Terza Generazione - anno II - n. 9 - giugno 1954

dei vari popoli Sanniti. Se il mondo sannita viveva 1n Molise ad un livello di iniziativa e di organizzazione umana molto bassi quali corrispondevano ad una situazione di sostanziale subordina– zione e favorevoli (anche se difficili) con– dizioni naturali, con ridottissime attività trasformatrici - questi mutamenti struttu– rali imposti da Roma, quale che sia il pro– gresso civile ed istituzionale che essi testi– moniano e da cui traevano origine, non si presentavano nè per le popolazioni come un complesso di soluzioni organiche e quindi accettabili, nè di fronte ad un ambiente cosl difficile da conoscere e trasformare avevano la capacità di risposte adeguate. Guardiamo l'agricoltura. Da una parte il livello tecnico estremamente primitivo con l'assenza di ogni dimensione scientifica, danno ad essa un carattere non solo ele-. mentare, ma statico che si traducono nel minuto ritaale secondo cui avvengono le culture, nel generale mimetismo per cui è esclusa ogni comprensione della specifica fisionomia dì ciascun terreno ; dall'al-1 tra la mentalità reddituaria che tende a trarre dalla terra ben più di quanto inve– ste - si concludono in un vivere a spese della terra, sfruttandola senza reintegrazio– ni sicchè la decadenza del suolo è una con– seguenza ineluttabile, ricca a sua volta di implicanze sociali. ( 1) Merita sottolineare brevemente la rela– zione tra questo atteggiamento sfruttatorio della terra e la visione religiosa della na– tura del mondo contadino (non solo moli– sano) precristiano : il mistero schiaccia il contadino, lo avvolge, lo costringe a for– mule rituali continue ferree ed antichissi– me; lo domina e obbliga ad una adegua– zione alla natura mediata attraverso il mi– stero, che è tanto più grave quanto più con il suo lavoro dei campi il contadino ha preso la prima vera complessa iniziativa tra– sformatrice della natura per porsi come suo più o meno superbo padrone. E' un atteg– giamento che la religione civile romana porta al suo massimo ed è forse inesatto at– tribuire al più ingenuo naturalismo conta– dino simili posizioni rigorose, ma tuttavia esse possono essere di ouello uno degli sviluppi e senz'altro il più facile. Questa osservazione è importante perchè dimostra come ragioni ideali, oltre che pratiche, im– pedivano di raggiungere nel terreno produt– tivo uno sviluppo sostanziale: mentre si ripudiava un sistema organico che ricono– sceva la necessità di soggezione alla natu– ra, si fini va per altra via di ricaderne sog– getti: in queste condizioni la logica delle cose infatti è più forte della volontà de– gfi uomini e i bassi raccolti finivano di portare carestie, spopolamento, abbandono . dei campi. Sul piano sociale ancora più gravi sono gli effetti delle innovazioni romane. Il si– stema delle colonie, nato per ragioni strate- Biblioteca Gino Bianco Ca.Tta. < A.ti tr& .ttl.l.ri de.I\' Antl\nlf\0 ~c,.t,o. tnu:Clli on•I-=, . . .. ,, .. ., ... 'L-._ ......... __ _._______ _.; • ~,,oio - rurru,, {•'ltor ... ! \ u..so aaa l\011 p1u, 11\. U..SO ___ {~ "c.or, 1" "''-0 - -- &•A(\I 11•" pi,. '""jO - T~A 1TU~fLLI {.._"'"'':" '.~~o • - - - '10np1v •"' ti&!tO """"/"· - :, ' -– "r• .... '- I tratturi per la dorsale appenninica dove si è svolta per secoli la vita dei pastori. giche politico-militari e sviluppatosi poi per cause sociali interne a Roma stessa, mentre snatura radicalmente l'aspetto etnico delle regioni e la loro struttura sociale, afferma il dominio romano attraverso forme che ine– sorabilmente accelerano la decadenza dei popoli italici fino alla loro assimilazione o alla loro pratica distruzione. Questo se– condo è sostanzialmente il caso dei Sanni– ti. D'altra parte le colonie istituite nella tarda epoca repubblicana e gli insediamen– ti favoriti dagli imperatori nascono anche sotto l'urgenza di scaricare le tensioni so– ciali fuori di Roma e finiscono per creare una sorta di ceto medio che deve la sua fortuna economica e la sua posizione so– ciale a ragioni di pressione politica o mili– tare e tende a mantenere quella mentalità di puro consumo tradizionale nella plebe di Roma, ma poco rispondente alla menta– lità di un sano ceto di produttori agricoli e poco idonea a questi nuovi compiti (2). Una piccola proprietà di questo tipo può perfettamente coesistere con il latifondo ce– realicolo-pastora le che è la base economica dell'epoca imperiale romana, almeno nell'I– talia appenninica. Il colono militare tende infatti a tornare a Roma e ad assumere la figura di un piccolo latifondista che come il grande utilizza lavoro servile e da una parte riduce la quota di reddito necessaria per il consumo di chi lavora, dall'altra con maggior elasticità può variare in crescen– do la superficie - uomo, mano a mano che la decadenza del suolo, la staticità della tecnica, lo spopolamento, la ricerca di una rendita sicura e di una fonte tassabile egualmente stabile (questa da parte della pubblica amministrazione) fanno sentire i loro effetti. E' difficile pertanto poter sostenere che la differenziazione sociale introdotta da Ro– ma in queste regioni abbia contribuito al loro progresso. Se certamente nel sistema un progresso c'è stato questo è avvenuto a spese di zone come quelle molisane che hanno dato a Roma rendite e tributi e che da questa emigrazione di capitale consuma– to altrove hanno tratto un danno divenuto da una certa epoca crescente in progressio– 'le e tale da ulteriormente complicare per il futuro le già originarie difficoltà naturali. Concludendo sull'epoca romana bisogna ~ffermare che in regioni come il Molise è avvenuto un investimento a rovescio. La (1) Questa cl.ecadenza nel rendimento del suolo nel Molise è stata resa più rapida dalla natura chimica dei terreni· dalla loro giacitura collinare e cornposizione fisica dal carattere cerealicolo prevalente e dalle particolari esigenze di queste colti– vazioni dalla alterazione infine nei rap– porti tra aree coltivate, pascoli e bosco, in seguito ad una poco razionale estt,1sione dell'area coltivata. (2) Si sarebbe tentati di esa1ninare per quali ragioni questa caratteristica menta– lità sia rimasta ai successivi gruppi di ceto medio che nel corso dei secoli le vicende politiche e sociali hanno creato nel no– stro paese, gruppi per i quali la rendita agraria resta una aspirazione costante. 13

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