RIPl5TA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIA.Li 191 E la causa di tanti mali è sempre e dovunque la forma di proprietà, in cui si chiude tutto l'enigma de la vita~ossia il problema più alto che i fati de la storia affidano a' secoli venturi. Problema grandioso che emp:e ormai di se la coscienza etica de' popoli, e dà origioe a le più profonde indagini Je la poesia e de l'arte. Ma nessuna corda simpatica si deve far vibrare ne l'animo, poiché è con l'esame de' fatti e col solo lume dt: la critica che si risolvono anche le questioni più ardue in questo secolo di rigido positivismo. Il problema ccJnomico adunque_, .che tanta e sì alta importanza asrnme a' nostri giorni da imporsi anche a le Accademie e a' Parlamenti borghési, se messo ne suoi termìni più semplici. . . . . . . Niente ne l'umverso 'H ha d1 accidentale po1chè ogm fatto, in qualsivoglia ordi_ne di fenomeni, suppone u_nir_isieme di cause cqe lo producono: or dunque la miseria è dessa determin:J.~a da leggi fisse e immutabili di natura talchè è un'uto.pi_a la speran.za di eliminarla, o si deve piuttosto attribuiifa' ·a i u_n_complesso di fattori storici variabili col mut::arsi.de -le ctrcostanze che li ha:i prodotti? i; · . Una voce sola ·si alza dal° campo ortodosso e dice che l'economia di un popolo è legata al. rapporto fra il numero de' nati e la somma de le sussistenze di cui è capace in un dato momento la forza produttiva de la terra: quindi poich~ il primo tern~ine tt:~~e, per l'irrefreoa?ile 1:,tinto genetico, ad at1m~nta:re a 110fimto mentre 1altro se non rimane stazionario~ certo cresce per grandi len~issimi, è naturale chè à u4 da'to punto verificandosi uno squilibrio tra· le_bocche e le . sussisten~e, .- debb_a triste De1 - appanre ne la stona la· M1sena con 11 luogo cortrn di triali che l'accompagnano. Questo principio, che pretende dominare tutta la dinamica de la popolazione nè suoi rapporti con i mezzi d'esistenza, fu -J~, prima volta esposto da Malthus con un rigore di dati matematici a cui forse egli deve, come nota il George, la sua celebrità. Del suo sistema i socialisti si sono occupati positivamente, perchè non si avesse a ripetere il rimprovero di Summer Maine che esso sia lascia'tp sotto silenzio da' demagoghi « essendovi uno stridente contrasto tra i sogni utopistici di livellamento e le leggi de la natura.» Vedremo anche noi in un prossimo articolo, se la sc;enza abbia caccia;o dal mondo quest'incubo e se i lamenti de gli oppressi possano trovare un'eco ne la storia. Quel che ora importa rilevare si è che Malthus inizia, ne lo studio del problema economico, il metodo posi1ivo e dà un grande impulso al pessimismo moderno. Con lui si fa più acuta la paura de l' ignoto e si riaffaccia il quesito : se il dolore sia un fenomeno morboso de la civiltà, elimioabiie con un processo epurativo de l'evoluzione, o se lo vedremo invece eternamente scolpito a caratteri di sangue in ogni punto de lo spazio, su ogni zolla di terra che calpestiamo : legge iuelut!abile de le cose, condanna de la natura, fatale destino de gli essèri. È lo stesso dubbio atroce che duemila anni or sono appariva ne l'India, su le rive del Gange, straziando l'animo sensibile del mistico Buddka. Questo allucinato, che anche oggi è seguito da' moderni occultisti in tanta parte de le sue dottrine filosofiche, non vede il mondo ne' momenti di estasi che attraverso le lenti del suo spirito infermo. Tre beni, ei dice, potrebbero farci beati: la gioventù, l'amore, la vita - ma ognuno è combattuto da un male opposto : la vecchiaia, il tedio, la morte: dunque « vivere è soffrire, e la felicità può solo trovarsi nel nulla, ne lo annientamento de l'essere. » E il primitivo pensiero buddistico, ancora fl attuante ne le onde del sentimento, riceve in seguito da lo spietato parroco inglese il battesimo d'una logica dura come cappa di piombo e si riproduce poi e si diffo~de in tutti i meati de la vita sotto forma diversa o d1 melanconiche elegie poetiche o di speciosi e rigidi sistemi di naturalismo filosofico : dal Leopardi che, ne' suoi versi pieni di cosl profonda amarezza, ci canta il regno de la morte e la « infinita vanità del tutto », dal Byron che fa chiedere a Manfredo evocante gli spiriti « l'oblio di se stesso ,., a Schopenhaner e ad Hartmann che su la « volontà » e l' « incoscio >> innalzano il più compiuto e desolante sistema di pessimismo metafisico, sino a Darwin ed a E. Haec kel i quali sentenziano che la vita è una continua ecatombe di esseri poichè ne la tremenda lotta per l'esistenza che infierisce tra gli uomini, come in tutto il resto de la natura animata, solo un picciol numero di forti può sostenerla vittoriosamente mentre gli altri, più deboli, son condannati a soccombere o a spegnersi in un oceano di sangue. Tutta l'opera di Malthus sta ne l'aver rafforzato il concetto pessimistico de la vita, ma più che altro il suo famo;o Saggio sulla popolaz_ione può g;udicarsi come lo sforzo d'un genio per mettere al riparo di ogni attacco il privilegio economico de le classi dominanti. B.n si avvede di ciò il buon Bastiat che volendo, per altra via, assicurare le stesse conseguenze per il caso che il sistema opposto non sortisse l'effetto voluto, so~\Ìene esistere solo in apparenza le co:itraddizioni nascenti dal libero giuoco de le forze individuali, poichè in realtà esse si risolvono sempre e infallantemente in nuove armonie sociali. Così de' due : l'uno ammette il male su la terra, ma cercandone la genesi ne la legge biologica dc: la propagazione de la specie umana, lo attribuisce non ai cattivi ordinamenti ma a l'avarizia de la natura, l'altro - fra le estasi del suo idilliaco ottimismo - nega di quello anche l'esistenza o vede in esso un mezzo per giungere al bene: entrambi però piegano il loro sistema innanzi a la potenza del capitale. Così a noi pare di aver posto il problem 1 ne' suoi veri termini : di esso possiamo ora spiegarci la complessità dagli stretti rapporti che lo legano a la Scienza de la natura de la vita de la sto:ia, e la somma importanz_a da le molteplici funzioni cui adempie ne l'organismo sociale. · E per vero una indissolubile relazione esiste tra i fatti fisici e i sociali, essendo tutta la vita de l'universo un continuo succedersi di forme in cui si modella la materia passando dal minerale a la pianta a l'animale a l'uomo, col quale essa perviene a sentirsi e ad aver coscienza di sè. Questo processo appunto ci dice che il movimento meccanico de la materia si riflette sul moto psicofisico de la storia, poichc il vario atteggiarsi de la natura con i cangiamenti del clima, con le variazioni de la flora e de la fauna, con l'immenso cumulo di forze che agiscono sul nostro pian( ta esercita, senza dubbio, non poca influenza sul fenomeno economico il quale più davvicino si riferisce a l'ambiente esterno. La terra infatti - che costituisce il vero 'Deusex macchina d'un geniale e fecondo sistema, in quanto la sua resistenzaji.variabile al lavoro umano combinata con le leggi din:1miche de la popolazione forma per Loria (I) la sola chiave capace ad aprirci le porte de la Storia e farne:luminosamente comprendere l'intimo fatale processo - è il serbatoio da cui si sprigionano tante energie cheil'uomo cerca di utilizzare, è la fonte da cui esso attinge tante e sì svariate sostanze che attra'e nel vorticeidelf suo~cammino e converte in cellule viventi. Ed il problema economico si riconnette per un altro verso alla Scienza de la natura, poichè la fisica e la chimica insegnando quali processi organici occorra adot• tare nel trattamento de la materia prima, possono dare un'adeguata risposta a le fosche previsioni di Malthus in ordine:a le sussistenze, allontanando ogni 1 imore anche:per l'avvenire. Nè meno stretti sono i rapporti che il problema de la proprietà ha con la 5cienza de la vita ossia con là Biologia in genere, e con la Ffaiologia in ispecie, le quali forniscono i dati per risolvere la questione de l'alimento necessario a compensare il dispendio orga~ (1) Analisi della proprietà capitalistica.
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