Terza Generazione - anno II - n. 4 - gennaio 1954

Come andiamo nei paesi e come facciamo un'inchiesta Le inchieste sono il primo modo per promuovere lo sviluppo: perchè esse mo– strano la situazione e i vantaggi e gli svan– taggi che questa presenta per le iniziative e per quali tipi di iniziative. Questa è la ragione principale per cui ci dedichiamo alle inchieste: anche se in alcune zone non potranno seguire iniziative di generazione, anche se qualche volta po– trà rilevarsi una impossibilità di azione ma– teriale immediata. Sono le iniziative che sollecitano gli studi nostri e di altri, anche se i risultati delle inchieste di paese pos– sono servire come materiale di lavoro per quegli studi storico-sociali sul mondo con– tadino che interessano particolarmente qualcuno di noi. Per la loro funzione principale, le no– stre inchieste non tendono a descrivere un paese in tutti gli elementi rilevabili che esso presenta, ma cercano quelli che per– mettono di individuare i momenti e le vi– cende della vita presente e passata, che spie– gano perchè il paese vive al suo livello attuale di civiltà, perchè i contadini lavo– rano la terra nel modo primitivo o progre– dito che si può constatare, perchè gli uo– mini si sentono legati o meno da qualche vincolo; e via di questo passo. Non si tratta dunque di inchieste che constatano le condizioni attuali, secondo il tradizio– nale modo di indagine sociologica, ma di inchieste basate sull'integrazione di alcuni rilievi sociologici più significativi con i dati storici che ci paiono all'origine dei primi. Dai rilievi sociologici risalire alla storia Naturalmente tanto i rilievi sociologici che quelli storici sono svolti cercando e prestando attenzione a tutti i molteplici fatti che possono spiegare il progredire o il fermarsi della vita economico-sociale del paese e la nascita, la morte o la paralisi della « comunità > paesana. Con questo termine intendiamo una realtà che si ca– ratterizza dall'insieme a un certo livello di rapporti sociali e umani tra i suoi membri, rapporti che si stabiliscono in un centro abitato su cui gravita una area di campagna circostante. Dai fatti della vita economico-sociale le nostre inchieste ten– dono cioè a risalire alla storia con la mente aperta a fatti e a dati che meno diretta– mente e immediatamente rientrano nella sfera dei rapporti economico-sociali. Come si fa l'inchiesta, allora? Si parte con una rilevazione sommaria dei dati e delle notizie che si possono trovare nella letteratura: dati sulle condizioni economi- BibliotecaGino Bianco che e agricole, nottz1e sulla storia della regione. Si formulano cosl un minimo di ipotesi, poi si sviluppano i rilievi in loco allargando il campo dei dati e delle no– tizie, elaborando nuove ipotesi sulla base di quanto si può conoscere vedendo e ascoltando giovani e vecchi. Allo stato de– gli atti seguiamo liberamente la traccia esposta nell'articolo Una inchiesta in ogni paese, integrandola via via con quanto lo sviluppo della conversazione e la visione delle case, degli attrezzi di lavoro, della conduzione dei campi, ecc., successivamente ci suggerisce. Cerchiamo con ogni atten– zione di utilizzare gli eruditi del posto e coloro che sono considerati, non tanto i notabili sociali e politici, quanto « popo– larmente » gli esponenti della comunità. Alla fine del lavoro in loco, elaboriamo collettivamente i dati (perchè è essenziale recarsi almeno in due, di cui grosso modo uno l)iù « competente » nell'analisi econo– mica e tecnica, l'altro in quella storica), integriamo le nostre conoscenze in biblio– teca e discutiamo le ipotesi che ci sembra– no più o meno plausibili. Alla fine pen– siamo di sapere quali ostacoli e quali van– taggi la situazione presenta: sappiamo da una parte se esiste una comunità (e in quali forme e deformazioni), se è esistita, se è morta; conosciamo le tradizioni co– muni e le relazioni che gli uomini in– trattengono fra loro. Dall'altra, se sono avvenute e quando trasformazioni di ri– lievo agricole e industriali, commerciali e di servizi, e se si è stabilita omogenea– mente o meno l'attitudine a certi tipi e modi di lavoro, ciò che è la base dello sviluppo delle attività economiche. Molto spesso esiste ancora una comu– nità, ma si trova ferma a stadi di svilup– po che possono ricondutsi a epoche pre– cedenti alla nostra come quella, grosso modo, feudale. Altrove, la comunità è in disgregazione ogni giorno di più per la crisi che il capitalismo, e i modi di svi– luppo tecnicistico a esso connessi, pro– vocano nell'agricoltura. E similmente ci sono paesi come Coreno dove, per deter– minate condizioni storiche e ambientali, non si è mai formata una comunità o è morta da un pezzo. In ognuno di questi casi, avviene qualcosa anche per lo svi– luppo economico e tecnico del lavoro che si ferma, continua in modo da rompere la comunità paesana, raramente è norma– le. La presenza, l'assenza e soprattutto i caratteri dello sviluppo economico e tec– nico si combinano in vari modi con le relazioni sociali e umane e si hanno così paesi a vari gradi di sviluppo: normale, anomalo, che sta degenerando, oppure pa- ralizzato. Ma su questo torneremo, quan– do potremo fare più lungo e dettagliato discorso: si sono dette queste cose per indicare sommariamente su quale linea si muovono presentemente i nostri studi in proposito. Ci sono cosl, secondo noi, in Italia vari tipi ~ sviluppo paesano, risalenti alle vi– cende della storia, e dunque vari tipi di ipotesi storiche per le inchieste: noi ap– punto intendiamo girare l'Italia per ren– dercene conto più esattamente. Per noi, questa caratterizzazione è essenziale per stabilire le possibilità dell'azione di in– tervento e per individuare dove l'inizia– tiva giovanile ha speranza di svilupparsi anche materialmente in fatti degni di ri– lievo e dove deve limitarsi ad azioni, gros– so modo, definibili di preparazione. Noi, ad esempio, pensiamo che nei paesi dove un basso sviluppo economico e tee- · nico si accompagna a un alto grado di persistenza di comunità, sia possibile una azione all'iniziativa giovanile che solleciti e realizzi coordinatamente l'innovazione tecnica e lo sviluppo delle idee e delle relazioni umane e sociali, a partire da quelle esistenti. Ponendosi cioè il proble– ma dello sviluppo armonicamente coordi– nato tra innovazione tecnica ed economica e sviluppo delle idee e delle relazioni, e non ignorandolo o risolvendolo con la sostituzione delle idee importate dalle . ' Cltta. Moltissimi paesi, ad esempio delle pro– vince di Frosinone, Roma e Rieti nel La– zio e quasi tutti quelli dell'Abruzzo sono, secondo noi, in queste condizioni. Inchiesta ed au toinchiesta Questo noi intendiamo quando diciamo che queste zone sono più alla nostra por– tata, cioè non pongono « problemi a li– vello delle attuali strutture », perchè non sono entrati propriamente nella fase capi– talistica e non implicano quindi nel loro sviluppo il superamento de11e strutture politiche, economiche e tecniche attual– mente a livello, e perchè godono ancora di una riserva di relazioni umane e di attitudini sulle quali noi possiamo contare e di cui le zone capitalistiche non conser– vano spesso traccia. Allora si sviluppano le inchieste: esse stabiliscono la vera natura dei paesi e controllano le ipotesi di partenza. Questo nel caso che l'inchiesta andiamo a farla noi, perchè può darsi l'occasione che la facciano, come a Rovereto, i gio– vani del luogo collegati con noi. Nel pri– mo caso, l'inchiesta scava in fondo per trovare i motivi della situazione, indivi– dua una possibilità di iniziativa, un pro– blema solubile con le forze dei giovani. Nell'atto di affrontare quel problema i contadini non solo mutano atteggiameµto

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