Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 3 - 15 febbraio 1901

RIVISTA POPOLAR DI POLI1~ICALETTERE E SCIENZESOCIALI AnnoVII. - N. 3 Abbonamentopost.aie Roma,15Febbraio1901 Benchè questo numero pei fitti3simi caratteri contenga più del doppio di materia dei numeri ordinari, pure siamo costretti a rimandare un op• portunissimo articolo del chiaro amico e collaboratore: nostro P. F. Casareto intitolato~Seguiamo un programma, e altri interessantissimi tra cui: La Riforma agraria in Puglia del prof. Pasquale Indrio, I sistemi educativi in lnghiltt-·rea di Agresti, Il nostro debito ipotecario di G. De Gennaro etc. LE GUER_RE DEL SUO REGNO La regina. Vittoria - Oh, figlio mio, arresta la guerra in Africa! Oh! se tu potessi vedere quel che io vedo nell'eternità! (Rire di Parigi). GDI fIVVENIMENTI1l E GDI UOMINI La reazione in trappola. Una vittoria parlamentare delle tendenze liberali. Ciò che avevamo previsto nel numero precedente delineando la situazione parlamentare alhL vigilia della battaglia si è avverato iu gran parte. I fatti di Genova somministrarono l'occasione ai reazionari di dcstrci, di centro e di sinistrci cli presentare una mozione sottoscritta da vari caporali - cioò aspiranti al sottosegretariato - con a capo !'on. Da.neo. Il biasimo verso il ministero_più_che dalle pa.rolo esplicite saltava fuori ·-,_.:.=:;:.;.,... BibliotecaGino Bianco dai uomi dei(firmatari, i cui nobili appetiti ministeriali, come argutamente li chiamò l'ou. Saracco, erano conosciuti non solo dagli uscieri della Camera, ma anche dalle pareti ~bianco-sporche dell'auletta~N. 2. I caporioni, che restavano in seconda linea contavano sui malumori che, serpeggiavano nei vari banchi llella Camera per racèogliere una •gra.nrle maggioranza sulla mozione, che <1iprestava abilmente all'equivoco 11,vrebbero potuto votarla tanto coloro che disapprovavano lo scioglimento della Camera del lavoro di Ge• uova, cioè i liberali,~ quanto gli altri che_ ne biasima-

42 RIVJSTA. POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOAC!Ll vano la ricostituzione, vale a dire i reazionari. Del ,,oto cornplessivo sperav;ino giovnr.,i qnesti nlti1ui, sii~ perchè a loro spettava l'iniziati va clell'at,tacco, sia perchò creclon1,no impoi·si costituendo il nucleo più compatto e pitt numeroso (lei votanti. Questa era. l:b mina; ma si scavò la, contromina rnppresentata dall'omenclamonclo presentato dagli on. Nicolò Fulci o irassimini che infliggeva il biasimo esplicitamente. Il rogolaruento d,wa la 1u·ececlonza all'olllendameuto del grnppo giolittiano e zauanlelli:rno nell1L votazione. Sono noti i risultati clei ,oto: 309 si schiora.rono con tro il ministero; 102 in favore; G si astL>1111eroD. ecomponendo i voti si ha.nno contro il ininistoro: 9G di sinistrn t1emocratica, 40 lli sinistra disoccupatn, 5G (li ccntrn, Hl di clestra, 27 raclica.li, 20 socia listi e 2,1 rcp1il!bliwni ; in favore: 38 di cfostra; rn di sinistra. o di centro, 2 repulibliccini e 2 rnclicali. Con questo ,oto il ministero era battuto. i\fa il ,oto inrlicava, la tcmlenr.a. libernle o la reazionari,,'/ Questo doveva dirlo la seconda votriziouo suna mozione Danco. E qui rivelossi ]it, debolezzit, parla1ncntarc della re,izione. I prescnt,1tori della 111ozionecon pretesti ridicoli, che no11 vriisern a mfltiCheraro la realtà, non vollero affrontare la prova del fnoco: l'on. Daneo dichiarò di ritirarla. Ma il regolamento si opponeva. Allora, siccome era sicuro che la si11istr<i domocratica e l'J::st1·eina ,wrebbero votato contro la medesima, la reazione per bocca dello stesso Daneo, per non isvelare la propria, debolezza, dichia.rò che aHebbe rinnegato il frutto delle proprie viscere! L'inattesa, l'i1111ualificabilll dichiarazione venne accolta da urli da ogni parte della Camera; o tra gli mli spiccava la voce stentorea di Vendemini che gridava: s1iiciclio! suiciclio! Così 388 Yotarnno contro la mozione Daneo; un solo, !'on. Ct1llaini, si tenne fedele alla medesima. Infatti l'on. Sonnino, che a torto o a rngio'ne - più a ragione cl1e a torto se si ricorda l'azione spieg~,ta sotto il gabinetto Pelloux - ,iene ritenuto il capo e l'ispiratore dei reazionv,ri, con (]nella mossrt inabile si suicidò ... almeno per qualche tempo. Lo confessano umiliati e addolorati gli stessi amici suoi. Intanto ht discussione e i snoi risultati a,-e,·ano reso evidente questo contrasto: il vecchio e caclcnto Saracco affrontava la battaglia, e se 110rimetteva alla Camera, anche per clarn delle indicazioni alla Corona per la soluzione della crisi; il giovane Sonnino la sfuggiva e tentava rrmntenere l'incertezza e la, confusione parlamentare come gli venne severamente riiuproverato da Di Rudinì di destra. da Guiccianliui del centro, da For• tis cli sinistra! · Nè questo wlc sono le considerazioni, che snggeriscono le ultime Yiceude parlamentari. Caso strano e doloroso : contro il :\[inistero Saracco, che non aveva sn la coscionr-a alcun delitto; che aveva reso alla patria grandi sorvizì; che aveva liquidato la situazione anormalmente penosa lascia,t,1, dall'on. Pelloux-; che aveva schh·ato ogni accenno a roll½ione nel mom,mto in cui il paese l'avrebbe pi1t facilmente subita - all'indomani del delitto di Monza - che aveva ristabilito le buone norme p;irlamentari od a,·eva affrontato la discussione e il voto senza sca11pare vilmente o astutamente pnr csseudo sicnrissimo di dover rimanere soccombente. ri.mase schiaecinto da una maggioranza strabocchevole, quale da anni ad anui non si era rinnitfl. contro i ministri violatori dolio Statuto, massacratori Lici popolo, autori di dis_astri nazionali! .... Si direbbe clic quella maggioranza si dichiann-:, indogim di un go,·erno rispettoso dolio lrggi, di un ministro dell'interno che- ingannato tla un funzionnrio - l'errore confessi, e lo ripara, cli un 110111c0he dai bauchi clel go,·erno dopo trentanove a.imi - contando dallo nobili dichiarazioni di Bettino Ricasoli nel 1862 - e dopo vcntitre anni - rimontando alle di0hinrar,ioni C,tiroli ½anarclelli del 1878 - aveva tlife;;o il pri!lcipio di associazione, la democrazia e la libertìi .... Tali motivi avrebbero dovuto indurre - non ostante la presentazione inopportuna e dl•plorevole del (lisegno di logge contro gli anarchici tntto l'elemento liberalo a votare pel mini. toro Saracco, lasciandogli contro soltanto la reazione. Qursta condotta s'in1pooen1 maggiorrneut.c all'.b'strenw Sinistra,, che unanime aveva Biblioteca Gino Bianco spesso e con grandissimo caloro applaudito il discorso dcll'on. Saracco. Si spiega perciò la dichiarazione esplicita delJ'on. Cola.janni in favore del ministero; che ebbe anche il Yoto di Michele Coppino, l'uHimo superstite liberal"' del Pa.rlamcnto subalpino, nonchè- quello di Giust.ino Fortuua.to, di ]•'radoletto. cli Guicciarcliui e di tntta. la parte della clestra - De Xicolò, Giusso, Lucca, ecc. - che durante l'ostrw;;ion-ismo fu solidale coll'Bstrema. Xell'Esfreina. solo Valeri repubblicano, EDgel e Sanarolli rndicrtli, seguirono Col11janni votando pel ministero. Socci si astenne. Ma noi possiamo aasicnrare che mai le parole e il voto clol nostrn direttore ebbero taDte caloroso approvazioni e dimostrazioni cli simpatia quanto in questa occasioue. Ad ogni modo bisogna dichiararsi ass:ti lieti del risultato co111plessivo della battaglia. La reazione aveva teso un agguato alla Camera e rimase in trappola essa stessa. La uiscussione e i voti non dettero alla Corona una indicazione sulle persone; ma glie ne dettero una chiarissima snllo cose. Voti e discussione hanno dett,o che di reazione a :l[onteeitorio uou si vuole piìt saperne e elio si vuole cammi11rire nelle vie legali ed evolutiyo Yerso la lil.Jertù, verso le democrazia. Pietro Chiesa. • La discussione parh~meutare ultima ebbe d:scorsi notevoli. La maggiore import,tnia certamente spetta a quello del! 'on. Saracco : egli coll'azione e colle parolo ricondusse a Montecitorio le buone norme del regi mo rappresentativo; egli cla,i banchi del governo difese là libertn, il diritto cli associazione, la legge. Le crit.iche rivolte al ministero, non all'ou. Rarncco, in fondo, da Barzilai, 13issolati, Galimberti, Sacchi, Turati, ecc., furono severe e spesso colpirono giusto. La sinistm disoccupata oratoriameute subì una colossale W'bacle. L'on. Sonnino accentuò le sue ant.iche tendoDze alle riforme sociali; ma la recente ;.olichtrietà con Crispi prima, e po~cia con Pelloux lasciò incredula, la Ciunern. Noi, perù, abbiamo la con Yinzione che quando arriverà la sua ora - ed arriven\ non ostante i molti errnri commessi - in quanto a riforme sociali iat·à piìt ardito e meglio preparato dei suoi predecessori: rivivrà in lui l'antico direttore della Rcissc(Jnci Settimanale. Chi espose 1m completo programma di goYerno, che ha ,tnchc attirata l'attenzione della stampa estera, fil 1'011.Giolitti. Il sno sarel.>I.Je un programma trib11Lario e politico a grandi linee e con spiccate teDdenze <lomocrnticho: il solo che renderebbe po,sil.Jile la partecipazione nl governo del grnppo raclicalo e che si assicu- -rerebùe la benevola aspettativa. e la cooperazione <li quasi tutta !'..Estrema Sinistm. Ma nel discorso Giolitti ci fu una lacuna - non in volontaria, perchè ,·eano notata in precedenti occasioni - : il silenzio snl grave problem:i delle spPse militari. Gli onori delhi b,tttaglia spetta.rono però acl un lavora.tore, a Piet,ro Chiesa - di cui già demmo il ritratto insieme agli altri del gruppo operaio - al compagno autentico dei ventimila scioperanti di GenoYa ch'egli aven1, organizzato e co11Llottoad una battaglia coronata dalht vittoria. Egli parlò a nome del proletaria,to con l'eloqnenza spontnnoa e irresistihile della verità, atfascinauclo la Carnera, già così stanca e nervosa, comrnovenclo l'animo anclie dei piì1 scettici av,·ers,u·i che iu quel momento, vinti dall'insolita luce, non trovarono la forza. di reagire. • La parte migliore che in foudo all'animo di eiasenno <li essi vive ancorn sotto la crosta degli indurati egoismi - scrisse l'Ava.nti ! - vibrù sovcrchiando ogni altro meno nobile sentimento, Un fresco o possente soffio cli nmanit:'L pcnase, an·olso, so!le,·ò tntta quanki l'assem bka. « E il soflio rigeneratore ,·e11iva d;1.I ribelle, dall'indiziato per eccitameutr, nll'odio, dal sobillatore! E la, elernzionc doll'assembloa borghese si do,·eva a un operaio, al rappresentante autentico cli quella classe o cli quel partito donde si teme la irnnione di una nuova barbarie! « Quale maggiore e più <legna apoteo,i dello sciopero di Uc11orn. e Lici tliritt,i e doi destini della classe lavora trico '/ »,

RIVISTA POPOLARE DI POLfTfCA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 43 I preparativi di guerra economica in Germania. Impl'eveggeuza ed incttitncline italiana. \Ientro i socialisti to,leschi a '.lfagonza l'ace.a voti pl~tonici in ra,·oro _del _liuero sca,_11\Jioo i sotJinl(~t,i e repubblicani ita,li:1111_11r1petevr,no 111_ <:as,~11i:ist!:1,il Governo imperiale, co11tm11:111tlolo trad11,icn1 !11B1sn!arl'k, ~i prepar,1n1 formidabilmente per _la guerra econon11c_:1,da com baLtcro nel la pross1 ma occa 10110 del la n nnon1z1one dei trattati. Pro1uettiamo cho l'imporo germanico, a simiglianza di ciò che esisto nogli Stati Uniti si11 dal l'l88, ha 1111 ufficio centr,llo fortomcnte orga11izzato, che studia peronnemonte le qne8tioni doga1~:1li. . . . La legge feù<'rnlo degli .·ta~1 Un1t1, cho elovo :' voro Ministl'l'll (1Jcp11rt111c11t) l' Ufjicw llel hirnro, col!'art1c~l!) 7 st.abiliscc cho esso deve accertare, per quanto e poss1hile, ed O"lli volta che i rnuta111c11ti in<lnstriali lo impongono, il co~to di prorluzio1~~ <lt:g_lia_rti~oli _che vi:ngono i~tro-: dotti ne,,li ::,t11t1Un1t1 nei prrncqrnh paesi nei quah tah 11,rticoli ~ono pro1lotti ;'il costo dei _si_ngolie!e111enti _- includendovi i ~alari pagati ~or ogni md11s~na por ~porno, settimana mese, 11,nno od 1 prezzi pagnt1 per ogm pezzo (lavoro a 'cottimo); il relativo cost<? della_ vita e_il tenore della 111odesinrn. (Stcwdar<lo/ l~fe); gh-effett1 delle )oggi di dogan'.1' _e tutt~ lo cor!segn~nzo che p1:ocl11cono ue<>li Stati Un1t1 snlla 1nd11st,rmagricola, e specialmente ra:ione escrdtata sull'indebitamento ipotecario deifcirniers; quali nrticoli R?DO. S?tto~osti a trusts _o od. altre simili co111bi11i1r.ionic!t aftarr, th laYoro e dL ca.pitale; qnali effetti tali trnsts hanno esercitato sulla produzione sui prezzi e sui sa,la,l'Ì ccc. Con queste ricerche gli ~tati Uniti sann~ com~ difendersi nella lotta cco11om1ca, o conoscono 1 punti deboli dell'avversario designato e sanno come offenderlo. Uguali sono i compiti del grande UfYicio delle dogane imperiale tedesche. . 1l qnale ufficio _ha studiat_o pao_se p~r p~osc le cond1zio11i della, rispettiva prod111,10ue, 1mportaz1one eri esportazione. Ha studiato, perciò, l'Italia e le risultanze ono raccolto in uu opuscolo non ve11dibile o rigorosa111ento riservato ad uso osclnsivo dell'nfficio. (Hntwwf rince 11wer A1wrdn1rngdes <le1,!schenZollt<irifs). Per nn fort,unato acciclento abbiamo an1to in mano t11,loopuscolo r, possi_amo_as~icurare i 1w~tri le_ttoi:i,che le tarW'c clogcmali Siti 71rtncipali proclotti italu,.11i so110 notevolmente cu11ne11tate. {)on ciò 11011 dian10 soltanto un grii'to di :lllarmo; ma completiamo la notizia con 1111 11,neddoto, che son•o a dirno.·trare com'è n,pp1·esontata l'[talia a_ll'estero. . Al Ministero di A"ricolturn e f.'0111111erc10, Sll s1 è st11,t1 t11,nto imprenggonti e testardi cl_anon_ voler far proprii i due dise"ni di Je,,go presentati <lagh on Pant:1110 e Co:ajanni ~11ll'Ossc1~>atorio_ clo[{miale e s~11l''QOicio clel l'.ti·oro si è sentito :"1111eno il bisogno d1 conoscere crò che 'si pensa e si preparn in Germania in Yista della prossima scatlenz,1 tlel trattato ,li co~11~ercio coll_'ftnlia_ .Perciò l'on. C11rcano per mezzo del ~l1111strodegli esten foce dare incarico nl generale L11,nz,1,aml,arniatoro nostro a BcrlÌl111, tli procurarsi u1m copi,1 di qncll' 11ntwwf che ci riguar,la. Lo s'incaric11,va cli uno spionaggio economico d,•J tu'to analogo a, quello che gli attaches militari csorcit,1no iu un'altro campo. . . . Che fa il bra,o generalo, che a Borhno e tenuto rn conto tli una mummia? Lo va a domandare to1<tbonnenwnt all'uffieio i111peria.le ! [I qualo gli lH1,risposto con un rifiuto secco ed asci ntto. 1\on aggiungiamo con,menti, che sarebbero del tutto superflui. Un dilemma al Sovrano. A Forruccio ?lfacola, l'nccisoro di C,1,vallolti, ò permesso cli scrivere ciò cho gli piaco contro le leggi dello StA,to; od egli pnò porre dilcn,mi 11,l Sovrano, che sarebbero scquestrnti inesorabilmente se vedessero la luce nei giornali e nello ri\·isto di parte democratica. Noi, perciò, ci limitiamo a riprorlune senza commentare. L'on. :\facola nella C:H:::ettadi Vcnc~ia (.\.nno l!lOI, N. 3 ) seri vo a proposito doll11, eaduta tlol ruin istero Saracco: BibliotecaGinoBianco « Por noi la c11,usa prima cli ()Uesta cronic11, debolezza dei Gabinetti parh1ment:Hi sta nel fatalismo_ del_ Sovrano che tla anni atrotizza ogni azione onerg1ca eh Go- ,·erno: t':.talismo che spoglia progressivamente lo Stato di ogni presidio, che avvilisco i corpi armati, impune• niente prc~e11t11ti nl pacso como para~siti, quando fo~- mano la sola difesn, efficace dell'orclino, dolla. Monarchia. o della couserva.zionc sociale, fatalismo che non rassicura qnolh~ grande potenza nemica che è il Vaticano, il qnalo potrebbe trnttaro coi forti, ma ~on p_uò trattare cogli imuelli; fatn,lismo cho scoraggia o disarma le nostro clas5i superiori, pavido por loro natura e rasseguatc: fatalismo infine che compromett~ l'avvenire ccoHo111ico o il crcclito del paese, perchò dtflìcoltaudo una politica cleci~a, forte e cli 011,rattere continuativo, rende il capit,nlo ostoro e interno ti micio, pc ante, diffidente». < IÌ ton;pn cÌel u~1d,1i~mo ~on~mpl;~Ì\'.o· ò pa~sato;_chi scriYe a,·e1Hlo ormai rinunziato a ogni idea eh carnera p11,rlamentaro (che d'altra parto nou sarebbe stata sufficiente ad indurlo a tacere) può parlare e può affermare altamente che h1 iV011arcl1iacolla s1,a attit1,di11e passive, incile corrisponclc agli inte1·essi rlcl paase. · "Or& ~ ]Il, Coro1;a si· sa si1oglÙ\fo del v 0 ieto pregi~cli~ zio di t;11a costit,nzionalità che Ja, cristallizm e si s'." rivolrrcro decisnmeuto ai uoi amici piì1 natnrali, e vivrà ciriondata di sacrifici, di entusiasmi o di amore; o la Coro11a si lascia rimorchiare senza resistenza dalle correnti parlamentari. ros? or!rnii infit'.e dai fìloi:ii d~lla. demagogia, e la Jllo11archwsi spegnerci sen:a rwip1m_1to. " E' doloroso il doverlo constatare; ma è la ventà D. Gerardo Hauptmaun. Piccolo, magro, pallido,. chiuso nel. sno a~ito ~ero lo tlircste un ascet,1. J\[11, la tl'Onte spaziosa, 1 occluo meJanco11ico uol qmtle si scorgono lotte dolorose e sogni sYa11iLi, vi svelano l'artista. • . . . . . . Appem1, kontacinqnonno, o con d?d1c1 anni d1 att1v1tà lottcr11,ria ha già un grosso uagagho. Studiò' cionze m1t11rali aJenìl, fu discepolo di Hacckol, venno in Itali,i col peDsiero di rledicarsi alla scultura e tornò in patria, per far rnpprosontare il su? primo la,·oro: lnnanzi al sorgere clel sole. Con una tesi aucl11,co, rivoluzionaria, costrins'o 11,ll'appl.tnso l'aristocratico pubblico uorli11ese. che voleva salutare un ribelle gigante, o si vide conqJariro nn timido, impacciato ragazzo. D111dramma, sociale Gerardo l·fauptmann ò passato al simbolico ed nl naturalistico, secoudo i critici. Dei quali egli, s~lvaggio e~ iuacc~ sibilo _agli stessi. amic!, non si cura, molto, poi, e scnvo soc1alme1!t~, s1mb~h: camente, natnralisticarnonte cre~ndo uom1111.• U?m1111 deboli - loanuo r1otto. Como lui - hanuo soggmnto. Di questo mondo - conchiudiamo noi. Q,wi !'aut.ore dei '.tessitori è in Italia. Dove1 Forse a C~pri, forso a Taormina: -:- _forse a Xapoli. Cl.le il cielo od il sole nostro lo 1'p1r1110 ! Gemrclo lfauptmaun ha scritto (Editore Fischer): L'Apostolo, tudi novellistici. - Innanzi al sorgere del s1Jle Dra111111asocialo. - La festa della pace, Una ca~ tastrof'e farniliaro. - .Anime solitarie, Dramma. -:- _I tessito,·i. - Il collega.Cra1npto11, Comedia. - _Lapelliccia <li castoro Uomcdia. - 1/assun:ione clclla piccola 1lnna, Un soguo' poetico. - Floricin Geyer, Comedia ~roica. - Ln ca111pmiasommersa, Un dramma leggendano tedesco. -- J l vett11raleHc11schel, Comedia. - Schluc76 e Jan, Scherzo co111ico. - Michele Kl'mner. Libri d11,cous11ltare sull'oporn di G. Ilauptmann: Eov.\RD TEIGE1t. Das n·àclM des 11enen Dramas von 1Iauz>t1rw1mbis Mactcrlinl,; - Berli11. Pontano. !_,1TZ:UAi-N llERTITOr,o. Das lleutsche Drnmct in <le11 Litterarischen Be,rcg1wyen cler Gegen1cal't. Or.A HAN $0N. li~sety (Allgemeine 'J.'hen,~er-Rovuo I, 4-8). LEO l.l1mG. Der Ucben11e11sch itt <lei'Litterat1ir. Ì\OI. Gli abbonati che i1wieranno lire Una e cinquantaalla no traAmmini lrazione,riceveranno: .POLITICA COLONIALE dell'on. dott. Napoleone Colajanni.

44 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI LA CRISI_ Mentre scriviamo, la soluzione a·ella cr1s1 é ancora in istato d'incubazione, e nqn possiamo quindi che tenerci sulle generali nell'apprezzarne il valore e la portata. Senza dubbio la scelta della Corona per risolverla fu conforme al significato della discussione e del voto della Camera che, come diciamo in altra parle del· giornale, indicava chiaramente che di reazione a Montecitorio non si vuole più saperne, perché si vuol camminare invece nelJe vie legali ed evolutive verso la libertà e la democrazia. E la Corona, diciamolo subito, é slata corretLissima; non soltanto conferendo l'incarico di formare il nuovo gabinetto all'on. Zanardelli, ma lasciandolo, a quanto si afferma, pienamente libero di scegliere i suoi collaboratori in qualsiasi parlo della Camera, senza le solite restrizioni, tacite o palesi, riguardo al settore delJ'Estrema Sinistra. L'on. Zanardelli, offrendo agli on. Sacchi e Marcora, dell'Estrema Sinistra radicale i portafogli mostrò di comprendere il voto della Camera e il mandato della Corona. Sventuratamente, egli reputò di doversi trincerare nel non possumus circa la limitazione delle spese _militari; limitazione che, pur circoscritla dagli on. Sacchi e Marcora in un minimum che é ben lungi dal rappresentare i _desiderata dell'Estrema, avrebbe servito però come indicazione di tendenze e delineazione d'indirizzo per le future graduali riforme. La qual cosa costrinse logicamente i nostri amici dell'Estrema Sinistra radicale a declinaré l'offerta, per tenersi coerenti al proprio partito e al proprio passato. E quantunque si affermi che nuove trattative siano in corso, sembra fuor d'ogni dubbio che, ove l'on. Zanardelli insista nei suoi propositi, gli on. Sacchi e Marcora non desisteranno dai propri. Se un accordo sarà impossibile, questo fatto costituirà un primo e rilevante elemento di debolezza del futuro Gabinetto, tanto più se Io si melte io correlazione col discorso dell'oo. Giolitti a tinte schiettamente democratiche, ma senza la menoma allusione al grave problema delle spese militari. Mentre facciamo voti che ciò non avvenga; e che !'on. Zanardelli possa presentarsi alla Camera con un programma schiettamente liberale, a base di riforme democratiche nella misura del possibile (entrino o non entrino al Governo i rappresentanti dell'Estrema Sinistra) questo é pertanto acquisito al paese e alla storia dalla presenle crisi: 1°. Che lo spirito nazionale, dentro e fuori la Camera, tende con segni indiscutibili verso un regime democratico. 2°. Che uno dei fenomeni più salienti cli questa tendenza é il rapido dissiparsi dei vecchi pregiudizi verso un possibile avvento di una parte dell'Estrema Sinistra al potere, ritenuto oramai come una necessita e un'ancora cli salvezza per ridare alla vita pubblica italiana nuove correnti cli vera e feconda energia. 3°. Che la condotta dell'Estrema Sinistra radicale in questa circostanza sfata le interessate accuse di coloro, i quali, nelle manifestazioni sue additavano una smania di personali aspirazioni al potere; accuse purtroppo rese plausibili da isolati ma dolorosi esempi del passato. Quale che sia per essere l'esito della crisi, di questo solo noi siamo ben sicuri, senza tema di smentita: che cioé l'Estrema Sinistra proseguirà la sua via, fedele alla causa della libertà e delle riforme democratiche, senza inconsulte precipilazioni, ma senza indebite transazioni, conscia com'è di rispecchiare nelle sue varie gradazioni le vere e sane correnti dello spirito nazionale. LA RIVISTA. BibliotecaGin9 t31anco PERLA ECONOMIANAZIONALE E PEL DAZIO SUL GRANO (Continuazione veJi num. precedente). La responsabilità dei baroni siciliani o dei latifondisti meridionali. Il risveglio mondiale del protezionismo. - Socialisti e ropubblicani italiani con uua leggerezza, piuttosto unica, che rara, vanno ripetendo, come rilevai, che i baroni siciliani e i latifondisti meridionali sono gli autori, i fattori dirotti o indiretti, dolla recrudescenza del protezionismo. Nulla di pit, falso. Il movimento protezionista fu promosso dagli industriali del Settentrione; gli agric()ltori meridionali, se ruai, non avrebbero che imitato i procet'limenti dei primi. E no avrebbero avuto il diritto ed anche il dovere rispetto ai loro elctto1·i ed alle loro regioni. Veri autori delle tn,l'iffe generali del 188ì furono Vittorio Eliana o Luigi Lnzzatti entrambi settentrionali; ciò che riduce a, ben poca cosa l'azione del Sa.la.ndr,b, che fu rela.tore per I;~ parte agraria ùelle tariffo stesse. lo linea di fatto, poi, ~ta ohe se il Magi iani nteridionale per il primo, con Decreto reale nel 1888, portò il dazio sul grano da. L. 1 40 a L. 3; si devo poi al ligurepiemontese Bosolli ed a.l toscano Sonnino (decreto reale del 1894) se il dazio fu aumentato prima, a L. 7 e immediatamente dopo a L. 7.50. TelJa discussione del Decreto-catenaccio un emendamento che domaucliwa il dazio a nove lire fu presentato dall'on. Compans di J3richanteau. Vero è che Ascanio Ilranoa fu tra i primi a domandare un dazio a clifosa della gran icoltura; ma, ogli non è nè barone, nò latifondista. Invece un conte autentico, Girolamo Giusso, ec1 un lat~fonclista tra, i pit1 ricchi del Mezzogiorno, Giuseppe Pa1·oncelli, combatterono vivacemente il rlazio Sl!l grano. Nelhi de1rntazione siciliana e meridionale sono pochi i ba.roni e i latifondisti; prevalgono gli avvocati, i professionisti - i quali raramente si ocoupnno dogli interessi economièi delle loro rogioui. 'l'ra i pochi latifondisti del Mezzogiorno, il Compagna. il Baracco non- si fecero mai so"tenitori cli alcuna, misura, economica; il conte Testasecca, forse il più grande proprietario fondiario di Sicilia, ba pensato sempre ad amministrare beuo le suo terre; mai propose provve,limenti, che giovassero all'agricoltura ect a lui. . f: vero del pari che il Congressoa_qrnriona~io1wle, inaugurato in Roma neH'aJJrile clel 1894 fu presieduto dal meridionale Ludovico Fusco: ma hasta leggere gli atti cli quel Congresso por con vincersi che tra i piì1 ardenti sostenitori clel dazio sul grano f1uono i settentrionali, molti dei quali non si contentavano delle L. 7.50 e clomanclava110 L. JCI e più. Non basta: chi portò alla Cnmera le tendenze agrarie, colla sua 11,bitualo a,ttività, tu Pierino Lucca, na,tivo e ri1,pprosentante cli Vercelli; e nel 1894 mentre ftiori si agitava il Fusco al!a Camera presiedeva gli agrari il Compans do Brichanteau. Sfatata q110sta leggenda è doveroso accennare agli autori del maggiore disastro che abbia subito l'agricoltura italiana: alla tlc1rnuzia dol trattato di commercio del 3 novon1bre ·J8BL colla Francia,. Si vuole farno una colpa, ad uu uomo cho 110 lm ta,nte: a Francesco Crispi. La denunzia non si deve a lui, ma nù Agostino Dr,- pretis. Basta leggere le date 11er conYincersene: la de• nunzia avvenne con nota presentata al governo francese dall'am basciatoro Menabrea il 15 Dicembre 1886. Crispi entrò a far parte del gabinetto tlopo Dogali; divenne presidente del Consiglio nel 1 87 dopo la morte cli Depretis. Crispi, porò, difese sempre quella don unzia; oou ciò si rese interprete della imniensa maggioranza della Camera, cho accolse lo sue burbanzose dicbiarnzioni con Yivissi1ue, unanimi approvazioni, specialmente il 27 Giugno .18~8; Crispi, inoltro, co!la sna politica megalomane, colle sue pro1,ocazio11i, colla sna, crassa igno• r,1,UZI\ nelle co e ,;couomiche, rcsA impossibile una intesa immediata. colla Fra.noia, che non aveva ancora. ricostituiti i propri vigneti. Crispi è un siciliano; ma l'opera sua economica si

JUVJSTA POPOLAHE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 45 svolse tutta a danuo dell'agricoltura della Sicilia e del Mezzogiorno - tutta a benefizio delle industrie del Settentrione. Ecco la verità. Così all'interesse esclusivo degli industriali del Settentrione, si sacrificò l'agricoltura in genere e quella meridionale e della Sicilia in ispecie! L'accenno a questo sacri6zio mi porge il destro di ricordare che la vretesa armonia tra agricoltura ed industria, anche furbamente ammessa dall'on. Colombo ò una idillica menzogna. Oggi l'opposizione d'interessi tra l'una e l'altra non potrebbe essere più spiccata, come riconobbe da tempo Marx, come ha riconfermato Kautsky. Ciò sarà meglio dimostrato in appresso. Si avverta in ultimo, in tema di resp9nsabilità, che un econouiista, - il Giretti se la memoria- non mi tradisce - ne a~segna una grave all'Italia di fronte al mondo: afferma che la corr11nte protezionista in Europa e in America sorse o si accentuò come reazione contro le tariffe doganali nostre del .1887 o CQme imitazione del malo esempio da noi dato. Nulla di più contrario fermarsi porchè ra,ppresenta il vero nodo della quistione. Quando si può dimostrare che non è possibile, non è legittima la comparazione tra l'Italia e l'Inghil• terra per la grande diversità delle con<iizioni tra i due paesi, il problema si può considerare come risoluto. Anzitutto si prenda in esame il momento in cui avvenne la •riforma del Peel, che abolì il dazio sul grano. Durava intensissima l'agitazione Cartista - accompagnata da clamorosi process.i, da dimostrazioni e peti• zioni gigantesche, da sommosse sanguinosamente represse - da circa dieci anni; l'agitazione in fondo riconosceva come causa il malessere economico generale. Parallela a questo movimento, attingendo forza ed energia nel medesimo, svolgevasi la gloriosa campagna di Cobden e cli Bright per l'abolizione del dazio. Acl assicurarn la vittoria all'atn-co1·n .leagiie cooperò efficacissima la natura : i raccolti per alcuni anni furono pessimi. Questi cattivi raccolti furono i grandi alleati dei due apostoli del libero scambio. · Cobden e Peel intanto assicuravano gli agrari che sarebbesi rimesso~il dazio se il grano fosse disceso sotto le L.34 il quintale ! ! al vero. Solamente per lit, Francia si potrebbe dire che legislativamen• te il melinisino è posteriore alla riforma doga· nale italiana; ma è noto anche alle pietre che la tendenza protezionista era vigorosissima al di là delle Alpi prima che tra noi vagisse. In quanto agli Stati Uniti, alla Russia alla Germania l'asser· zione non merita neppure l'onore di una confuta ti). Waldeck-Rousseaeula Mano-Morta. Le profezie degli agri• coltori oggi sono state sorpassate, il prezzo del grano è disceso sino a L. 12 al quintale - altro che le L. 34 che riteneva necessarie il Peel per rendere gitisti i lagni degli agricoltori! - ; ma il dazio non è stato ristabilito, non ostante che le proteste e le sofferenze dell'agricoltore siano continue e vivaci. Come avviene ciò 'I Perchè . rimase definitivo un provvedimento eh' era stato determinato da cause, da fattori temporanei, eccezioiiali7 Ciò si vedrà in appresso. Ora basta ricordare che le conseguenze dell'abolizione del dazio per molti anni non furono quali si ebbero dopo venticinque anni circa. L'a,bolizione del dazio anzi procedette parallelo l'incremento della generale prosperità, senza che ne subisse nocu• mento l'agricoltura che risentl la benefica riper• cussione dell'incremento della ricchezza: aumenta• rono i risparmi e molti risparmi, anche a titolo di lusso, furono investiti nella terra, il cui valore si elevò di molto. GI' insegnamenti dell'Inghilterra. - Entriamo nel vivo della questione. I nostri liberisti di ogni scuola e di ogni partito ci rintronano le orecchie parlando dell'esempio dell' Inghilterra. Indh'idnalisti e socialisti oggi negli articoli, nei discorsi sempre, e dovunque, ricordano che l'Inghilterra coll'abolizione del dazio sul grano, col trionfo completo del liberismo vide sviluppare prodigiosamente la ricchezza pro• pia e migliorare in maniera sorprendente il be• nessere delle classi lavo• ratrici. La conclusione dell'invocato esempio è chiara : perchè in Italia la campagna cli Cobden e di Bright, le riforme Waldeck-Roussean: Ciò che tu possiedi ab antico io vorrei avere. Intanto tu sei morto e non hai bisogno dei milioni. La vita vuole i suoi diritti. (Lustige Bliitter di Berlino). Ma col 1873 comincia l rinvilio del prezzo dei prodotti agrari, e si sencli Peel e di Gladstone non darebbero gli stessi risultati miracolosi che dettero in Inghilterra~ E gli apostoli dell'a11t-corn law sorgono con molta facilità, e si propongono Leghe che esercitino la stessa azione tra noi, che esercitarono al di là della Manica. Su questo invocato esempio dell'Inghilterra. bisogna 11) Raccolgo questo articolo in opuscol,,. Nell'opuscolo molti argomenti saranno assai più ampiamente svolti; sopratutto questo paragrafo sarà. ampliato e suddiviso in altri tre. Gli abolizionisti del dazio in questi giorni hanno menato scalpore per la conversione del Comizio agrario di Cremona che dal protezionismo è passato al liberismo; ma non tengono conto del voto del Comizio agrario di ì\'lilano che or ora l'ha dato esplicito in favore del mantenimento del dazio. Milano è la capitale morale del regno. BibliotecaGino Bianco tono i primi lamenti che riescono a far nominare nel 1879 la cosidetta Diike of Richmond Oominission. Sino al 1880 le cose vanno sempre discretamente e sulla teri:a vivono bene il lancllord, il fittaiuolo e il lavoratore. Dopo, senza o con brevi interruzioni, la, crisi si va facendo sempre più in· tensa e colpisce prima i fittaiuoli, poi i landlords e ora comincia a colpire i lavoratori. La crisi agraria inglese, - I primi ad essere col• pi ti dalla crisi agraria furono i farniers, la classe intelligente dei fittaiuoli, che spesso esercitavano l'industria agraria con grantli capitali; e se ne comprende la ragione: essi non poterono che in una scarsa, misura, rifarsi delle perdite sui lavoratori, mentre i contratti, specialmente se a lunga scadenza, impedivano loro di trovare compensi sui proprietari. Fnrono i primi a pro• testare più energicamente.

46 RIVISTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Accanto ai fìttaiuoli vengono i piccoli proprietari - quelli antichi e non quelli sorti flalle leggi special i, che vanuo costituendo non la piccola, ma la proprietà polverizzata, che ha un carattere pii', morale che econo• mico; più rovinati sono quei propnotari piccoli, che avevano comprato la terra a caro prezzo. l•'alliscono, lasciano la prop1·ietà ai creditori - fatalu,ento neutralizzano l'azione di tanto leggi, che vorrebbero spezzare e frazionare il latifondo. Così l'isola di Axholm, ch'era ritenuta il paradiso della piccola proprietù è ili venuta l'inferno dei piccoli proprietari. La condizione fatta dalla crisi ai piccoli propriot,ni ed alla massa dei fittaiuoli, ,iene talora nascosta con quell'orgoglio, ch'è insito nei deca11uti fla una precedente agiatezza e per riconoscerht bisogna penetrare nella loro vita intima. Allora le apparenze vengono ilistrutte e sl ha la triste re,iltà. Il tenore di vita nello campagne peggiora ; le grandi e cowode auitazioni rurali nascondono sotto le apparenze dell'agiatezza, gli sforzi fatti per superare le cattive annate; il lavoro fatto prima dai servitori è compiuto ora dalle mogli e dalle figlie di fìttaiuoli e dei piccoli proprietari. Il quadro doloroso di quest.a vita delle campagne, ilei fittaiuoli in ispecie, in tutta la sua realt:\ è stato dato dall'inchiesta del Dfiily News, publ.,licata poi in un libro (Life in onr villages). I cottages che all'esterno sernl.,rauo soggiorni d'idillici abitatori, nascondono nell'interno, dicl:l l'inchiesta, uno stato di cose intollerabile sotto l'aspetto igienico, economico e morale. Apparirebbe nrnggiore, e di gran lunga, la perdita della piccola propriet.\ se si tenesse conto del lavoro personale di tutti i membri della famiglia del piccolo proprietario. E i grandi proprietari 1 Nelle grandi propriet:ì, scri,·e l'Jienry in un magnifico studio cbe vide la luce nella Rev1ie po-lilifJIW et parlemen/aire, tutto è imponente: vastissime aziende, affitti e contratto di salario, divisione del lavoro e urncchinisnl'O complésso che ridnce al minimo il numero delle braccia e delle boccùe, razze ammirabili prodotte Lln. una selezione paziente e intelligente. Eppure la grande proprietà è.in istato di grande sofferenza, se non di fallimento. l~orse c'è qualche esngornzione nello scrittore francese che ha il preconcetto dell'apologia della piccola proprietà; forse esagera il Duca, di Bedford che in un suo libro (Story of c1 grccit agriciiltttral estate. Londra 1897) vuol provare che iu Inghilterra la rendita è andata in fumo o che la terrn reude a mala pena qualche cosa come l'uno per cento del capit..ile impiegato. Ma sarebbe ingiustizia negare che la ren<lit-:1d, elle grandi proprietà non abbia subìto uua enorme riduzione. Il grande proprietario rimane ricco porchò era ricchissimo; ma lit su,~ condizioue non è più qnella di una volta; in qualche caso è realmente scomparsa la renrlita, perobè basta appena pel pagamento delle imposte. I /crncllorcls per conservare la loro propriet:'t in buono stato di col• tnra, talora coltivano direttamente a p.irdita, e sovvenzionano l'industria agricola con uua frniione dei prodotti, che traggono cfa alcune intraprese indt1striali, marittime e colonia li. Sopra 05 farms cli Yal'ia estensione, nelle annate procedenti al 1895 ve ne furono 48 coltivate in piena perdita .. Il reddito annuo della terra sottoposto all'income tax, cresciuto da gnarantiino a cingiuintn dal ld57 al 1875, nel Jl:ì88-89 discese a tre1>ta11ove milioni di sterline, cioè al disotto della cifra del I8-12-4:3N. el 1893-9-1era già disceso a circa trentasette milioni. Kelle terre della Corona - 70000 acri - la rendita ò dimiuuit,a da 30 a 2/l scellini dal 1880 al 1893. I professori cli Alt soul's College iu Oxford temono che certe cattedre do,ran110 essere soppresse perchè dotate con terra; la rendita dell'ospedale Guy dal 1875 al 1894 ha subìto una diminuzione di rendita del 50 O[O; e così di molti altri enti morali, che si sentono minacciati nell'esistenza. In ,,enti anni - 1875 a 1894 - la perdita del valore è del 50 010 per tutta. l'Inghilterra ed è calcolata da Giffen ad un mil·i.inlo di sterlioe: perdita tanto più significante iu quanto che la terra subisce una continua iniezione di capitale. cl,e abbonda e vi s'investe. Nelle .sole terre della Corona sono state spese nel periodo sopracennato pii1 di 220,000 sterline in migliorìe permanenti e 36,000 in riparazioni. La riduzione dei fitti variò da Contea a Contea: fu . del 42 e mezzo O[O nel Sussex, del 50 nel Northampton e Gloucester, del 70 nel Suffolk, del 90 nel Berks ! BibliotecaGino Bianco La riduzione reale spesso è prn notevole di quelln apparente perchò i land-lorcl; nella spern,nza che si tratti di nun. vera crisi, cioè cli una depressione temporaneà, mantengono teoricamente l'antico n.ffitto e consentono anno per anno uua speciale diminuzione (abatement). S11perJiuo aggiuugero che le maggiori riduzioni di fitto, secon<lo Price o Stcad - conferma,ti da Goldsteiu - sono avvenute uelle terre coltivate a grano. Sin qui a.rrh·a la di111ost,razioue rleila C1·isi agrarie, inylese, che feci nel 189!J nella Nnova An/o!o:,ùi; ·oggi, <li fronte agli av,·ersari italiani del dazio s11l grnuo, in prevalenza socialisti, giover:ì. aggiungere che tali risultati sono esposti con scrupolosa esattezza di dati dal maggiore teorico vi,·ento del socialismo tedesco: da Karl Kautsky, dal cui libro tolgo soltanto questo elug11onte specchietto: Pr•>ilotto, spese e reddito di un-i proprietà nella Contea cli No1/olk. 1875 1885 J8!J4 Fitto Lire steri. 4139 2725Iì9G Spese della proprietà Percentuale del fitto assorbita nelle spese Reddito netto 1> Jl2~ lllG 1216 I> 27,1 42,8 67,7 -,, 3017 1559 580 ! (La question a!7rai1·e P"'g. 385). Questo qnatlro denc completnto dal numero dei fallimenti. oresciuti tla 304 a 564 dal Hl91 al 1895 per l'in,- porto rispettivo di sterline 339, 761 e 736, 0:30 (1). La condizione dei lavoratori della terra in lnghilterr;;t, - In tino studio sulla economia nazionale, arrivati a que;a:to punto si potrebbe concludere e cou,laouarn l'abolizio1Je del daz;o snl grano in lughiltorra, per le cons0gnenze nefaste prodotte snll'agricoltura iu generale, poichè non si vorrà negri,re che la sua grande depressione dovnì. ripercuotersi da. un lato sulla. iìuauza dello !:ltato e da,Jl'altro s11 t11tt11,l'economia. nazional<-'. Questo aspetto, perb, perde d'importanza perchè se c'è perdita da II na parte può esservi guadagno da un'altra - da quella della nrnssa clei consumatori. i\Ia c'è un altro fattore della produzione agricola da esaminare: i laYor11,tori della, terra, la. cui condizioIll:l per chi . si pro{essa sinceramente democratico ha maggiore importanza. La crisi agraria che ha rovinato fìttainoli, grandi e piccoli proprietari si è ripercossa sinistrarnent-e sul proletariato agricolo 1 Contrari avvisi sono stnti emessi snlla loro condizione. Il Russe! Garnier (History o(pe<iScintry) ne fa un quadro assai lu~inghiero, troppo lusiughiero. E' certo, porù, ohe essa non è piì1 cosl triste come all'epoca in cui Arch riuscì a scuotere i contadini, dappertutto più torpidi, e a1l org,iuizzare il granite sciopero agricolo, cowe l,l 1lescl'isse nlcllla Nuova Antologici nel 18i6 il prof. C. F. Ferraris. li fatto, però, che fino al movimento di Arch la sorto dei la1·oratori della terra si era rna11te11ut.a1Uiserissima, tlimost,ra che ad essi iu nulla aveva giovato il liberi~mo cloga.1mlo e che essi non avevauo usufruito dei suoi beuefìzì, se n 011 in qun 11 to cm ribassato il prezzo dei generi di più largo cousumo. Ma i loro salari uon a - ve,·ano seguito il moYimento di rialzo, che era avvenuto in quasi tntti i rami dell'industria i11gleso Vale la pena di esaminare pii1 dettagliatamente que- ~to modmento del salario dei lavoratori della terra al t1 i l.ì della ~lauica. L'azione esercitata da Giuseppe Arch non si estese a tutta l'Iughilterra, ma rul alcune Contee. Fnt il 1872 e il 1875 i sn.lari setUmau.,I i si elevarono da 12 a 17 scellini e ;J denari nel Lincoln; da 9 a 12,6 nel ,Vilts; da 11 a 15;G nel ,vanl'ich; da 9 a 13 nel Dorsot; da IO a 13,G nel Norfolk In media dri,l 1870 al 1880 ci fu in tntto il regno un rialzo di IJllO scellino e 6 denari per settimana (Bowley). !\"ella Coutea di Snssex, studiata a parte dal J3owley, il più recente e piì1 a,utorevole statistico-economista, che si sia occupato dei salari in Inghilterra nella ma- (1) In Inghilterra è ammesso il fallimento nell'industria agraria.

RIV1S1A POPOLARE Dl POLlTlCA LETTERE E SClENZE SOClA.Ll 47 niera pit1 diligente (1), da un salario di lO scellini e 6 denari nel 1851 si _()assa a 13,6 nel J 885. Si discende a 12,7 nel 1892. Aumenta però la forza di acf)uisto del salario rla U qnurti di staio di grano nel 18ill, a J3 nel 1885, a 12,7 nel 1892 Infine un diagramma del- !' Ec()no111ic Jounial (dicembre 18913) riportato dal Bowley (pag. J30) dimostra che <hll 18,10 al 1860 ci fu diminuzione di salario; rialzo successivo sino al 1877; nnova discesa sino al 1886; rialzo sino al 18!>1; 11lte1iore discesa posteriormente. Quest'ultimo movimento viene confermato esplicitamente dal Final repoi·t della Commissione d'inchiesta del 189:3. l'iel giudizio complessivo 11iha cl,e il contadino non sta tanto malo qum,to il piccolo proprietario « The snuill f'rehold jnriner works very hard, dice Hnnter Pring]P., but ltfter all is not so 1vell as a conimoun labourer. » Se anche ultimamente i salari sono diminuiti, è innegabile, che la diminuzione non è avvenuta nelle proporzioni in cui è diminuito il prezr.o dui ptincipali prodotti agrari e industriali; non it1 (JIIClht in cui sono diminuiti i redditi e i profitti dei pro1Jrietari e dei fittaiuoli. In ~ouclusioue, se diminuirono i salari aumentò la loro potenza di acquisto: nel 1831-40 il 93 per cento del salario era terra in cont.rasto col fort-e poggiornmento delle alt.re classi agricole, riprodurrò una pagina del Bowley. « DopQ l'abolizione del Corn Law nel 1846 i salari « agricoli non sono stati soggetti a grandi fluttuazioni. « La continua discesa del prezzo del frumento ba col- « pito fnriiH!i"S e lancllonls molto più che i lavornto1·i, i « cui salari, in generale, hanno ma.utenuto il loro li- <I vello o hanno migliorato, meutrn la discesa dei prezzi ,< ha prodotto loro un grande benefizio nel rendere pit'1 « n. bnou rnercn,to la loro alimentazione. Oiò è avvenuto « per la cont'inna entigm~ione verso la città e pe1· la con- <I se_c;1ic11stcearse~:;a dei lavoratori agricoli » (p. 311). L'eccezione, adtrnque, è dovuta esclush-a,nente alla rnre.fa~ione continua della popolci~ionc rnrale, la quale fa sì che in questo caso - coadiuvante potentemente la libert:'t di cui si gode in Inghilterra - si verifichi rigorosamente a tntto benefizio <lei contadini, la legge ddla domanda e dell'offerta. Jutanto lo spopolamento clelle campagne e il colossale ingrn11clin1ento della città. e dei centri indnstriali a.llanna e preoccupa tutti: filantropi ed economisti, pòlitici e moralisti. C'è di che allarmarsi. Il rapido e colossale assorbito dallo stretto necessario della vit.a e per tutti gli nitri b1sogn i non 1·i111a11evache il 7; nel 1881-90 (]llef\ta,(JIIOt,ls'i11nalzava al 42 0,0. Questo aumento nel salario rC'alo dei Ja,·oratori, 11nt11ralme11te, è uno dei fattori delle perdite deLproprietari e dei fitlainvli; tanto più che il la ,oro non è divenuto più 1u·oduttivo. L'eroedel SudAfrica, spopolamento delle campagne deplora in termini vivissimi il r:ipporto finnle della Coiurniseione d'inchiesta del J893. Secondo Allllersou Grabam, ci• tato da Va ndenrnelde, nel Korfolk, ad esempio, ~i possono fare 25 chilometri di strnrla senza i11cont,raro una masseria; od è desolante, secondo lo ste~so Vandern·olde, lo spetta.colo che offrono anche le campagne delle vicinanze di Londra, (1). Epperò, anche senza tener cont,o della diminuzione ultima che ha peggiorato la condizioue dei contadini, bisogna lcal • mente riconoscere cl1e in co rnplesso da 11 'e poca dell'abolizione <lei dazio sul grano al giorno d'oggi, la sorte del proletariato agricolo è migliorata. ll fenomeno, però, non si può apprezzare al gi 1111to se non mettendolo iu rapporto alla evvluzioue economica delle al tre classi sociali; e allora. si scorge che il miglioramento dei contadini è stato una ben misera coLord Roberls riceve di notte una deputazione che gli presenla la r:omina a membro onorario , della società degli incendiari La. prosperità dei centri industriali e delle granlli città ha reso possibile sinora l' assorbimento ed il miglioramento di (]Uesta massa di lavoratori, che hanno a.i.Jbandonato la terra; ma i segni della saturazione sono numerosi ed evidenti boncbè l' industria si trod ancora nella fase ascendente. 'l'ali segDi sono stati messi in luce dagli scrittori di ogni scuola - da IIobson a Drage, da Russe! "\Vallace :, Booth, a Lavollèe, a. cento altri - socialisti, (Der Walwe Jacob tli Stuttgarcl,'. sa, una vera irrisione. Si ricordi che secondo Charles Booth - le cui conclusioni vengono generalmente accettate - il salario minimo in Londra. al diaotto del quale c'è h mi8e-ria e la impossibilità di un te11orn di vita umana, è <Jnello di 22 scellini per settimrna; ora quello dei l:woratori della terrn nei momenti migliori - 18ì7 e 1891 - e nelle contee pii, fortunate Don ai elevò mai a 20 scelli11i; nella media in Inghilterra oscillò tra 8 e 12 scellini: cioè si tenne presso a poeo al livello elci sctlari dei lavoratori della terra in Italici ! Questa incontrastabile constatazione basta da 110\a a togliere ogni merito al liberismo doganale dell'Inghilterra rispetto al proletariato agricolo. ;\fa nun c'è ~tato il peggiora.mento, come c'è stato, forte ed it1negabile, pei proprietari gra.udi e piccoli o pei fcirniers. Abbiau10 il dovere di spiegare l'eccezione; In, spiegazione sene mirabilmente a farci comprondC're se essa potrebbe vorificar5i in Italia qnalora ~i abolisse il dazio sul grano. A spiegare l'eccezione, cioè il relativo, tenuissimo, incerto miglioramento doi la,·oratori dell,\ (1) A. Bo\VJ.EY: Wages i11 the United J{in_qdour in the nineteenthy century. Cambridge at the University Presa. - 1900. BibliotecaGino Bianco conserva.tori o liberali. A questa immigra. zione con _ (J) Le città piovre. Roma 189.1. P1·esso La Rivista popolare. ~oao interessantissime le comparazioni e le osservazioni ohe ha fatto il Goldstein. (Berufsgliederung und Reichthum. Stuttgart 1897) snl movimento della popolazione in lng hiltcrra. Ecco le proporzioni dell'aumento: 21 Contee industriali: Area in acri 15,307,000 22 Contee o_qricole: Popolazione 1700 2,,88,000 1841 9,931,400 1891 20,914,000 17,231,0fJO 2,359,000 5,066,400 6,596,4C'O La designazione di contee agricole non deve, però, trarre in e1-ro1·e:-e,se comprendono in gran parte una popolazione cittadina e ind•Jst,·iale. 1 veri distretti agricoli nelle contee di Essex, Sussex e Bedford dal ·l8ì1 al 1891 ebbero diminuzione non relativa, ma a~soluta di popolar.ione (p. 14, 15 e 17)_ 11 proletariato agricolo era rappresentato da 900,0DOpersone nel !Sii; discese a 73~,984 nel 1891 (p. 61). Nei distretti rurali della Contea di Westmordaud la diminuzione nello stesso ventennio fu del 14,9 Or l (p. 123). Nelle campagne dice il Goldstein, manca il lavoro; e in molti distretti agricoli, come nel Wiltshire, c'è il ribasso dei salari (p. 37 a 39),

48 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI nua, a questa formidabile concorrenza del lavoro unskilled somministrato _dagli operai delle campag~e si attribuisce in parte minore lo sweating system ed JU una assai maggiore il problema desolante della disocc1t1Jazione con tutti i suoi pericoli sociali, con tutti i suoi danni morali ed economici. I montoni mangiarono gli uomini ! Trasformazioni dell'agricoltura inglese. - La maggior parte dei dati sui quali si è ragionato sinora si riferiscono ad epoche recenti ed anche recontissime. Il rialzo relativo sul mercato di Londra dal l89ò al J!JOO potrebbe, però, far pensare che un certo sollievo abbia -doYuto sentirlle l'agricoltura inglese. L'ha sentito; ma molto limitatamente. Ciò si rileva dalle ulti1ue pubblicazioni ufficiali del Board of agric1iltu1•r, (.'\); dalle quali si aJ)pronde che il rialzo sui prezzi del frumento produsse un lieve aumento nell'area destinata alla sua produzione, seguito di nuovo da diminuzione nel 1900 por vicende atmosferiche. Ad O)!nÌ modo il miglioramento si deduce da questo caratteristico dato: i coltivatori vendettero il grano e non lo dettero a mangiare al bestiame come furono costretti a fare nel 1894-95 ! Esaminata la crisi agraria inglese rispetto all'elemento uomo - proprietari, fittaiuoli e lavoratori - è necessario adesso guardare alla ripercussione della crisi sulla terra, cioè sulla sua cultura. È risaputo che gli econ~misti ortodossi consigl(ano a tutto spiano la trasformaz10ne dell~ culture o la mten: sificazione di una cultura, quando m un dato ramo d, produzione ao-ricola mf.nca la convenienza. Nel caso speciale della 0 colt~vazione ~lei gra1!0, che s!_ fa in per tlita a cansa del ribasso dei prezzi determmato dalla concorrenza dei frumenti russi, asiatici, americani, australiani e quanto prima africani, essi - sorretti talora dagli agronomi - rispondono tri,,nfalmente: se la colturci estensiva clel frnmento non è proficua rencletela intensiva· se tale colllirn non è redditizia intensivamente o estensi~amentc sostituitela con wi ciltrn. Nella intensificazione o nella sostituzione delle colture, secondo i liberisti e gli agronomi, si avrebbe il rimedio infallibile alla crisi agraria, che affligge l'Europa. Per l'una e per l'altra in generale occorrono alcune condizioni favorevoli, senza le quali non si pu<', procedere con speranza di successo. Occorrono: spirito di iniziativa, energia, istmzione tecnica speciale, abbondanza di capitale, favorevoli condizioni di clima e di suolo. I consigli dei liberisti e degli agronomi hanno un difetto fondamentale: mirano a mantenere o ad aumentare il reddito del proprietario e il profitto del fittaiuolo; hanno finalità essenzialmente individualistiche, tra le quali non trovano posto menomamente le preoccupazioni sociali. In certi casi trascurano con una leggerezza sorprendente il fenomeno deiuograftco, che riveste alla sua volta forma economica e politica. Infatti se alla coltura estensi va del gra.no si sostituisce quella intensiv_a; se alla cerealicoltura si sostituisce la coi_tivazione della vitt•, il giardinaggio o altra coltura arborea, che esiga in forte quantità l'intervento del lavoro umano - in questi casi, non c'è dubbio alcuno, il tornaconto individuale collima perfettamn1te coll'interesse sociale e la maggiore ricerca di lavoro umano fa sì che dalla intensificazione o dalla trasformazione della coltura, la soluzione del problema demografico viene facilitata con probabilissimo miglioramento delle condizioni dei lavoratori. "1a fata che alla cerealicoltura si sostituisca la pastorizia. In questo caso il tornaconto individuale del proprietario e del fittaiuolo potrà essere soddisfatto ; ma dove prima erano necessari cento uomini per lavorare la terra, non ne occorreranno più che dieci per condurre gli armenti al pascolo o un poco di più se . l'allevamento si farà in istalla. Che cosa si farà degh ottcinta, dei novanta uomini che non trovano più lavoro sulla terra ? Se non saranno addetti ad altro lavoro-ricadranno nel regno buio della disoccupazione; su di loro faranno strage i freni maltusiani positivi. Superfluo av- (5) Traggo le notizie da un riassunto datone d_a!l' Ec?n~mista d'Italia (14 ottobre 1900) che suole essere d1hgent1as1mo. BibliotecaGino Bianco vertire, che il problema demogratico-politico ed economico vorrei dire anche umanitario, ad un tempo - è più grave dovunque la natalità è forte e non compensata abbastanza dall'emigrazione. Del perturbamento moralt· ed economico che accompagna il cambiamento di occupazione, non lieve quando si tratta cli gra,n~i masse, non m'intrattengo. Ora che cosa è avvenuto m In"ltilterra in segnito al ribasso del prezzo dei cern:il i ed'' alla conseguente crisi agraria~ Si premetta _che i~ I~ghilterra c'è coltura ~ecnica, c'è abbondanza d1 cap1tah, c' è grande energia e forza cl' iniziativa, le imposte sulla terra sono tenui, i salari clei lavoratori abbiamo visto che sono bassissimi. Mancano alcune condizioni climatiche per sostituire la coltura della vite o altre arboree a quelle dei cereali ; ma ci !ono tutte quelle che Of}COrrono per intonsificare la coltura del frumento. Ebbeue quali sono stati i risultati f Gl'inglesi, che con tanta burbanza per mezzo clei loro consoli - nd esempio quello cli Palermo - consigliano all'Italia la_trasformazione e l'intensificazione delle colture per nsol vere la crisi agraria del Mezzogiorno d'Italia, sono riusciti ad un vero regresso economico e sociale. Vediamo. Quando e dove la coltura dei cereali non fu più ri- .munerativa si tornò alla pastorizia: così l'area dei prati naturali ed' artificiali, ch'era di 13.178,012 acri nel 1874 si elevò a 16,465,069 acri nel 1894, a 16,630,747 nel _1899; e di questi prati appena la quarta parte _era clestu~ata al taglio del fieno. Il guadagno cle1 prati fu sup_enore alla, perdita in superficie della coltura a cereah, clte dn 3 milio1,i cli neri fu ridotta a, poco più di un milione e mezzo - ad l ,417,483 nel 1895 - mentre la produzione del grano da 14,000,453 si ridusse a 7,237,733 quarters dal 1874 al 1894. Ciò significa elle altre collure, che sono tra le più rim1urnrati".e, hauno. dovut? dare il loro contingente alla estensione maggiore dei prati; fatto tanto più no~evole,_ ir~ quanto _che gli ortaggi, i frut,teti, data la mteus1ss1nrn e a_gui_ta popolazione dei centri industriali e delle grandt città, hanno preso molto sviluppo: in alcuni rami di queste colture l'aumento dr.l\a, superficie dal 1888 al 18!:!5 ò stato dn 32746 a 68,12;! acri per l'Inghilterra e Galles; le persone addette a.I giardinaggio da._ trn,300 nel 1871 passarono 175,234 nel 1891 (Golclstein p. 92 a 94). . C'è di peggio. La pastorizia può ~ssere eser?1tata a forma intensiva; ma in lngh!lterra_ 111 tu~t~ s1 ~rna addirittura alla colt1ira estensiva dai consoli mgles1 tanto l>iasinrnta nel Mezzogiorno d'Italia e in Sicilia.« Nel- \'Essex e in molte contee dell'Est, dice l'Henry, la forte razza degli a.utich i fittaiuoli inglesi scom parisce di gior: no in giorno e c,Ji Scozzesi, persone accorte che non s1 spaventano delh~ coltura ìntensiva, p_rend~no !I loro posto e ·10 terranno sino al momento m cui essi ced11• ranno alla forza delle cose e riconosceranno che non c'è pit1 uulla da Rperare da certe grandi tenute a grano clel bacino di Londra. » E nello stesso Essex, secondo l'Hnnter Ringle, oramai i pascoli mis~ri danno un pr~- 1lotto minimo, e i 6ttaiuoli non vogliono lf!:terra. pnma coltivata a pascoli, nemmeno per le sole imposte, perchè queste vi son~ assai più pe_santi che nelle_ altre contee. A quella eh Essex non gwvano le fe~-rov1e e la vicinanza delle grandi città. Non basta: alcum landloràs del paese cli Galles - Lloyd Prize, Rbiwla_s Bela,_Wales -- continua l'I-Ienry, trovano vantagg10so d1 non più coltivare le terre e di lasciare crescere la selvag- "Ìna sulle medesime. Queste costituiscono le game farms! 0 L'ultimo regresso era prevedibile. La concorrenza dopo avere colpito i cereali non poteva risparmiare i prodotti della pastorizia; l'~mp?rtazione crescente della carne salata e fresca, degli amma: li vivi, del burro, del formaggio, della lana, clelle_pelh dall'America, dall'Australia, dall'Olanda, dalla Dammarca di cui si trovano i dati negli Sto.tistical Abstracts, do'veva riuscire a tali risultati deprimenti. Diminuirono prima le pecore tra i due periodi 1870-75 e _ 1888-93 perchè prima si sviluppò la concorrenza austraha_ua pe~ la lana. Aumentarono invece cli c-irca 800,000 gh altr1 capi di bestiame, tra i due periodi suddett!, per l'aumentata area cli terra consacrata alla pastonz,a; ma nel 1895 già comincia la di1~inuzio~e n~gli . altri capi__di bestiame, ch'è notevole m pochi anm : eh mezzo m1ho• ne. Ecco le cifre :

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