Una città - anno VI - n. 48 - marzo 1996

Una xenofobia cui il Fronte nazionale dà voce, ma ben più diffusa del suo elettorato. La smobilitazione dei partiti della sinistra in quartieri dove ora è aperta solo la sezione del Fn. Un elettorato molto variegato e accomunato da un unico denominatore comune: la paura e l'insicurezza del domani. Lo sfondamento fra gli operai. Intervista a Nonna Mayer. Nonna Mayer, ricercatrice politica al Cnrs, lavora presso il "Centro-studi sulla vita politica francese" a Parigi. Da vari anni si occupa del Front National. Quanto è diffusa oggi la xenofobia in Francia? Per indicare un atteggiamento di rigetto verso tutti coloro che sono diversi per religione, razza o cultura, preferisco usare il termine "etnocentrico", perché non è un termine peggiorativo, non contenendo al suo interno alcuna condanna morale. Si può dire che quasi un francese su due è etnocentrico e che uno su quattro lo è in modo molto pronun- . ciato. D'altra parte, questo dato. non deve stupire, perché le medesime proporzioni le ritroviamo nei grandi paesi europei che hanno una storia d'immigrazione e di impero coloniale: Inghilterra, Germania, Belgio, ecc. Chi è più sensibile a questi sentimenti? Ci sono diversi modelli esplicativi del razzismo e dell'etnocentrismo. C'è il modello psicologico, ad esempio, secondo il quale si è razzisti perché nell'infanzia si sono subite frustrazioni da parte dei genitori. C'è poi il modello psico-sociologico, secondo cui si è frustrati a causa del lavoro e di difficili condizioni .rli vita, che favoriscono il rifiuto delle minoranze, le quali divengono il capro espiatorio delle proprie difficoltà. Effettivamente, si può notare che i più razzisti sono i più pessimisti verso l'avvenire: spesso ad esprimere idee razziste o xenofobe sono gli operai, i disoccupati, i lavoratori manuali, oppure chi teme di ritrovarsi disoccupato. Un altro fattore molto importante è il livello di scolarizzazione: più si è istruiti, meno ci si dichiara xenofobi o razzisti; ad esempio, fra gli intellettuali e gli insegnanti solo il 4%, circa, esprime opinioni xenofobe. Questa percentuale sale, però, fino al 40-60% in ambienti popolari, che, meno istruiti, sono più pronti ad accettare una visione semplificata, stereotipata del mondo, dove ci sono "i buoni" e "i cattivi", "noi" e "loro". Un ulteriore fattore di diffusione è prettamente politico: storièamente vi sono delle ideologie portatrici di razzismo. Il cattolicesimo, ad esempio, è stato un vettore di antisemitismo. Oggi, il Front National è effettivamente un grande vettore di etnocentrismo: più si è vicini al Front National e alle sue idee, più si rifiutano gli immigrati, le minoranze. Se il 42% dei francesi dice che prova antipatia nei confronti dei maghrebini, questa percentuale raggiunge il 94% fra le persone che si dicono vicine al Front National. E a tutt'oggi, sebbene il programma del partito di Le Pen sia diventato un mattone di 426 pagine in grado di occuparsi di tutto: sicurezza sociale, lotta all'inquinamento, costruzione di un'Europa delle patrie, ecc., ciò che gli elettori ricordano di tutte queste pagine è l'idea che la fonte di tutti i mali della Francia sono gli immigrati, responsabili della disoccupazione, della criminalità, della diffusione della droga, della perdita dell'identità francese. li tutto in nome della "preferenza nazionale", lo slogan che attraversa tutto il programma, ossia l'idea che per salvare l'identità francese bisogna riservare i posti di lavoro ai franco-francesi, che bisogna ridiscutere le naturalizzazioni çoncesse dopo il '74, che bisogna creare quote di immigrati nelle · scuole, creare casse pensionistiche separate: francesi da una parte, stranieri dall'altra. Gli elettori che accettano questo programma si dicono: "La sinistra è stata al potere, ma non è riuscita a bloccare la disoccupazione; nemmeno la destra ci è riuscita. Chi rimane? Il solo che propone un'idea nuova e semplice è Le Pen!". Ma attenzione: il Front National ha cambiato il proprio discorso nei confronti degli immigrati sia nei suoi programmi che nelle sue prestazioni televisive. Non insiste più sulla nozione di razza o di eredità, ma su quella di "cultura". Non dice più: "Siamo migliori di ... ", ma: "Sono diversi ...", per cui non possono integrarsi alla nostra cultura, non avendo i nostri stessi valori. attenzione, Le Pen esalta la cultura araba Questo, però, non significa diminuire la loro cultura o considerarla inferiore: nel Front National troviamo, ad esempio, un 'esaltazione della cultura araba o di un leader come Saddam Hussein, che Le Pen andò ad incontrare durante la guerra del Golfo con l'idea che l'Iraq fosse una grande nazione, mentre il Kuwait non era che il prodotto dei petrodollari. Nello stesso tempo, però, diceva agli immigrati arabi che lavoravano in Francia che il loro posto non era qui, ma a casa loro, nel loro paese, di cui dovevano andare fieri. Insomma, niente mescolamento, niente incrocio. Quindi c'è stata una progressiva riscrittura delle tesi del Front National su questo argomento, tanto che ci sono guide per i militanti, molto ben fatte, che raccomandano di non utilizzare la parola "razza" e di utilizzare, invece, la parola "cultura", che consigliano di non insultare gli immigrati o i musulmani, insegnando ai militanti a parlare in modo diverso. Questa è la prova del peso dei tabù in democrazia: proposte di bagno e di riscaldamento B FORLI' CESENA Via Gollarelli 64-66 Via Quinto Succi 62 Tel. 0543 · 796666 Tel. 0547 · 383738 Fax 0543 • 725099 Fax 0547 · 631934 RAVENNA PESARO Via Faentina 5 Via Barilari 16 Tel. 0544 • 460732 Tel. e Fax Fax 0544 • 462337 0721 • 52282 hanno riformulato il loro linguaggio perché certe formulazioni oggi non sono più accettabili. Ci sono motivi reali per questo rigetto degli immigrati? Beh, non c'è affatto bisogno di vivere insieme agli immigrati, di considerare che "non hanno i nostri costumi", che "non si amano gli odori della loro cucina", che "sgozzano dei montoni nella vasca da bagno" e via con altri stereotipi razzisti di questo tipo, per assumere atteggiamenti xenofobi ed esprimere un voto razzista. Perché? Perché in gran parte si tratta di una costruzione dell'immaginario. Molto spesso è sufficiente vederli in televisione, sui trasporti pubblici, alla scuola frequentata dai propri figli, per averne paura. Pascal Perrineau ha inventato il termine ejfet de ha/o. cioè "l'effetto diceria": sovente sono gli elettori che non vivono insieme agli immigrati, ma che vivono nella loro piccola villetta, a fianco, semmai, di quartieri abitati da immigrati, a proiettare su di essi le loro paure, i loro fantasmi. Quelli che vivono con gli immigrati spesso sono elettori di un livello economico, sociale e culturale, abbastanza basso, meno iscritti degli altri nelle liste elettorali, che si astengono più della media, ma non votano necessariamente per il Front National più della media dei francesi. Gli studi condotti a livello di dipartimenti, quindi su dimensioni molto vaste, mostrano chiaramente come la Francia che vota Le Pen sia soprattutto la Francia industriale, urbana, in cui c'è una forte presenza di immigrati. Ma quando si fanno analisi a livello di cantone, di comune o di isolato, si vede che si può benissimo votare Fn senza vivere a fianco di immigrati. Dunque, c'è una dimensione evidentemente irrazionale nel voto per Le Pen. E' chiaro che, se si rimandassero indietro tutti gli immigrati, la disoccupazione continuerebbe ad esserci: non ci sono certo più immigrati oggi di quanti ce ne fossero nel '74, quando la Francia, al pari di molti paesi europei, chiuse le frontiere, bloccando di fatto l'immigrazione. Ma poco importa. perché la parola "immigrato" è una parola magica che lavora nella testa degli elettori. Molti pensano "è un immigrato" vedendo qualcuno con la pelle un po' più scura della loro, che magari è un cittadino francese, perché è nato in Francia: è il caso dei beurs, ad esempio. Hanno paura e il capro espiatorio delle loro paure è rappresentato dagli immigrati. Nel '74 il Front National esisteva da due anni, ma nessuno lo votava. E si tratta dello stesso partito, delle stesse idee: se si prende il primo programma elettorale. quello del '73, quando per la prima volta presentò dei candidati, si troverà un paragrafo intitolato "Difendere i francesi", in cui si afferma la necessità di controllare l'immigrazione selvaggia. Ma per anni e anni sono restati nell'anonimato politico più completo. Allora, quando esplode politicamente il fenomeno Le Pen? Nel 1983. La vera nascita politica del Front National non data dal 1972, ma dal 1983. Sa perché? Perché in una piccola città della ban/ieue ovest di Parigi, Dreux, c'erano delle elezioni locali e, per battere la sinistra, la destra moderata, Udf e Rpr, si alleò con la lista del Front National. Questa alleanza fu approvata dagli organismi di Uclf e Rpr; con la sola eccezione di Simone Yeil e di pochi altri, tutti trovarono normale allearsi con l'estrema destra. Tutto comincia da lì. Fino all '81 la Francia aveva vissuto in un periodo di bipolarizzazione politica. la politica ispira solo senso di impotenza Poi, la sinistra arriva al potere e la vittoria della sinistra provoca paura e panico nella destra, che da 23 anni gestiva da sola il potere, producendo una radicalizzazione nel1'elettorato di destra. Ma nel giro di due anni, quando la sinistra è costretta a cambiare la propria politica economica a causa della recessione, si registrano frustrazione e delusione nell'elettorato di sinistra: per la prima volta in Francia I' estrema destra può allora disporre di un elettorato potenziale molto più largo con un contingente di elettori di fasce popolari, -operai, impiegati-, delusi dalla sinistra, che non rappresenta più una speranza per loro. Fin quando la sinistra non era giunta al potere c'era pur sempre l'idea che la crisi fosse evitabile, che fosse responsabilità della politica della destra, ma dopo due anni di governo di sinistra c'è stata una delusione enorme ed è esplosa una seconda crisi, in aggiunta a quella economica. una crisi politica: il sentimento che né la sinistra né la destra possono agire sull'economia e sulla società. A partire da quel momento si sviluppa un disincanto verso la politica, verso la destra e la sinistra confuse insieme, che ha spianato la strada al Front National, che può ora presentarsi come un partito nuovo, che critica "questa classe politica corrotta", che mette nello stesso sacco la "banda dei quattro": Ps, Pcf, Uclf, Rpr. E' a quel punto che gli immigrati sono diventati i "responsabili numero uno" di tutti i mali della Francia. Se nell'88 Le Pen ha ottenuto il miglior risultato, CASSARURALEDARTIGIANAF._ORLI' NEL CUORE DELLA CITTA' il 27o/cdei suffragi, fra piccoli commercianti ed artigiani, ossia nella frazione più popolare del!' elettorato di destra, nel '95, una buona parte dei lavoratori autonomi è ritornata alla destra moderata, votando massicciamente per Chirac, mentre Le Pen ha raccolto il 14%, che non è poco, ma è la metà di quanto aveva ottenuto sette anni prima. Contemporaneamente, però, il Front National si sviluppa in modo considerevole negli ambienti popolari, particolarmente fra gli operai. Questi ultimi costituivano già ne11'88 il secondo bacino di voti per Le Pen, dopo i piccoli commercianti: fra di essi raccoglieva il 1718% dei suffragi, ma nel '95 ha raccolto fra gli operai il 30% dei voti! ln altre parole, oggi il Front National è il primo partito operaio della Francia. E non avanza solo fra gli operai, ma in tutte le fasce popolari meno favorite: nell'elettorato del Front National c'è una percentuale tre volte più grande di disoccupati che negli altri partiti, il 15% per la precisione. Stiamo assistendo, a partire dal '92, ad una progressiva proletarizzazione del Front National, che si va diffondendo proprio fra quegli operai che prima votavano comunista. Se si chiede agli elettori di Le Pen di posizionarsi sulla scala destra-sinistra, si vedrà che solo il 15%, la stessa percentuale dell '88, si situa ali 'estrema destra: c'è chi si pone a destra, chi al centro e infine c'è chi si pone perfino a sinistra! Se guardiamo, inoltre, l'adesione al programma, vediamo che non sono molto diversi dagli elettori della destra moderata, anzi talvolta sono molto vicini agli elettori di sinistra. Per esempio, sono molto più favorevoli ali' intervento dello stato nell'economia degli elettori della destra moderata. Riguardo poi al cosiddetto "liberalismo culturale", risultano meno ostili all'omosessualità e ali 'aborto degli elettori di Chirac. In altre parole, la lotta di Le Pen per la difesa dei valori tradizionali coinvolge solo una piccola parte del suo elettorato, cioè gli elettori venuti dalla destra tradizionale, cattolici per la maggior parte, ma non l'elettorato popolare, proveniente dalla sinistra. Insomma, non è così semplice, non si può dire: "Sono sempre alla destra della destra". Il solo punto che accomuna questo elettorato così differenziato al suo interno è il sentimento che bisogna avere una politica più dura verso l'immigrazione e in materia di sicurezza, insomma "legge e ordine" quale risposta alla paura. Per esempio, sono più favorevoli alla pena di morte di tutti gli altri elettori, così come sono i più contrari ai musulmani per quanto riguarda il loro diritto ad erigere moschee in Francia. Cosa caratterizza, allora, un elettorato così diversificato? Direi che, propriamente, si tratta di elettori "perduti". Infatti, se si va oltre l'analisi in termini di età, sesso, categorie socio-professionali. ciò che li caratterizza è il fatto che hanno paura. Hanno più paura di tutti gli altri elettori e hanno paura di tutto: paura degli incendi. paura del! 'inquinamento. Ci sono state parecchie inchieste sulle paure dei francesi e sistematicamente gli elettori del Front National apparivano come persone che avevano paura. C'è dunque insicurezza in questo elettorato. Perché questa insicurezza? Può essere legata al grado di istruzione più basso della media, perché favorisce senza dubbio un sentimento di paura verso l'avvenire. Ma c'è dell'altro. Si può. infatti, constatare che sono meno integrati socialmente e politicamente degli altri elettori: hanno meno fiducia nei loro amici, nei loro prossimi, nelle loro famiglie; hanno la sensazione che non ci sia nessuno su cui possono contare. In breve, non hanno risorse sociali, sono soli, atomizzati. Quel che li caratterizza è pertanto una forma di isolamento sociale. E non hanno nemmeno risorse politiche: non nutrono fiducia in alcuna istituzione, in nessun partito. Dunque, hanno paura, ma nello stesso tempo non hanno risorse né politiche né sociali, equesto li porta a votare per un nuovo partito di protesta. A questo proposito un giornalista, A. Tristan, facendosi passare per un militante del Front National, ha vissuto e lavorato per due mesi in una sezione del Front National in un quartiere di Marsiglia. Ha descritto la sua esperienza in un libro, intitolatoAu Front , in cui ha mostrato molto bene che quella sezione, per chi vi passava, era innanzitutto un luogo di socia Iizzazione, visto che in quel quartiere le associazioni di sinistra erano scomparse. E' su quel terreno che effettivamente l'Fn si è radicato, divenendo un luogo di socializzazione per elettori isolati e atomizzati, "perduti" come dicevo. Le Pen ha costruito un vero e proprio partito tradizionale? Certo, il Front National ha il merito, in un 'epoca in cui tutti i partiti e tutti i sindacati, senza eccezione, stanno perdendo aderenti, di reclutarne di nuovi. Si possono stimare a 50 mila i suoi aderenti. Se osserviamo la regione Provence-C6te d' Azuroppure il Rh6ne, che hanno forti federazioni del Front National, vedremo che i suoi militanti sono sul campo. Non è un mistero: se si vuole avere successo in politica, bisogna fare delle riunioni, incollare manifesti, distribuire volantini, vendere i giornali al mercato. E Le Pen, leader carismatico molto abile, che sa ben parlare ai mass-media, che sa trovare la formula choc, ha costruito una vera macchina di partito sul modello del partito comunista. Anche le strutture sono le stesse: c'è un comitato centrale, un ufficio politico, un'organizzazione piramidale con sezioni, federazioni dipartimentali e regionali, congressi ogni tre-quattro anni. Quali sono le debolezze dell 'estrema destra lepenista? Anche oggi, quando si chiede loro se vogliono realmente che Le Pen venga eletto alla Presidenza della Repubblica, solo poco più di un quarto degli elettori dell'Fn, il 2627%, risponde di sì. La gente è d'accordo con le sue idee e pensa che forse la soluzione dei problemi della Francia consista effettivamente nel rispedire gli immigrati a casa loro, ma non ha fiducia nell'Fn, i tre-quarti degli elettori di Le Pen non vuole che sia eletto Presidente. Insomma, non è credibile come alternativa politica cligoverno. Questa è la prova che il voto al Front National conserva una dimensione clipura protesta. "Voto Le Pen perché tutti gli altri sono corrotti'". Ma Le Pen non è la soluzione, i suoi elettori sono disponibili a votare qualcun altro che realizzi le sue idee o ne proponga di migliori. In effetti, il Front National risulta più fragile di quel che si pensa, non bisogna esagerarne la forza. In secondo luogo, se è vero che dall '84 il Front National ha stabi1izzato la propria forza, e iI 15% dei voti non è un dato trascurabile, un limite molto forte alla sua crescita ulteriore è il sentimento, molto diffuso nel popolo francese, che questo partito costituisca un vero pericolo per la democrazia. nonostante La sicurezza di unapensionientegrativa, " . . Per maggiorinformazionrivolgitialle AgenzieUnlpol UNIPOL ASSICURAZIONI I vosln valori sono i nostn valori ®

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