Terza Generazione - anno II - n. 9 - giugno 1954

1..,•,iso, il supporto storico della poszzzo.ne di laro<;ren/.~,>: e l'identificazione di questo supporto spiega la forza e la de– cisione con cui Stalin è sceso in polemica ed ha fatto scen– dere in polemica, con il congresso del 1952, l'intero par.t-i.to sovietico. Il supporto storico di laroscenko è la giovane gP– nerazione russa ed i quadri che essa espn:1'nf'. « Si potrà dire che tutto ciò che qui si afferma » (se. la teoria che « le leggi dell'economia politica del socialismo sono leggi obiettive, che rifiettono le leggi di svilupp,, dez processi della vita economica, indipendentemente dalla vo– lontà uniana ») « è giusto ed universalrnente noto e che, di conseguenza, non vale la pena di perdere il tempo per ripe. tere verità universalmente note ... Il fatto è che a noi, quale nucleo dirigente, si accostano ogni anno migliaia di gio– vani quadri; essi ardono dal desiderio di aiutarci, ardono dal desiderio di mostrare quello che valgono, ma non han– no una sufficiente preparazione marxista, non conoscono nzolte verità a noi ben note e sono costretti a vagare nelle tenebre. Essi sono colpiti dalle colossali conquiste del po– tere sovietico; gli straordinari successi del sistema sovietico fanno loro girare la testa ed essi cominciano a pensare che il potere sovietico " possa tutto ", che per esso " tutto sia una bazzecola ", che esso possa sopprimere le leggi della scienza, creare nuove leggi. Conie dobbiamo coniportarci con questi compagni? come dobbiamo educarli nello spi– rito del mar.xismo-leninismo? I o ritengo che una sistematica ripetizione delle cosiddette verità '' universalmente note ", un loro paziente ch1:arimento, sia uno dei migliori mezzi di educazione marxista di questi compagni ». Si tratta dunque di una istanza strutturale della società sovietica; essa nasce a partire dalla stessa fondamentale esperienza della Russia moderna tesa a costruire una socie– tà ed un'economia realmente governate e dirette secondo un principio di convenienza umana. Essa però, si badi, nasce a partire dall'esperienza s.torica della pianificazione, ma non da una necessità intrinseca di essa. La forza dell'argomentazione di Stalin nei con– fronti di laroscenko sta tutta in questo punto. Posta l'esperienza della pianificazione, è contprensibile che nasca l'esigenza di trovare, al di sopra dei criteri em– pirici di convenienza delle operazioni, l'idea razionale del– l'ordine essenziale delle funzioni e delle attività umane. E' quindi comprensibile come tale problema, che si ma– nifesta a partire da problemi diversi nelle varie nazioni di civiltà europea, secondo le particolari caratteristiche e con– dizioni storiche, si mani[ esti, nella nazione che ha fatto la nuzggior esperienza di direzione economica, a partire da tale propria e peculiare esperienza. Ma questo problema non è un problema specifico della pianificazione: è un problema da essa diverso ed ulteriore: è appunto l'uomo che ha legato il suo nome alla maggior esperienza pianificatrice della storia, Stalin, ~ fornirne, in polemica con laroscenko, la dimostrazione. « I problemi dell'organizzazione razionale delle fQrze produttive, della pianificazione clell'economia nazi~nale, ecc., non. ~ono ogget~o dell'economia politica, ma oggetto d~Ua politica economica degli organismi dirigenti. Si tratta dz due campi diversi che non si devono confondere ». Là pianificazione ha per oggetto necessario dei compor– ta~ienti uniani intesi come quantità note: essa parte quindi dai comportamenti esistenti, determina la concreta misura ~i~liotecaGino Bianco di modificabilità che essi hanno, attraverso i mezzi a di– sposizione dei dirigenti del piano e dello Stato, e su quella base essa fissa gli o biettivi produttivi dell'economia. Nel suo scritto in polemica con le deviazioni laroscenko, Stalin fa una concreta esem1Jlificazione dei termini dellc:J pianificazione, per rispetto al problema dell' econo– mia colcosiana, che, non a caso, è il punto nero, nel sistema sovietico, delle posizioni di pianificazione totale astratta, perchè è il maggior limite alle decisioni delle autorità del piano. Stalin pone come fondamento della su.a tesi, della ne– cessità della permanenza di un'economia mercantile nel– l'URSS, un fatto, e precisamente il seguente: « i colcos non vogliono alienare i loro prodotti altrimenti che sotto f or117}(l di merci, in scambio delle quali essi vogliono rice– vere le merci loro necessarie ». Stalin parte cioè da un dato di comportamento che dichiara di ritenere non modificabile coi mezzi a disposizione del piano e a cui quindi il sistema del piano deve adeguarsi, costruendosi a partire da quel dato e non contro di esso. La razionalità della pianificazione è dunque una ra– zionalità di tipo empirico; essa parte da un'analisi del dato storico dei comportamenti dei vari operatori e sulla base di tale dato determina un o biettivo comune nazionale; in cui ciascun operatore deve poter trovare un giusto equi– librio tra i suoi interessi e la necessità della contempera– zione con gli interessi degli altri. Al di fuori di questo criterio, non e'è altra via per la pianificazione che l'arbitrio violento, cioè l'abbandono della propria razionalità. Il problema di nuovi comportamenti umani che valgono a mutare radicahnente i termini di comportamenti esistenti non è risolvibile dallo Stato, se non indirettamente, me– diante il promovimento dell'elevazione culturale popolare. « E' necessario raggiungere » (se. per giungere ad un livel– lo storico più alto, che com,porti il passaggio del socialismo al comunismo) « un tale sviluppo culturale della società, che assicuri a tutti i membri della società uno sviluppo completo delle proprie capacità fisiche ed intellettuali, af– finchè i membri della società possano ricevere una istru– zione sufficiente per diventare attivi fattori dello sviluppo sociale, abbiano la possibilità di scegliere una -professione, non siano inchiodati per tutta la vita, in seguito alla sussi– stente divisione del lavoro, ad una professione qualsiasi ». « Per questo occorre prùna di tutto diminuire la giornata lavorativa per lo -meno a sei e poi a cinque ore...; rendere obbligatoria l'istruzione politecnica necessaria perchè i membri della società abbiano la possibilità di ~" 1 -p)iere li- beramente una professione e non siano inchi:>dati per tutta la vita ad una professione qualsiasi ...; per que,;to oc– corre, inoltre, migliorare in modo radicale le abllc1zi0ni ed aumentare il salario reale degli impiegati di almen0 dite volte, se non più, sia mediante l'aumento diretto del sa-– lario sia, in modo particolare, mediante l"ulteriore sistema– tica diminuzione dei prezzi degli articoli di largo con– sumo>>. La pianificazione ha dunque persino un suo modo di aderire al dato storico senza rimanere passiva ed indiff e– rente d1'nanzi al problen1a del suo mutamento sostanziale. Con ciò Stalin ha confutato la tesi di laroscenko dimo-

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