Terza Generazione - anno II - n. 9 - giugno 1954

Questo nostro paese Il Molise tra la L'indagine intrapresa sul lVlolise è già arrivata alla terza puntata e se ne prevede almeno una quarta. Se alcuni dei nostri 1ettori hanno tro– vato troppo lunghe e analitiche le inchieste pubblicate nei primi nu– meri di T. G. (per esempio quella su Siena), avranno ora d1tficoltà ad accettare le ragioni di una cosi lunga discussione sulle vicende di una re– gione come 11 Mohse, che oggi è tra le provincie della repubblica, una di quelle che meno sogliono richia– mare la nostra attenzione. ~ acuità cti scnttura o mania ar– cheologica, dunque? Per la verità abbiamo ritenuto necessario anda– re un po' a fondo, trovandoci per la prima volta di fronte alla real– tà di una regione meridionale in cui si riscontrano tutte le caratte– ristiche delle aree depresse - un grave squilibrio tra popolazione e nsorse, la mancanza quasi assolu– ta di iniziative, l'assenza di uomi– ni capaci di impostare in giusti ter– nnni i problemi dello sviluppo. Tutti gli abituali collaboratori di questa rivista hanno conosciuto il Mezzogiorno e i suoi problemi pri– ma sui libri che per rapporto diret– to di vita. Non è stato facile per loro sottrarsi alla soggezione di quelle formule imparate adolescen– ti e presto non più credute, senza contemporaneamente non perdere il senso del valore delle visioni di insieme e della necessità delle for– mule per guidare l'azione. Se tutti hanno abbandonato l'azione, ciò è avvenuto quando si è capita la ne– cessità di una preparazione per ap– portare realmente un qualche perso– nale contributo. La nostra ricerca di fronte alla realtà concreta è quindi sempre una forma di presa di coscienza a– nimata da un profondo interesse per il presente e il futuro. La storia è vista come genetica dei problemi aperti e dei modi specifici di cui dovrà tener conto ogni soluzione, nell'analisi si cerca l'emergere di elementi che abbiano un significato d'insieme, quasi una funzione car- dine. Anche questa ricerca sul Molise, ibliotecaGino Bianco • storia e l'inchiesta (III) quale possa essere il suo limite e il suo valore, è stata pensata come la relazione di apertura di un idea– le convegno di giovani che voglio– no creare un centro di formazione di uomini capaci di concretamente impostare i problemi dello sviluppo anche nel Molise e di trarne ispi– razione per la loro attività di lavo– voro. Noi sappiamo che a Campobasso esiste una biblioteca ricchissima di materiale sul passato della regione - mentre altrove mancano anche le opere più moderne - e pensia .. mo che varrebbe la pena non solo di continuare la raccolta con stu– di e documentazioni, ma sopratut– t0 cli mettere a frutto quanto esiste 1n modo da rispondere alla pazien • te attesa dei contadini e dei .paesi e dare un senso umano ai sacri- fici secolari che solo la realtà pit1 vera dell'« atavica accettazione del– lo stato di povertà » (a cui accenna il prof. Barbieri nella sua relazio– ne per l'In.,chiesta parla1nentare sulla miseria). I migliori e più illuminati inter– venti dall'esterno assumono un si– gnificato e arrivano a conclusioni anche opposte ai criteri che han- no ispirato le norme, se all'interno dell'ambiente non esistono uomini onesti e amanti dei propri compae– sani che ne traducano le parole in tatti, in libera comprensione, rin• novandone continuamente la lette– ra. « Colmare lo spazio di secoli » sembra a volte una utopia, e ciò va- le oggi per il Molise da cui i gio– vani migliori fuggono senza sperqn: ze. Bisogna invece che chi resta _ non rimanga perchè imbelle anche a fuggire e che chi esce dai confini natali lo faccia per prepararsi a tornare. A seguito di questa inchiesta T. G. non può non porsi il problema di quali mezzi saranno necessari ad un simile scopo: altrimenti le mol– te ipotesi che abbiamo affacciato con giovanile ardore e che ci han– no fatto discutere problemi risolti o sottilmente dibattuti, avranno per– so per noi ogni senso. Con il maturare nelle regioni circostanti delle condizioni economiche, sociali e po– litiche fin qui considerate, vediamo aprirsi nel Molise la via ad un nuovo sistema di rapporti tra gli uomini e tra questi e lo ambiente. E questo un sistema che ha co– me regime caratteristico e distintivo di pro– duzione la pastorizia transumante, come molla economica il costante valore mercan– tile della lana, come risorsa naturale base_ i pascoli estivi e invernali dell'Appennino e del Tavoliere pugliese. Originanamente separati da colline boscose e coltivate, quei pascoli lontani decine e decine di chilo– metri sono diventati contermini da quando tra. i boschi diradati e le coltivazioni ab– bandonate sono apparse sempre più larghe zone di incolti. Disordine delle risorse naturali, spopola– mento, e abbandono dei campi sono nel Molise i segni con cui si conclude il tenta– tivo romano di una successione all'antico equilibrio dell'epoca Sannita. Questo era certan1ente un equilibrio naturalistico, ca– ratterizzato dalla pressochè totale adegua– zione dell'uomo alle offerte esistenti e spon– tanee della natura e dalla estensione di un sistema ai territori via via occupati sotto la pressione della popolazione crescente, e difatti era andato distrutto quando il nu– mero degli uomini era giunto oltre le capa– cità spontanee delle risorse ambientali sen– za che mutassero le condizioni culturali e tecniche della popolazione. Tutto il siste– n1a di vita e di rapporti tra gli uomini omogeneo a quell equilibrio elementare era stato poi definitivamente compromesso in seguito alle lotte per il dominio delle pia– nure sulle quali gruppi Sanniti erano dovuti scendere alle guerre con Roma durate tre secoli, e alle decisioni che questa aveva , imposto con l'imperio politico: una speci– fica sollecitazione all'agricoltura in luogc dell'antico regime agrosilvo-pastorale; l'in sediamento di colonie di piccoli proprietari sia liberi che schiavi, che avevano compro messo l'omogeneità etnica e sociale preesi stente; la differenziazione sociale con 1 figure dello schiavo, del proprietario reddi tiero e dell'appaltatore delle tasse, in luc go dell'antica primitiva- eguaglianza di 1 beri; 1 entrata in un sisten1a di rapporti ecc_ nomici e sociali tendente alla accumulazi• ne della proprietà e alla sicura e massim riscossione della rendita della terra, in lw go dell'antica indipendenza e autonom

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