La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 1 - febbraio 1995

polazione compresa fra i 20 e i 64 anni. Oltre alla revisione del sistema in sede legislativa, occorrerà approfondire il delicato rapporto di solidarietà fra generazioni, sul quale il mondo del lavoro sta già rimodellando forme e contrattualità d'impiego; 2) la spesa sanitaria, attualmente inferiore a quella pensionistica, salirà ulteriormente: diventando più_numerosi gli anziani, aumenta la quota di popolazione a maggior spesa farmaceutica, ospedaliera e residenziale (in buona parte a carico dello Stato o degli Enti pubblici locali); 3) l'allungamento della vita media e l'invecchiamento della _popolazione anziana determmeranno con tutta probabilità un incremento delle persone a ridotta autosufficienza e autonomia, per le quali studiare risposte di cura e assistenza adeguate; 4) la crisi, demografica e culturale, del modello di famiglia allargata (in cui i nomi convivono con figli e nipoti) porterà ad un incremento dei nuclei composti da anziani soli, singoli o in cofpia; 5) il carico de lavoro di cura dei familiari, già assai elevato in rapporto ad altri ·· paesi, tenderà comunque a crescere, in ragione dei sopracitati fenomeni di allungamento della vita media e riduzione dell'autosufficienza e autonomia di anziani sempre più vecchi; tutto questo dovrebbe stimolare ulteriormente la ricerca di risf oste istituzionali forti e a argo raggio - domiciliari, residenziali e "sociali" - per l'assistenza e la cura degli anziani; 6) il lavoro di cura dei familiari tenderà invece a ridursi sempre più come risorsa, minando l'equilibrio delicato su cui oggi si regge il tentativo di mantenere l'anziano nel tessuto familiare e sociale: gran parte di questo lavoro è infatti oggi svolto dai figli e dai loro familiari, ma a partire - da queste generazioni, proprio perché progressivamente meno feconde, sarà più difficile poter contare sulla stessa relazione d'aiuto; 7) il problema dei nuclei di anziani soli, singoli o in coppia, tenderà a innescare circoli viziosi di isolamento e di povertà, essendo questi fra i nuclei a maggior rischio di esclusione sociale, informativa rispetto all'offerta di aiuto e assistenza, ed economica in BibliotecaGinoBianco senso stretto (si pensi ai frequentissimi casi di vedova in quarta età, sola, in precarie condizioni di salute, con modestissime pensioni a causa di un passato di casalinga o lavoratrice in nero); 8) simmetricamente, soprattutto per le fasce più giovani, si porrà sempre di più un problema di valorizzazione di risorse, quando si consideri la rilevanza quantitativa del tempo e dell'energia di una popolazione anziana libera da impegni di lavoro: non è pensabile trascurare l'offerta di progetti - luoghi di socia- '1 f 11 lizzazione e di gioco, possibilità di lavoro, studio, attività solidali, impiego sensato del tempo - per una popolazione la cui "ricchezza" e rivendicazione di bisogni e interessi diversificati saranno sempre più evidenti e imprescindibili. A partire da griglie di criticità e opportunità come queste occorre probabilmente focalizzare l'analisi, attrezzare l'azione strategica delle politiche sociali, costruire forme di solidarietà nel quotidiano. E occorre innanzitutto smontare la convenzione di un'età simbolo dell'ingresso nella vecchiaia siano 60 o 65 anni -, per capire che una più corretta e feconda attenzione a questa popolazione, alla ricerca di criticità e soluzioni, deve esser svolta in termini di "passaggi": a determinare la qualità e l'intensità dei bisogni sono infatti i tempi e i modi delle transizioni cruciali, quali la perdita dello status di lavoratore, il declinare del1'autosufficienza e dell'autonomia, la vedovanza o la perdita di figure parentali o amicali, la perdita del proprio domicilio e l'entrata in casa di riposo. È questo calendario che scandisce la condizione dell'anziano più di qualunque altra scala di misura. Ma se i numeri e le direzioni del cambiamento sono quelli che ci restituisce l' analisi demografica, per occuparsi di anziani non c'è bisogno di appellarsi a vocazioni missionarie e a pietismi calati dal1'alto, perché qui la solidarietà non è un lusso, non è una scelta, ma una via obbligata. Con tutta la fatica e gli oneri che questa evoca. Come sa bene chiunque svolga lavoro di cura con anziani in difficoltà, il rapporto somiglia davvero poéo a quello "madre.:.bambino" di frequente evocato. Acidità, cinismo, aggressività, ancora sono stati d'animo e atteggiamenti frequenti negli anziani, e la gratitudine non è un premio scontato per chi presta aiuto. Ma bisogna prendere atto di quello stato d'animo: lo spettacolo della propria progressiva perdita di autonomia e autosufficienza, la distanza culturale e mentale verso le altre generazioni, la diffidenza e l'insicurezza di chi si sente più debole, la convinzione di aver accumulato, dopo una vita di fatiche, un credito nei confronti di tutto e di tutti atrofizzano generosità, disponibilità capacità di ascolto e di dialogo. A maggior ragione quando si fa avanti l'idea che le risorse siano diventate scarse, in una società in cui gli anziani come gruppo non decidono niente. Certo, questo percorso invoh._iti':onon è obbligato e gli anziaru rappresentano una popolazione a cui va riconoscmta una forte diversificazione al loro interno, con una vitalità e una rivendicazione di diritti e

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