Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VI - n. 19 - 15 ottobre 1900

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTEH/•; t~· SClENZE SOCIALI 375 E, norn, nelh~ pono111um, la frott.~ ùegli Cllligrnuti si tnfta nell'orizzonte nebbioso, corue in u11 mare di misteri, e sempre I unghe, tristissime, grevi echeggia,no le note della canzone e del ritornello Qua.udo il vento tace, trasvolano sn la pianura deserta . . ... Cc n'anclimno lontano a letvorare. Accanto ad una pietra, miliare un emigrante siede. Solo visse e solo rimane e guarda con l'occhio atono di stunuhezza, la colonna che seq)eggia sn la via e sperdesi poco a poco dietro il velo di nebbia d'un de emergono, fantasmi giganteschi, le UJOntagne coperte di neve che l'alba, nascente cosparge di smeraldi e zarllri. Stanco, accanto aù una l)ietra miliare un en,igraute ~ieùe. E la frotta passa nd egli rimane solo. Gli ultimi 1lella colouua hauuo volto sn lui uno sguardo furtivo o piì1 d'uno ùi loro ha torto gli occhi sentendosi serrare il cuo_re al pensiero che quell'uuo che rinHrneva là, solo, era lui fra due giorni! E sou tutti passati. Ecco <lietro le siepi, ad un gomito ùella via, fra l'ombra dei tronchi degli alberi la giacchetta e il cappello; sul urnrgiuo del pozzo c·cra 1111 paniere vuoto o sopra una.delle finestre dei dormi.- tor-ii un vaso rli girauio i ctù fiori spiccavano corno chiazze sanguigne sul giallo antico di tutta la 11mraglia. Lo chiamaroDO e partì col Solitario. Buon uomo, qnel Solitario; un pò burbero, un pù brontolone, ma buono in fondo; d'una dolce e serena e disinteressata bontà, rara fra gli uomini. E tutti gli anni ch'egli visse con lui; a11cl1edopo tornato da faro il militare, egli visse quasi felice; fu il solo bel tempo della sua vita. Poi il Solitario morì ed allora cominciarono por lui i giorni dolorosi; altri ebbero la terra e la casa ed egli ramingò vernlen,lo le SLLC braccia per un tozzo di pane; per un covone di paglia ove appoggiare il capo nel sonno; per un misero angolo uel fienile ove dorwire le notti d'iuveruo e cli pioggia. Il Solitario morì; ecl allora egli conobbe lo sfini1Uento dei giorni trascorsi senza pane, l'angoscia delle notti vissute senza tetto. Eppure il Solitario gliel'ai:eni dett,o ptima cli morire, gliel'aveva tlet.to: - " 'l'osto ch'io sarò morto; va, via.» Sovente, il Solitario lo a.mmon i rn: - Quando io sarò <r morto non ti imlugiare i11 paese; ci maugr.rcsti qne' « pochi ohe li.ai cla parte; o il verdognolo della.nebbia; ecco !"ultimo sparì. E solo è rimasto; solo, l'emigrante sedutosi s1anL'Inghilterraal Transvaal. a (]Ile' pochi che io ti la- <I scerù, Vattene, appena <t clic io sarò morto, vat- <t teue ;;ubito. La sera che co accanto ad una pietra milia,re Chi furono i suoi genitori 'I Ei non sa, non l'ha saputo mai. Un giorno dall'orfanotrofio ove viveva con molti altri ba.mm bini, fanciullo ancora,lo condussero ad un villaggio ed ivi imparò a fare il contadino, in casa d'un vecchio solitario che lo :unò come se fosse stato SllO figlio. I -- (~ 7"-.J(>Ttr°l(t\~•O~ C! I~-~ II m 'avra n110 seppellito ,( pianta sulla li1ia fossa « una, rroco perchè tu pos- (( sa ritrovm·mi; piant}~la « molto giì1 nella terra « J)erchè col passare del « tempo non si scalzi o " falla di semplice legno, « senza bellezze, perchè « nessuno venga a por- " tarmela vin.. Guarda a bene in qualepnuto del « cimitero sarò ; pernhè « così quando dopo aver « fatto fort,uua. tornerai a a Yeclere tlove io sono Dell'orfanotl'ofio un ricordo solo gli era rimasto incancellabile nella mente. Era il ricordo d'u11a nota corte, circondata da ogni lato da al ti fabbricati che facevano uno strano effetto con i lunghi filari da linestre: i dormitori e le scuole. In ui ezzo Il selvaggio africano (all'inglese civili.::.::ato): Collie puoi dichiarare un paese annesso, quando non l"hai ancora conquistato? (( per ringrazim·n1i del « consiglio; io, tlul cielo <r ti benc1lirò. Ma vattene « subito; vatt.eno, subito « dopo, in America. Lag- <! giù i coDt,aclini son ri- « cercati e pagati bene e ,, la terracostapoco. l\f'inL'inglese civilizzato: E' che mi t-orna pili conto trattare i difensori ddla loro patria da t.raditori e ribelli. c'era un pozzo profondo ove l'acqua immobile, limpida, riJleUeva, come uuo specchio, la facoia di· cl,i s'appoggiava, g11arclau1lo in gi11, al parapetto. Frn le commettiture delle pietre spnntavano ciuffetti cli finissima erba, tenera e verdo o le lucertole si Rcalda.\"ano al sole dormendo su i sedili di pietra. In fondo alla corte c'era uua capanna; egli anelava 1,, dentro, si sedeva per terra, e iluraute lunghe ore rimaneva i111mobile ad osservarEI (1 pensava a mille, e wille cose che gli sembravano, allora, tanto strane al mondo. Gli pareva che in lui si facesse la rh·el:J;r,ioue 1h1n rnoudo ch'egli ave,·a fino allora ignorato; gli pareva cLe fra tutti gli altri bnrnbiui egli era fuori del luogo ~no; egli viveva in uua famiglia che n1leva molto meuo di quella che ùoveva essere la sua. Quella corto ei 11011l'aveva dimeuticat,1, 111ai;spesse volte, più tardi, socchiudendo rii occhi, pensandoci bene eglì l'aveva ri,·eduta tale qual'era il giorno clic vennero a chiama.rio per condurlo al villaggio a, dve,·e col solitario e da ltti ad imparare a fare il couta<lino. S'era sempre ricordato (foll'aspetto cli •1nella corte, in quell'ultimo giorno. Accanto alla capaurn:i c'era uu rouechio ,li rottami e sul muro in faccia una lapide di marmo quasi tutta ricoperta d'oliera. C'era in un angolo un tabernacolo e dipintavi dentro una madonna. Quel giorno, ern 11 Dn caldn giornata di giugno. Un operaio aveYa buttato por terra, vici.no al pozr.o (Fischietto cli 'l'orino). " tendi 'I> La 11ottc in cui il Solitario si spense ùopo avere ripetute queste parole, per la centesima volta forse, aggiunse - « e ora, figlio mio, che Dio t.i bene:lica « e t'aiuti a far fortuna in A11.1eric11. ». Ma chi può comandare all'amore? Chi può fnggire :ille dolcissime Ja.bbra che promett.ono baci 1 Egli rimase in paese, tlopo la· morte del Solitario, presto fluì i pochi soldi che aveva e conobbe allora gli orrori lutti tlella miseria. la fame che fiacca, la sporcizia, che degrada, il bisogno demoralizzante e crudele; i giorni dopo i giomi; i mesi dopo i mesi; gli anni dopo gli anni di buio e cli dolore. Ahi! quanti e .quanti auni lunghi e dolorosi! Ma, ora, già vecchio, s'incamminava alla citti\ ver imbarcarsi, ed andare in America ... Ed ecco, stanco, accanto ml una pietra 1uiliaro," l'emigrnnte siede stìuito dalla frit-ica ùel cammino, irrigidito tla l· freddo. · Vicino a ~è egli ha piantata in terra, ritta, ht falce, che luccica, carezzata clai primi lampi dell'alba e sfavilla, volate di r.affiri e cliau,anti incastonati d'azzurro, dall'argenteo splendore dell'acciaio forbito. Lentamente la, testa gli si abbandon,t sul petto; 1111 pesante sonno lo coglie ed egli si stende su la nove e si rannicchia tutto per sentire meno il freddo. Come in una visiono gli pns.~ano iunanr.i agli ocelli le immagini, i rico1 cli di tutt.a la vita; l'orfanotrofio, 1!1 vasta corte semi oscura e quieta, la vita trascorsa al Yillaggio, lavoranrlo la terra, la faucinlla amata sempre e che non volle amarlo mai. Poi i giorni lunghi, trovpo

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