Terza Generazione - anno II - n. 4 - gennaio 1954

Ilo II • Gennaio 1954 4 Mensile di ricerca e d' iniziativa * Sulle inchieste e le iniziative Agostino Paci Ettore Sobrero A. P. Baldo Scassellati Matteo Leonardi Piero Ugolini Sandro Fè d 'Ostiani Ettore Danielli E. D. Ugo Marchesi Salvatore d'Elia Piero Ugolini La crisi, i giovani ita– liani e l'azione Credito per i giovani Una rivista al servizio delle iniziative Perchè nuove inchieste Cronaca da Rovereto Come andiamo nei paesi e come faccia– mo un'inchiesta Una lettera: l'impor– tanza delle idee Il centro inchieste Geografia dell'inchiesta L ·unica possibilità oggi esistente Inchiesta e iniziativa nel Mezzogiorno Prime riflessioni cu!tu– rali su Il 'iniziati va nei paesi Antonio Lisi L'iniziativa a Coreno Ausonio B.S.-P.U. Prime tappe dell'ini– ziativa Bartolo Ciccardini La ricerca delle parole P. Fronzaroli, B. Vig- 51ani, G.P. Del Mastro Lettere Renzo Caligara Risposta alla dispera- z10ne pratica dello scettico Baldo Scasscllati Appunti per una linea <li studio sul compito del la generazione * D JR ET T o RE Bartolo e iccardini Eo1T0Rr Baldo Scassellati e Ettore Sobrero 1otecaGino 1anco 7 I « ParJiamo da quota zero, da una discussione sostenuta con amici di varie città e di' diversa provenienza, e cresceremo solo se crescerà avanti a noi l'opera di raccolta e di orientamento delle energie disponibili del nostro paese, se cresceranno le iniziative, se crescerà nella nuova generazione la co– scienza delle necessità della situazione>>. - Così scn·vevamo nel <<fondino>> della Presentazione di T.G., preannunciandto che non avremmo fatto una rivista di comm,ento, nè politica, nè culturale. Questo hanno bene compreso coloro che ci hanno dato fiducia, o chi, dan– done più a se stesso che a noi) ha intrapreso iniziative autonome nello spirito della generazione: in definitiva coloro che han,no raccolto l'appello senza pre– tendere parole d'ordine, i molti che ci hanno scritto, i diversi che si sono messi al lavoro nelle città, nelle scuole, nei paesi. Ad essi· T.G. rimarrà f ede!e, cercando di esprimerne i vasti e veri inaeressi umani, tentando la giustificazione culturale del loro linguaggio ade– rente alla necessità della realtà, facendo di tutto per rispecchi"arne il metodo, i'. mo~ivi profondi d'azione, la ricerca fatJcosa. Incoraggiando audacem~nte gli irllpegni e i presentimenti che tutti nella situazione di crisi tentano di soffo– care o di allontanare da sè come una fastidiosa voce della coscienza. La situazr1:onepolitica sembra aver confermato la nostra diagnosi dello scorso agosto. Ma ne/Ja febbre della crisi politica è cresciuta l'illusorietà delle soluzioni: e i·n essa molti si agitano e credono di riscoprù·e la validità di vie già inutilmenie battute. Non contestiamo la legùtimità di costoro a seguù·e la via che hanno intrapreso: con1testiamo la loro capacità di comprendere il nostro sforzo e il nostro significato. Da tutte le parti dello sch-iera1nento po– lùico, sono venut,: giudizi sul nostro conto: siamo stati visti come interessante (o fastidiosa) Stecessionepolitica, ci sono state chieste paternità e programmi, e la nostra at~vità e la nostra inten 1 zione è stata in ogni modo deformata per poterla far rientrare nelle chiuse prospettive esistenti, alla peggio come una sorta di « qualunquismo intellettuale>>. A questi T.G. non può · dar calcolo per non tradire i primi. Questo primo numero del nuovo anno è una raccolta delle meditazioni, delle analisi, de/le esperienze sulla progettata opera di orienta1nento delle energie disponibili. E' il primo passo, dopo tre mesi, al di là della quota zero. Anche oggi diciamo .che cresoeremo ancora se cresceranno le iniziative, se crescerà nella nuova generazione la coscienza delle necessità delle situaz,bni. Per molti il 1953 è stato un anno importante per i suoi avvenimenti po– litici, per le sue convulsioni, per le possibilità di g;oco che si sono prodotte. Per alcuni pochì, come per noi, l'avvenimento importante è stato T.G. A questi è sembrato necessario e importante partire da pionieri alla riscoperta di rapporti umani necessari') ricchi soltanto dell'aver capito che non si può continuare a vivere secondo gli schemi e le etichette, senza « avere un poco di misericordia>>per tutti' gli uo1nini che sotto la tirannia degli schemi ma– turano valori più umani e realtà più vere.

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