoluzione », noi abbiamo <limenticato che questa « rivolu– zione » si attua oggi sotto i nostri occhi: quin– di in un periodo • rivoluzionario• e risolutivo come l'attuale, io non tro'"o strana questa am– plificazione, quando tUll serw a dare 1111 colon~o td un' anù11a p litùa alla fl(JS/ra a21011e di gruppo. Noi non dobbiamo dettagliare i problemi, come se fossimo uomini cli governo. Dobbiamo soltaato sviluppare le ragioni morali, che ren– dono impellente la risoluzione di determinati problemi. E una questione di prassi politica quella che io faccio: ben sapendo quanta forza abbia nella risoluzione dei problemi politico• sociali. la condnzione, l'entusiasmo, l'ardore collettivo. Nè partito, nè cattedra - ecco il nostro obbietti\'O concreto. Lega cli uomini auivi e fattivi: ccntr9 di studio e di elaborazione intellettuale; ma an– che nudeo propulsore di più ampie idealità 'sociali. ALICIIIERO CIAPPIKI. Ili. O partito o accademia. La discussione sul convegno degli • uni– tari "' rivela che manca ancora in molti una visione esatta del bisogno, che è largamente diffuso fra noi di avere un nuovo centro vivo di az1ò1u, che trasformi le nostre idee in vo– lont..'i, in leggi, in costumi : il bisogno, cioè, di avere un partito vero e proprio. Ci si propone invece di costituire comitati, leghe, gruppi; ma senza disciplina, senza un viucolo unitario, senza gerarchia. Ne derive– rebbe incertezza dl criteri e paralisi di azione, che sciuperebbe il movimento. che vogliamo tentare pel rinnovamcnlo della nostra vita pub– blica. Que~ta soluzione riprodurrebbe fatalmente fra noi quel confusionismo, che ha sempre resi sterili o addirittura dannosi i « blocchi popolari » : o, comunque, renderebbe im?(>S– sibile una qualsia~i azione concreta ed efficace cioè politica, come avvenne alle diverse leghe antiprotezioniste, per il Mez1.ogiomo,_comitati per la rifonna burocratica, a tutti insomma quegli organismi, che mancano di disciplina e di organi esecutivi. E' questo an errore dei « vecchi » diri– genti clell 1 Vnilà, non dei giovanf adepti. Già oramai anche nell'Unità ci sono i vecchi e i giovani. E il direttore dcli' 0111/lt mi pare che t:ominci a... invecchiare! I nostri « vecchi » non riescono a liberarsi dalle vecchie idee, non s. .1.nnoosa.re , sono dominati dal peso della tradizione, vittime del passato - dittatore di oltretomba - che domina il loro spirito. Sono imprigionati in certe necessità di ambiente, piit forti di ogni buona volontà. Vorrebbero e non osano, e s'illudono di 1 innovare - dal– l'esterno - le ,·ccchie organiz1.azioni di partito. E perciò pro1>0ngon" di fare una lega, nella quale possano trovar diritto di cittadinanza e di asilo tutti coloro, che :tderiscono ad al– cune soluzioni pratiche e contingenti: questi ... massoni laici dovrebbero, nei loro partiti, far propaganda per quelle tali soluzioni ciel– i' (/11il'I. ì\la ,m tsptn·mmlo simile è stato fallo già : e con un ri•mllato 'i osi pOcO incoraggiante. che è bene strano ~i voglia oggi ritentar la prova su più \'asta scala. L'esperimento è stato fatto da un gmppo di radicali - parecchi d, i quali lettori clell'{luilà e ispirati dal\' {Jnild. - nel partito radicale. Il risultato apparente è stato magnifico: 1913, Con– gr~ antigiolittiano, liberismo doganale; - 1014-15, idea della guerra europea contro l'im• perialismo tedesco; - 1916, congresso per stu• diare i problemi del dopo guerra: politica ester •, doganale, tributaria, .scolastica, ecc. Ma dietro questo ,·elario iridescente, è rimasto sempre 83 il vecchio partito, con tutti i residui passiv• giolittiani, in cui la minoranza di radicali dirò così « unitari » è neutralizzata e ridotta a non poter fare altra opera utile, se non quella di far votare nei congressi alla unanimità de– gli ottimi ordini ciel giorno. che restano lettura morta 1 perchè la maggioranza dei ,,ec– chi non li sehle. E se si riuscisse a creare in ogni partito de– mocratico, una minoranza battagliera, avver• rcbbc altrove nè più nè meno di ciò che e av– venuto nel partito radicale: salvo che le mino– ranze \'enga•\O. o prima o poi, alla scissione cd alla fusione cli tutte in un nuovo unico partito. E se queste sono le conseguenze. a cui ci porterebbe la proposta della Lega, è il caso di dire ai proponenti della Lega, che riluttano all' idea ciel nuo.,·o partito : « Fate oggi quel che potreste fare domani». Quali sono le ragioni positive, che con~i– gliano di costituire oggi un nuO\'O partito? I. Il fatto della guerra ha distratto dai \'CC– chi partiti moltissimi gregari, rompendo di fatto quei vincoli e quelle solidarietà, che le– gano in tempi normali ciascuno di noi ai nostri ambienti. Moltissimi tornano oggi dalla , trincea con una mentalità nuova, « liberi )lo dalle vecchie tradizioni mentali. Il. La 1~uov~ legge elettorale estende il voto alle classi giovani, che non hanno mai militato in nessun partito. III. Le elezioni imminenti costringono i ritornati dalla guer~a a prendere rapidamente posizione pro o contro certi candidati, cioè a classificarsi in partiti. vecchi o nuo"i che sieno. Per questi dati di fatto, si può prevedere, che, un nuO\'O partito o,Rgi potrebbe rac– cogliere: 1.0 le minoranze dissidenti da~li at– tuali partiti ; 2. 0 parte dei ritornati dalla guerra; 3.0 parte dei nuovi clementi, che si affacciano per la prima volta alJa vita politica; 4. 0 molti di coloro, che« stanno alla finestra», cioè di coloro che non avendo perduto ogni fede negli attuali partiti, si eranno ritratti dalla politica militante. Se lasciamo fuggire questo momento, noi non potremo contare domani che su un nu– mero assai più sc:irso di adesioni: poichè i problemi urgenti creati dalla guerra avranno già costretto i pilt a prender posto, bene o male, in un senso o nell'altro, la crisi che sconvolge gli attuali partiti sarà superata, o attenuata, e a noi non resterà che continuare a••. ~tudiare. Ma si dice : alcuni degli attuali amici del• I' Umlà non potrebbero aderire al nuovo par– tito, poichè sentono ancora saldi i vincoli po– litici, intellettuali e SCntimentali, che li ten– gano nellt: vecchie organizzazioni. Poco male: quando vi sia il nuovo partito dtmocralico-m,itario:(nuovo sopratutto di persone più che di idee), coloro che rimangono nei vecchi partiti potranno forse piì1 faciln1ente produrre il rinnovam.ento volut:> da chi pro- ., pone una << lega »: perchè la loro forza verrà aumentata dall' uistm::a di un. « partito », nel quale potrebbero entrare quando vedessero permanere la incapacità di rinnovamento dei vecchi partiti. Oggi, Invece, i radicali, i de– mocratici, i riformisti, che uscissero dalle rispet– ti\'e organiz1.azioni, non saprebbero che fare, e perciò restano legati a ,·ecchio scoglio. Si dice ancor~l: l'Umlà si snaturerebbe, qualora do\'CSSC diventar l'org~ll\Odi un partito. Ma nessuno vuole ciò: l'Unità rimanga auto• noma, centro di studi e di idee, su per giù quel che era, ai suol bei tempi, la Cniùa Jociale per il Partito Socialista. li nuovo partito avrà il suo organo 1ufficiale di propaganda e di azione, diverso dall'0111ìd. L'U,nià elaborerà. le idee del partito settimana per settimana sui pro– blemi concreti; e il Partito le realizzcrù giorno per giorno con l'azione politica. Insomma dall'antico ceppo dcli' Omìn i gio– ,·ani, le persone di azione, i moderni, debbono «sciamare•, ed organizzarsi per la lotta po• litica. Resti l' ll11ità, e sorga il nuovo partito. Il pro simo convegno sarà fecondo di ri– sultati pol,fici, se prenderà questa ~tracia. Al– trimenti sarà un'accademia. Discuterà senza concludere. E noi abbiamo già discusso troppo. Guo1.1ELMO ZAGARI.

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