Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 3 - 15 febbraio 1901

48 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI nua, a questa formidabile concorrenza del lavoro unskilled somministrato _dagli operai delle campag~e si attribuisce in parte minore lo sweating system ed JU una assai maggiore il problema desolante della disocc1t1Jazione con tutti i suoi pericoli sociali, con tutti i suoi danni morali ed economici. I montoni mangiarono gli uomini ! Trasformazioni dell'agricoltura inglese. - La maggior parte dei dati sui quali si è ragionato sinora si riferiscono ad epoche recenti ed anche recontissime. Il rialzo relativo sul mercato di Londra dal l89ò al J!JOO potrebbe, però, far pensare che un certo sollievo abbia -doYuto sentirlle l'agricoltura inglese. L'ha sentito; ma molto limitatamente. Ciò si rileva dalle ulti1ue pubblicazioni ufficiali del Board of agric1iltu1•r, (.'\); dalle quali si aJ)pronde che il rialzo sui prezzi del frumento produsse un lieve aumento nell'area destinata alla sua produzione, seguito di nuovo da diminuzione nel 1900 por vicende atmosferiche. Ad O)!nÌ modo il miglioramento si deduce da questo caratteristico dato: i coltivatori vendettero il grano e non lo dettero a mangiare al bestiame come furono costretti a fare nel 1894-95 ! Esaminata la crisi agraria inglese rispetto all'elemento uomo - proprietari, fittaiuoli e lavoratori - è necessario adesso guardare alla ripercussione della crisi sulla terra, cioè sulla sua cultura. È risaputo che gli econ~misti ortodossi consigl(ano a tutto spiano la trasformaz10ne dell~ culture o la mten: sificazione di una cultura, quando m un dato ramo d, produzione ao-ricola mf.nca la convenienza. Nel caso speciale della 0 colt~vazione ~lei gra1!0, che s!_ fa in per tlita a cansa del ribasso dei prezzi determmato dalla concorrenza dei frumenti russi, asiatici, americani, australiani e quanto prima africani, essi - sorretti talora dagli agronomi - rispondono tri,,nfalmente: se la colturci estensiva clel frnmento non è proficua rencletela intensiva· se tale colllirn non è redditizia intensivamente o estensi~amentc sostituitela con wi ciltrn. Nella intensificazione o nella sostituzione delle colture, secondo i liberisti e gli agronomi, si avrebbe il rimedio infallibile alla crisi agraria, che affligge l'Europa. Per l'una e per l'altra in generale occorrono alcune condizioni favorevoli, senza le quali non si pu<', procedere con speranza di successo. Occorrono: spirito di iniziativa, energia, istmzione tecnica speciale, abbondanza di capitale, favorevoli condizioni di clima e di suolo. I consigli dei liberisti e degli agronomi hanno un difetto fondamentale: mirano a mantenere o ad aumentare il reddito del proprietario e il profitto del fittaiuolo; hanno finalità essenzialmente individualistiche, tra le quali non trovano posto menomamente le preoccupazioni sociali. In certi casi trascurano con una leggerezza sorprendente il fenomeno deiuograftco, che riveste alla sua volta forma economica e politica. Infatti se alla coltura estensi va del gra.no si sostituisce quella intensiv_a; se alla cerealicoltura si sostituisce la coi_tivazione della vitt•, il giardinaggio o altra coltura arborea, che esiga in forte quantità l'intervento del lavoro umano - in questi casi, non c'è dubbio alcuno, il tornaconto individuale collima perfettamn1te coll'interesse sociale e la maggiore ricerca di lavoro umano fa sì che dalla intensificazione o dalla trasformazione della coltura, la soluzione del problema demografico viene facilitata con probabilissimo miglioramento delle condizioni dei lavoratori. "1a fata che alla cerealicoltura si sostituisca la pastorizia. In questo caso il tornaconto individuale del proprietario e del fittaiuolo potrà essere soddisfatto ; ma dove prima erano necessari cento uomini per lavorare la terra, non ne occorreranno più che dieci per condurre gli armenti al pascolo o un poco di più se . l'allevamento si farà in istalla. Che cosa si farà degh ottcinta, dei novanta uomini che non trovano più lavoro sulla terra ? Se non saranno addetti ad altro lavoro-ricadranno nel regno buio della disoccupazione; su di loro faranno strage i freni maltusiani positivi. Superfluo av- (5) Traggo le notizie da un riassunto datone d_a!l' Ec?n~mista d'Italia (14 ottobre 1900) che suole essere d1hgent1as1mo. BibliotecaGino Bianco vertire, che il problema demogratico-politico ed economico vorrei dire anche umanitario, ad un tempo - è più grave dovunque la natalità è forte e non compensata abbastanza dall'emigrazione. Del perturbamento moralt· ed economico che accompagna il cambiamento di occupazione, non lieve quando si tratta cli gra,n~i masse, non m'intrattengo. Ora che cosa è avvenuto m In"ltilterra in segnito al ribasso del prezzo dei cern:il i ed'' alla conseguente crisi agraria~ Si premetta _che i~ I~ghilterra c'è coltura ~ecnica, c'è abbondanza d1 cap1tah, c' è grande energia e forza cl' iniziativa, le imposte sulla terra sono tenui, i salari clei lavoratori abbiamo visto che sono bassissimi. Mancano alcune condizioni climatiche per sostituire la coltura della vite o altre arboree a quelle dei cereali ; ma ci !ono tutte quelle che Of}COrrono per intonsificare la coltura del frumento. Ebbeue quali sono stati i risultati f Gl'inglesi, che con tanta burbanza per mezzo clei loro consoli - nd esempio quello cli Palermo - consigliano all'Italia la_trasformazione e l'intensificazione delle colture per nsol vere la crisi agraria del Mezzogiorno d'Italia, sono riusciti ad un vero regresso economico e sociale. Vediamo. Quando e dove la coltura dei cereali non fu più ri- .munerativa si tornò alla pastorizia: così l'area dei prati naturali ed' artificiali, ch'era di 13.178,012 acri nel 1874 si elevò a 16,465,069 acri nel 1894, a 16,630,747 nel _1899; e di questi prati appena la quarta parte _era clestu~ata al taglio del fieno. Il guadagno cle1 prati fu sup_enore alla, perdita in superficie della coltura a cereah, clte dn 3 milio1,i cli neri fu ridotta a, poco più di un milione e mezzo - ad l ,417,483 nel 1895 - mentre la produzione del grano da 14,000,453 si ridusse a 7,237,733 quarters dal 1874 al 1894. Ciò significa elle altre collure, che sono tra le più rim1urnrati".e, hauno. dovut? dare il loro contingente alla estensione maggiore dei prati; fatto tanto più no~evole,_ ir~ quanto _che gli ortaggi, i frut,teti, data la mteus1ss1nrn e a_gui_ta popolazione dei centri industriali e delle grandt città, hanno preso molto sviluppo: in alcuni rami di queste colture l'aumento dr.l\a, superficie dal 1888 al 18!:!5 ò stato dn 32746 a 68,12;! acri per l'Inghilterra e Galles; le persone addette a.I giardinaggio da._ trn,300 nel 1871 passarono 175,234 nel 1891 (Golclstein p. 92 a 94). . C'è di peggio. La pastorizia può ~ssere eser?1tata a forma intensiva; ma in lngh!lterra_ 111 tu~t~ s1 ~rna addirittura alla colt1ira estensiva dai consoli mgles1 tanto l>iasinrnta nel Mezzogiorno d'Italia e in Sicilia.« Nel- \'Essex e in molte contee dell'Est, dice l'Henry, la forte razza degli a.utich i fittaiuoli inglesi scom parisce di gior: no in giorno e c,Ji Scozzesi, persone accorte che non s1 spaventano delh~ coltura ìntensiva, p_rend~no !I loro posto e ·10 terranno sino al momento m cui essi ced11• ranno alla forza delle cose e riconosceranno che non c'è pit1 uulla da Rperare da certe grandi tenute a grano clel bacino di Londra. » E nello stesso Essex, secondo l'Hnnter Ringle, oramai i pascoli mis~ri danno un pr~- 1lotto minimo, e i 6ttaiuoli non vogliono lf!:terra. pnma coltivata a pascoli, nemmeno per le sole imposte, perchè queste vi son~ assai più pe_santi che nelle_ altre contee. A quella eh Essex non gwvano le fe~-rov1e e la vicinanza delle grandi città. Non basta: alcum landloràs del paese cli Galles - Lloyd Prize, Rbiwla_s Bela,_Wales -- continua l'I-Ienry, trovano vantagg10so d1 non più coltivare le terre e di lasciare crescere la selvag- "Ìna sulle medesime. Queste costituiscono le game farms! 0 L'ultimo regresso era prevedibile. La concorrenza dopo avere colpito i cereali non poteva risparmiare i prodotti della pastorizia; l'~mp?rtazione crescente della carne salata e fresca, degli amma: li vivi, del burro, del formaggio, della lana, clelle_pelh dall'America, dall'Australia, dall'Olanda, dalla Dammarca di cui si trovano i dati negli Sto.tistical Abstracts, do'veva riuscire a tali risultati deprimenti. Diminuirono prima le pecore tra i due periodi 1870-75 e _ 1888-93 perchè prima si sviluppò la concorrenza austraha_ua pe~ la lana. Aumentarono invece cli c-irca 800,000 gh altr1 capi di bestiame, tra i due periodi suddett!, per l'aumentata area cli terra consacrata alla pastonz,a; ma nel 1895 già comincia la di1~inuzio~e n~gli . altri capi__di bestiame, ch'è notevole m pochi anm : eh mezzo m1ho• ne. Ecco le cifre :

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