'l{_IVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI ; I clericali, che godono già dei vantaggi del voto plurimo, erano sicuri di far passne trionfalmente la riforma proposta, mercè la schiacciante maggioranz:a di cui disponevano nel Parlamento. Ciò che essi volevano era ingiusto, ma intendevano conseguirlo col sussidio ddla legalità. Contro l'ingiustizia e contro la legalità si ribellarono liberali, radicali e socialisti. Il pericolo comune li riunì e li alleò, ottenendo ciò che il buon senso per tanto tempo indarno aveva consigliato. Come io Italia, cominciò l'ostruzionismo nella Camera dei Deputati e dopo poco tempo si venne anche all'uso della forza materiale. Dal Parlamento l'agitazione passò nella strada; e i deputati dopo avere combattuto nella Camera continuarono a combatttre nelle riunioni private e nei meetings. Il popolo si dichiarò pei rappresentanti della democrazia e del liberalismo. Non occorre narrare qui tutte le vicende della lotta; basta ricordare che sangue fu versato e che parve imminente la rivoluzione, che avrebbe proclamato la repubblica in sostituzione di una monarchia rappresentata da un Re, che si diverte a fare della politica coloniale a spese del paese. ad impiantare case di giuoco ed a trescare colle cocottes più in vista. L'imminenza e la gravità del pericolo aprì gli occhi dei governanti clericali e del Sovrano; sicchè il presidente del Consiglio Vandenpeereboom fece delle dichiarazioni, che equivalevano al ritiro del malaugurato disegno di riforma elettorale. i..a vittoria dei partiti democratici è stata completa, soprattutto per merito del popolo, che, conscio dei propri diritti, è intervenuto energicamente ed ha fatto sentire la sua voce. Ciò ch'è avvenuto nel Belgio nulla ha insegnat.) ai nostri Pelloux che mancano di cuore e d'intelligenza. Cede il ministro del Belgio ; resiste il ministro d'Italia. « Ma, dicono i gesuiti della politica italiana, il governo ha ceduto nel Belgio perchè il popolo ha manifèstato la propria volontà; ci<!>che non è avvenuto tra noi. )> Adagio. I clericali nel Belgio hanno rispettato la libertà nel popolo di manifestare la propria volontà; mentre in Italia i cos:detti liberali di caserma lo avrebbero mitragliato se avesse osato farsi vivo. Si dimentica, che Romussi e Chiesi, Turati e Rondani ecc. vennero condannati a diecine di anni di reclusione senz.1 avere comimesso alcun reato? Si dimentica che si voleva far fuci- ...are De Andreis deputato perchè detentore di un piano ... ..i sistemazione dell.1 luce elettrica? Si dimentica che si ..p. r ì col cannone la breccia nel convento dei Cappuccini ri Manforte difeso dai poveri vecchi armati... di scodella .:,er ricevere la minestra dai monaci pietosi ? E dopo la anguinosa reazione àel Maggio 1898 vì sono stati dei miserabili, che hanno rimproverato ai deputati dell'Estrema di non essere discesi nella strada a promuovere l'agitazione nelle fi'e del popolo! ... Il popolo, ad ogni modo, come ha potuto e nella misura consentitagli ha manifestato il proprio pensiero: colle elezioni comunali e provinciali. E cosa davvero inaudita: anche a Napoli, senza mezzi, senza grandi giornali, senza organizzazione, ,senza propaganda continuatamente effi~ cace le urne hanno dato circa tremila voti alla lista intransigentemente repubblicana e socialista! Intanto se gli avvenimenti del Belgio servono ad incoraggiare la democrazia a persfstere nella via battuta, sinora sono serviti a strappare confessioni preziose anch~ ai suoi avversari. Eccone una, che vale un Perù, che gli amici dell' ..AvantiI hanno pescato nelle colonne della Tribuna: « Quando la minoranza parlamentare ha radici salde e sicure negli strati sociali che rappresenta, quando la minoranza porta con sè nella lotta tutte le energie e tutti gli ideali della classe che a lei s'affida, nessun governo, nessuna forma di maggioranza può senza pericolo di gravi disa~tri civili, abusare della sua posizione numeric.i, e rnpraffare, fino al punto di sopprimere i diritti più vivi e più urgenti, all'esercizio della vita politica. E non è a dire: insurrezione ! I limiti nelle manifestazioni della pubblica opinione non è possibile descriverli a priori, come non è possibile stabilire a priori le responsabilità». « Io ogni modo, protesta pacifica o armata, discussione o insurrezione, la vita politica cresce, si fortifica nelle correnti della pubblica opinione; e nei paesi in cui il Parlamento è l'organo massimo della vita politica, le correnti della pubblica opinione devono agire più largamente e costantemente che altrove. La tunzione parlamentare, anzi, non è completa ed efficace che là dove essa e sorretta, consigliata, corretta dalla libera espressione del pensiero e della volontà del popolo i>. Ciò che la Tribuna scrive dei democratici del Belgio si attaglia a capello ai democratici d'Italia. In vantaggio degli ultimi sta questa grave circostal1za. Nel Belgio liberali, radicali e socialisti hanno dovuto uscire dall'orbita della legalità per difendere la giustizia. In Italia i partiti democratici hanno difeso nel paese e nella Camera la caus1 della libertà senza uscire dalla legalità ed hanno costretto il governo ed i suoi corifei a ricorrere alla violenza per imporre la iniquità. Solo contro la violenza, a legittima difesa, i democratici adoperarono la forza. Vim vi repellere è cano.:1e inconcusso di diritto, che nessuno può mettere in dubbio e che nello scorso anno, sebbene a sproposito, fu elevato ad assioma dall' ex guardasigilli Villa per giustificare la repressione sanguinosa di Maggio. Agli ipocriti, che hanno sentito, per una volta almeno~ il dolore e l'umiliazione del faust recht - il dritto della forza è il caso di ripetere il nqto: chi la fa l'aspetti !, Lo Zonco. ~ Una volta e' era _un re ... Questo non è il titoto di uno di quei racconti che le nonne inventano per tenere desta l'attenzione di una nidiata di marmocchi; ma lo abbiamo scavato dall'arsenale dei titoli per accennare ad un fatto storico recente e che fa onore ad un coronato. Imparziali, e, sopratutto, amatori della verità come siamo, non esiteremmo a riferirlo ancht: se si trattasse - caso raro - di un re vivente ; ma invece il fatto cui alludiamo si riferisce ad un re nato in Italia e morto in esilio, e che gode nel popolino di bruttissima fama. Quanto narreremo dimostra -che quel re .... morto, e che commise un azione assai buona e, vorremmo dire, molto nobile, era migliore della propria fama, venutagli in massima parte dagli antenati suoi - uno dei quali fu veramente scellerato, a giudicarne almeno dai feroci luogotenenti che scelse . Si tratta di Francesco II, tx re di Napoli, il figlio di colui che fu chiamato Re 'Bomba e il cui governo da Gladstone fu denominato: negazionedi Dio. Una breve parentesi. Molto ingiustamente Ferdinando II fu chiamato Re Bomba quasicche egli fosse stato il solo bombardatore, il bombardatore per antonomasia; mentre è risaputo che tutti i Re - e forse sarebbe più esattq il dire, tutti i capi di uno Stato che hanno a disposizione un esercito permanente - bombarJano ben volentieri i sudditi in istato di ribellione. E fanno bene: usano della forza per difendersi. Ad ogni modo Francesco II riabilitò il padre rifiutandosi di bombardare Palermo. Ed ecco che, chiudendo la parentesi, ci rifacciamo al punto di partenza. Si sappia adunque che nel 1860 il borbonico generale Lanza comandava la piazza di Palermo, ed aveva a sua disposizione molte migliaia di soldati quando Garibaldi vi entrò il 2 7 Maggio, aIla testa della leggendaria falange dei Mille e dei picciotti siciliani. La lotta tra i borbonici e i garibaldini avrebbe potuto continuare. Sarebbe certamente terminata colla vittoria dell'Eroe di Marsal,, e della città delle barricate, che lo aiutava con entusiasmo; ma molto sangue sa-
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