Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 18 - 30 settembre 1901

RIVlSTA POPOLARE DI POLITICA LE1 TERE E SUENZE SOClALI 345 !ali senza 1)ericolo di deprimere il prezzo, como 111a1 produttori rinunziauo ad un guadagno netto del 25 0l0 circn, chò tale è il rapporto fra il prezzo von1tlo o il v1tlore del frumento secondo il costo di produzione elle si allog1t essere il nornH1,le nel nostro paese~ Non è Lastato un lucro molto minore per dar energico impulso alla produzione industrialo 1 E che proprio o l'inclifferonza o l'inerz'a o il dispregio dello arricchirsi si siano rifugiati nei produttori di frumento JI L11 vern spiegazione è che l'intensiftca,,ione della coltura del grano incontra fieri ostacoli, i quali parzialmente ueutralizzanu gli effetti del dazio e lo rendono un congegno, cho serve quasi più ad impedire la coltivftzione a perdita che non ad assicurare un lucro. 1 proprietari e gli affittavpli grauicnltori sono unmerosi (e chi è fantore della media e deli1t piccola proprietà 11011può, non deve lagnarsene\ ; 11011ò possibile chtJ tutti abbin,no uu alto grado di istrnzioue agraria tecnica o posseggano capitali por fare coltura intensiva, anche quaudo non siano, come pur troppo è fre((uente, iudebitat.i: non sempre quindi possouo giovarsi degli attrezzi perfezionati, dei concimi chimici, delle sementi selezionate, o via ùicen1lo: 11rnuc,i pnr troppo, in estesissime v.oue del uostro paese, nu!L1.moua distribnzioue della popolazione sedentaria alla campagùa per il lavoro solerte cli accurata 1n·eparazione cl e 1 suolo, di moudaturn do! grauo dalle male erbe, cli prouta mietitura, ecc.; di fottano ivi pure i buoni mev.r.i di trasporto pet· agevolare la vendita della merce: esistono ancorn tradiziouali formo ili contratti agrarii non troppo favorevoli al progresso della produzione, ma cho possono per le radicate abitudini o per ragioni sociali mutar,;i soltanto lentamente. tori, come se i pro<luttori fossero dei parassit.i e i consumatori non do,·essero fare qualche sacriftzio per rcnd,we pili vigorosa l'economia 1rn,zioualo. E da ((nale va1·ictiì, cli condizioui, compreso il dazio ·sul grano, clipenda la couscrvazione e il progredire della cerealicoltura nel nostro paese, si può illustrare con uu esempio veramente tipico, quello dell'Agro romm.10. Nella relaziono sull'andamento della bonificazione agrnria cli quella zona a tutto il 189:J (in esccu- ,1ioue della leggo 8 luglio 1883), che il l\[iuistro d'Agricoltura, Industria e Uommercio presentò alfa, Carnern dei deputati il 2 dicembre 1900, si leggo questo brano def!uO vernmeuto di essere citato e meditato: « La super- , ficie della zoua coltivata a coren,Ii invernali nel qua- « drienuio 1881-84, prima. dell'applicazione dolln logge, « desunto dalle assegno comunali, fu in media di circa « ettari 23-14. « P<:1·e_(Tettoclella crisi granaria clisccsc rapicfontentc « 11egli anni successivi fino a ridttrsi a vochc centinctia cli «. cttar·i nel 1890. Nel q ua!.lricnnio 1891-U4 riprese grncln.- « tnmon te il sno movimento ascendente con una me!li,L « cli ettari 1570, fino a superare di uuovo i 2000 ettari «. nel 1894. E finalmente noi quadriennio 1895-DS h..L « raggiunto la media ·cli ettari 2848, a formare la quale " l'anno 1898 entra per ettari 4493, e uel 189!) è salita « ad ettari 5142, superficie « questa ·che uell' ultimo « venl;ennio non fu mai oc- « cupata dalla cerealicolt;u- « ra. 11 qtiesto risultato lmn. « no certamente contribilito «. emise molteplici,fra te qua- « l·i 1;rincipatnw11te t'obblir10 « di metter·e a colttira molti « terreni per lo inncinzi pa- « scolivi, la protc.donc cloya- " nate e il conseguente pre.~- « ::o più eleva.lo dei cereali, « ecl in parte anche l'intro- « clu::ione dei concimi chi- « miei per par te di cilctini « .fra i più intelligenti agri- « coltori. Ciò lw infinito ci « renclere piì, rimuiierativci « la coltiva::ionc c1ei cereali, E questi ostacoli di on'line economico-sociale aggiungendosi a quelli di ordine fisico rilevati nella precedente lettera, che non permettono la trasformazione delle colture, fauno sì che il dazio protettore non spieghi una iutensa azione; essonon seconda quindi, come si asserisce !!-llegramente dagli itboli:donisti, nè l'indifferenza, nè l'incuria, ruasal va dalla rovina molti e.ho altrimenti per la mancauza delle no- - Spero rimedio! che almeno adesso vorrete esperimentarlo il mio <<la qtrnle, col siste1nct estcn- « sinopiù coinune1nente in uso, « non corrispondo economica- « mente che 1~ei terreni di cc- « ce:;ionale feracità >). - - Tienlo per e infallibile ! te quello, ché noi abbiamo il no,tro, vecchio Considerato astrattamente, il dazio sul grano l1a tre gravissimi difetti: ( Uomo di Pietrct di l\Iilano ). lo Esso ha com uno co - tate condizioni economico-sociali sarebbero vitti mo della concotTenza. E la prova più bella della mia as-,erzioue l'abbiam9 noi fatto, che l'esistenza di buono condizioni economicosociali in maggior propon-ioue nell'Alta Italia e nella parte superiori! della i'lfodia Ititlin, che non nel resto clol continente e nelle isole, ha reso colà moli-Opii1 rapido il progresso della cerealicoltura, mentre puro il dazio ò uguale per tutte. Io non dirò certamente cl1e ai propriotarii, i quali perfezionftrono ht cultura dei loro beni, il dazio nou procuri un profitto supcrio.re a ((uello che avrnbbero se il dazio non esistesse. l\fa bisogna lmdare ai sacrifìr.ii non pochi, oltrechò di intelligenza, anche di cfonaro da essi sostenuti per rnggiungere quell'intento, il che riclucc di assai il lorJ lucro. E poi, questi proprietari sono ancorn una piccola minoraur.a; o quindi si può asserire che in media, generale ai proprietarii il dario non reca vero lucro. Quei 200 o 250 rnilioni elio Rccoodo gli aholizionisLi passano, per effetto del dazio, dallo ta!:!che dei consumatori a ((uclle dei produttori e che fanno grnu colpo sngli ingenui come se si tmtta~sc di un guadagno dei pro1l11ttori, restano in cifra ben e~igna uello mani dei 1JiÌ1intelligenti e operosi fra questi, come meritato premio della loro iniziativa: gli altri servono nulhi, pit1 cl1e a tener in piedi una produzione di interesse nazionale. E qui voglio osservare di passaggio cotue tutti i ragioniimenti degli abolizionisti siano sempre bacaf,i dalla solita unilateralità liberistica, di tenere cl'occhio soltanto gli interessi materiali dei consuma- Bib hOÌ9C8 Gino Banco gli altri dazii agrarii il difetto di couvortirsi uotori,tmeute, quando cagioni 11u vero ed effetti rn e duraturo aumento nei prezzi doi prodotti, non in un lucro temporaneo, ma in un aumento del valore ilei terreno: e così. equivale atl uu douo cli ca.pitahi fatto ai proprietarii; 2° Nei pacr;i ci vili di densa popolazione ht proll11zione interna del grano, anc;he molto intensificata, di regola non a,rri va rnai a p:trcggiaro il bisoguo, a bastare pel consumo, il che, <l.tto il dazio che escludo hi concorrenza i11terna1dona.le. :is~icnra un vero 111011opolio ai produttori. Ne'lo inclustrie protetto nasce taloni fra i produttori intcmi una g:mi. di produzione e di spaccio che cagiona vere ca1h1tc 11ei prezzi, cosicchò, pet· evitare la reciproca rovinosa concorrn11za, gl'i uclustriali dovettero raccogliersi in sind,tciiti l"nL i produttori cli grano invece, 11elle condizioni accennate, il sinda~ato osisLe per la natum stessa delht protlnzione e dello spaccio, })er la assicurata domau,la .dolb indispensabile derrata: essi dominano il mercato ed i111pongono i prczr.i, fino a,l limite oltre il ((trnlo J'i111po1·tnr.ione diverrebbe proficua: così il dazio i 111 petlisce l'azione della sola forz;t ,:he possa, rompere quella spo11ta11cacoalizione, la concorrenr.a internazionale; 3° Il terzo <lifet,to ò, non tanto di colpire la precipua donata alii,1entare delle classi lavoratrici (perchò come osservai, in Italia sono voraci consumatori "di pane e paste !li gnino 11011soltanto i 1Jrolet,u-ii, ma anche i boryhesi) quanto di colpirla con sperequazione: perchè le cla::;si l.t1·ur.1trici rnrali là dove ricoYono (cd è consuetudine ancom molto diffusa) in derrate, fra cui

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