344 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI nuate negli anni successivi possono renderlo invincibile nella; difesa! Se la forza adopera,t,a per opprimere dev'essere ésecrata, è invece provvida q1rnndo è usata a gna,rentigia della libertà e del diritto. Soltanto mostranclosi animati da uu vero od alto patriottismo si potnì, combattere efficacemente i traviamenti e le esorbitanze del falso patriottismo. Parlo per esperienza, perchè nuche noi in Italia, abbiamo passato giorni tristissimi col pericolo di grossa, guerra, per l'insana ambizione di antico demagogo fatto rni n.istro. Piccoli incidenti a bella posta ingrossati per trarne prntesto di cou tesa cliplomatic:t, armamenti esagerati che non avevano mai tregua, uu liugnaggio ingiurioso verso la, nostra vicina rl'occidente di giornali notoriRmeuto sussidiati cfal governo, o lli 'J.llm1do in quando parole provocatrici dello stesso capo del governo, tutto faceva credere che Jn, guerra alla l<'r:tncia fosse disegno l)restabilito dal governo di qnel tempo. E ad :i.ccresccre il pericolo si aggiungeva qualche volta la «caccia.» al lavoratore italiano fatta in Prancia da plebi inferocite, che provocarono iu Italia pubbliche 111a11ifestazio11ai11tifrancesi di straordinaria grr1vità. El>bene, a scongiurare tale pericolo uoi affrontrn,mo i11 quei <:asi la, folla esasperata, facendole sentire ch'orn insensatezza far risalire ad nn iutero paese la colpa lli pochi avvinazzati; e al capo del governo cl1e preparava armi cd armati per la guerra frntricitla, gettammo con Pelice Cavallotti la memoranda sfida: Non farete gnarra alla Francici, se non passanclo siii nostri corpi. E perch è la sfid:t 11011ora di spavaldi, ma di no111ini elio aveva110 t1ato prova, combattendo le battaglie dell'inllipendenza nnzio11ale, di s,tpor dar ln, vita per la libertà e per h patria, quel governo s'impaurì e 11011pensb piì1 alla gncrra maledetta. Scomparso il pcdcolo di una guerrn, oltre l'Alpi, sor3e qnello africano. · Governava il medesimo uomo, e il sogno <1'1111 grant1e i111pcrocoloniale infiammò dopo lli lui mo! te fan t:,sie anche in Italia. Anche qni s'era, crmlnto di l,icile f\llCcesso una gnern1 in Afric;1 contro masnade 11rnla111et1e1 armato e male organizzate, e t1ui pure, dopo le inatteRe sconfitte, si sarebbe voluto la guerra, a fondo, continn:ita :incho per anni lino alla totale sottomissione i'lell'ahissino, per venclicarc (sic) i nostri soldati uccisi, e per la rn:,ggior gloria e la maggiore estensione della italica potenza. E allorn ci gettammo un'altra volta iu mezzo al popolo eccitandolo a metter Jìne con un'azione vigorosa alla pazza e criminosa impresa, e il nostro appello fo a~coltato, dappertutto si fecero imponenti dimostrazioni co11tro l:i. contiouazioue clella g11e1-rna,fricana, tali, che le trnppe mandate dal f(overno contro .la folla fo1·0110impotenti a domare. In molti Jnoghi forono divelte le rotaie delle ferrovie per impedire la partenza tlei soldati per l'Africa; le donne medesime si opposero o quell'invio. La voce di così gagliarde proteste salì fino alla reggia; il nostro ministro guerrafondaio dovette abbandouarc il potere, e la guerra d'Africa fn cancellata, d:,l programma dei suoi succesAori. Ora io credo che tutto questo non sarebbe avvenuto, ~è ~ nostra voce sarebbe stata ascoltata, so il popolo italiano avesse veclnto in noi soltanto degli idealisti e doi sentimontal.i, nemici di tutte le g11erre per impulso di purissima ed altissima religiosit:\ cristiana, anzichè nomini che al culto della patria avevan dato i loro au n i migliori. C/Jsi abbiamo fatto e facciamo della 'friplice Alleanza. Dopo averne fatta la storia genuina, per dimostrare che, in origine, non oontraendola, l'Italia avrebbe meglio provvcclu~o agli iutoressi suoi e meglio contribuito alla tanto desiderata completa pacifìcazioue fra Germania e Prancia, abbiamo or ora promosso sn di essa 1111 rrfcrend1mi fra persone notevoli del nostro paese, colla speranza di ottenere cho essa sia sostituta da conven,,ioni, le quali facciano del ricorso alla Corte di Arbitrato dell'Aja, per la soluzioue dei conflitti internazion_ali, una condizione obbligatoria per gli Stati coutraent1. Anch'io penso, comC' il nostro Novicow elio l'opera clcllo Societ:'i 11er la pace diverrebbe più efacace s~ tutto facessero dell'il1ea della fccleracione intenwcio;iale BibliotecaGinoBianco . lo scopo principale della loro propaganda; anch'io credo che la federazione degli Stati, la quale metterà fine allo stato di guerra che ancora qua e là pervade, sia la leggo clell'avveuire. Se non che (lnasi sempre all'indomani cli avvenimenti che pareva spingessero gli Stati su quelhi. via, altri ne avvengono che tendono ad alloutanarveli distntggcnclo le liete speranze che por uu istante ernnsi concepite. Vi sono, pur troppo, uomini di Stato i quali non comprendono la grandezza del proprio paese che nell'abbassameuto elci vicini, e che studiano tutte le oc0asioni per provocarli a conflitto. Questi uomini e la loro politica provocatrice trova sempre dappertutto una-stampa compia:eut,e, capace cl'iuventare le cose più ingiuriose a danno d'altri paesi, pronta a solleticare tutte le malo passioni dell'amor proprio nazionale contro questo o quel popolo, creaudo così a poco a poco una situazione così. tesa, che anche qna.ndo non ne esce la guerra, i buoni rapporti inteniaziomtli ne rimangono per molti anni tnrl.Jati. Ora io qui ripeto ciò che da. nn pezzo vado dicendo, cioè che per giovare efficacemente alla causa, della pa,:e e della bnona armonia, fra le nazioni civili, bisog!.la studiare a una a una tutte le questioni, che servo110 agli altri a suscitare la malintesi e querele, per poter dire su ciftscuua una par,1la i11spirata a verità e giustizili.; che non bisogna ùa,r t1·eg11aai seminatori cli cliscordi,i, sicno essi nomini 11l Stn.to 6 giornalisti, ma denunciare in ciò che vi ha di pericoloso e di insano nei loro disegni, e flagellarli se11za misericordia, quando operano coutro verit:\ e giusti zia; dico che dobbiamo vi vere in continua comunica,,ione col popolo, mostrandogli colle pm·olc e coi fa,tti, che i veri patriotti siamo noi umanitari, e rh·olgondo cont1·0 i fomentatori cli discordie e di guorrn quegli istiuti tli combattività che fermentano dentro ,li lui. Co;.ì fac,mr1o, Voi ll.trete alb causa della, pace nna base i11crolhhilc e prossime Ricure vittorie. Seguendo invece la ~olit,i. via, tenendovi nelle sfere dell'ideale, atf.enrle11do il trio11fo della dottrina della pnce soltanto da nna nrnggir,re irdl 110nz1tlell'iùoa cristiana ~ulle anime popolai-i, \'oi ;1cq11istercte pochi nuovi. eletti, mentre i belligori c,,ntinneranno a suggestionare le n1as1e, sparg,n-ete semi che frutterauno noi .lontano avvenire, acquisterete forse per Voi il regno dei Cieli, ma non risp:irniierete 11 na sola delle gnerre che anche oggi minacciano la lHtce del moudo. Vostro alf. E T. MONETA. Pres. tiella Società lntemazio1wle per la Pace UNIONI,: LO~!BARD;\. Ll<:l'l'ERA. SECONDA, E,qrcgio clcputcitoccl cimico, Prendendo la penna per scrivere questa socond:t lettera, che è poi la terza mandatale in poco tempo, uon vorrei cs~er pa.ragonato a quei cantori berteggiati da Orazio, i qnali inter amicos ut numquam inducànt animum cantare rogati, iniussi numquam desistant. l\fa sar:ì proprio l'ultima e definitiva. E comincio osservando come 11011ho mai troval;a nelle pagine doi nostri abolir,ionisti del (fazio sul grano una soddisfacente risposta ad un'ovvia domanda. Se proprio il dazio nostro così elevato rappresenta in tutto o in gran parte un guadagno netto pei nostri produttori, come mai questi non si sforzano in tutti i modi di aumentare la pro,luzione, mentre pure la sua notoria deficienza, che dobbiamo coprire coll'importazioue, loro assicurerebbe anc<'ra lo spaccio di una cospicua 11uantità senza timore cli ribasso nei prezzi e qnindi con ;11to e certo !nero, Si ha nn bel dire che il protezio11 ismo li rende iuerti, che uon clà loro eccitamento a migliorare la coltm·;1,. llfa quando, come ne dimostra l'importazione dei primi otto mesi di quest'anno, si possono ancora produrre iu pit1 almeno 7 milioni cli q11i11-
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