Terza Generazione - anno II - n. 6-7 - marzo-aprile 1954

Proposta agli • • • u111 ve11ts1ta1·.1 Nel n. 3 di T.G. pubblica1n1no un articolo sotto la rubrica In vita all'iniziati va intitolato « Propo ta agli l7nhersitari >). In quel'articolo, e aminavano la ituazione uni– ver itaria e con iderando come nell'Uni\ ersità non esistessero più le « scuole » ma i soli rapporti ammini trativi, indicavamo ai giovani universi– tari un compito che desse una moralità alla loro condizione di esonero. Dicevamo che , i ono migliaia di pae i che vengono si te1naticamcnte abbandonati dalle energie migliori: portare un impegno culturale allo studio delle condizioni di quei paesi, delle possibilità umane di s, ilup• po, diventare gli intellettuali di queali uo1n1n1 esprc!,, ione delle speranze e delle ; igenze di quella umanità è un compito proprio e degno degli universitari. • • A propo ito di quelrarticolo abbiamo ricevu– to diverc,e lettere, ra<'colto consensi e di sensi. Pubblichiamo in que!:lto nun1ero, a dibattito <li quel problen1a, tre lettere che ei sono embrate particolannente i1nportanti e due interventi u due aspetti particolari: il pri1no <li Renzo Ca- , ligara; il secondo di Andrea Kluzer, attuale Pre i dente delrL ~ LRI, ui compiti della rap– pre cntanza universitaria. I pericoli della vostra impostazione Caro Direttore, leggo, forse con. ritardo sul numero 3 di T.G. l'articolo " Pro– posta agli universitari" al qua– le vorrei, in qualche modo, ri– spondere non per spirito pole1ni– co, ma soltanto per ricordare possibilmente proprio ai lettor; d~ T: G., le conseguenze e i pe– ncoli della vostra impostazione dei problemi di una generazione alla quale, come voi, apparten– go. E mi senibra che proprio sul terreno dei problemi con– creti, sul terreno cioè delle pun– tualiz~azi?ni p7:ecise degli argo– ~enti d'indagine, sia possibile rispondere con aderenza al vostro orientarnento programmatico che, esposto nelle sue linee generali e almeno in certo senso, astrat~ te, può forse suscitarvi consensi f~vorosi da parte di quei giova– ni che sentono come voi e con voi gli aspetti critici della loro condizi~ne, ma che (e qui espri– mo evidentemente 1 un giudizio eh: d~vrò giustificare) vengono dai voi portati a tradurre il lo ro senso di crisi in un'enuclea– zione e in un orientamento e an che in un'azione condannati in partenza alla sterilità e alla con– fusione. . In particolare, la puntualizza– zion~ su~la quale mi trattengo (ed il cui spunto mi è dato dal– l'articolo al quale mi sono ri– ferito) riguarda un aspetto della vita giovanile che ho avuto mo do, negli ultirni tempi, di pene– trare abbastanza profondamente, essendomi occupato di questi proble~mi per fOnto del 1\1 ovi- 1nento Comunità al quale appar- tengo e del quale conoscerete la posizio11e molto precisa nel campo della polltica della cui tura (che è cosa dz7.,,ersa tanto dalla cultura politici:::zata quan– to dalla polzt1ca utlturalc). Ora, è propno per esscnllt oc..,cllpato di questi problemi, oltre che pe, essere stato io stesso studente /1 no a poco tempo fa, che posso rico,zoscere in sede eh co,zstata– zioni di fatto, l'znnee;abilità dz quella che è la 7.,,ostra pars de– strucns, preczsa e coraggiosa co– me è nel iostro cost~unc. t\la è in sede di taluta.:.1011e di que sto bilancio quasi fallimc,zta1e, cioè in sede di conci usioni e dz prosJ>ettive d'iniziath ..a, che la vo stra poi;izione mi sernbra errata non - badate - per le i,zdica zioni dz azione che /01 msce, ma per le pon-ibilttà di azione che, parallelamente, nega e dà per scontate. E mi rifen"..,co, eviden– ten~cnte, al campo degli organi– smi rappresentativi e delle as~o– ciazioni universitarie oggi uz Vlta. lndubbiarnente, il vostro pre supposto < lze l'l 1nh.:enità si ri– duca oe;gi ad un " servizio '' i11- f~rmat ~L o_-a m lnin i 'ì tra tÌ'l O, privo di ogni szgnzficato di cultura au– tonoma e produttiì...a, esclude che per i oi ahbla 1111 senso di /ai,o– ro e la ricerca e l'impostazione dez problemi delle rcla-:-zoni uma– ne all'intero dell'Università; on de l'affermazione che "la stra da da /Jcrcorrere è tutta fuorz dell'Vnhersità ''. Tuttavia, an che rinunciando a tirare in cau– sa quello che voi forse conside– rate null'altro che un nzito, e iblioteca Gino Bianco cioè la funzione i era mente ed h1so\tituibzlmente culturale clze le Cniversztà, ùene o male, han– no sullpre rappresentato nella storia di ogni paese civile; e an c.he rinunciando, se volete, a un ccncetto di cui t w a che voi li– quidate molto affrettatamente, e che invece non mi sembra tra– montato alf atto (parlo del con– cetto illumznzstico della culturci come critzca e rigore mt:lodolo– gico, al quale voi non sapete so– stituire che im'e.,altante avien tura di scoperta ddle persone, quasi che le pc, ~one si " SLop, is– sero" al di fuori del linguag– gio, della sc.:iellza e delle i\·titu– ::ioni che si sono storicamente! date); resta J,ur sempre da c.al – ' o/are ztll fattore clze, se noll ~lit, o per il suo valore di espe– rie11 za gimA11ulc, dovrebbe in tc– reHarvi di più di quanto non av7.,•eJZgrr: il fattore, ripeto, della democrazia universitaria e di ciò e he in questo campo è stato f al– lo dalla fine della guc, ra ad og– gi. E' .\lt <Jllesto a,pct to della vita ll11iversitaria, che vonei ve– den.·i JJrendcre posizione. E' slli problt:mi istitu.l.ionali della scuo– la e della cultura, che .. :orrci ve– dere tradotti il vostro fervore e le vostre capacità di studio. Ct'r– tamcnte, voi avefo individuato zuz campo d'azio11e del mas_\i11w i11tereue, e cioè quello della pro– vincia, degli studenti di provin– cia, territorio tutto da dissodare e che />llÒ riservare so, prese f e– tici; e mi auguro che i risultati cui giungerete siano i /Jiù fa– vorevoli. ,\I a dopo, a risul lati, an– che parziali, raggiunti, clze cosa ne farete? Ammesso che le asso– ciazioni attuali non sappiano ri– solvere questo problema (clze, co– nie sapete, esse si pongollo con consapevolezza ed urgenza 11011 1ninore della vostra) e · che voi invece lo risolviate, a che cosa vi condurrà il vostro lavoro, sor– to contro L'università e contro la democrazia universitaria? Che cosa dardc alla provùu.:ia la qua– le, quando sarà stata destata ' non chiederà clze di oJJerare iH u.na struttura, zn u11a realtà isti– tuzionale che garantisca la 1,;alt– dità del lcnoro stesso? Non mz sembra a:::za1dato ritenere che la provincia manderà a voi nient'al– tro che quel/'u11hcrsità che voi oggi mettete tra parentesi con ~strcm~ suf ficie11za; la provincia, 111 alt~z termz11i, io, rà come pri– mo risultato della sua ac,quisita consapevolezza, ope1are nell'uni– versità, perchè 1wn potrà am– niettere che quella cultura a cui . I , voi 'atrete svegliata, rinunci ad essere l'unico canone di giudizio valulo jJer la misura del loro ùnpcgno di studellti ll1ZÌ7.ienitari. E nsorgrrà, allora, il problema dcll'univcrsztà come altro e ne– Ct,,ssariamente altro da wz servi– z~o tec~1ù., istico d'informazione; rzsorgera zl problema della li– bcrta, del/ ·autonomia, del pote– re della cultura; si riproJ>0rranno le questioni di democrazia, di autogo1,;erno, di rappresentanza, di rapporto coi professori, dJ rapporto con la società (dalla quale gli universztcai non sono • J posti come voi dite, in condizio- ne di esonero; perclzè non è un esonero; lo studio, l'autocritica, I~ f onnazione professionale e po– lztica; mentre l'esonero incomin– cia, semmai, con l'impiego, con la routine, con l'imborglzesiniento meschino dei "sistemati", qua– lora l'unhersità non abbia sa– puto provvedere in anticipo a loro). L'unico risul lato effettivo al quale avrete condotto, sarà 'itato dunque quello di ritardare e forse di compromettere irri– niediabilmente quella battaglia che oggi è viva e vitale ndle università, non fuori di esse, e a cui guardano, come sapete, tutti i settori più sensibili della classe politica del nostro paese. Scusate se vi lzo ripetuto co se clze, in questa od altra for ma, vi sono state già dette mol– te volte; e clze, partendo da pre– supposti irriducibili ai vostri, so- 110 forse incapaci di rendersi conto dell'effettivo significate della vostra posi;:.ione. Credo, pe rò, che anche la mia sia 1u1d voc..? della generazione che vo chiamate ter:::a, e che non è f or se tutta d'accordo con voi sulle necessità di " uscire dalle par· ti " e di " partire da zero ''. L uoov1co Acns PERINEIT

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