Terza Generazione - anno II - n. 4 - gennaio 1954

Prime tappe dell'iniziativa Dando per scontata l'utilità e la neces– sità di iniziative nei paesi, ci occuperemo qui delle caratteristiche che, dato il livello at– tuale delle nostre ipotesi, quelle debbono avere per muoversi nello spirito di T. G. e per riuscire come iniziative di genera- zione. Davanti a chi vuol fare qualcosa in un paese, la situazione appare a prima vista quasi sempre senza uscita. 1) Un certo numero di problemi, quelli normalmente trattati sulle prime pagine del giornale. non si ritengono alla portata perchè legati con i problemi di tutta la nazione e non solubili quindi in un ambito ristretto: so– no tali, per esempio, i problemi che si pongono nel paese se una fabbrica posta nel comune licenzia una quota della sua mano d'opera, se esistono dissensi sui con– tratti agrari o se sono necessarie opere pubbliche di rilievo. 2) Altri all'opposto sembrano addirittura quasi legati alla per– sona dei singoli, ai loro pregiudizi, alle loro nassioni e tali auindi da essere cam- - - . po 9iù del prete, del pretore o dell'assi- stente sociale che non di una azione col– lettiva. Per esempio, i litigi tra famiglie per ragioni di confine, per lo sconfinamen– to de~li animali da cortile sui seminati altrui, ecc. 3) Altri ancora, un certo nu– mero definito, che l'abitudine riconosce d'interesse collettivo locale, si lasciano al– l'azione degli amm1n1stratori comunali. Tali i problemi dell'acqua, della luce, del– le imposte per cui tutti magari protestano singolarmente, ma che lasciano trattare so– lo per vie burocratiche. 4) Altri, infine, si ha la sensazione che esistano, ma non si hanno gli strumenti conoscitivi per definir– ne esattamente i contorni: in questo tipo sono compresi alcuni problemi che ordi– nariamente sono considerati di spettanza alle persone interessate, come le permute tra i proprietari di fondi spezzettati; pro– blemi su cui i giornali non spendono che parole generiche o~ni sei mesi e di cui trattano solo le riviste specializzate, come il miglioramento delle sementi dei pasco– li, i rimboschimenti, ecc., tutte cose che non si sa bene se collocare tra i problemi del primo tipo o tra i problemi del terzo, ma che nessuno trova modo di affrontare. Infine tutti i problemi posti dalle relazio– ni umane e dai modi di pensare della gente, dalla storia e dall'ambiente. In conclusione, perchè i problemi del quarto tipo non si conoscono e quelli del secondo si accettano come inevitabili, nel migliore dei casi l'attenzione si concentra sui problemi dell'amministrazione locale o su quelli « politici e sociali » e su di essi infatti vivono le sezioni dei partiti o delle associazioni sindacali. Ma come è improprio che le sezioni dei partiti o delle associa– zioni sindacali si interessino dei problemi che non sono manifestazioni locali di pro– blemi nazionali di struttura, così è impro– prio attribuire tutti i restanti problemi di interesse comune all'amministrazione co– munale o, viceversa, ritenere che i pro– blemi di interesse comune siano solo quelli che la tradizione attribuisce al sindaco o al parroco, e tutti gli altri siano fatti pri– vati. Nella zona grigia dei problemi oggi in– tuiti ma non esattamente definibili, esisto– no invece proprio quei problemi di inte– resse collettivo che più direttamente inci- dono sullo sviluppo del paese nel suo com– plesso di relazioni umane e sociali, dove c'è sempre la possibilità di fare qualcosa, e dove anzi se non si fa sempre qualcosa lo sviluppo della comunità paesana si ar– resta, si involve, decade, si disgrega. Pur– troppo, proprio su questa zona sensibile più ,gravemente si riflettono le carenze at– tuali della cultura moderna e contempo– ranea che, tesa alla conquista di visioni e valutazioni generali e particolari delle strutture amministrative, politiche ed eco– nomiche, ha lasciato in ombra la ricerca sulle « premesse », cioè sui tipi di relazio– ni e dei modi di pensare della gente, per Caro Rosetti, qualche tempo fa ti ho propo– sto un collegamento con ~ T.G. '>, per studiare insieme una inizia– tiva a Formello. Dopo aver di– scusso con i miei amici ti posso ora fare alcune proposte più precise. A noi pare che Formello sia un paese che ha conservato fino a poco tempo fa una sua coesione interna come antico pae– se agricolo: oggi invece, al rela– tivo miglioramento delle condi– zioni economiche, non col'ri– sponde un progresso del paese nel suo complesso e su tutti i piani, oltre quello economico. Anzi, un accentuato senso di vi– cinanza a Roma favorisce la ten– denza al trasferimento o alme– no a passare in città il più del tempo e riduce progressivamen– te la vita collettiva del paese. Due proposte per Formel 1 - --- ...... - - , - /:::::.. ,,._ ,,, - J / = ' - / - ~ \":_ l e O- .._-=. ..l V 'li/; - V I~.,~\ '- j •11~ 11" E' vero che questa tendenza è accentuata dal fatto che a For– mello ci sono ancora alcuni gros– si ed elementari problemi da ri– solvere, come quello dell'acqua e, per quanto riguarda la tecni– ca agricola, quello dell'introdu- BibliotecaGino Bianco 20, zione delle stalle (con tutte le sue conseguenze), ma a noi pare che a questo si arriverà senza difficoltà solo quando si sa,ranno affrontate alcune questioni ini– ziali come la dimostrazione di possibili aumenti della produ– zione dei campi e l'organizzazio– ne di servizi comuni. E' su que– sti punti che dovrebbe cercarsi un'iniziativa che i giovani pos– sano proporre e attuare. A questo rigua,rdo un proble– ma subito affrontabile è, secon– do noi, la sperimentazione di qualche soluzione per rendere più fertile la terra comunale, che è la proprietà piu abbondan– te nel comune. I giovani di For– mello, che sono quasi tutti figli di << nuovi proprietari~ della Ri– forma, potrebbero dunque co– stituire una specie di podere– scuola pratica di lavoro giovani– le che, prendendo un appezza– mento di terreno comunale (co- sa che crediamo senz'altro pos– sibile), faccia da campo pilota e sperimentale e permetta ai gio– vani di rendersi capaci di un la– voro agricolo qualificato. L'ini– ziativa dovrebbe avere un carat– tere collettivo, seguire un orien– tamento pratico e cercare nel tecnico più un in dispensa bile consulente che un direttore. Una cosa simile potrebbe essere aiu– tata dagli enti e dai privati che sono interessati al progresso della zona. Si porrà anche qui il problema dell'acqua, essenziale specie per l'introduzione su la,rga scala di colture ortive che farebbero la fortuna del paese; ma potranno essere i giovani, e non le richie– ste burocratiche, a guidare il paese a ottenerla dopo aver dato la dimostrazione di cosa la ter– ra potrebbe dare e di cosa i con– tadini sarebbero in grado di fa– re. Cominciando di qui si po-

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