Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 18 - 30 settembre 1901

35G RIVISTA POPOLAllE DI POLITICA LETTERE E SCJENZE SOCIALI erano nel '96, 318G con il capitalo di 4598,87 milioni cli M. Se tutta quesla .atlivita poi, noi vogliamo meglio misurar~, dobbiamo fermare lo sguardo sul movimento de!J'esportazione tedesca, e per un breve corso cli anni: 11cl 1895 D 1896 D lf97 )) ]8!)8 » 18!)() la Gorn1ania esportò per :H'24,I » ,, <1753,8 • » 3ìò0,:2 )) » 4010,G D » 4:368,4 111ilio11i Ili M. l) l) » l) I) )) In cinque anni la esportazione è cresciuta per un valore di 94,1,3 milioni cli J\I., mentre l'aumento della importazione è per 1500 milioni circa. La Bilancia elci commercio è sempre passiva e per una cifra non piccola. J\Ia questo passivo nel '9-l era cli circa L(n miliardo, e quello dell'Inghilterra, alJora cli 2G80 n1iJioni, e quello delle altre nazioni anche grave. Io sono con vinto dcJla incompetenza della bilancia del commercio, nella quale molti cespiti e molLi oneri delJc nazioni non vengono compresi, e son lungi dal rilevare che il 20 O[Q cli attivo che l'Austria contava nel 1891, nel movimento di importazione ed csporta?.ionc, costitui~ce una prova scevra ..cli benessere e di sviluppo economico, ma una diminuzione· nel passivo nelle condizioni della Germania non posso non guardare c0rne un fenomeno con'.·ortantc. G. l'.UUTORlè. CRONACLHE~TTERARIE « Sebastopoli>> di Leone Tolstoi. Agli Italiani non obliviosi delle vicende slorìche del nostro risorgimento nazionale, il titolo di questo libro risveglia un sentimento di 01·gogliosa compiacenza. I.a temerarietà avvedula e fortunata di Cavour, dopo una lolla diplomatica formidabile, dopo una ballaglia pai-lamentare procellosa 0 rnemoranda, trionfava. Jl 21: aprile 1851: il corpo di spedizione dei soldati Piemontesi salpava da Genova; nel maggio ern già aLLendaLo sollo a Sebustopoli. Tristi mesi dalla primavera del '51, all'agosto del '55, per quei quindicimila combaLLeuli,decimaLi cl ,Ila m .t.lignità del clima,dall'iufieri1·e del colera e del li!b: ma quanta luce di gloria! Quelle stremate milizie noslrn frementi di emulare le agguerrile soldatesche di Francia e d'lngltilLeri-a, suscilMono l'ammirn,zio:1e d'l•:uropa. Le sorti della guerra fur.rno dcci,:;e 11011:V1 alle della Ccrnaia, la mattina del 1G agosto iS-J5. Difcndetano quel ridoLLo le milizie piernonlesi e quindicimila francesi. Sul!c prime parve che questi uon reggessero all'impelo i1Ton1p-}11Lde,~i nemici, ma sostenuti dai piemontesi i russi f111·0!10respinti La fortuna d'llalia prnslrata a :\'o,·am, risorse in Crimea. Tre setlim::we dopo la Lo1·re di .\Ialakoff veniva sfracellata dalle artiglie1·ie francesi; i russi col I ,ro consucludina1·io patriottismo sei vaggio abbandonarono Sebastopoli dopo arnrla incendiala. Indi a pochi mesi il ministro avventurato ed accodo difendeva a viso aperto la causa italiana al Congresso di Parigi. A questa campagna nella quale i russi perdctt.ero (I) LEO:-IE TOLSTOJ: Seb1stopo1i. - Milano (• ·a~a editrice N,tld,ni e Castoldi 1901). BibliotecaGino Bianco o!Lre a mezzo milione d'uomini, p1·ese parte anche Leone Tolsloi lo scrittore che succedette a Viclor liugo nell'internazionalità delle sue opere e della sua influenza. ]I volume che appare ora per la prim1 Yolta LI-adotto in italiano (i), contiene le impressioni del bombardamento di Sebastopoli, quali si stamparono nell'animo di un osservatore possente, di un apostolo fervenle della fratellanza dei popoli e di un credente convin(o della Yanilà e nullità della ragione e della volontà 11mana di fronte ai decreti di una Provvidenza da cui gli uomini sono con"dotti e guidati. L' autore nelle sue rifless:oni che lai voi t ~ inserisce 1,el romanzo, dice che il vel"O è l'argomento che lo ispira - Possiamo chiamare quest'opera un romanzo 1 No, perchè non c'è un filo che serva a congiungere i vari episodi che sono narrati. Storia? !\'o, perchè, evidentemente i personaggi di cui si parla sono creati dalla immagi11azione dell'autore. ilomanzo slorico dunque? Sì, ma non al modo con cui noi latini siamo soliti inlende1·c questo genere leLLera - rio. Ai critici che rimprovei-avano il Guerrazzi percl1è nel!'« A,sedio di Firenze» che tanti petti ha scossi e inebriati - nonostante le incompiutezze, le esuberanze liriche, le tirale byroniane che oggi ci lasciano freddi o ci annoiano - mancasse un personaggio principale, l'eroe, il J\fazzini risponde\·a che l'eroe c'era e si chiamava il popolo. ln Sebastopoli l'unità è data dalla guerra stessa. li centro dell'azione sono i bastioni che vomitano la morte dagli obici e dai caunoni contro gli eserciti alleali, ed ove piovono le bombe distruggiLrici. La maniora del Tolstoi appa1·e anche in questo suo libro henchè sia stalo scriLLo in un periodo anteriore al suo ultimo - credo. Egli non ci dipinge la guerra nel modo coreografico e diciamolo pure, falso, onde s'imagina dai lettori di poemi epici o delle prime slrorc melodrammatiche della manzoniana Haltaglia di AIIaclodio. l grandi impeti collettivi si riducono pel Tolst'oi a somme d"infiniti impulsi di vanità, di amo1·e del pericolo, di emulazione. di imitazione che giacciono nel fondo della coscienza dei singoli individui e li spl"Onano ad azioni che staccale dalle prime rndici appaiono eroiche. - Chi ricorda le pagine stupende di Guerra e Pace in cui il Tolstoi espone la ridda delle id0e che in J;1·evissimo volgere di tempo, come succede a tutti i morituri, ed u quanti son convinti di trovarsi nell'estl"emo pericolo, si succedono vertiginosamente pel cervello di Andrea ferito, Lrovet·à non meno mirabile questa pagina in cui è narrata la morte di Praskukin. « Scor,:;e a una breve distanza l'esca accesa della bomba cl,e girava come una Ll'OLLola.Un Le1·ro1·e ghiaccio, che paralizzava ogni idea, ogni sentimento, . s'impadroni di lui, che si coprì la f1ccia con le mani. << Passò ;i,ocora un secondo, durante il quale la sua rnenle fu attraversala da lullo un mondo di pensieri, di speranze, di sensazioni e di ricordi. Chi ucciderà'? Me o Mikhailor~ oppure Lutti e due insiem0 1 E se uccide me dove mi colpi1·,t? alla lesta, e sa1·à la fine; al piede e mi si arnpulerà... Allora insisterò perchè mi si dia del cloroformio e potrò rimanere in vita. No, no, la bomba è più. vicina a me sarò io! E si rammentò dei dodici rubli che doveva a :\Iikhailof e di un alll"o debito lasciato a Pietroburgo, e gli tornò in mente un'aria allegra cantata da lui il giorno prima. Ri\·ide coll'immaginazione la donna amata, con in tesla un berretto a nasL1·i color lilla, l'uomo da cui era stato offeso e di cui non si era vendicalo, ma fra questi ricordi e tanti altri il sentimento del presente - l'attesa della morte - non lo lasciava: « se non iscoppiasse » pensò; e fu sul punto di ap1·ire gli occhi con un'audacia disperata; ma in quel momento, a traverso le palpebre ancora chiuse, una luce vivissima gli feri le pupille e qualche

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==