Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 22 - 30 novembre 1901

RIVISTPAOPOLARE DI POLITICALETTEREESCIENZESOCIALI AnnoVII. - N. 22 Abbonan1effto postale Roma,30 Novembr1e901 NELGRUPPPOARLAIYIENTARE REPUBBLICANO Ai m1e1lettoreipuoolicani aelColle~aiToerni Amici cai'issimi, Voi m'invitate, con pubblico appello, ad adc~rire all' orciine del giorno votato dal Congresso di Aneon a, il quale non solo determina a' priori come l'azione del gruppo repubblicano parlamentare modo il profondo e radicale dissenso che in argomento cosi gnrre mi divide dal Congresso di Ancona. Anzitutto la mi.a intera vita parlamenta.re è in pieno conteasto col metodo che, secondo il Congresso, don-ebbe assumere permanentemente il nostro gruppo alla Camera. E nell'aderire, come affermazione colletti va di un ideale, alla costituizione del gruppo proposta Un ultimo dispaccio del Tmnswaal. --~--- - ~- . . . - Lord Kitcheuer klC{!"l"afa l \\'n,· O(!ìcc: • Questa notte parecchie 11ostrc colomw • sorpresero un louc,· di Hoe,-i. Dopo ,·iva resis:enza i Boeri dovettcro arrendersi. Furono • lull, catturali insiemè ai cari·iaggi ed ai ravalli. :'\cssuna perdita dei nostri. (Lnsliy(' m;;Ucr di llerlioo). ('). (') Dal numero speciale del Ln.,tiye 1-iliifle,· cli Berlino cledi,·ato ai combattenti Boeri. e Lii cui sono state ti1·ate migliaia di coi,ie, riproduciamo diverse caricature che danno una idea dell'agitazione dello spirito iiubblico tedesco contro l'Inghilterra. (N. d. R.) clebba svolgersi alla Camera in senso prernlentemente negativo, ma vincola altresì i deputati (lei geuppo ad agire, dentro e fuori il Parlamento, di pieno accordo col Comitato Centrale eletto ùal Congresso. Dolente di trnvarrni per la prima volta in disaccordo eon voi, mi reputerei indegno della fiducia e dell'affetto cli cui mi deste per tanti anni indimenticabili proYe se, per uniformarmi al desiderio vostro, dovessi dissimulare in qualsiasi BibliotecaGino Bianco da Giovanni Bovio dichiarai esplicitamente, insieme ad altri, che non intendevo con ciò di rinunziare al metodo di lavoro e di lotta fino allora seguito: metodo che mi concesse di colla bo:· rare, non senza qualche efficacia, in pro di tutte le riforme che JJOteYano condurre al miglioramento della economia nazionale e delle vlassi lavoratrici o che segnavano una conquista ~ul ternmo cle!Je rivendicazioni poi itiche. Questo per la formula aprioristica,

RIVfSTA POPOtARE {)f POUTICA, LETTERE E SCIENZE SOClAU Quanto poi alla sua intima organizzazione fun1.ionale parve a me, sin d'allora, che la esistenza ,li un gruppo repubblicano in Parlamenlo, costituito ed operante dirò così ufficialmente e collegialmente, sia ben diversa di quella del grul}PO socialista che - non vincolato da una fede poi itica determinata e tangibile - incontra., nella sua esplicazione parlamenta.re, ostacoli immensamenw minori. Per ben comprenderlo bisogna aver vissuto la vita della Camera e affrontate le molteplici diflicoltà cui si va incontro ad ogni momento per tenere alta da un Iato la propria bandiera, e per partecipare dall' altro ali' opera legislativa senza trincerarsi in semplici proteste o in pure affermazioni di principio; le quali, opportunamente fatte, giovano alla propria causa, mentre come metodo esclusivo o prevalente di lavoro e di lotta - senza corrispondenza effettiva di azione più o meno prossima nelle masse popolari e di largo consenso nella coscenza del paese - si risolverebbero in una sterile manifestazione. Non è questione di opportunismo - da cui ripugnano le nostre tradizioni e la nostra fede - ma di senso pratico della realtà, se vuolsi che l'azione del gruppo riesca veramente proficua, guadagnando credito, simpatie e proseliti alla causa repubblicana. Emerge chiaro da tutto ciò, che sia il metodo di lotta prevalentemente negativo, sia la subordinazione del gruppo al consenso della direzione centrale del partito - la cui maggioranza vivendo fuori della Camera, non può rendersi. un conto preciso dello ambiente nel ([tHl.lebisogna agire caso per caso - ne vincolerebbe l'azione in modo tale <la determinare, anzichè lo s,·il uvpo, l'atrofia delle sue iniziative e delle sue energie. Aggiungete elle le situazioni in cui un partito può e deYe affermarsi in nove casi su dieci organo istantanee. Se per lanciare il grido della Costituente - co- ~liendo a volo l'atti1110 che passava per l'aria. - io a.vessi dovuto cons11 I tare in quel momento non dirò la direzione del partito, ma tutti i membri del gruppo nostro sparso pei banchi, o non mi fossi limitato in piena aula a intuirne rapidamente lo stato d'animo, <]uel grido non sarebbe stato lanciato, o lanciato in ora meno opportuna avrebbe incontrato la. stessa sorte che incontrò in altri periodi del la nostra storia parlamentare: sarebbe cioè caduto nel vuoto,;,enza proYocare la profonda ed r loquente ri perciv;sione uhe ebbe nella coscien1.a J>ubblica. E' mio fermo convincimento, lung,imente pensato, che il gruppo repubblicano pa.l'lamentare, perchè possa convenientemente esplicare la propria azione, clove tenersi bensì in continuo contatto col resto riel pa•:tito, in modo che le. due forze convergrnti armonizzino insieme nelle linee generali, ma senza nè formule a.priosistiche nè ferrei vincoli che renderebbero monca o irtisol'ia l'azione sua positiva nell'ambito legislativo. '1'ale il pensiero d1e espressi in occasiono del Congresso di Firenze e riassnnsi telegrafkamente agli amici del Congresso di Ancoua, impedito di partecipare alle rispettive assemblee prima da grave lutto domestko, poi da impronisa interruzione ferroviaria. Il Congresso di Firenze deliberò, ma in forma · ·vaga, che l'azione del gruppo fosse coordinata con qnella del Comitato Centrale del partito. Ciò diede luogo a vivi dibattiti, avendo io costantemente sostenuto che tale deliberato dovesse intendersi nel senso che non ne restasse lesa l'autonomia del gruppo nel la sua azione parlamentare. La questiono rimase il'lsoluta, fino n che il Con• BibliotecaGinoBianco gresso di Ancona, accentuando i propositi del Con gresso di Firenze, non ebbe a decretare: che l' azione del gruppo deve essere integralmente vincolata a quellct del Comitato Centrale, dentro e fuori la Ca.mera; con l'aggravante di aver voluto circoscriverla entro i cancelli di un metodo aprioristico di lavoro e di lotta prevalentemente negativo. Questa decisione, per (Jua.nto abbia avuto il suffragio della grande maggioranza dei miei colleghi iscritti al gruppo, non scuote nè muta il mio convincimento. Il deliberato ciel.Congresso è quel che è; e l'ordine del giorno esplicativo Yotato dal gruppo parlamentare repubblicano - pure attenuandone le conseguenze pratiche - non ·ne muta l'intima essenza. Rispetto il convincimento dei mei cari e valorosi colleghi coi quali dentro e fuori la Camera proseguirò a collaborare pel raggiungimento dei uonrnni ideali, ma non mi sento di poterli seguire nell' adesione al deliberato del Congresso. Epperò a ciascuno la propria responsabilità. Allorchè 25 anni or sono nel Congresso repubblicano di Genova sostenni, contro la wnace resistenza degli astenzionisti, il dovere pel partito nostro di portare lo svolgimento delle proprie forze anche in seno al Parlamento, rimasi, insieme ad altri, soccombente. Il tempo mi diede ragione: alcuni fra i più fieri oppositori Ji allora divennero più tardi miei colleghi alla Ca.mera e fu orgoglio del nostro gruppo Antou.io Fratti; ma ebbi ragione troppo tardi, quando cioè, l'apatia o la disorganizzazione erano entrate nelle nostre fila, e un altro partito, il socialista - più giovine e perciò più ricco di energie - si era andato assimilando gran parte delle nostre forze mili.tanti. ll risveglio ,lei partito repubblicano è oggi evidente e promettente. Facciamo di non sciuparlo con nuove intransigenze. Il crescere degli elementi repubblicani alla Camera è un fatto scaturito SJJOntaneo e senza preconcette discivline dall'intima condizione delle cose, e la loro azione, prima ancora della st0ssa costituzione del gruppo, si riverberò efficacemente nel paese guadagnando al partito, che traversava ore difficili, simpatie e forze. Il voler ora abbandonare il metodo che fu sperimentato utile, per circoscrivern l'azione dei deputati repubblicani entro formule rigide ed apodittiche, senza tener conto delle condizioni diverse delle diverse regioni d'Italia, dell'ambiente in cui devono svolgersi, del compito difficilissimo a cui sono chiamati, equivarrebbe a segnare il principio della loro decadenza. Faccio voti che ciò non avvenga e che io m'ing-anni. Ma tale essendo il mio convincimento meditato e profondo, nessuna disciplina di partito potrebbe assolvermi dinanzi la mia coscienza, se dovessi sottopormi ad un metodo che non solo uredo erroneo ma dannoso alla causa repubblicana alla quale ho serbato fede in 40 mmi di vita politica non mai interrott.1. Nè molto meno mi assolrnrebbe la grntitudine incancellàbile che io debbo alla democrazia umbra. Allorchè la mia fede politica e la guerra a coltello del governo mi resero per oltre 10 anni costantemente avverse le urne del Mezzogiorno - quando non vennero, se favorevoli, falsate nello scrutinio - fu la democrazia repubblicana umbra che, insieme a quella di Romagna, mi aprì le porw della Camera, e mi confortò poi del suo costante appoggio nelle ore più difficili della mia vita parlamentare. Questo ricordo m'impone oggi doveri imprescindibili di onestà e di coerenza. Por quanto eletto nel collegio di Terni col lar-

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LEITERE E SCIENZE SOCIALJ 423 i;ro suffragio di ogni ordine di cittadini, i.o fui politicamente il candidaro della parte repubblicana. Se quindi non posso, in questione così grave, arcogliere il vostro appello di uni.formarmi al deliberato del Congresso di Ancona, senza tradire la mia coscienza, primo, indiscutibile mio dovere è qnello di mettere, come faccio, il mandato che rni conferiste a disposizione vostra, pronto a dimettermi se vi parrà elle questo dissenso renda incompatibile di fronte a voi la mia situazione parlamentare. La vita pubblica del nostro paese ha bisogno ami.tutto e soprattutto di sincerità, cli lealtà. li nostro dissenso, per quanto doloroso, potrà servire tutta.via a qualche cosa: a portare un modesto contributo all'educazione civile e politica del popolo italiano, Con affetto immutabile. Roma 29 Nooe111bre1901. P.DOAIWO PANTANO, nota formula del perinde ac cadaver, P?teYano sorprendersene. Parlai e votai come le mie convinzioni m'imponevano, e come, a mio avviso, consigliava l'interesse del paese in generale e del Mezzogiorno in particolare. Ricorderete del pari, però, elle quando la disciplina riferivasi all'azione non •~sitai un istante a sottomettermici illimitatamente come, ad ese111pio,durante il periodo ùell'ostntzionisnio. Fui sempre al ·mio posto più ubbidiente di qualunque ubbidientissimo fantaccino. Tutto sommato la riserva fatta entrando llel gruppo non produsse alcuna incompatibilità tra noi. Oggi mancherebbe, pen;iò, ogni ragione di distacco <la voi, se un fatto nuovo non lo rendesse inevitabile. Il congresso di Ancona decise, e la maggioranza cl i voial tr-i accettò, che non potessero fare parte del Gntppo parlamentare repubblicano se non quei deputati i quali preYentivamente si fossero iscritti nel Partito repubblicano italiano. Tale iscrizione pel passato pareYa cosa EROI: I ,..,,.,. ln;.:-lesi (,liwi11=i al clt/,pcl/tJ di 1,,,/hii): Co1·ag-gio,Torn,11_1·c,oraggio. che son qu:'t io a guardarti le spali,,! Nel separa~ram~l iruppaorlamentare repuoolicano Cw·i amici, Coloro tra YOi che furono presenti alla prima riunione del gruppo pcwtamentcwe repubblicano quando esso si differenziò dal gruppo ;·aclicale, ricorderanno che dichiarn·i esplicitame11te, che mi riserbavo di essere irulis<.:iptinato. Quanti mi conoscevano non si sorpresero menomarneutc del la mia rlicltiarazione, pofohè a loro era ben noro che male mi adattavo a qualsiasi co-tr-izione, dico cosi, formalistica e regolamentare. l\fa è bene ricordare che in cinque anni cl i con vivenza solamente rtue volte ebbi a distaccarmi dalla maggioranza ciel g·ruppo: la prima volta quando votai in favoee del mini.stero Saracco; la seconda nella discussione e nella votazione su Ila- mozione Bertesi-Agnini rwr l'abolizione del dazio sul grano. Il mio primo atto d'indiscipl inatez;r,a ebbe se non il vostro consenso formale, la vostra simpatia; poichè voi t.:omprenùeste che io solo era logico votando in armonia ai discorsi tenuti dall'Estrema Sinist1·a, che parlò per bocca dei suoi migliori oratori in favore di Saracco e votò contro, Il secondo atto d'indisciplinatezza si riferiva ad un tale grave problema economico che solamente gl' intransigenti più fanatici e coloro che intendono la disciplina nella stessa guisa in cui la intendono i gesuiti colla loro ubbidienza cieca e illimitata agli ordini dei superiori, rispondente alla BibliotecaGino Bianco (L1tsfigc /:Jliiiier cli Berlino). poco seria, se 110n lesi va della dii;nità di per,;oHe he con la loro vita - di trentine e quarantine cl' anni! - e coi loro scritti avevano dato prove innumerevoli della sincerità della loro fede e della saldezza delle loro non improYvisate e non interessate convinzioni. Perciò mi rifiutai sempre di in seri vermi nei enol i del Partito colla serena co- ,-:cienza di poter 1nostrare cogli atti meglio che colla ricevuta dei 60 centesimi pagati rilasciatami tl,Ll Ca;;,;iei-e, quello cl1e pensavo e quello che fosse. :'\on vi na. condo inoltre che la iscrizione mi sembrava un atto ehe implicava la sogge;r,ione verso la rappresentanrn ufficiale dei partito ed il dovere di quella illimitata disciplina, che mi ripugna. L'iscrizione m'imponeva il dovere cli ubbidire alle ingiunzioni di 1111 Comitato estraneo al gruppo parlamentare, che vivendo fuori dell'am- ' biente, i.n cui il gruppo doveva spiegare la sua azione, non l.)OteYagiudicare della convenienza di. tutta l'opera sua. L'iscrizione creava tali obblighi la cui violazione dava diritti alla Dire;r,ione del partito d'imporre una determinata condotta sotto pena di. vedersi rimproverato non solo, ma cancellato dai ruoli e politic,1mente squalificato. Ciò ch'era avvenuto a De Felice nel partito socialista mi faceva pensare a ciò elle sarebbe avvenuto a me con maggior facilità, data la mia indole; ma quelli che erano dubbi e timori, negli ultimi tempi divennero certezza. Fui scomunicato da alcune società di Roma per aver sostenuto i diritti della storia: fui trattato da avversario del

424 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI partito e dèll'iflea repubblicana perchè avevo sostenuto il dazio sul grano, che non. implica la benchè menoma contraddizione colla nostra fede comune. Immaginiamoci ciò che sarebbe an·enuto se la Direzione del partito avesse avuto il diritto d'impormi una determinata condotta! I miei sentimenti, le mie prevenzioni, se meglio vi piace, ebbero conferma sperimentale. Perciò ieri sera mi rifiutai recisamente a<liscriYermi nel Partito e per conseguenza sono nella dol·orosa necessità di separarmi da voi. Ma. nel separarmi sento il bisogno prepotente: da un lato, di rivolgere a voi tutti vivissimi ringraziamenti, anch~ a nome dell'amico Pantano per le vostre calorose esortazioni intese ad evitare il distacco, e ringraziandov'i soggiungo che porterò sempre vivo il ricordo delle par-ole sgorganti dal cuore del collega Arconaii e del di,-corso elevatissimo del collega Pellegrini; dall'altro di assicurarvi che combatterò sempre al Yostro fianco dentro la Camera e nel paese in prò di t11tte !'iniziative e di tutte le riforme possibili e immaginabili che sarete per propugnare e cl1e possano preparare ed affrettare la realizzazione del comune supremo ideale. Roma, 28 Noocmbrc 1901. Dott. NAPOLEONE COLAJA).'NI Dep~tato al Parlameuto. @@@@@@@@@©©©©©©~©©~©©©©© AGLI -AMICI Chiunque procnl'erà un nuovo .Abbonato,che pagfu;peru unticzjJettamente, riceverà in dono, a scelta, una dellé seguenti pubhlicazioni de]- 1'on. Dott. Napoleone Colajanni: Mouve1nents soci<U(;Xen ltalie; Ire e spropositi di Oes<f;reLornbroso ; Nel regno della1 .1.lf<(;jia; Gli Uffici del l<(;vo1--oL;ei Grande Battciglic(; del l<i,vo1·0. Uhiunque procureeà due nuovi Abbonati, che paghino per-u anticzpatamente, riceverù a scelta, tre delle suaccennate pubblicazioni, o La Politicci coloniale clell'on01·evole Dott. NapoleoneColajanni, oppure l' A(tr<iverso la Svizze1·a • dell' on. prof. Ettore Ciccotti. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Uniancompati~ilità c~eeveessecrl1eiarita. (Continuandsoultemadella pregiudiziale) Nel n.0 del 30 ottobre Rdel la i1Jista, prima che ci fossero note le discu.-sioni e i YOtidel Congresso di Ancona, quasi preYedendo ciò che stal'asi per votare e le concluF:ioni che dai rnti avrebbero tratto gli affini-avversari radicali e socialisti, in una 1iota a pag. 388 avvertimmo: La parola preg·i udiziale wlope,·otri pr>r indicrire l'aspir•azio,ie "e,·so Biblioteca Gino Bianco la repubblica o verso la proprietà collettiva vienr> qui adoperata, pet·chè è parola di mocla. Esatt(I· mente doiir·ebbe riferii•si soltanto ai repubblicani r>d ai socialisti, che non creclo,io netta possibilità rlelle ri(onne, :se prima no,i l'enga ;•ealizzalo il toro icleale. 11 nostro pensiero era chiaro: riteneva.mo irn-· propria la parola: pregiudiziale per indicare l'aspil'azione ad un regime cliYerso clall' attuale, in cui forme politiche e sostanza economica-sociale si contemperassero armonicamente; e la riteneYamo impropria percllè presa al la lettera potern autorizzaee una interpretazione, che esci udesse la lotta per le riforme parziali che migliorando sempre più le condizioni del popolo lo preparassero alla realizzazione <lelì'icleale auspicato ed anche lo affrettassero. Intesa rigorosamente la pregiudiziale esdude il metodo ·evoluti\·o, quale lo intendiamo noi, quale la scienza e la storia Yogliono che s'intenda. :\fa si sa elle la sorte de)le parole è tale clic spesso Yellgono adoperate in 1in senso diverso <la quello assegnato lor-o dai filologi e dal popolo nei primi tempi in cui Yennero adoperate. A t'orza cli traslati e Yorremmo dire· a forza di degenerazioni, esse talora senono ad indicare una cosa diYersa ed anche assolutamente opposta a q11ella primitirn. _Fu la so1'te, ad esempio, della parola mafia. Cosi per la parola: pregiudiziale. Quest'ulti111a da alcuni e da molti anni sen-iva ad indicare l'aspirazione verso la repub/Jlica senza esdudere le riforme sotto la monarchia, dentro e fuori ~lontecitorio preparate e conseguite <·olla cooperazione dei repubblicani. · Cosi la intendem1110 noi; non fummo soli. Arcangelo (Thisleri, che in questo momento passa pel più rigido propugnatore dell'ideale repubblicano, la intese esplicitamente in <[!testo senso come potè rilevarsi dal l'adesione che rece nell' !latta ctelPopolo a quella specie cli ci·edo che formulammo nel n. 17 .\nno VII della Rt1,ista. Il suo dissenso con noi si limitava al ,ninislerialismo attuale della quasi totaIità dell' Hstrema sinistra clt'esso biasimava e respingeva: di:senso incidentale e temporaneo, priYù di ogni ùn lJOrtanza. Il consenso suo, invece, era significantissimo nell'accettazione del principio in formatore del regime rappresentativo, chè per noi è l'elemento comune alla· forma monarchica ed alla repubblicana. e ad entrambi supet~iore. ' . Questa nostra interpretazione, infine, veni rn adottat~ da Roberto Mira.belli nella sua magistrale relazione, che dovrebbe essere diffusa a migliaia di copie, fatta in nome del partito repubblicano al Congresso d'Ancona sulla Nostr·a pregiudiziate (Qnestioni costituzionali e indirizzo eeono,nico). _ Dis~-r~ziatamente in que~ta preziosa relazione, m cm f" messa bellamente in evidenza la inseparabilità del la forma e della sostanza del le riforme econom iclte e delle riforme politich~ e in cui SL d\inostrava. lucic~a1~e~te che la nost~·a p;•egiudiiwle non ,, aprJOnstic,L e 111etafisica,ma aposteriostica e positiva - e si valse anche della autorità dei santi padri elci positivismo, di E. Littrè, per dimostrare l'assunto - scivolò una parola disgraziata, cl1'ebbe la fortuna d'infiltrarsi in uno dei più importanti orclini del giorno votati ad Ancona: la parola incornpatibilità. Consideriamo disgraziata la parola, verchè essa ha n·iù immediato bisogno cli un commento dilucidatiYO, che rorse de_ve~ssegnarle un valore di verso da quello che ordmanamente le si potrebbe dare. .L'ord~ne. d~l giorno sul gruppo parlamentare, pieno fil chffidenza e poco corte>1e verso il mei;le- ~i1110,dice: Il Conf11·,,sso nello i,tt,,,ito ,li ,·oorrti-

RIVISTA POPOLA RE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALÌ 425 1iare l'opera rlei suoi rapp1•esentanti al Pa1·tame1ilo perchè 1--isponàaai voti ert all'irv.lirizzo delle o,·grinizza~ioni repubblicane, r•icorclando che pel partilo l'azione pa1•lamentare non può che essere intesa a diiuostrare l'incon1patibilità f°L·a le i,-it,it,nzioni vig;enti e i po;a;tulati del pro~Ta1:n.1na repobblicano ..... È chiaro come la luce del sole: dando alle parole il laro valore usuale a,1 grnppo parlamentare· repubblicano dal voto del Congresso viene as~eg-nato un compito esclusiYalllente negatiYO ed intrinsicamente 1·i.voluzionario: eom11ito r;lte sta in armonia colle di<'itiarazioni, dirrmo così, bellico::;c di 4ualcltc simpaticis.-i1110 1L111ico nost1·0 elle ci fece ne Yalgono gi~l i socialisti, che Yantano la superiorità e la modernità ciel loro metodo evolutivo contro quello rivoluzionario adottato dal Congres- ,;o cli Ancona e non prestano fede a quello simboleggiate, nella parola incornpatihilità I Dunque~ Dunque, ,;iccome siamo convinti, che ni>Mirabelli f'lrn mise in corso la parola, nè gli altri che la votarono in Ancona intesero consiglial'P ·ec1 adottare il metodo rivoluzionario, o almeno quel balordo r·i,·oluzionarismo sistematico o verbale ('!te pare ratto apposta per discreditare il concetto di rivoluzione, ,LII' indomani del Congresso è necessario darsi ad una opera <li ·1·evisione e di corrc?.ione per d i111ostrare che la incompatibilità . ... è, per lo 1ne110,molto ma molto relativa, e che tra Il presunto morto. I I-:_•• •~• :. • ,.:\·:'XMi</,t:, : _..;. /:>:<: '., -,-<,_·.~. ,rr·· ~{ .,_ •; ;"'- V· _: .. :.- •·. · . . ,•. - ... I • :. : . '. ··:.., •-, : :: :--·: ....... ---- ... ·__·. :·.< U~w<'Jt (a lorù Kelchener): Avele dunque paura dei morti? ritornare al frasario ri voiur.ionario colla invocazione alla Santa carabina, che gl'italiani hannoJmostrato pochissima voglia d'impugnare e di maneggiare e elle - non esitiamo a dichiararlo - farebbero male, ora come ora, ad impugnare e maneggiare. Il significato rivoluzionario e parlamentt1.rmente Mgativo della incompatibilità, intanto, si trova in antitesi stridente coi precedenti del gruppo parlamentare, colle dichiarazioni di Arcangelo Ghisleri, con Ll uelle della grande massa ciel partito repubblicano. Ma quel significato è tanto evidente che i repubblicani intransigenti lo hanno già riconosciuto e ne hanno riso - come ila fatto Il solilario della laguna nella Tpi•za Italia - perché convinti che non troverà conferma nei fatti. B se B.bhotecaGino Bianco (Lustiye lJ/iil/1•1• ùi Berlino}. i J)ostulati, d1e si dkono incompatibili col regime attuale, non sono compro~e tutte le riforme più o 111011i0mportanti, elle hauno giù. servito e elle possono servire a migliorare intellettualmente, politicamente ed economicamente il nostro popolo. Quest'opera ,li revisione s'impone e sappiamo che l'on. Socci l'Ila giù cominciata parlando nel suo collegio di Grosseto, e l'ha continuata A. uhisleri nella Italia del Popolo; a tp1est'opera di revi- · :;ione nessuno crediamo che vorn't negarsi. iWa, francamente, avre111mopreferito Glieessa non fosse resa necessaria. LA RIVISTA. N. B. Era scritto e composto il nostro articolo quando avvenne la sera ùel 27 corrente la riunione del gruppo parlamentare repubblicano. Vi fu lunga discussione sulla inco1,ipatibititù di cui

426 RlViSTA POPOLAR i? bJ POUTICA, LF:TTlìRE Ì? scJr,:1\/ZE SOCIALI ci occupiamo iu questo null)ero della Rieista. L" interpretazione data alla frase dell'ordine del giorno votato nell'orrline del giorno cli Ancona da tutti i convenuti nella numerosa riunione fuper lo ap· punto nel senso della revisione: la incompaf ibit~là dei postn_- lati colle istituzioni vigenti venne limitata a quelli fondamentali. Sarebbe bene enumerare quali sono questi postulali fondamentali indiscutibili per discutere ed agire in proposito. A noi sembra che sia male sc~ta la base della propaganda repubblicana; ma sappiamo che di questa importante quistione s'intratterranno <ruistesso a~cuni dei ,leputati repubblicani. Non crediamo di commettere una n1d1scr~zione annunziando che i deputali presenti alla riunione di Montecitorio respinsero qualunque solidarietà colla relazione dell'Av- ,•ocalo Magri, di cui si occupò il nostro Direttore nel numero precedente: si seppe pure, e ne siamo lietis imi, che l' on. Barzilai i11una delle sedute del Congresso di Ancona protestò vivallleole contro lo stesso sig. i\Iagri. LA R1 ,· rSTA TANTOPEGGIOT,A TOMEGLI\O (Un iyno'IYtnte rul 'ltn citwlata,no). L'onorevole Sacchi nella difesa fatta nell'ultimo numero della Nuova Antologia del pro- ,rramma suo, non credette di rilei·are ciò che ~oi osservammo sulla differenza di trattamento usata alla pregiudiziale. repubblicana, che rappresenta il meno, e per la quale mostra tanta avversione, e alla pr·egiudiziale collettivista che rappresenta il più, e della· t:iuale non si allarma. Ciò che egli accortamente non fece, percliè ben poco avrebbe potuto r~spond_ere all~ nostre osservazioni, hanno tentato 1 suoi alleatt socialisti.: l' Al'Ctntil e La Lotta rli Classe. . L'oro-ano socialista quotidiano di Roma ha risposto 0 con garbatezza; un c. t. che ci tiene a far sapere che non è Filippo 'rurati, nell'ebd~maclario di :c\Iilano invece, ci dedica un lungo artteolo che non è se ~on una filza di villanie, tanto più indegne inquanto che non possono trovare la menoma o·iustificazione nell'articolo nostro del 1 Novembri (Tra due fuochi), pieno cli deferenza e di · affetto verso Filippo Turati. La risposta <lei due giornali socialisti riguarda la frase: tanto peggio, tanto meglio! colla quale si voleva designare lo spirito rivoluzionario e antiriformista del partito repubblicano e che noi, invece_, nell'accennato articolo affermammo rappresentera lo spirito vero del socialismo scientifico'. • la logi?a • e necessaria conseguenza della dottrma marx.1- « sta, la quintessenza della teoria catastrofica». L'Aranti! ci ri.sponrle : « Lo dicevamo ieri, lo ripetiamo oggi: l'aff~nnazio11e più saliente _del Co_ngresso repubblicano (d1.Ancona), quella per cm << l'aziona par(amentai:e. '!on puo c~w. essere intesa a dimostrare la mcompatibtlttà jra le istituzioni vigenti e i postulati _d~lprogramma repub~licano », sta in grossolana contradd1z1one con •1ucl che e, e con •1nel che fit il partito rep,nb~licano. Q~esto riteniamo oggi, dopo aver letto J a1·ticolo_coi'. cui ,Napoleo: ne Colajanni yuol difendere i rep_ubl,hcani dall ~ccusa d1 essere il pa1·t1to del « tanto peggio, tanto meglio!». « li Colajanni ricorda eh~ " ril'orfi?e i~mediate_e prossime furono caldeggiate dai repubblicani,,. E ,wi osserviamo che non solo ciò" è vero, ma che noi abbiamo detto qualcosa _di pùi nell'articolo cli ieri_: abbi_amo detto che i repubblicani :-- nonostante l~ dchberaz1one d_el Congresso sopr~ riportala_ - contrnueranno_ a _esplicare nel campo positivo delle riforme la loro att1v1ta >>. Da questo brano del giornale socialista di Roma - l'organo ufficiale del partito -, r-imane adunque dimostrato che noi affermammo la verità, niente altro che la verità, rispondendo all'on. Sacchi e alla Lotta di Classe: che il partito repubblicano non escludeva le riforme, ma che esso anzi le aveva. sempre propugnate e si era adoperato nella BibliotecaG,no Bianco misura delle sue forze a rarle trionfare. Questo per noi potrebbe essere il punto essenziale eù esciusi vo, perchè risponde a.i fatti, che sono sempre superiori alle parole. .\ra l'Al)anti ! giustamente, opportuMlmente ago-iunge che il fatto su cui noi avevamo il dir~tto di raO'ionare - e non sarà male ricordare che il nostro artkolo fu scritto e pubblicato prima che si riunisse il Congresso di Ancona - sta in flagrante contraddizione coll'~rd ine del giorno votato dal Congresso repubbltcano. La contraddizione è vera, e commisero un grave etTore coloro che ammettendo la possibilità e la convenienza delle riforme anche sotto la monat·- chia, non si opposero vigorosamente alla sua accettazione, e non separaronò apertamente la propria responsabilitù da quella tli coloro, che con imperdonabile leggerezza, vogliono Care prevalere la vecchia rettorica riYoluzionaria. 1\Ia il rimprovP-ro non va a noi, sibbene al Congresso di Ancona al cui ordine riel giorno abbiamo consacrato oggi stess,o un altro articolo. Nè fummo_ leggeri, cervellotici assegnando al parttto repubbltcano un car,1.ttere ed uno spirito riformista; noi, vecchi amici e cooperatori di Alberto Mario, che non mutammo e non barattammo programma, come tanti socia! isti e radicati cl i nostra conoscenza, credevamo che il suo metodo evolutivo e sperimenta.- lista avesse trionfato definitivamente; noi ci credevamo autorizzati a credere ciò: 1° dagli antecedenti dello stesso partito repubblicano parlamentare e dai fatti lealmente riconosciuti dall'A1·anti ! ; 2° dalla circostanza notevolissima che Arcangelo Gllisleri e la sua Italia del Popolo, che hanno dato l'intonazione a.Ila fase presente del movimento repubblicano, su questa quistione si era dichiarato esplicitamente ùi accordo con noi. L'ordine del giorno di Ancona, quindi, non poteva essere da noi preveduto, ed ha ragione chi osserva che esso ci ha addolorato profondamente; come ha ragione da vendere l'Avanti! ad insistere sull'antitesi tra il compito assegnato al gruppo parlamentare di dimostrare l'incompatibilità della monarchia colle riforme; antitesi che lo autorizza a sospettare che si vogli.a • ingannare il • pubblico con la presentazione di. pregiudi::iali « foderate della riserva cli smentirle ad ogni passo « della vita quotidiana• (1). Veni.amo ora a quel caro sig. c. t. che non sappiamo chi sia ed a cui non accorderemmo ~'onore di una risposta, se le sue insolenze non fossero state pubb Iicate nella Lotta rli Classe di Fili1Jpo 'l'urati. Lo scrittore della Lotta di Classe è montato in bestia, percllè noi affermammo che la formula del tanto peggio, tanto meglio! più che alla dottrina repnbbli.cana s_i attaglia alla clot}rina del socialismo marxista. Egli avrebbe potuto dimostrarci che noi siamo in errore; ma non potendo fare la dimostrazione, perchè non la potrebbe fare nemmeno Marx. - anzi molto meno di tutti Marx., che aveva posto le basi, sino a ieri. da tutti i socialisti italiani proclamate granitiche, incrollabili, ecc. ecc., della teoria dell'immiserimento crescente - ric0rse al metodo comodo e spicciativo di additarci come degli ignor<rnti, dei semi-analfabeti, dei cretini, che non conosciamo (i) Preghiamo l'Aoanti! a notare che nell'articolo del_ i No- , vembre, prima che fosse venuto l'ordine del giorno sulla w.c,:>rn_• 7X1,tibilitù,, avemmo già osservato che l'~so ~leBaparo~a pregrndt• ziale era impi-oprio da parte dei repubbl,cam riformisti.

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 427 sillaba del movimento socialista e non siamo in condizioni cli comprenderlo. Il villanzone che giudica polemica mor'ti/ìcante quella con noi, pel solo fatto di avere attribuito alla dottrina clel socialismo scientifico la formula: tanto peggio, tanto meglio! aggiunge: « I redallori della Rivista Popolare non sanno (essi che nttribuiscono a Filippo Turati il nostro articolo!) quali sono le nostre convinzioni in ordine alla cosidetta teorici catastrofica del socialismo e la preminem;a che universalmente è venuto acquistando il socialismo riformatore su quello intransigente rivoluzionario! .... ·« Come sono ignoranti <]Ueiredattori della Rivista Popola,·e ! « Sanno essi che i socialisti hanno un programma minimum <:he rappresenta la scnla che inelultahilmente biLo zio Sam e .lolin Bull. (Jon,•nal di N<>w York). (') Questa è una delle innumerevoli caricature che gli ameri• cani consacrano alla loro superiorità commerciale e industriale, per umiliare l'Inghilterra. (N. d. R.) sogna salfre gradino per gradino, riforrna, per 1·iforma per l'applicazione del programma massimo? « Sanno essi l'opera di revisione inlrap1·esa da Marx e da Engels stessi alla prima concezione socialista quale è formulata nel Manifesto cùmnnista del 1848 ~ « Sanno essi l'opera di Bemslein, di Heine, di Auer in Germania, di Pernestol'fer e di Vittorio Adler in Austria? Sanno essi che la democrazia socialista austriaca, ha pur ieri nel suo congresso corretto il suo programma,· relegando agli archivi la " crescente miseria ,, del proletario; come il Kautsky, dopo aver per anni ed anni pl'OpÌl.fJ_natlo'in:f/essibilità della dottrina intraTJ,sigente, ha Jintto p_er stendere un progT'amma agrario del più puro possibilismo? « Essi non sanno nulla di tutto ciò o forse anche lo sanno, ma fingono di non saperlo per l'imbecille gusto di una ritorsione puerile, per la necessità della quale Turati viene ad essero descritto come un rivoluzionario intransigente fautore della pregiudiziale catastrofica!. .. « A quesli termini ed in queste forme ogni polemica è inutile. I redattori della Rii,ista Popola1·e - pel' concilial'e con gral.ia i 1·epubblicani della pregiudiziale al 1·epubl,lica11ismo111iniste1·ialedel loro dii·ellol'e - possoBibliotecaGino Bianco no al.tribuire a Turati anche le opinioni di Musolino per aggredirlo e debellarlo vittoriosamente. Ciò in certi circoli potrà .far piacere, ma, vivaddio, ciò fa dis_qusto ad ognuno che abbia ancora in pregio l'onestà ed il disinteresse delta polemica e non rice,•chi in essa che un mez:::oper arriaare ad una meno avara verità"'· Noi, ripetiamo, non sappiamo chi sia i.I m i:,;erabile che osa dare a noi. lezioni. cli onesti1. e di lealtà nella politica e nelle polemicl1e; noi non ci curiamo di sapere se egli sia un qualsia,;i L'arabutto che scrive in diversi giornali e di opposto colore, senza coscienza, senza carattere, senza ombra di onestà; noi ci vogliamo pren<lere esclusivamente i I gusto di mostrargli che egH è sopratutto un ignorante, e vorremmo anzi credere, per un fondo di ottimismo di cui non sappiftrno li beGuerre rli tal'itl'e. ~ . ~I <~f .~\ . . ;;.:.e:. ....~ X ' . :, ~0 Gj e, 'Lo zio Sam si s;nle s~mpre più iudipendcnte. ~ Date agli Stati « Uniti uu poco più di tempo, e questo paese coi suoi possedimenti « insulari pl'Odut·r:i ogni cosa di cui potrù aver bisogno il popolo. « 8e u11a guerra commerciale deve venire noi saremo tanto forti « che tutte le nazioni ciel mondo uon ci potranno battere ». ( Di- :;cor·o di \Vii.son lllinisu·o di Agricolturci). (RccoNl llcrald <li Chicago). rarci nemmeno di fronte allo spettacolo tristo e ributtante che possono dare tutti i c. t. della Lolla di classe, elle egli altro non sia che ... un ignorante o un semplice ciarlatano, e non un briccone. Lo scrittore della Lotta comincia dal farci una colpa grarn d'ignoranza nell'avere attribuito a Filippo Turati il suo articolo. ~entre scriviamo non abbiamo presente La Lotta (ti classe del 12 Ottobl'e che provocò il nostro primo articolo, e non ricordiamo se ci fossero le iniziali c. t. Se anche ci fossero state avremmo potuto attribuirlo a Filippo Turati che prende diversi pseudomini e che firma con cli'verse iniziali i suoi articoli. Dovevate imbestialirvi signor c. t. de!la Lotta, solo perchè scambiammo un c. t. per un h. t. ? ~fa aneliamo all'essenziale. La formula del tanto peggio, tanto meglio deriva si o no dalla dottrina 111arxista? Noi affermammo che e,-sa ne deriv~, e che è la sintesi q l'espressione più gonuiu~ della

428 RIVISTA POPOLAIW DI J:>Oll'l'iCA, ler:riwE É SCIENZE SOCIALJ teoria catastrofica, o dell'immisnrimento <'l'e-- scente. Jl nostro c1·it:ico non potendo dirnostra.r<' r·lw aycvatllO torto a.ttl'dJHP.ndo alla rlottrina. Jtlitrxi,-t,;~ il postulato drd tanto J)r>(Jgiot,anto inf!gtio! ,-e la cava ricordando a noi I" opera rti 1·erisionr> int.rnpresa da \Jarx. e da Erigei;.; e continuata da Hernstei11, da lleine, da Perne~torf'er ed anche da h'.autsk~·, dal Cono-resso di Vienna, e ne trne argo111ento per conchiudere che o sia1110degli ignol'anti. o dei disonesti, che fingiamo d' ignorare per I" imbr>citte gusto cli unrt 1•itorsio1u' p1ieritr>, [H:1· ta nr'cr•ssilrt c.lelta quate Tw·ati niene rul r'SSf',•eclesr1•illo com,r• wi rivoluzionario i,itrrmsige,itr>, (alflorf! delta pregiudiziale catastro(icr, ... Giri, conci ude lo seri ttore della Lotta, potrri (ar piace1·e i,i cer-li ciN·oti, ma, vi1:artdio, ciò f'rt rtisgusto ad ou1ilf1W elle ab/Jia anco1·a iii p1·egio l'onr>stà ecl it disinte,·r>sse della pole1nicr1, e non hcerc!li in essa che un mezzo per arL"ivnre a,cl una Jn.eno avara ·veritù. • Che cosa voglia dire colle ultime parole i.I nostro esilarantissi1110 conrraddittoro non comprendiamo bene; sappiamo, però, che per prendersi il gusto di. scagliare calunnie ed insolenze contro cli n~i ci ha attribuito idee e proposi.ti che 11emme110 11 più disonesto ed ignorantissimo inquisitore non potrà scoprire in tutto il nostro articolo. Q\ie.sto sistema di. polemica è davvero, sporco ed abbietto, degno di farisei eia taYerna. . Conosciamo l'evoluzione di 'l'urati; l'abbiamo lodata, perchè lo avvicina semp1'e pitt a •ciii che sosteniamo noi; l'ahbiamo dil'esa contro coloro che la dissero generata dalla paura e dal ricordo ciel soggiorno nel reclusorio cli Pallanza. T_utto questo ignora, forse, l'insolente nostro calunmatore. Andiamo al significato clell' opera rli 1·eoisione, che non a .\larx ma ad F.ngels dovrehbe fars-i l'imontare. Sappia il ciarlatano, che quest' opera di revisione ci i' carissima; alcuni dei punti princi1rnli della medesima, - ad esempio, quello sulla importanza ed azione del fattore economico, su I cosi eletto materiai ismo storico, - furono esposti da chi i> tanta parte della Ri1;ista, prima cli Engels e contro il Ferri non ancora marxista. Sappia U ciarlatano, perturba.to dalla bile o clall'alcool, che in tutta la collezione della Rivista e in tutte le pubblicazioni di chi la dirige si. tiene conto degli accenni e dei tentatiYi dell' 071era cli revisione.: e se ne tiene conto ver co111piacersene e per assicurarsi che proc0de innanzi e si rinvigorisce . .\la q11anclo si deve esporre il postulato cli una dottrina si deve prendere come base la manifestazione della minoranza o q nel la della maggioranza; il pensiero degli eretici o quello degli ortodossi; l'idea che formò ranima e "il nucleo di. un partito per I unga ~erie cli anni, o quella germogli.atà ieri e che non è encora sbucciata. completamente? Ci vuole la logica di uno squilibrato o di un alcooHzzato come cleY'essere il ciarlatano della Lotta, per pensare nhe nel discutere di una dottrina, e cli un partito dobbiamo riferirci alla esigua minoranza ed agli eterodossi nati ieri, e non agli. adulti e vigorosi rappresentanti. della mago·ioranza ortodossa. 0 Ebbene vediamo ci.ù che dice la storia ref·entissima, la storia di oggi più che cli ieri, sulla catastrofe e sulla teoria dell'immiserimento crescenté. Sentiamo 'il Rappoport. TI sociologo russo, onde spiegare la votazione dell'ultimo congresso cli Lubecca sulla libertà detta critica, scrive : « Come spiegare che il grande partito socialista· te- « desco1 diretto da uomini estrcmamenle abili e ili umiBibliotecaGinoBianco « nati, abbia potuto adoltare una r_iso!uzi_onec!1e si pre~ « sta tanto facilmente alle c,l,b11'1,1011d1 ogm natura i « La risposla ,-. sen,plicc: Il socialismo tcde,aco s'identi- « ficò col marxismo. Tulta la propaganda, da un maz::o « ,acoto cù·crt si J'a sulle basi marxiste. Si dice ni p1·0- « leta1·i: la scienza lta dimost,·alo detinitirn111enl.c ('he la « cvolul.ionc ecnno111ica conclun·ebbe fatalmente al socia- « lismo. / rapi/ali si conecntrruw. Lt classi madie spa- « riscon(). Ba11toslo di ji·o11tf' ail 1tna oligarc!,ia capitati- « .,td no,i rc.,tcrii pùi rlw uoa ru·maia proletaria forte- « mr•nte 01·9a11i::::ata. » ( /) \fa questa pr-opng-anda di mezzo secolo che ha consust.anz iato la dott1·ina cielI' in1miserimento cre- ,;cente - la famosa \'eretenrlungstlienrie dei · tecleschi - col sangue e col la carne del partito socia! ista I.edesco, ha passato i confini della Oermania e, se non per mezzo secolo, certo per un Yentennio - il periodo della più rigogliosa efllorescenza socia Iista - h,t clorninato nel partito socialista internazionale: e non tra le ~olc masse popolari, che ora si d i~prezzano _a )I ila1~0 ?~lll1_' a,lrtrcoidi, ma tra gli mtellettual,. E storm d1 1cn quella tlel Congresso in ter-nazionale socia! ista di Londra; dove si votò una risoluzione pt'eveclentc ln. venuta prossima di una crisi universale. « La « risoluzione, cli.ce Rappopol't, l'u il risultato flella • concezione catastrofica, secondo lit quale nna « grande crisi economica porterà al potere il prodetariato rivoluzionariamente organizzato.• (2) Etl a quel Congresso c'erano i più illustri rappr1!- sentanti del sQcialismo italiano. Rarebbe stot'ia di ieri quella che volesse 1·ip1·0clurre i giuùtzi più o meno catastrofici, pii1o mono rivoluzi0nari, che, non gli anarcoicli e le masso i<rnoranti., ma gl'intcllr>ttuati più celebri del p,u·- tito socialista emisero sul caso .\lillentnll in quel J;t specie cli re/e;•e,idum promosso dal la Pelil<' 1•r•- pu/JblùJUP. Ma lasciamo stare Lt storia cl i i.eri ; pel ciarlatano della Lotta non ha più Yalore. Veni.amo 11 q 11ella cli og-gi. Vuole conoscere una pregi'luli:,iale soci.tlista di prim'ordine? Eccola: (( Le assemblee politiche - Camera dei Comuni ed « altri parlamenti eu1·opei - sono essenzialrnente delle « istituzioni capitaliste che hanno pel' is-:opo di manle- « nere e di con,;olidare il dominio borghese. Per conse- « o-ucnza qunle speran7.a c'è, come lo cr<>dono i Fabiani (< di farr infiltrare le idee i;;orialiste presso i nelllici di ,< classe, di vedere adottare tale o tal'altro punto esse11- (( ziale del progl'amma socialista, senza una rivolu::ionef' >> Chi è che calunnia in tal guisa il partito socialista i0 ·norando che il nostro ciarlatano la pensa divers~mente ccl ha proclamato il trionro dell'ope;·a 1/i revisione e l' ha giudicata un dogma? E' Jl_,·ndman, il più dotto, il più autorevole socialista inglese, uno tra più dotti ed autorevoli socialisti. monclial i, l' iniziatore ciel movimento soci.ali.sta al di. I.\ della \tanica. JHa questo è forse uno scritto che rimonta a nnti anni. f'a; a cinque anni al meno, all'epoca cioè ciel Congresso di Londra? Ma che! ~, roba di ieri,Lli oggi:venne pubblicata nel N. del 15 ottobre del .ì!fouvement sociatiste, ch'è l'organo più ortodosso del socialismo francese. Colla imprudenza, che può riscontrarsi ·soltanto in un ciarlatano, contro cli noi si accampa l'opera di revisione compiutasi nel Congresso di Vienna. J~bbene: i nostri miserabili denigratori vorrebbero sinanco che noi ave,;simo t<'nuto conto dei voti di un Congre~so che si 1·adunò .... dopo la pubblicazione del numero incrim rnato della nostra Rivista! Gran colpa la nostra: non siamo profeti!! (/) La libel'té de c,·i/ique wi Conyrc:; de Lubeck. Nella Rc1J11s.oeciati:;tr:. Novembre l!l(H. (i) les p1·obtèm.es<leBemstein.11eoue socfoli:;te. Nov,-19<ll.

RIVISTA POPOL.4.RE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 429 E che cosa ci dice, del resto, il Congresso di Vienna? Ci dice che l'opera di revisione del pro• gramma di Hainfeld (l) incontrò vivacissima opposizione precisamente nel punto che si riferisce alla teoria dell'immiserimento crescente. E sapete come si riuscì a far trionfare la formula abilissima e sapiente proposta dal Dott. Adler i (2) Mercé le dichiarazioni di Kautsky. « Il quale rie conobbe che fra il vecchio programma di Hain- « feld ed il nuovo progetto non esistono differenze e teoriche, ma soltanto formali, e che si tratta e soltanto di modernizzare il programma e di « adattarlo al modo di vedere dei tempi presenti. « Vi potrà essere qualche indebolimento nella « frase, non v'è indebolimento nel pensiero eper e per conseguenza non si può parlare e di Bernsteinismo. • e La teoria dell' immiserimento è scientifica- < mente ineccepibile, ma può essere facilmente e fraintesa .• e La politica catastrofica, sorta nel momento « della repressione, che faceva prevedere una pros· e sima rivoluzione, cadde col cadere .della represe sione e furono gli stessi marxisti, dipinti seme pre per catastrofici, che combatterono nell' 80 e contro quella politica. • e L'immiserimento non é una constatazione di « fatto, ma un'accusa alla proprietà privata, che « tende ad immiserire le masse. Ogni seria rie forma sociale non può essere perciò che un « colpo contro la proprietà privata. » (3) E così mentre il ciarlatano impernia l'opera di revisione nel nome di Bernstein e contemporaneamente ci rimanda al Congresso di Vienna CO· me prova della medesima opere di revisione,-n Kautsky rassicura il Congresso avvertendolo che non si può parlare diBernsteinismo. Ed é lo stesso Bernstein che in un articolo dei Sozialistische Monatshefte citato dall'Avanti l (8 Novembre) seri• ve : " Per una revisione del program,ma socia• « lista gli spiriti non sono ancora preparati .... • Va là povero ciarlatano della Lotta ! Tu faresti semplicemente pietà, se la tua sfacciataggine nella menzogna e nella calunnia non facesse schifo l Se i tuoi articoli ti vengono pagati per difendere una qualsiasi causa e con qualunque arma e senza alcun scrupolo, tu rubi lo stipendio perché riversi il ridicolo a milioni di tonnellate sulla causa stessa! '~ E a questo punto, giacché siamo arrivati a parlare di Bernstein, apriamo una parentisi. c. t. ha inteso difendere Turati da accuse immaginarie, o almeno da noi non formulate, mostrando che il deputato socialista per Milano s'inspira all'opera di revisione di Bernstein. Ma ha dimenticato, il disgraziato, che Turati ha protestato contro chi lo disse fautore del Bernsteinismo 1 (4) Ed eccoci a Bernstein con un pizzico di Kaut- {l) Perchè qualche nostro lettore non supponga che il programma di I-Iainfeld rimonta all'età della pietra ricorderemo che · esso venne formulato nel f888. (2) Nel programma di Ilainfeld si diceva che la proprietà capitalistica produce la povertà progressiva delle masse e la miseria crescente del popolo. Adler raccomandò e difese strenuamente la sostituzione di questa formula: « Il tenore di vita (Standarcl of li/e) delle masse sempre più vaste del proletariato è sempre più in contrasto colla crescente pror!uttività del loro lavoro e coll'aumento delle ri<:chezze da loro create. » (3) A\'vertiamo il ciarlatano della Lotta. che potrebbe accusarci di falsare i resoconti ciel Congresso, che il periodo Yirgolato è stato lolto dall'Aoanti ! (N. del 12 Novembre 1901.) (4) Anche Bissolati nella prefazione ad una traduzione di alcuni articoli di Kautsky e di Bernstein si è dichiarato contro quest'ultimo. (Pc,· la clemocrctJict socialista. TCautsky-Bernstein. Prefazione di L. Bissolati. Roma 1899.) 81..,l.oteca...... ,no o,anco .sky. L'ignoranza del ciarlatano dovrebbe essere grande come la infinita misericordia di Dio, se nell' opera di revisione ha associato, l'acqua col fuoco, il diavolo e San Bernardo - Bernstein e Kautsky. Bernstein consacrò dal 1896 in poi molti articoli nella Neue Zeit prima, e poi nel Sozialistische Monatshe1te, per dimostrare eh' era nece - saria l'opera di revis.ione del socialismo. Riunendo in volume tali articoli, e precisamente nella Prefazione all'Edizione francese, giustifica la sua lotta contro coloro che attendono il cataclisma, la catastrofe sociale dal crescente immiserimento (1). Superfluo avvertire che noi aderiamo completamente alla tendenza che ispira l'opera di revisione di Bernstein; ed è superfluo avvertirlo perché tale tendenza abbiamo sostenuto noi e chi dirige la Rivista prima che Bernstein la esplicasse. · Se Bernstein, che sino a ieri venne ritenuto uno dei santi padri del socialismo tedesco, ha dovuto pubblicare molti articoli ed alcuni libri per combattere la tendenza opposta, che fa capo alla teoria catastrofica ed a quella della miseria crnscente, - a meno che egli non debba considerarsi come un pazzo o come un ridicolo Don Chisciotte, che combatte contro i mulini a vento - è segno che detta tendenza è poderosissima. Tale é. Lasciando da parte gli energumeni del socialismo tedesco - Parvus, Rosa Luxembourg, Clara Zetkin ecc. - chi si levò fierissimo contro l'opei'a cli revisione di Bernstein 1 Il più dotto, il più intellettuale dei socialisti tedeschi: Carlo Kautsky ! E Carlo Kautsky, per dare una lezione agli ignoranti della Rivista Popotare, dal ciarlatano venne associato a Bernstein tra i cooperatori dell'ope,·a cli revisione .... Kautsky dedicò molti articoli della Neue Zeit e del Vorwiirts per combattere l'oper·a di revisione de Bernstein; e poi un libro poderosi~- simo - come sa scriverli lui - ricchissimo di date e di cifre intesi a dimostrare sostanzialmente che è vera la teoria della miseria crescente, benché .la invenzione del nome (Veretenclungs theorie) l'attribuisca allo stesso Bernstein (2). Ma si tratta forse di un duello tra due individui, interessantissimo pel valore dei combattenti, ma sempre limitato perché espressione di un conflitto tra individui; ci sono manifE>stazionicollettiYe, in prò dell'uno o dell'altro 1 Ci sono queste manifestazioni; ci sono e stanno in favore di Kautsky e contro Bernstein. Tre congressi hanno condannato in Germania l'opera cli reoisione; e nell'ultimo di Lubecca, presente Bernstein, come abbiamo dichiarato nell'articolo del 1 Novembre, venne sinanco negata la libertà di critica all'accusato coll'enorme maggioranza di 203 ;-oti contro 35 ! ! Ecco ciò che gl'ignoranti della Rivista Popota;•r> possono rispondere al ciarlatano della Lotta (lt classe. Sarebbe crudeltà insistere contro questo straccio di uomo che si nasconde sotto lo pseudonimo di una c. e di un t.. Possiamo abbandonare il far·ceur alla sua vergogna ed ag,li strapazzi di coloro che lo pagano. Noi dalla discussione possiamo trarne argomento per una più importante e istruttiva conclus'ione. Pochi anni or sono a chi in Italia si fosse attentato ùi solleYar~ un qualsiasi timido e modesto dubbio sopra un solo punto - vorremmo dire dogma - del socialismo marxista, il meno che potern capitare era di sentirsi disdegnosamente trattare da ignorante e da sacri- (1) E. Bernstein: Socialisme thcorique et socio( democrw,,• pralique. Pnris. P. V. Stork. 1900. Galeria du 'rhealre Frau• cais 8-11. La prefazione porta la data di Londra 1-1 Ottobre 189!1. (2) Le marxisme et son critique Bcrnstein. Paris. Stor'.- 1900.

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