Una città - anno IV - n. 33 - giugno 1994

di geografia, popolazioni e ro La dura polemica del Papa contro la politica demografica dell'Onu. Le due scuole che si contrappongono: del/ 1 nascite e quella della domanda, che punta al cambiamento dei costumi delle coppie attraverso un aumento "del verso cui non valgono le retoriche dell'accoglienza o del multietnicismo, ma occorre una forte proposta di intes sociale. La nostra tendenza, per altro non irreversibile e su cui si può intervenire intelligentemente, al calo e Massimo Livi Bacci insegna Demografia alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze. Dal 1989al 1993 è stato Presidente dell'Unione Internazionale per Lo Studio della Popolazione. Sta per iniziare la Conferenza del Cairo sul problema demografico ed il Papa si è espresso in termini molto polemici sugli orientamenti che emergono dai documenti preparatori che, è sembrato di capire, sarebbero favorevoli ad un forte uso della contraccezione e fors'anche, dell'aborto come mezzo contraccettivo. Quali sono i termini reali della disputa? Certamente l'intervento del Papa è molto più robusto che non in passato. La conferenza del Cairo segue di dieci anni I' analoga conferenza di Città del Messico, del 1984, ed in precedenza ancora quella di Bucarest del 1974. In tutte e due le conferenze precedenti il Vaticano è stato presente con una delegazione ne più né meno come sarà presente al Cairo e quindi I' ambito in cui, a livello mondiale, si discutono i temi della popolazione non è nuovo a questo intervento del Vaticano. E non si può dire che la posizione del Vaticano in sé sia cambiata, quello che forse è cambiato rispetto alle altre conferenze è una situazione di contesto. Nel '74 il Vaticano si trovava su posizioni non lontane da quelle di molti altri paesi, fra i quali alcuni paesi del blocco comunista e diversi paesi in via di svilÙppo, che rifiutavano un intervento in ambito demografico basato su politiche demografiche perché, sostenevano, tutto doveva avvenire attraverso lo sviluppo, che da solo avrebbe portato con sé la soluzione del problema. Il Vaticano si trovò così spalleggiato da molti paesi. Ma già nelr84 la situazione era molto mutata. A Città del Messico quasi tutti i paesi avevano abbandonato, in pratica, ogni pregiudiziale verso l'intervento in campo demografico. Quasi tutti si rendevano conto che la crescita era troppo rapida, che causava problemi economici e che quindi era necessario in qualche modo intervenire nel1'ambito specifico demografico con delle politiche ad hoc. La Cina, che già aveva cambiato la sua politica demografica con la morte di Mao, stava intervenendo pesantemente con la politica del figlio unico, e anche altri paesi di ispirazione socialista erano oramai d'accordo che non si poteva aspettare che fosse genericamente lo sviluppo a far mutare i costumi, le preferenze, gli atteggiamenti delle coppie. Tuttavia anche a Città del Messico il Vaticano non restò solo perché trovò un alleato nella delegazione americana. Infatti Reagan, UNA CITTA' La testataUNACITTA' è di proprietà dellacooperativa UNA GITTA'. Presidente: Massimo Tesei. Consigliert Rosanna Ambrogetti, Paolo Bertozzi, Rodolfo Galeotti, Franco Melandri, Gianni Saporetti, Sulamit Schneider. Redazione: RosannaAmbrogetti, FaustoFabbri, SilvanaMasselli, Franco Melandri, Morena Mordenti. Rocco Ronchi, Massimo Tesei. Gianni Saporetti (coordinatore). INTERVISTE: A Carlo Galli: Marco Bellini e Franco Melandri. A Fra11çoiseKali11kee Shadmc: Gianni Saporelli. A Aldo 80110111i: Franco Mclandri e Gianni Saporelli. A Cesare Moreno: Massimo tesei. Al Cai di Napoli: Gennaro Esposito. A Massimo Livi Bacci: Gianni Saporelli. A Fulvio Papi: Rocco Ronchi. A Giuseppe Farrori: Rosanna Ambrogclli. A u:111ra8011aparre: Massimo Tcsei. FOTO: Foto: di Fausto Fabbri. A pagg. 6-7: particolari da foto di Maurizio Bizziccheri e Uliano Lucas da l//11srrazio11leralicma. A pagg.12-13: di Giovanni Tassani. HANNO COLLABORATO: Rita Agnello. Edoardo Albinati. Lorella Amadori, Antonella Anedda, Giulia Apollonio. Giorgio Bacchin. Marco Bellini, Paolo Bertozzi, Patrizia Betti, Barbara Bovelacci. Vincenzo Bugliani. Paolo Cesari. Michele Colafato. Dolores David. Gennaro Esposito. Liana Gavelli. Gianluca Manzi. Martio Malpezzi. Linda Prati, Carlo Poletti. Giannozzo Pucci, don Sergio Sala. Grafica: "Casa Walden". Fotoliti: SCRIBA. In copertina: New York. /980. assai preoccupato per il voto cattolico negli Stati Uniti, cambiò completamente la posizione americana. Contrario fortemente ali' aborto e alla contraccezione, smise di contribuire al fondo delle Nazioni Unite per le attività di popolazione perché il fondo appoggiava le politiche cinesi che avevano fra i loro ingredienti l'aborto. Insomma, in una situazione ormai completamente mutata rispetto alle politiche demografiche, il Vaticano trovò un alleato potentissimo. Oggi il Vaticano, salvo per l'appoggio di qualche piccolo paese di poco peso internazionale, è praticamente solo a sostenere la sua lotta. Ed essa verte soprattutto sull'aborto, la contraccezione e la famiglia. Sull'aborto è ovvio che la posizione della Chiesa è sempre stata e continuerà ad essere di netto rifiuto. Ma ciò che preoccupa il Vaticano non è il fatto che si sostenga l'aborto come metodo di regolazione delle nascite, perché questo non è detto in nessuna parte dei documenti preparatori, bensì che se ne parli come problema medico. Nei documenti si dice di fare attenzione, perché inmolti paesi in via di sviluppo l'aborto illegale crea malattia, sterilità. morte tra le donne giovani in età feconda e che quindi, nel regolare l'aborto, non tutto può essere affidato al diritto penale e alla repressione. Si dice che bisogna cercare di permettere alle donne, che purtroppo scelgono questa strada, di abortire in un contesto sicuro o perlomeno di minimizzare le conseguenze negative che l'aborto può avere. sulla contraccezione il travaglio pastorale della chiesa Questo si dice nei documenti. Anzi. lo si adombra solamente inmaniera abbastanza indiretta. Non si sostiene quindi la legalizzazione dell'aborto. ma mettendo in campo considerazioni di carattere sanitario, si richiede una regolamentazione che abbia in vista non solamente la repressione penale dell'atto, ma anche la protezione della salute della donna. Comunque sia, se per tutto ciò che riguarda l'aborto si può capire bene la posizione del Vaticano. la si capisce meno bene sul puntodel lacontraccezione. Per diversi motivi. Perché ladiffusione del lacontraccezione è ormai un fatto irreversibile e universale e perché la Chiesa stessa è stata molto incerta nella condanna della contraccezione. Una condanna esplicita venne con l'enciclica Casti con1111bii d Pio Xl. fu ribadita in varie lettere pastorali da Pio X11.fu poi rimessa in discussione. quando apparve il problema dei paesi in via di sviluppo, con Giovanni XXIII che nominò in sede conciliare una commissione sui temi della popolazione e della famiglia che. a maggioranza, si espresse a favore della liceità della contraccezione. Poi, sempre nel '68, Paolo VI, con l'enciclica Humanae Vitae, riaffermò la posizione tradizionale di condanna. Quindi nella Chiesa c'è stata un'ampia oscillazione sul tema della liceità della contraccezione. Naturalmente Giovanni Paolo II ha ribadito, anzi rafforzato, le considerazioni di Paolo VI, ma che nella Chiesa resti un tema travagliato lo testimonia anche una pastorale, nei paesi in via di sviluppo, molto tollerante verso l'argomento contraccezione. Credo che questi due aspetti rendano molto debole sul piano politico -su quello morale non spetta a me esprimere valutazioni- la posizione del Vaticano. Tanto più. poi, perché il metodo che viene ammesso, sia pure per ragioni morali importanti, il metodo Billings, quello cioè del periodo sterile, può avere un impatto molto modesto sull'abbassamento della fecondità, perché molto difficile e tutt'altro che infallibile. Questo è un poco il quadro della situazione. Qual è la situazione attuale dal punto di vista delle tendenze demografiche? E come si pensa di intervenire per accelerare la diminuzione di natalità? Attualmente la situazione è molto variata nel mondo in via di sviluppo. Ci sono zone in cui ancora la fecondità della donna e delle coppie è dettata solo da fattori naturali e quindi non c'è nessun controllo volontario della fecondità: quasi tutta I'Africa tropicale,certi paesi islamici come l'Iran, I' Irak, iIPakistan, certe zone del!' America Centrale e anche dell'America Latina. Ci sono poi zone in cui oramai la transizione alla bassa fecondità è avvenuta, o quasi: la Cina, la Corea, Taiwan. Cuba, le isole caraibiche e altre zone in cui ci si sta avvicinando alla riduzione dei livelli.come Messico, Colombia, Brasile. Indonesia. La gamma delle situazioni è completa. però dappertutto c'è consenso sul fatto che i livelli sono ancora troppo elevati, che la crescita è troppo alta e quindi è legittimo pensare a politiche nazionali che tendano a fare accelerare questo processo. Che tipo di politiche è la grande questione aperta su cui si discute. Si possono individuare due scuole che io ho chiamato del- /'ojfer,a e della domanda. Nel documento preparatorio delle Nazioni Unite, si dice che uno dei grandi problemi sta nel fatto che gran parte della popolazione dei paesi in via di sviluppo vorrebbe limitare le proprie nascite. ma in realtà poi ha un numero di figli maggiore di quanto desidererebbe perché non sono disponibili metodi di controllo delle nascite. perché è carente l'offerta di metodi di pianificazione familiare con sistemi contraccettivi di sufficiente varietà. a basso costo, di facile raggiungibilità. E, soprattutto, perché è carente l'offerta di servizi per la salute della madre e del bambino. per la reprod11C1ivehealrh. salute riproduttiva. come viene chiamata. come far sì che chi desidera 6 figli ne desideri solo 3 o 2? Ora, con l'offerta di questi servizi, si prevede che anche le coppie che non se ne avvalgono liniranno per avvalersene equesto finirà per far accelerare la caduta della natalità. Naturalmente per fare questo occorrono delle risorse ma sono risorse relativamente modeste: il documento delle Nazioni Unite stima in dieci miliardi di dollari la cifra che occorrerebbe per estendere i servizi a tutte le coppie che ne fanno richiesta. Una cifra quindi relativamente modesta rispetto alle somme che vengono investite in altri aspetti dello sviluppo. E' la linea "dell'offerta", che è anche tecnicamente facileperché ormai esiste un' esperienza consolidata nel produrre programmi di pianificazione familiare, esiste anche il personale paramedico o almeno si può formare facilmente, esistono i contraccetABBONATEVI A UNA CITTA' tivi. La scuola della domanda è più problematica. Si sostiene che è vero che ci sono bisogni di pianifìcazione familiare non soddisfatti, ma non dappertutto. perché esistono molte popolazioni in cui le coppie vogliono il numero di figli che poi hanno, quindi razionalizzano la loro situazione e il fatto che non vogliano famiglie di dimensioni più piccole deriva dal fatto che la domanda di figli è elevata perché i fìgli costano poco. Occorre modificare questa domanda. Ma come si modifica? Come si può far sì che popolazioni che oggi hanno circa cinque o sei fìgli in media, ne abbiano quattro o tre o due? Questo può avvenire quando per la coppia scende l'utilità e aumenta il costo dei figli (si parla ovviamente di utilità in termini economici, non affettivi). Vietare il lavoro minorile; mandare i bambini a scuola sottraendoli all'impegno nei lavori in famiglia, nei campi o nella piccola azienda artigiana; far sì che la donna abbia una maggiore istruzione e quindi una maggiore convenienza a utilizzare il suo tempo fuori dalla famiglia; favorire maggiormente l'entrata della donna nel mondo del lavoro, la qual cosa farebbe aumentare il costo dell'allevamento dei figli perché questo comporterebbe la rinuncia a una risorsa esterna; costruire sistemi di previdenza sociale che sottraggano i vecchi alla necessità di appoggiarsi esclusivamente sui figli e sui giovani: attenuare le disparità. che a volte hanno radici legali, fradonna e uomo e che spesso si accompagnano all'idea della continuità della famiglia per cui deve per forza nascere il figlio maschio: sono tutte modificazioni che, pian piano, o anche velocemente, farebbero abbassare la domanda di figli. Una via sicuramente più convincente, ma anche più lunga e complessa da praticare ... Infatti questo è il problema. Mentre gli interventi sul lato dell'offerta sono impacchettabili facilmente, quelli sul fronte dello sviluppo, che riguardano la legislazione del lavoro, l'istruzione, la legislazione in genere. quella fra uomo e donna, le politiche sociali, sono così complessi che non ci può essere un unico centro di decisione come può esserci per la pianifìcazione familiare. Fanno parte della "galassia sviluppo•·, sono condizionati dai centri di potere e di intervento diffusi in tutti i gangli della amministrazione dello Stato e quindi, inqualche modo, hanno un'appetibilità internazionale minore. Hanno meno leverage. come si dice. Questo. quindi. è unodei grandi temi:come farsìche l'aspetto politico non sia ridotto all'aspetto tecnico di miglioramento dell'offerta di contraccezione e far sì. dall'altro canto, che si sottolineino col dovuto vigore tutte quelle politiche di sviluppo senza le quali una politica dell'offerta non avrebbe effetto. D'altra parte molti sostengono, io fra questi, che quasi tutti i paesi europei hanno diminuito la loro fecondità senza bisogno di politiche familiari. Anzi, nelle campagne toscane ed emiliane, ancora negli anni trenta, la fecondità era bassa nonostante l'aborto fosse un crimine, la contraccezione sconosciuta e ci fossero lecampagne del grano e i premi alle famiglie numerose. C'erano tutte le condizioni contrarie. ma la domanda era bassa e quindi le coppie non facevano figli. Quali altri temi staranno al centro della conferenza? L·altro grande tema che più da vicino riguarda i paesi sviluppati è quello dell'emigrazione, che configurerei attorno a questo grande problema storico-teorico: siamo al termine di un secolo nel quale, da una parte, è aumentato enormemente lo scambio di beni e di merci, includendo fra le merci anche i flussi fìnanziari e i servizi, in cui stiamo tentando di abbattere, per quanto si può, le barriere sia tra gruppi di paesi che a livello globale, come con gli accordi del Gatt ma, nel quale, dall'altra parte, sono aumentate lebarriere agli scambi umani, non quelli di visita, di mobilità, ma quelli effettivi, di immigrazione. Il mondo era ancora un mondo relativamente aperto fino alla prima guerra mondiale: si emigrava negli Stati Uniti. si emigrava in America, si colonizzava, ci si scambiava. Oggi questo mondo è diventato chiuso. Allora: come conciliare questa enorme mobilità di informazioni e merci con questa crescente rigidità degli scambi umani? Questa è una delle grandissime contraddizioni del nostro secolo. che deve trovare una soluzione in qualche modo favorita anche dalla politica. Cominciano ad esserci esempi di trattati, come il Nafta (Trattato nordamericano del libero commercio) fra Stati Uniti. Canada e Messico, in cui, oltre a discutere la libera ABBONAMENTO ANNUALE a 1 O numeri: 30000 lire. Sostenitore: 50000 lire. e.e. P. N.12405478 intestato a Coop. Una Città a r.l. Redazione: p.za Dante 21, 47100 Forlì - Tel. e fax: 0543/21422. UNA CITTA' E' IN VENDITA IN TUTTE LE FELTRINELLI Inoltre Una città si può trovare nelle librerie: a Bologna: "Tempi moderni" e "Libreria Delle Moline"; a Cesena: "Dedalus", "Bettini" "Minerva"; a Faenza: "Moby Dick"; a Pesaro: "Pesaro Libri"; a Milano: alla "Utopia", alle librerie della Statale, "CUEM" di Via Festa del Perdono e "CUESP" di Via Conservatorio. il prossimo numero uscirà a/l'inizio di settembre

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