La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

Secondo. All'inverso. Si sostiene - non del tutto a torto - che la manutenzione del parco di Scampìa sarà un problema serio per il degrado, anche sociale, di quel 9.uartiere. Far.- se, però, una politica che non si limiti ad aprire l'attrezzatura e a ~estirla in modo burocratico, e che invece 'pianifichi' anche il coinvolgimento degli abitanti (spingendoli a organizzarsi) potrebbe facilitare l'impresa. E se addirittura - grazie a quelle stesse fermate del metrò di cui sopra - quel parco cominciasse a essere meta anche di persone di altri quartieri, questa semplice nuova abitudine potrebbe aiutare a rompere l'isolamento che condanna Scampìa a essere un Broll{, più che nella realtà, nell'immaginario dei molti napoletani che non hanno alcun motivo Eer andarci. Terzo. ~ualcuno si occupa, mentre si discute di come trasformare in parco una parte degli ettari dismessi, dell'aumento di prezzo delle case di Bagnoli? La chiusura dell'Uva o la localizzazione delle .funzioni più qualificate della nuova Napoli (anche la sola probabilità di localizzazione) innesca uno dei più noti e ovvi mutamenti del mercato immobiliare, che certamente cozza con la finalità di proteggere i c~ti eiù deb_olieh~ ancora ab~tano in quel terntono pregiato. Siamo pronti a trattare anche questo nuovo problema? Sono solo tre esempi, mi servono a dire come la scelta di priorità, le procedure, e molti altri aspetti immateriali non siano né indifferenti né poco influenti sul senso e sugli esiti, attesi e non, di politiche per la città. Concludendo 35 • Se questo ragionamento non è del tutto infondato, temi del tipo "ma~ novrare valori in conflitto", "costruire un interesse pubblico che non si dà in natura", "fare i conti con il tempo delle trasformazioni" diventano cruciali e conquistano un posto molto più centrale di quello che sembrano occupare oggi nelle strategie di governo dell'ammini- . straziane napoletana. Se ne può parlare senza perciò passare·per nemici? Note 1. Sui problemi di questa proposta, cfr. Paolo Macry, Alla ricerca della normalità, "Micromega" 3/1994 2. Urbanistica e edilizia hanno costituito la materia dell'assessorato alla vivibilità, affidato alle cure di ~ezio De Lucia, fino ad aprile di quest'anno. Da apnle 1995 le competenze in materia di edilizia sono state trasferite al nuovo assessore Mariella D' Ascia, entrata a far parte della giunta con l'aumento degli assessorati. Per i primi programmi urbanistici della giunta, cfr., per esempio, l'intervista a De Lucia, "La Repubblica" 23.12.1993. 3. Il rapporto diretto parlamentari napoletani - gruppi di interesse era stato uno dei tratti tipici degli a~n~ '80. _Per ciò che riguarda Bagnoli, la nuova ammin1straz1one deve inserirsi nel lavoro già avviato da una task force sull'occupazione. Per il protocollo d'intesa cfr. "La Repubblica" 24.12.94. 4. Il programma (cfr. "la Repubblica" 15.3.94), · pres~n~a~o ~Ila _stampa_propr_ionel singola:e 'condominio d1 salita Vetriera, si fondava su finanziamenti regionali e del governo (rispettivamente 300 e 50 miliardi). A maggio, almeno nei titoli (cfr. "La Repubblica" 13.5.94), era diventato più nettamente un insieme di provvedimenti per la casa. Lo stesso programma, infine, reso esecutivo con una nuova mtes~ i_n9.uesta prim~v~ra, è stato ri-raccontato dai quotidiani (5.4.95), insistendo ("La Repubblica") sul tema del restauro e del 'look' o ("il Mattino") sui posti di lavoro attesi (13.000). Nell'ultima versione le cifre menzionate appaiono diverse (1000 miliardi per "La Repubblica", 1500 per "il MattiLACITTÀ no"), perché considerano anche ulteriori fondi, stanziat~ o mobilitabili, e in I?artic~lare. i finanziamenti per 11recupero delle 167 di Ponticelli e Scampìa. 5. Il parco - terminato da tempo ma chiuso dentro la cancellata -aveva finito per essere uno dei simb?li delle distorsioni connesse ai programmi straordinari. Le precedenti amministrazioni non erano mai riuscite a prendere in consegna questa come molte altre strutture realizzate dopo 11terremoto del _1?80, benché 9.ueste fossero sr~te progettate per avvicinare la dotaz10ne di verde e d1attrezzature agli standard ordinariamente previsti dalle leggi. 6. La delibera sul destino delle Vele, per la verità, non decreta propriamente l'abbattimento, ma la inutilizzabilità a fini residenziali degli edifici in questione. La vicenda, tuttavia, è lunga e controversa e non è il caso di ricostruirla qui. In ogni caso, la decisione, ha raccolto l'unanimità in consiglio comunale (cfr. i quotidiani del 3.12.1994, ma l'evento era stato anticipato e commentato da "La Repubblica" già 1'11 e il 12 novembre). Una più recente delibera (luglio '95) ha previsto un diverso piano di recupe~o p~r la 167 di Scampia, che comprende la v~nd1t_ad1 buo_n~part~. dell~ "Vele",. l'abbattimento di soli due edifici e I inserimento, in un terzo, di servizi pubblici. Per una ricostruzione del caso, mi permetto di rinviare i più curiosi al mio A sgonfie Vele, "La città nuova" 1-2/1993 7. Cfr. Giovanni Dispoto, I lavori per il vertice del Gl: una città ritrovata, "Spazio e società", 69/1995. 8. Cfr. "La Repubblica" 21.3.94, ma anche Un cantiere di civiltà, conversazione con Antonio Bassolino, "Micromega" 3/1994. 9. Una panoramica delle posizioni, in"La Repubblica" 13.7.1994. Particolarmente interessanti, le notazioni dcli' esperto di problemi del traffico Bernhard Winkler. Per il possibilismo iniziale e la "linea dura", cfr. "La Repubblica" 14 e 18 lu~lio, ma il dibattito sui quotidiani è durato assai più a lungo. 10. Come molti altri utenti-pedoni, noto che la creazione di questa sorta di 'barriera' nel cuore della città non rende granché competitivo l'uso dei mezzi pubblici. La spiegazione diffusa, per cui neppure a questi ultimi la piazza J?UÒ essere accessibile a causa della congenita inciviltà dei cittadini, che violerebbero di sicuro una eventuale corsia riservata, non mi convince. Non è che io non noti - basta avere occhi - diffusi fenomeni di scarso civismo, è che mi ostino a ritenere utile, insieme alla repressione, una costruzione del senso civico che passa per la creazione di abitudini e convenienze. Infine, conservando qualche fiducia 'nella intelligenza dei miei concittadini, credo che capirebbero. 11. "Solo su un punto Richclieu-Marone (il nuovo assessore alla viabilità, dalla fine di settembre - ndr) non sembra disposto a mediare: la chiusura alle auto di piazza del Plebiscito. 'I commercianti hanno le loro buone ragioni, le ascolterò, ma la piazza non si può riaprire. Ormai è il simbolo della città'." Cfr. "La ReJ?ubblica", 23.9.94 12. Per un magg10re dettaglio, cfr. "Il Mattino" e "La Repubblica" del 23.6.94. 13. L'approvazione chiude una "tre giorni" consiliare, m cui si manifesta qualche divergenza anche all'interno dello schieramento di governo. E chiude anche una fase conflittuale, aperta da settembre, in cui la destra tenta con varie proposte (tra cui la costituzione di una authority per Napoli) di rilanciare la politica delle opere pubbliche, ricreando anche il legame diretto governo-attori interessati (questa v~lta_attraverso le persone dei sott~segretari napoletani d1 An). Dalla mossa sembra dissociarsi Alessandra Mussolini, che inaugura invece, per l'occasione, una fase di feeling con il sindaco. Per gli Indirizzi, ma anche per una sintesi del dibattito precedente, è utile la cronaca locale 16-21 ottobre. 14. Cfr. l'intervista all'assessore alle finanze Roberto Barbieri, "La Repubblica" 16.10.1994 15. Al modello della decisione razionale sono opposte le logiche dei piccoli aggiustamenti e dei microaccordi tra attori (studiata soprattutto da

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