La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

sa mentre se ne cerca un'altra, è un evento che ha come scenario privilegiato la città" Ulf Hannerz, Esplorarela città, Il Mulino, Bologna 1992 Volendo riassumere con uno slogan quello che convince sempre meno, almeno la sottoscritta, l'oggetto che metterei al c~ntro della critica è l'idea di fare "piazza puhta" 28. Che trovo in via di principio sbagliata e fl:el_conte~ sto poco realistica, inutile, e fonte d1 nsultati assai poco soddisfacenti. A Piazza Plebiscito, dopo lo "svuotamento", resta il problema ?i riempi~e,quel che_s_iè vuotato. E se è fonte d1perpless1ta una polmca che ha creato questo tema, le perplessità crescono per il fatto che n~ssuno sembra davvero intento ad affrontare il nuovo problema_. È persino ovvio che questa sorta_d1 9uadr<? a la De Chirico29 (piaccia o non p1acc1ala pittura metafisica) è più gradevole dell'informe distesa di lamiere arroventate che lo ha preceduto. E tuttavia la costruzione di vuoti continua ad apparirmi un obiettivo misero, poco interessante e, ripeto, pericoloso se dovesse trasformarsi in un modello. Il )?Untoè che la svolta giacobina temo significhi anche che 'fare piazza puli~a' sta appunto diventando un modello. Perfmo per la trasformazione dell'area di Bagnoli. In questo caso, il futuro delin~ato nella variante è non solo proposto e descntto a J?arole, ma è anche disegnato (in modo ~vocativo e non prescrittivo). E ~i~ che_sugge~1~c,~qu~l disegno - una delle ranss1me 1mmagm1 ic~m~- che'JOdi cui si avvalga il documento urbamsti~ co - è appunto l'idea della tabula rasa, su CUI poi ricostruire qualcosa. . La figura mostra un bambmo che guarda dall'alto l'are~ di Co~o_gli?.Ribaltando un gioco proposto m molti libn, che acc?sta una _c~- lebre foto di inizio secolo a foto più recenti· m cui lo stesso luogo appare 'deturpato: d~ ciminiere e fumi, il bambmo (le generaz10m future?) vede prima una spianata brulla_e o~cupata da edifici, poi un ordmato paesaggio d1acqua, sabbia, viah alberati, aiuole fronzute. Dall'una come dall'altra immagine di questa ~:quenza gli umani sono del tutto assent~(ma pm che de Chirico, qui sembra avere _agito la ~omb~ al neutrone3t). Inoltre il bambmo del pnmo disegno è assolutamente uguale a quello_del secondo disegno, come se il tempo n?n es~stesse. . Poiché anche le forme dei testi sono spia di processi - di quelli che irl:essi si depositano, e di 9.u_elliche il testo stesso mtende promuov~r~ - si tratta di una figura c~e spaventa. In ~~i e all'opera un id_e~lenorma~ivo pu;tr~ppo t1p1c? di molta tradiz10ne dell urbamstica: dove il mondo è visto dall'alto e gli oggetti fisici sono separati dalle persone; dove _ilmigli~ramento è applicazione di un dis:gno ide~le _e11_tempo - con le sue incertezze - e una vanab1le nmossa. L'interesse pubblico " ...Jacques Le Goff afferma: ''.Il met,rò m~ disorienta". La gente che prende 11metro tl!ttl i giorni si sentirebbe disorien~ata re~andos1 al collège de France? Non abbiamo I opportunità di verificarlo." Annie Ernaux, Diario dalla periferia, Rizzoli, Milano 1994 Infine, dentro tutti i pr~cessi_fi_n9.ui descritti e criticati, circolano - mai esphcitatl - una serie di giudizi di valore: il verde è buono, la bassa densità è buona, la.macchina è cattiva...32. Ora, uno dei punti su cui mi piacerebbe poter dibattere è J?roprio conne_sso a questa mevitabile circolazione. Telegraficamente posto, il problema potrebbe essere: buono o cattivo per chi? . . . . . La domanda nnv1a a due altn quesm: uno di metodo l'altro di merito. Il primo è: siamo in un cont~sto in cui un forte decisore può dare soluzioni ottimali a problemi ben defi~iti? In cui c'è un accordo abbastanza largo SUI valori? In cui è facilmente riconoscibile un interesse pubblico? O si~mo piuttost~ in una ~ituazione molto conflmuale, dove i soggem e gli interessi sono squilibrati oltre che contrapposti e in cui la scarsità di risorse impone scelte m;ditate e il sacrificio di parte dei desideri e degli interessi? Ai:c~~ in questo caso, ho el\- minato molte poss1b1h sfumature dalla descn~ zione dei due contesti limite, ma se dovessi scegliere direi che siamo più vici~i al sec~n.do caso che non all'altro. Ma se è cosi, un dec1s10nismo che retoricamente presenta come nat~- rali una serie di scelte parziali, non è probabilmente la strategia più efficace 33. L'altra questione è se i val?ri e _le_"immagini"(gli ideali normativi) che in:iphc1_tament~ reggono le politiche in atto non.siano m effetti quelli di una parte della ~ivitas, semmai ristretta ma definita. Anche qui evidentemente estr~- mizzo, ma si potrebbe dire che sulle prop?sizioni relative a cosa sia buono e cosa cattivo, come su certe 'ricette' - oltre una certa soglia fino alla quale siamo d'accordo tutti - con~o~- da forse una parte della cit~à, per eseml?1? 11 ceto medio/alto che vive tra 11centro, Ch1a1ae al più il Vomero. Ma la civitas Napoli ha da sempre ben altra esten~ione. E s~ addi_rittura Napoli è una metropoli, la quest10ne s1 complica ancor più, e non è risolta affatto 1alla eventuale istituzione di un nuovo luogo d1governo come la 'città metropolitana' 34. Torno a quelle t~e espressioni_r~c?:~ate all'inizio di questo rag10namerl;to:viv1b1hta,normalità identità. Per metterle m rapporto con le doma~de che avanzo poche righe più sorra. Il corto circuito produce: vivibilità pe~ chi? !"lormalità per chi? idei:tità d~c~? ~sedi questi va: lori deve occuparsi una istituzione, questa puo farlo adottando un approccio che salta i cittadini•(egli interessi e i conflitti)? Quali eff~tti_può avere una strategia che punta tutto sul 1"!11ghora~ mento della qualità ~isica_di alcu_neparti ~entrali della città e su _pochialtn grandi progetti mole~ fortemente delmeati e guidati? Forse anche qui per spieg~re le d?mande ~stratte possono funzionare gli esempi concre~1. . . Primo. Sarà pure assai piacevole passeggiare nei decumani pedonalizz~_ti ,? ~ -yi~S~arlatti? ma la città è certamente pm v1v1b1le, per_1 cittadini che vivono a Scampìa, da quando 11 metrò collinare porta a piazza Vanvitelli in 15 minuti. Tuttavia, l'apertura di quelle fermate del metrò è stata a lung~ r~nviata e rrom_e~tedi essere motivo di conflitti ancora med1t1 per Napoli. I napoletai:i del Vom~r.o sembrano infatti almeno turbati, se non ostth, dallo sbarco serale nella loro isola dei napoletani di Scampìa (così come a Rom~ i commercianti di piazza di Spagna non gradiscono le promenades in centro dei 'coatti'). Si tratta di un problema forse nuovo per Napoli,. m~ n<?to.Per i! quale, anche prima delle soluz~om, s1 tratta d1 trovare modi che consentano d1trattare questo tipo di conflitti. LACIITÀ

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