Terza Generazione - anno II - n. 10-11 - luglio-agosto 1954

Esperienze di • generazione • • • I g1ova.n1 del IDIO paese I Caro Scasellati Cercherò, con ciò che si potrebbe defi– nire: una breve relazione di fatti che sono avvenuti e che avvengono tutt'ora di trattare, legandoli tra loro, un po', alcuni problemi del mio paese: Villarfocchiardo, provincia di Torino. Ed ecco la mia modesta e breve relazione, su fatti e cose di un paese di montagna, anzi do, rei e potrei dire: di tanti paesi di nwn– tagna. Come in tutti i paesi del mondo anche nel mio paese vi è una Chiesa, dei sacerdoti, del– la gente che li frequenta ed altri no. In ge– nerale però (parlo della maggioranza dei ca– si), la gente non va in Chiesa o ci va sol– tanto nelle grandi occasioni: funerali, batte– s1m1, ecc. Ciò succede da sempre ed io non so spie– gare il perchè; Jo tenterei, ma troppo temo di sbagliare; quindi non sto a provare. Parlerò della gente che vive quassù e del loro lavoro, che somiglia stranamente a quello dei ca– \ alli, che debbono per guadagnarsi la vita sen1pre tirare e portare carichi pesanti. I contadini ed i boscaioli non somigliano neanche più nell'aspetto fisico a delle per– sone. Sono gobbi, brutti, trasandati, ed i loro vestiti, (se tali si possono ancora definire), so– no logori e strappati. E' la miseria pit1 riluttante, guadagnano poco, e spesso, specie durante i n1esi inver– nali, non hanno più i soldi neanche per com– prare il pane. Ancora giovani diventano bestemmiatori ed ubriaconi. Quando poi dalle esattorie giun– gono gli stampati annuncianti che si devono pagare le tasse, allora sono guai. Liti tra di loro perchè uno deve (perchè magari possiede due capre in più), pagare maggiormente ùcll'altro, bestemmie terri– bili, parolaccie e talvolta e non raramente sbronze e botte. ì\Ia il paese non è tutto qui. Esiste pure la classe operaia. Giungono stanchi, gli ope– rai, da Torino in treno; dalla FIAT ed altre industrie. Pochissimi lavorano nelle industrie cotoniere della valle, dove le maestranze sono composte quasi esclusivamente di donne. Fbbe.ne, coloro che giungono da Torino, so– no già vestiti in modo migliore e somigliano di più a cjò che l'uomo dovrebbe essere. Più educati, yiù eh ili, più uomini insom– maJ e parlano delle loro macchine d'officina, dei loro viaggi, delle conoscenze fatte in tre- ibliotecaGino Bianco no, delle lotte sindacali, del c1nen1a con schermo panoramico o 3 D; destando con queste parole l'invidia forse, e il desiderio dei boscaioli e contadini più poveri di loro, i qua– li li vedi rimanere estasiati e sognare ad oc– chi aperti di poterli in1itare andando anche loro a lavorare in città. l\Iai si discutono problemi di natura spi– rituale, ma sempre di economia. Quando poi capitano discussioni sulla sa– lute del corpo umano, sui medici ed altre cose del genere, allora si scopre un po' co– me è il contadino. Egli dice che non ha fiducia nella scien– za, ma si fa presto a scoprire che ciò non è detto con convinzione. Se egli si presenta da un qualsiasi dot– tore quando già è quasi morto, la colpa di ciò non è esclusivamente della sfiducia ver– so la scienza medica, e della sua completa ignoranza per quanto riguarda tale scienza, ma anche, ed io penso in modo particolare, delle sue condizioni economiche che non gli permettono il pagamento di visite e cu– re. Non sono rari i casi in cui jl contadino boscaiolo vende la mucca che ha nella stal– la e che gli dà parte del vitto, per curare qualche malanno gra\'e nella sua famiglia. E' un caso di questo paese, quello di un vecchio contadino che vendette le sue due mucche per poter pagare un difficile inter– ' ento chirurgico alla figlia venticinquenne malata da alcuni anni. Ed ora citerò un caso, direi esemplare, di un medico deceduto qualche tempo fa, pro– prio in questo mio paese. Il Dott. Manfri– ne. Un buono, morto povero. La sua carità era di curare coloro che non potevano pagare, gratuitamente, anche se a Joro diceva: << Pagherete poi, quando potrete ». Ed egli sapeva che sarebbe morto pnma che i suoi clienti lo potessero pagare e con– tinuava a dire: « Pagherete poi, quando po– trete». Questa frase, tanti la conoscevano in pae– se - era la sua frase - Raramente troppo raramente si odono delle frasi del genere. Ricordo ora una sepoltura; una grande se– poltura e tutta la gente del paese in chie– sa; da non starci tutti. Operai, boscaioli, contadini, commercian– ti, partiti politici al completo, sinistre, de– stre, centri, atei, dubbiosi ecc. Il dolore della comunità di un paese, do- ve tutti si conoscono tra di loro. Dove tutti, in fondo, anche se talvolta non sembra, si vogliono bene quasi come fratelli. Ecco ciò che capita in un paese. Secondo jl mio parere in un posto dove tutti si conoscono si vedono più cose che non in una grande città, in cui ti sembra di vedere ma non vedi nulla, perchè non co– nosci nessuno. Ed ora ai giovani : « Che cosa fanno 1 giovani nel nostro paese? ». Come in tanti altri, un po' di tutto. Lavorano, amano discutono, giocano a carte, ballano, leggono ecc. I « Vitelloni » non esistono da noi, o per lo meno se c'è qualche giovane che ha que– ste tendenze le sfoga in città o nei paesi della bassa valle in cui 1 « papà dei fi– gli » sono più numerosi. I giovani, come dicevo, qui, fanno un po' di tutto. I divertimenti sono rarissimi. Biblioteche zero (per ora). E' un po' con rincrescimento che mi ac– cingo a scriverlo, (talvolta dire la verità rincresce), ma quasi la totalità dei giovani legge i fumetti dei vari « Grand Hotel » « Bolero Filn1 » ecc., con il }oro stupido contenuto. Solo alcuni giorni fa, in una specie di riu– nione in casa del Sindaco del paese, che è un giovane, o trovammo, alla lettura dei fumetti intento, ed affascinato. Ironizzammo. Se ne accorse e ci disse che gli piacevano e che li leggeva tutte le sere prima di andare a letto. Li leggono tutti I Ed ora passo alla politica, scienza dei fur– bi. Di politica quasi nessuno ne parla, da noi, specie i giovani, ma tutti ne discutono quando capitano dei fatti internazionali im– portanti. Ultimamente, per la questione di Trieste, tanto se n'è parlato. Arrivavano le cartoli– ne rosa di richia1no alle armi ed allora o– gnuno diceva la sua. Chi ce l'aveva con Ti– to, chi con gli inglesi, chi con Pella, ecc. Tutti però erano d'accordo nel non volere la guerra per nessun motivo. Le questioni politiche si risolvono al ta– volino e non con i massacri 111massa. Idee di montanari I

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