Terza Generazione - anno II - n. 6-7 - marzo-aprile 1954

I • • g1ovan1 dell'Azione Cattolica Pensiamo con fraternità al dolore di quei giovani italiani che militano nella Gioven– tù Italiana di Azione Cattolica, allo smar– rimento di fronte alla prova che debbono superare. Di che genere e di quale tipo è la pro– va alla quale si trovano di fronte? Crediamo di non far torto a nessun'altra formazione o famiglia giovanile italiana se diciamo che essi sono /orse tra i giovani più vivi e più drammatici del nostro pae– se: la cui vivacità solo oggi scopre chi non li conosceva. Di essi moltissimo si è occupata la pub– blica opinione, ma noi crediamo che il va– lore di fondo dei protagonisti delle recenti vicende nella CIAC non sia stato valutato appieno, poichè il giudizio è stato distorto, e forse giustificatamente, dalle apprensioni e dagli interessi che gli orientamenti del mondo cattolico suscitano nei vari settori, data la situazione parlamentare e il prossi– mo congresso del massirrio partito di mag– gioranza. I più vi hanno visto una indicazione po– litica, non sprovvista di elementi obiettivi, ma sarebbe fare un torto a quei giovani ri– durre il loro poblema a questo aspetto, per essi marginale, seppure importante. Altri ha voluto cogliere nella loro posi– zione una differenziazione, nei metodi di intendere l'Azione Cattolica, dall'indirizzo perseguit'J dalla Presidenza Generale. An– che questo elemento, di importanza obbiet– tiva per chi si ponga i problemi dei rap– porti fra società ecclesiastica e società ci– vile in Italia, e sicuramente più serio e proprio del giudizio politicistico, non è suf– ficiente ad illu1ninare appieno la situazione che si è venuta a creare. In realtà nel mondo giovanile cattolico si è venuta maturando, forse non ancora im– mune da chiaroscuri, incertezze ed indeci– sioni, forse ancora allo stato magmatico, l'esigenza di una presenza religiosa nella società civile diversa dai termini tradizio– nali, che si sono caratterizzati in una par– te del mondo cattolico di fronte agli attacchi laicistici e materialistici portati ad esso dal– la stessa situazione storica dello Stato e del– la società civile italiana. Termini tradizio– nali, nei quali l'Azione Cattolica, nata do– po la formazione dell'Unità italiana ha as– solto ed assolve massiniamente a questo compito. Ma nella carribiata situazione, con l'en– trare in crisi dello stato storicamente sorto in Italia, con il disgregarsi della società ci– vile italiana, con l'andata al potere dei cat- BibliotecaGino Bianco tolici e con la conseguente azione di sup– plenza esercitata dalla Chiesa Cattolica a sostegno dello Stato italiano, molte delle con– dizi'oni che presiedevano alla nascita dell' A– zione Cattolica sono cambiate. La stessa presenza del c01nunismo in for– me attualmente incomponibili con la natu– ra dello Stato, quale storicamente è in Ita– lia, sembra quasi condannare l'Azione Cat– tolica a condividere con lo Stato l'asseaio posto dalle forze eversive del sistema vi– gente. Così come altrove si poneva l'esigenza di un superamento dei termini chiusi del pro– blema della democrazia in Italia, affrontan– do la più ampia questione dello sviluppo or– ganico della società civile che tendesse al– la ric01nposizione di essa al di là delle in– componibilità e delle parzialità delle parti esistenti, così nel mondo più propriamente religioso non pote·va non prodursi l'esigen– ?:a di uscire dalle parzialità di un mondo cattolico arroccato a difesa di uno Stato non suo ed a sè non omogeneo. Si trattava in sostanza di superare l'ine– vitabile politicizzazione di ogni fermento re– ligioso nella situazione storica per attuare e rendere attiva la testimonianza e la pre– senza religiosa fra gli uomini e vivificarli dal di dentro ai fini di uno sviluppo e di una ripresa storica. Opera questa quanto mai propria ed in– fine importante per chiunque abbia a cuore le sorti della società italiana, se consideri come nella situazione storica del nostro pae– se ogni tentativo di ricomposizione organi– co della società civile non possa prescinde– re, da qualsiasi punto di vista lo si guardi, dalla valutazione di una compresenza della Chiesa Cattolica e dalla dimensione reli– giosa che la confessione degli italiani com– porta. Non si cada però nell'errore di credere che le funzioni storica1nente individuate dell'A.C. non permettessero per ciò stesso, quell'accumularsi della virtù, quella fonna– zione nella pratica cristiana, quella difesa nel profondo dei valori religiosi che senipre rimangono obiettivo primo di ogni organiz– zazione cattolica. E non è a caso, infatti che nei suoi giovani sia nato un diverso atteg– giamento nei confronti dell'azione dei cat– tolici._ Ma di questa particolare esigenza sorta nei giovani sono propri il rischio pro– grammatico, lo sforzo del dialogo, la respon– sabilità di una testimonianza dal di dentro e dal basso: in ogni caso esperienze ed espe– rimenti che difficilniente sono sopportabili da organismi già decisamente definiti e Quaderno strutturati per precisi compiti. Chiarificatore appare allora l'operato del– be autorità preposte a guida ed a conserva– zione degli organisnii di Azione Cattolica. Effettivamente le esigenze che abbiamo suesposte, non rientrano nei fini, nei metodi e nelle tradizioni dell'Azione Cattolica, al– nieno di quella che storicamente ed istitu– zionalmente è stata ed è. Ed il provvedi– mento si propone la conservazione di scopi e di funzioni la cui eliminazione potrebbe oggi riuscire dannosa. (Altro discorso va fatto a proposito delle "deviazioni dottrinali": non sta a noi in– dicare a giovani che hanno mostrato di ama– re la Chiesa quale dovrebbe essere il loro comportamento di cattolici laddove gli er– rori e le debolezze venissero indicati). Questo elemento chiarificatore nulla toglie al profondo dolore di questi giovani, quasi inevitabile prezzo del valido significato del– la esperienza che hanno fatto e delle spe– ranze che portano in cuore. Sono esse le speranze della nostra gene– razione, quale sia il modo od il campo di azione o la dimensione storica in cui esse possano manifestarsi e trovare concreti stru– menti d'azione: guardino i giovani italiani a questi giovani che sono una avanguardia, nel proprio campo, di un compito al quale tutti dovranno porre mano. Coloro che hanno giudicato l'accaduto te– nendo l'occhio alla situazione politica e vi hanno visto un episodio della lotta fra cen– tro e destra del mondo cattolico, ne hanno tratto un bilancio che segna un passivo ai fini della conservazione della democrazia. In questi li?niti ciò può essere anche ve– ro: ma non si dimentichino che nell'acca– duto vi è una potenzialità positiva di gran lunga superiore: delle energie di primo or– dine vengono così indirizzate ad un silen– zioso, personale, duro lavoro a fini di una profonda maturazione di vivificanti valori religiosi e civili. Credianio fermamente che, conseguente– mente alle loro impostazioni, questi giova– ni non si esauriranno in un irritato spirito di setta, non si sminuiranno in inutili e dannosi atti pubblicitari, non coltiveranno arronee velleità ribellistiche. Crediamo fermamente che essi, in silen– zio, fortificati nel dolore e nell'obbedienza, intraprenderanno la lunga e faticosa strada che si erano segnati per portare la umile testimonianza, la vivificantte speranza dei cristiani fra gli uomini offesi ed addolorati. B. C. 31 '

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