Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 1 - 15 luglio 1897

HIYISTA POPOT,AHE m POLITICAJ,lffTRim E scrn 'ZE SOCIALI 7 vere la cr1s1ag-raria, uno solo è stato messo in atto, il clazio l)l'0LCtlOl'l('lei gr,ini, J}l'l'ChC'0llesso Si è resa più acuta la crisi. accrescenclo artificialmente Ja 1·r11dita fondiaria, ccl ,H'e1·rscencloil costo della vila ai lavo1·atori. Dal progetto di Crispi sui ](1tii<Jllllai,quello di Stayabba sui contraili agn11·i,e' è tutta uua sc1•irclimenzogne e cl'ingauni. N"onche quc' p1·01;-c1atvircbl)c1·0risoluto almeno in parle LIpl'Oblema sociale nelle campagne, perchè sono Lutti o tecnicamente sbagliati o vacui; ma perchè quegli stessi progetti, falli per illuclcrc i gonzi, non sono poluti arrivare nemmeno all'onore della discussione. La borghesia è così interessata a non conceclcrc nulla, che rifugge anco clal fare leggi destinate a restare lettera morta, perchè l'appetito non venga mangiando, e non sia poi da,·- vcro essa costretta a concedere qualche cosa SLùse1·io.Quando si presentò da Crispi il progeuo sui latiloncli, i latifondisti rncliniani si ribellarono furiosamente pigliandolo sul se1•io,mentre era da lasciarlo correre, chè non sarebbe riuscito allo scopo cui mirava. A che cosa è servila la legge sul Credilo agrnrio? a che quella SLùleOpere pie? a che le all1·e stille Banche e sul. Creclito fondiario? E a che cosa sarà se1·,·ilo il Couunissariato civiJe in Sicilia? - Ah ! ma questo è stalo crealo per mon1Lizzarcle ,\mministrazio11ilocali! L'accusa cli ravo1•ilis111ei cli clic11tele ncJJe -\mrni11istrnzio111i11unicipaliclclla Siciliu è stala g·oHfialaa<I. arle, pl'I' J1asc·o11clcracl vulg·o la causa vera del male elle si ha interesse ]JL'rpctum·e,e illuclerc con lo sperimc11toclel cerotto tli og·ni ciarlatano polilico. l miseri co111u1c1liell'inten10, con vn li ll'rrilori a lalil'ondi, ha11110bilanci sparuti, l)Cl'Chl'runica 1•icchezzulassahilc, la terra, si acc!'ntra in poche mani. va goduta ruori <lcl pacsl'. t· srug·gTperciò alle tnssazioni locali. Ciò che resta tassabile è lo scarso consumo <li una popolazione a111111iscri<talai 111011opolfioncliario. In questi hila11cile mah'ersazioni e i peculati nm1 possono rappresentare elle s011111e1scigue. il cui tolalr 1101p1uò cosliluirc certo la causa clrlla miseria delle popolazioni agricole. Con questi bilanci i scr- ,·izi pubblici rcsla110 insodisfalti; ccl og11i economia costituisce l'offesa ad 1111 bisogno pubblico, p1·incipalmcnte all'istruzione elemc11tare e al!' igiene. Potrei proYarc tullo qut'Sto con l'esame delle condizioni cli alcuni piccoli Comuni rurali clcJJa Sicilia ma ])asta q1tì riferire quello che è stato ripetuto da altri, e che rilevasi dall'opuscolo elci Canonico Geno- ,·esc da Contessa: La q11eslio11cagraria i11Sicilia. li Comune <li Contessa E11Lellina.in 1'1·0,·incia <li Pall'r1110,ha un territorio di circa noYe mila sah11c (circa quindici 111ilarttari). Or IJL·nc i suoi lremila abitanti 11011ne possiedono che t1·eccnto: Il' aire 8700 sallll(' appartl'llg'0llo il 110llpiù che wnti !lT0SSiposscsso1·i, tra p1·incipi, co111i,haroni, caY,ilieri. l'(I altri simili patriolli. Con tali condizioni. chi· bilanci possonsi avere~ e come soclisl'ill'e i lii ogni piLLprimi della colletU,·itii ? - Tullo il J)l'0(I0II0tiella terra va assorbito dalla gabella, sulla quale il. Comune 11011 111ctlcalcuna tassa, L' sul consumo rlella quale non si percepisce alcun dazio, pcrchè consumala nei grandi centri <love l'iSicclonoi p,Hlroni clella LCl'l'(l. :lla non le sole comunili1 dl'll' interno intristiscono C0l'l'0SC(la! tlirillo pa(lronale sulla lCl'l'll; illlCOle cillà popolose clclla marina 11011sf'ug·gonoa questa so1·- te. - Marsala. clnlla quale io scrivo, ramosa per i suoi vigneti e la sua induSLl'iacnolog·icn, popolata cli circa sessantamila abilanti, dove 11uovagcutc aflluisce cli continuo attirata dalla prosperità agricola e clal commercio ,·inicolo, ha un bilancio comunale cli poco più di mezzo milione d'entrata ncLta, formato principalmente col clazio cli consumo. La terra, la vecchia terra cli Saturno che divora i propri figli, dà ai pochi che la possiedono quasi tulta Ja ricchezza cla essa prodotta, cd affama i fig·li che la lavorano. Come socUsfarc i bisogni sempre crescenti della colletlivilà? Come, p. e., attuare la trasformazione della scuola elementare in asilo con il mantenimento gratuito degli alunni, senza intaccare il diritto prepotente della possidenza territoriale? Come costringere i possiclenti della Lerra acl impiegarvi capitali e lavoro per lo sviluppo agricolo e sociale? - Con un solo mezzo : col confiscare gradualmente la rendita fondiaria, per irnpiegnre il proclotto cli essa a nazionalizzare la terra. (Continua). S. CAMMARERI SCURTI. Distribuzione regiondaelellma iseria IN ITALIA. Come sia divirn la ricchezza in Italia e quale sia il carico tr·ibutario secondo le regioni ricordai in un p1·ecedente articolo riproducendo i risultati degli studi ·puramente obbietti vi del Prof. Panta. leoni. Che i suoi calcoli non siano sbagliati e che realmente nel mezzogiorno la ricchezza venga colpita dall' imposta in una misura ingiusta può argomentarsi da una serie di f!itti o di sintomi, che costituiscono una specie di controprova e riescono alla dimostrazione precisa della distribuzione della miseria nelle singole regioni del regno. Non fa d'uopo i-icordare che l'imposta esercita un'azione deleteria quando assorbe una parte della ricchezza troppo elevata e produce una serie di fenomeni, che fanno fede della decadenza economica dei paesi che subi~cono questo elevato prelevamento. Sono note le lamentazioni di Salviano sul fe1 oce fhcalismo che accelerò la rovina del1' Impero romano; nè è meno celebre il fiscalismo dell' Ancien règime, contro cui protestò Vauban e che contribui rotentemente a generare la grande rivoluzione del 1789. Dove condurrà il fiscalismo del regno d'Italia non è lecito dire, ma chiunque conosce la storia e sa c·he poste le cause non possono mancare gli effetti, in cuor suo lo prevede a dispetto dei Procuratori del Re, che impediscono la illustrazione delle previs:oni. '

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