Terza Generazione - anno I - n. 3 - dicembre 1953

zio miete le sue vittime ogni giorno. Il silenzio è una malattia mortale. Mai come oggi, le sorti degli uomini sono state tanto stretta– mente connesse l'una all'altra, così che il disastro di uno è il disastro di tutti. Si verifica dunque questo fatto strano: che gli , uomini si trovino strettamente legati l'uno al destino dell'altro, così che il crollo di un solo travolge migliaia d'altri esseri, e nello stesso tempo tutti soffocati dal silenzio, incapaci di scam– biarsi qualche libera parola. Se di questi tempi ci domandiamo a che punto è arri– vata la storia della umanità oggi, per trovare un senso, per tentare una interpretazione della nostra situazione presente, e poter con coscienza rinnovata riconfermare una speranza nel destino nostro e dell'umanità, ci ap– paiono ben presto inadeguati i punti di vista «sociali» ed i criteri di spiegazione ad essi riferentisi tradizional- 1nente consueti all'indagine storica. Non è sul piano della storia delle relazioni tra gli Stati, nè su quello della storia del consolidarsi delle na– _zioni, nè su qttello della storia della produzione e dello scambio, che riusciamo a raggiungere una spiegazione centrale che valga ad orientare le nostre coscienze e a dirigere la nostra attività di uomini ansiosi. Scopriamo (e non è piccolo risultato) i rapporti e le relazioni so– ciali nella loro struttura di rapporti amministrativo-isti– tuzionali, politico-ideologici, ed economico-tecnici, ma altre dimensioni fondamentali dell'uomo, altri rapporti, altre relazioni - quelle di cui abbiamo sopra accennato - non risultano da questi esami, non appaiono « com– prese» dalle spiegazioni che partono da prospettive « so– ciali», perchè l'uomo si rivela più di un « insieme di rapporti sociali» (Marx). Con gli strumenti della storia osservata dal punto di vista delle relazioni sociali, oggi poi ci appare un quadro di est1~ema gravità e con poche speranze. Un mondo diviso in due blocchi di Stati in lotta egemonica per il dominio su altri paesi non ancora sviluppati; nazioni scosse dai conflitti sociali, fratturate in quella che era da 1 tutti considerata una salda e stabilita unità morale, altre in lotta per riuscire ad affermare la propria autonomia, , in una lotta resa ineguale dall'incapacità a trovare origi– ' nali e valide «motivazioni» di unità; sistemi di produ– zione di scambio che assoggettano l'uomo attraverso modi di lavoro di tipo ancora sostanzialmente animale e che sfruttano l'uomo attraverso il sistema della rendita, che sperperano risorse naturali, che tendono a puntare J sulla rare/ azione dei beni, a livellare i bisogni umani a bisogni gid mani/ estati e preordinati. E quali le prospet• tive? Queste ci appaiono piene di dilemmi: la guerra atomica o un rinvio di compromesso,· le lotte di parte o i conflitti totalitari di religione,· la distruzione di va– lori storici attraverso il « tecnicismo » o la minaccia di èrisi economica. Mezzi di azione consueti sono ormai di– ventati da parte dei governi le abdicazioni nazionali e l'empirismo « amministrativo » da parte delle forze po– litiche, le tattiche machiavelliche senza più linee strate- BibliotecaGino Bianco giche; da parte di chi ha il dono e il dovere dell'impresa, la rinuncia al rischio e il conseguente. ricatto alle col– lettività: cioè, in sostanza, la caricatura del passato sotto la maschera di « immortali princìpi ». E' la mani/ e– stazione della crisi dei tre tipi di dirigenze ricono– sciuti: Stato, movimenti politici, mondo imprenditoriale e bancario. La mente si perde nella molteplicità dei rimedi pro– posti come causali e che si rivelano sintomatici, nella molteplicità dei sintomi continuamente e categorica– mente denunciati come cause della malattia. Appare quindi ormai necessario andare oltre certe « colonne d'Er– cole », e ipotizzare una prospettiva oltre quella tradi– zionale da cui guardare la storia. A nostro parere, questo è possibile appunto studiandola attraverso i rapporti e le relazioni umane. E' possibile cioè elaborare una nuova ed ulteriore prospettiva che, in contrapposto a quella « sociale », chiameremmo sem– plicemente « umana », con tutto quello che ciò comporta di tentativi di analisi, di invenzione ed elaborazione di criteri. Occorre infatti cercare una spiegazione alla crisi ap– punto sul piano in cui l'umanità può riconoscersi una. Sulla base dell'analisi_ sop-Yaabbozzata sia lecito tentare subito una prima spiegazione. La situazione attuale non è nata da un'improvvisa fol– lia, ma è frutto di una evoluzione graduale: gli uomini hanno potuto sviluppare al grado attuale i rapporti so– ciali _fondandosi su un originario atavico capitale di rap– porti umani, ma alla fine i rapporti sociali hanno finito di diventare i soli rapporti. Tutta la vita di questi ultimi secoli dovrebbe essere riesaminata come prova e come 1nanifestazione delle successive tappe di questo f eno– meno: i secoli del «progresso» avrebbero visto così uno sviluppo, ttn' ascesa, ma anche una crisi, una discesa. Abbiamo, per esempio, eliminato quasi del tutto la niortalità infantile, ma tra i nostri figli e noi intercor– rono oggi rapporti sostanzialmente definibili come ammi– nistrativi,· abbiamo moltiplicato le possibilità di in– contro, nza siamo venuti perdendo il senso vero dell'ami– cizia: non siamo amici più per crescere insieme, ma per dei fini i-mmediati, nel migliore dei casi, per svagarci; e si potrebbero cercare centinaia di altri esempi prenden– doli dalla vita dei paesi e delle città, degli ambienti so– ciali più diversi. Il termine stesso di « relazioni umane » è diventato una formula degli psicotecnici, e tra le più equivoche rispetto al vero valore dell'uomo nel lavoro; mentre la frase n ho delle relazioni » significa al plu– rale avere appoggi per stare a galla o per emergere a spese di altri, e al singolare sta a significare che anche la più necessaria e naturale forma di integrazione (quella tra uomo e donna) si è mortificata, forse consensualmente, in un 1nodo abbastanza vi.cino a quello animale. La radice della situazione attuale di crisi sta in questo squilibrio tra relazioni sociali e relazioni umane, in que-

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